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Autore: _BlueLady_    27/10/2011    2 recensioni
[ Dal Prologo]
Tutti lo chiamavano Eclipse, perché proprio come un’eclissi era in grado di nascondersi alla luce del sole, per poi fare la sua ricomparsa di notte, nelle vie buie delle città più conosciute, alla ricerca di non si sa quali preziosi tesori.
Le prime pagine dei giornali erano piene delle sue immagini, i gendarmi di ogni città gli davano la caccia, nella speranza di catturarlo e finalmente infliggergli la punizione che meritava per tutti i furti commessi in passato.
Non c’era traccia di scovarlo, tuttavia.
Così come appariva, altrettanto misteriosamente scompariva, lasciando dietro di sé solo un cumulo di mormorii perplessi ed impauriti.
Attenzione: leggermente OOC, la lettura potrebbe risultare un pò pesante.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rein, Shade, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8 ~      
 
La musica aveva il dono straordinario di riempire gli innumerevoli silenzi tra loro, nonché la capacità di far entrare i loro corpi perfettamente in simbiosi l’uno con l’altro.
Era… sorprendente.
Anche il desiderio di scoprire chi si celasse dietro quella maschera pareva venire meno in un così delicato momento.
Eppure, ciò non bastava a cancellare in lei la tentazione di allungare leggermente la mano, e scoprire il volto del suo accompagnatore per verificare che combaciasse perfettamente con l’immagine che si era creata nella sua mente a tempo debito.
Mentre si lasciava trascinare sulle note della melodia dal suo oscuro cavaliere, non poteva fare a meno di entrare in contatto con quei baratri profondi che erano i suoi occhi.
Così scuri, così intensi…
Così simili agli occhi di un’altra persona
Nello stesso istante in cui lui piantò le proprie pupille nelle sue, sentì il vuoto alla bocca dello stomaco prendere il sopravvento su di lei, mentre il battito cardiaco accelerava sempre più tempestivamente.
Ogni parte del suo corpo pareva esser incatenata a lui, il fascino di quel giovane aveva un potere quasi ipnotico su di lei.
Come se non bastasse, il dubbio che sotto quella maschera potesse celarsi un viso noto non cessava di tormentarla.
Mentre si struggeva, tentando il più possibile di frenare i pensieri che si affollavano numerosi nella sua testa, il giovane le fece fare una giravolta sulle note della musica.
Entrambi parevano muoversi come se fossero una cosa sola.
Una bambola soggiogata al volere del suo burattinaio.
Un’unica entità…
Un’unica persona...
In quel momento, non esistevano più la Dama in Blu, né il Cavaliere Nero.
Esistevano solo loro.
E la cosa la spaventava alquanto.
- Chi siete voi?- domandò un tratto al suo misterioso cavaliere, mentre quest’ultimo l’avvicinava a sé quasi da poterne sentire il respiro sul collo.
Il giovane sorrise, alzando le spalle con noncuranza – Un semplice gentiluomo, ospite della festa come tanti altri.- rispose.
La fece volteggiare per la sala, mentre pareva cerarsi una vibrante atmosfera elettrica tra loro.
Rein, appena ritornata a pochi centimetri dal suo volto, scosse la testa, per nulla soddisfatta della risposta che le era stata data.
- E’ solo che mi sembra di conoscervi, di avervi già incontrato in precedenza…- disse, mentre la tentazione di pronunciare quel nome le faceva vibrare ininterrottamente le corde vocali, per poi spegnersi in un muto silenzio.
- Perché volete rovinare questo intrigante gioco di mistero, costringendomi a rivelare la mia vera identità?- mormorò quello, stringendola di più a sé.
La ragazza sussultò nell’avvertire la possenza di quel tocco.
Posò la mano destra nel punto del fianco in cui lui l’aveva stretta così forte, costringendolo ad allentare la presa.
- Mascherarsi per voi è un gioco?- domandò, con una nota di ilarità nella voce.
Il cavaliere annuì:- Che altro sennò?-
Rein fissò lo sguardo a terra, pensosa:- Penso sia più che altro un modo per eliminare le differenze sociali che intercorrono fra ognuno di noi e che degradano tanto la nostra persona a causa di cattivi pregiudizi basati sulla non appartenenza ad un alto rango della società. Indossando una maschera, abbiamo così il privilegio di sentirci veramente noi stessi, per una volta… - suppose, insicura.
Gli occhi dell’uomo brillarono di curiosità:- Differenze sociali?- ripeté, colpito dall’arguzia della fanciulla.
Lei annuì convinta.
Il giovane parve straordinariamente colpito dalle parole pronunciate da Rein.
Quella ragazza gli parve dotata di una perspicacia assai lodevole.
- Indossare una maschera per cessare di indossare la maschera che quotidianamente portiamo indosso…- mormorò tra sé e sé, riflettendo ad alta voce su quelle che sembrava giudicare essere sagge parole.
- E smettere di recitare una parte che per nulla si addice al nostro vero essere.- aggiunse lei, soddisfatta che lui avesse compreso ciò che intendesse dire.
Il giovane sorrise nuovamente:- Dunque vi ho tolto questa alettante possibilità svelando la vostra vera identità - mormorò soavemente.
Lei alzò le spalle disinvolta:- Mi duole ammetterlo, ma avete ragione. E si che mi sarebbe piaciuto prendere le parti di qualcun altro, solo per stasera! - rispose.
- Che intendete dire?- domandò lui sempre più interessato.
Rein rise sommessamente:- Guardatevi adesso: chiunque vi osservi potrebbe dar sfogo alla propria fantasia e pensare che siete un gentiluomo qualunque, come potrebbe invece pensare che non lo siete affatto. Grazie a questa vostra piccola sicurezza potete passeggiare inosservato tra la folla, spacciandovi per chiunque abbiate il piacere di assumere le sembianze, dare sfogo al vostro vero essere, conscio che, dopo questa serata, nessuno avrà la capacità di riconoscervi o di ricordarsi di voi in futuro. Io per esempio vedo in voi un uomo appartenente all’alta società in disperata ricerca di persone dotate di un po’ meno ipocrisia rispetto a quelle che siete solito frequentare… Ma se adesso io vi togliessi la maschera che portate indosso, tutti vi riconoscerebbero, e io potrei anche accorgermi di non stare affatto danzando con un gentiluomo di nobile rango come invece presuppongo di stare facendo.- ipotizzò con un sorriso che lui ricambiò.
- Tutto questo a vostro rischio e pericolo…- la avvertì, sussurrandole debolmente all’orecchio.
Un brivido le percorse la schiena non appena avvertì il suo fiato caldo sul collo.
Si scostò, cercando di apparire il più spontanea possibile.
- Siete alquanto ingiusto però…- disse in un sussurro, costringendo il giovane cavaliere a posare gli occhi sui suoi - In questo modo, l’unico che avrà la possibilità di sentirsi realmente sé stesso tra noi due sarete voi…-
Lui sorrise, mascherando il suo compiacimento in una risata sommessa.
Non diede alcuna risposta.
- Dunque non volete proprio darmi la soddisfazione di sentirmi alla pari con voi - sentenziò la turchina, con aria contrariata.
- Siete davvero sicura che riuscireste a sentirvi alla pari con me, dopo che io vi avrò rivelato la mia identità?- disse lui in risposta, in tono provocatorio.
Al suono di quelle parole, Rein si mise ad osservarlo imbronciata, minacciando di sciogliere la propria mano da quella di lui, offesa dalle parole appena udite.
Il giovane la trattenne prontamente, avvicinandola di più a sé.
- Sono un collezionista…- le sussurrò all’orecchio, come per scusarsi della scortesia appena inflittale.
La turchina si scostò da lui, osservandolo alquanto perplessa – Un collezionista?- ripeté, dopo un breve attimo di smarrimento.
Lui annuì, sicuro.
Un collezionista di gioielli.-
 

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- E’ stato piuttosto difficile individuarla, ma dopo un attento esame degli ospiti, so dietro a quale maschera si nasconde.- gli comunicò una voce sottile e tagliente all’orecchio.
Scrutò gli occhi al di là della maschera argentata che gli aveva rivolto la parola, mentre la donna che si celava sotto di essa inarcava la bocca in un sorriso compiaciuto.
- Davanti a te, sulla tua sinistra- gli ordinò, accompagnando la parola con un lieve cenno della testa.
Fece come gli aveva detto.
Il suo sguardo incontrò l’esile forma di una figura femminile.
Una donna dalla maschera scarlatta.
Indirizzò nuovamente gli occhi in quelli della dama argentata, che gli fece un segno di assenso.
Come il cane da caccia si lancia all’inseguimento della sua preda ricevuto l’ordine del bracconiere, così si sguinzagliò lui a quel cenno, dirigendosi contro il suo obiettivo.
La donna dalla quale si era allontanato osservò compiaciuta il suo fedele compagno dirigersi verso la dama in rosso, toccarle leggermente una spalla, e fare un profondo inchino non appena quella si voltò nella sua direzione.
I suoi occhi brillarono avidamente di contentezza non appena vide le labbra del fratello sfiorare la mano esile e delicata della sua dama proibita.
 

 

¤¤¤¤¤¤
 

 

La sua incontenibile curiosità l’aveva spinta verso una conversazione proibita che lei aveva accettato di intraprendere senza alcun indugio.
Se ne stava addossata alla ringhiera in marmo massiccio delle ampie scale del porticato che davano sul cortile, mentre la brezza primaverile soffiava copiosa sul suo viso ravvivandole le gote leggermente impallidite.
Accanto a lei, il suo silenzioso accompagnatore celava i suoi occhi bui confondendoli con l’oscurità circostante.
Le orlature in oro della maschera color pece brillarono a contatto coi raggi lunari.
- E’ bella la notte…- sussurrò a un tratto, rompendo quel silenzio che pareva fatto di cristallo - Ogni cosa giace nella più immota tranquillità, e ci si può facilmente confondere con il buio circostante. È la situazione adatta, se si vuole andare in qualche luogo a riflettere per conto proprio.-
Quelle parole le strapparono un lieve sorriso - Non amate la compagnia?- domandò.
- Solo quella delle persone con cui vale la pena di trascorrere il proprio tempo.- fu la risposta.
Un leggero fruscio alla sua destra la costrinse a voltarsi. Con la coda dell’occhio scorse l’oscillare del mantello scuro che il cavaliere nero portava indosso, ora a pochi metri di distanza da lei.
Lo osservò negli occhi, per nulla intimorita della sua vicinanza.
- Dunque, siete un tipo che ama nascondersi nell’ombra…-
Il cavaliere sorrise, esaminando un bocciolo di rosa appena colto.
– Amo nascondermi come la Luna fa con il Sole – rispose debolmente.
- Un’eclissi, insomma - ipotizzò lei.
Lui alzò le spalle, ambiguo – Una specie…- rispose atono.
La turchina prese ad osservarlo con estremo interesse mentre esaminava attentamente il fiore che teneva tra le mani.
Era affascinante vedere come lo rigirasse cautamente, lo sguardo assorto a coglierne le intense sfumature. Improvvisamente, fu colta di nuovo dal desiderio di saperne di più su quel giovane dalle scure sembianze.
- Credete di essere pronto, adesso, a rivelarmi la vostra identità?- domandò d’un tratto, distogliendolo dalla sua attenta attività.
Il giovane ridacchiò:- Non demordete, eh?- le disse, mentre quella tornava a fissare la campagna buia di fronte a lei.
- Ditemi: perché amate tanto aggirarvi da solo di notte? Non temete di fare brutti incontri? – provò di nuovo, volendo con tutta sé stessa conoscere qualcosa di più su quel giovane misterioso.
Quello alzò le spalle, ambiguo – Non temo coloro che si aggirano di nascosto per le vie della contea, e non ho motivo di farmi seguire da loro.- rispose.
- Come fate a dirlo? La vostra ricchezza, sempre che ne possediate una, potrebbe fare gola a molti…-
- Non è il mio caso. Al massimo sono gli altri che dovrebbero imparare a nascondersi da me – affermò, con voce cupa.
La turchina lo osservò con una nota provocatoria nello sguardo – Dunque, devo supporre che voi siate uno di quelli che li scatenano, i brutti incontri?- domandò con tono di sfida.
Il buio della notte inghiottì il suo sorriso.
- Siete alquanto perspicace, mi piace la vostra arguzia. E’ un peccato che, al termine di questa serata, non ci saranno altre occasioni per testarla di nuovo -
Rein lo vide infilare la mano che poco prima reggeva la rosa nella tasca del mantello, dal quale estrasse un oggetto lucente e dalla forma ovale, che emise un lieve scintillio entrando in contatto coi raggi lunari.
- Tenete - le disse mentre glielo porgeva - Così avrete modo di ricordarvi della nostra chiacchierata anche in futuro -
Dischiuse la mano, mostrandole uno zaffiro blu notte coronato di una catena dorata che trasmetteva di rimando il riflesso dei suoi occhi.
Era meraviglioso.
Rein si ritrasse, portando le mani al petto contrariata – Non posso accettarlo - disse tra un misto di sorpresa e smarrimento.
– Invece dovete- le disse lui di rimando.
I suoi occhi cristallini si scontrarono nuovamente con quegli abissi blu - Consideratelo un semplice omaggio, un ringraziamento per avermi dedicato parte del vostro tempo prezioso questa sera -
Si avvicinò nuovamente, prendendole la mano che aveva prontamente ritratto e ponendovi sopra il gioiello.
Il cuore della turchina sussultò non appena avvertì quel tocco delicato e fiero al tempo stesso, e di fronte alla sua insistenza fu costretta a cedergli.
Osservò con curiosità l’oggetto che le era appena stato regalato.
- Non dovrei accettare doni da coloro di cui non conosco neppure il nome…- osservò con rammarico, quasi accusandolo.
Il cavaliere ripose la mano nella tasca del mantello mentre il velo di un sorriso soddisfatto gli inarcava le labbra.
Sotto lo sguardo indagatore della fanciulla, che lo scrutava in attesa di una risposta definitiva – Il mio nome è Eclipse- mormorò, scontrando le sue iridi buie con quelle limpide di lei.
- Eclipse…- ripeté Rein con voce ipnotica mentre dall’interno del salone proveniva l’urlo angosciato di una delle ospiti di casa Windsworth.
 
 

 

“ Basterà che lo accetti come pegno d’amore ”
“ In realtà, sarà come se lo fosse…” 


 

Angolo Autrice:

Wow, come vola il tempo, siamo già all'ottavo capitolo!
Ebbene, carissimi lettori, vi avevo avvisato che le cose si sarebbero incominciate a fare più movimentate da questo capitolo in poi!
Il misterioso cavaliere di Rein si è finalmente rivelato, ed è riuscito a consegnare il gioiello nelle mani della fanciulla, per farne chissà che cosa.
Dovreste conoscermi abbastanza bene da sapere che non amo rivelare tutti i particolari fin da subito, perciò vi lascio ancora nel dubbio su cosa potrà succedere in futuro nel corso della storia (e, credetemi, di cose ne accadranno tante...)
Come al solito ringrazio tutti i recensori, e i lettori silenziosi: come dico sempre, voi siete coloro che danno la forza agli autori di andare avanti a scrivere, perciò ricevere qualche commento, positivo o negtaivo che sia, mi farà sempre bene.
Ora passo ai saluti, dandovi appuntamento, come al solito, al prossimo capitolo.
Ci si vede presto!

_BlueLady_

  
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