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Autore: emmevic    28/10/2011    3 recensioni
Prima classificata a pari merito nel contest Jinchuuriki e Bijuu (come stai dentro di me?) indetto da Dreamwolf91.
Cit/: Bee aveva sempre odiato i tatuaggi e, fin da quando aveva memoria, ricordava d'averli considerati una sorta di deturpazione della pelle; cosa che spesso e in più occasioni l'aveva indotto a chiedersi con curiosità chi diavolo potesse effettivamente trovare attraente la colorazione chimica dell'epidermide.
Eppure, nonostante questo suo odio profondo e questo continuo manifestarsi d'insofferenza nei confronti di ogni pratica attinente il mondo dei tattoo, anni dopo, il famoso jinchuuriki aveva avuto il coraggio di sfoggiare sul proprio volto abbronzato un appariscente quanto colorato tatuaggio.
Esattamente: lui, proprio lui che odiava i tatuaggi e che ridicolizzava chiunque ne avesse uno, si ritrovava ad avere due grandi corna blu dipinte sulla guancia sinistra, due corna che mai l'avrebbero abbandonato se non nel momento in cui la nera morte avesse bussato alla sua porta.

Killer Bee; Hachibi
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Killer Bee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Titolo storia: Tattoo.
Pacchetto: Hachibi (con Killer Bee come forza portante, mentre il sentimento da trattare è l'amicizia ).
Eventuali altri personaggi: Samui, Karui e Omoi (allievi di Killer Bee).
Genere: Generale, commedia.
Rating: verde.
Avvertimenti: one shot, (leggero) OOC.


Prima classificata a pari merito nel contest Jinchuuriki e Bijuu (come stai dentro di me?) indetto da Dreamwolf91


Bee aveva sempre odiato i tatuaggi e, fin da quando aveva memoria, ricordava d'averli considerati una sorta di deturpazione della pelle; cosa che spesso e in più occasioni l'aveva indotto a chiedersi con curiosità chi diavolo potesse effettivamente trovare attraente la colorazione chimica dell'epidermide.
Oltretutto a parer suo non c'era mai limite al peggio, andando indietro nel tempo, ricordava infatti di una volta in cui, andando per strada, aveva avuto modo d'incontrare un uomo con il volto tatuato -aveva un fulmine giallo che partiva dalla tempia e proseguiva per tutto l'ovale volto-. Ebbene in quell'occasione era rimasto tanto infastidito e scioccato, che non aveva potuto evitare di contrarre le labbra in una smorfia e lasciarsi andare a commenti poco convenienti.
Perché dovevano essere aboliti, tal genere di riti, aveva avuto il coraggio di gridare allo sconosciuto.
Eppure, nonostante questo suo odio profondo e questo continuo manifestarsi d'insofferenza nei confronti di ogni pratica attinente il mondo dei tattoo, anni dopo, il famoso jinchuuriki aveva avuto il coraggio di sfoggiare sul proprio volto abbronzato un appariscente quanto colorato tatuaggio.
Esattamente: lui, proprio lui che odiava i tatuaggi e che ridicolizzava chiunque ne avesse uno, si ritrovava ad avere due grandi corna blu dipinte sulla guancia sinistra, due corna che mai l'avrebbero abbandonato se non nel momento in cui la nera morte avesse bussato alla sua porta.
Ad ogni modo fu proprio per il motivo sopracitato, il suo profondo odio, che, quando i suoi allievi lo videro per la prima volta con quelle due corna, non riuscirono a trattenersi dallo schernirlo per una settimana buona, sbeffeggiandolo e deridendolo di gusto. C'è da dire però che, se solo quei ragazzini avessero saputo il motivo che aveva spinto Bee a tatuarsi la tanto sacra guancia sinistra, forse non l'avrebbero coperto di sarcastiche battute, ma si sarebbero semplicemente fatti una sonora risata.
Perché solo il loro sensei avrebbe potuto fare una scommessa così, su due piedi, per poi perderla in maniera tanto clamorosa.
In ogni caso, ecco dunque per quale strano motivo il jinchuuriki si ritrovò obbligato a deturparsi il viso e a fare il primo tatuaggio (perché ce ne fu anche un secondo, di tattoo).

Tattoo

Quando quella mattina Bee aveva estratto il proprio taccuino nero, su cui s'impegnava ad appuntare ogni parola che gli pareva avesse particolare musicalità, e aveva cominciato a mettere per iscritto parte dell'illuminante termine che gli ronzava in mente da più una mezz'ora, non si sarebbe mai aspettato la piega che la sua azione avrebbe dato alla giornata. Nel momento esatto in cui scrisse “male”, parola che aveva risvegliato in lui parecchia attenzione data la spiccata armonia delle consonanti e l'interessante significato, l'Hachibi riempiendogli la testa, canzonatorio, si fece infatti sentire.
Ma, Bee, ma non la smetti mai di pensare a quel maledetto rap?
Questo il demone ebbe il coraggio di rinfacciare, con sommo sdegno del suo interlocutore, il quale, sebbene oltraggiato, non si lasciò sfuggire l'occasione per dar mostra per l'ennesima volta del proprio particolare slang.
Perché nessuno, nemmeno l'ottacoda poteva permettersi di criticare il suo lifestyle.
Hachibi dei miei stivali,
non rompermi i genitali,
io "reppo" quanto voglio
perché ne ho l'orgoglio.
La fiera risposta del jinchuuriki avrebbe dovuto terminare la conversazione, avrebbe, appunto.
Perché fu proprio in quel momento che accadde; che, fatale, venne mosso il primo passo verso il mondo dei tattoo.
Scommetto che non ce la faresti mai a lasciare da parte il rap per 24 ore. Sarebbe più forte di te, vero Bee?
Chiara, forte e impertinente la provocazione del bijuu era stata lanciata. Il demone sapeva d'aver stuzzicato l'orgoglio dell'amico e altro non aspettava che vedere la reazione dell'umano in questione. Era davvero curioso di scoprire cosa sarebbe successo. D'altronde Bee era un umano davvero particolare.
Demone di malaffare,
con chi credi d'avere a che fare?
Saranno ventiquattro ore
lo giuro, mano sul cuore.
Ma la posta in gioco
non dev'essere da poco.
A quelle parole il demone sorrise. Sì, ora ne era certo, sarebbe stato più divertente del previsto, pensò ilare.
Bene, se prima di ventiquattro ore a partire da adesso pronunci una sola rima, vinco io e di conseguenza dovrai eseguire un mio ordine casuale. Se invece vinci tu, viceversa, farò io ciò che vuoi.
Affare fatto?
Le labbra di Bee si incresparono, mentre mentalmente terminava la conversazione. Affare fatto.
_________
“Bee-sensei, che allenamento facciamo oggi?”
Si morse il labbro inferiore tentato di rispondere a ritmo di rap. Perché, sebbene la scommessa fosse cominciata da neanche due ore, già avrebbe voluto ritirarsi. Era più forte di lui, era una tortura resistere a quella passione che gli animava le vene.
Maledetto Hachibi, sussurrò quindi un Bee più serio del solito, prima che, mani ai fianchi, puntasse gli occhi su Karui, la quale non aveva fatto altro che esporre un normalissimo quesito. Poi, gettato uno sguardo anche sugli altri antistanti, s'impegnò a rispondere in prosa.
“L'allenamento di oggi prevede l'apprendimento della tecnica della sostituzione, che, vi ricordo, abbiamo già provato ieri. Quindi Omoi, Karui e Samui almeno oggi preparatevi a dosare perfettamente il chakra.”
Detto ciò, portatosi al centro del prato verde dove ogni dì allenava il suo team, il jinchuuriki unì le mani e cominciò a comporre i vari sigilli e a sussurrarne il rispettivo nome.
“Pecora, cinghiale, bue, cane, serpente.”
Subito, terminata la sequenza, un tronchetto prese il suo posto: la tecnica della sostituzione era stata effettuata, ora i suoi allievi avrebbero dovuto imitarlo. Così, mentre la sua figura scompariva nel fumo e ricompariva pochi metri più in là innanzi alla faccia stupita dei suoi allievi, rimase leggermente interdetto alla vista dei ragazzi intenti a mangiar mosche.
“Ragazzi vi muovete a comporre i sigilli? O vi siete incantati davanti alla mia ammaliante avvenenza?”
Sempre molto modesto, Bee.
Gli venne istintivo ringhiare a quel punto. Sta' zitto, maledetto ottacoda.
“Ragazzi allora... Perché state lì imbambolati?”
“Bee-sensei, lei sta parlando normalmente!”
Rimase a bocca aperta. Non credeva che i propri allievi potessero sconvolgersi e stupirsi per così poco, ma vedendo Karui che entusiasta si lodava per il pensiero appena espresso, mentre Omoi e Samui annuivano convinti e le davano corda, si ricredette: erano proprio degli ingenuotti i suoi ragazzi. Appena terminato il pensiero dovette però nuovamente rcorreggersi, dato che il picco di maggior stupidità fu raggiunto nell'esatto momento in cui Omoi ritenne d'obbligo dover infierire per la seconda volta.
“Già, sensei, oggi sta parlando proprio come ogni altra persona normale.”
Fu a quel punto che Bee da stupito divenne completamente basito, mentre la mascella cominciava a dolergli tanto era spalancata. Non poteva credere che i suoi allievi notassero una cosa tanto insignificante, ma non riuscissero ad ascoltarlo per più di due minuti quando spiegava loro qualcosa.
“Adesso o componete quei sigilli o vi mando dritti dal raikage per farvi assegnare un nuovo sensei.”
L'aveva quasi gridato in modo tale che nelle loro zucche vuote almeno qualcosa venisse inculcato, poi, incrociate le braccia e alzato il mento, li osservò .
Dopo pochi secondi i tre ragazzi si davano da fare e finalmente tenevano unite le mani in procinto di comporre i sigilli.
Dopotutto erano solo ragazzini, si disse Bee, continuando ad esaminarli criticamente, da bravo insegnante qual era.
_________
Circa undici ore erano passate dall'inizio della scommessa. Relativamente poco tempo dunque, ma chissà per quale surreale motivo a Bee quelli sembravano i seicentosessanta minuti più lunghi della sua vita.
Mai da quando aveva cominciato a parlare a ritmo di rap, era stato tanto senza rime. Questo pensava rassegnato in quel momento il jinchuuriki, mentre con le bacchette si portava alla bocca l'Udon appena servitogli.
“Sensei, si dimentica sempre di augurare buon appetito. E' maleducazione, sa?”
Alzò gli occhi e guardò sconsolato quella precisina di Karui per poi sorriderle di rimando, infine, inghiottito il boccone, parlò.
“Buon appetito.”
I suoi allievi risposero in coro con un cortese grazie.
Cosa, peraltro dovuta, dato che stava offrendo loro la cena nel miglior ristorante della Nuvola dopo un allenamento a dir poco penoso: l'unica dei suoi tre allievi che era riuscita a portare a termine una sostituzione decente era stata infatti Samui, quell'adorabile ragazza.
Pensava queste cose Bee, mentre porgeva la brocca dell'acqua a Omoi.
“Mi passi anche il sale?”
Di' al ragazzo che mangiare alimenti troppo salati fa male alla salute.
Inspirò, Hachibi, adesso ti preoccupi della dieta dei miei allievi? Non ti sei rammollito un po' troppo?
E con questo il jinchuuriki chiuse la conversazione, non prima però di notare l'invitante rima che si era appena proposta: male, sale.
Come poter resistere a una rima tanto sfacciata? Come?
Non si poteva.
Dimentico della scommessa, non esitò quindi a dar aria ai propri pensieri.
“Omoi, non per farti la morale
ma una dieta con troppo sale
non può far che solo male.”
Subito se ne accorse, si accorse che aveva sbagliato, aveva erroneamente parlato. Così, stringendo leggermente i pugni, diede una manata al tavolo prima di alzarsi e defilarsi dal ristorante.
Perchè se n'era subito reso conto d'aver perso.
“Sensei, dove sta andando? Si sente bene?”
Era sull'uscio del ristorante, quando girandosi rispose.
“Omoi, cosa vuoi che abbia?
Vado a prendere una boccata d'aria.
E il sale non mangiarlo
sennò sarà per te un tarlo.”
Dopodiché uscì, desiderando solo un po' di tranquillità per riflettere sulla schiacciante sconfitta.
Una volta fuori, l'Hachibi non attese però oltre per farsi spazio nella mente dell'uomo.
A quanto pare avevo ragione.
Bee si morse le labbra.
Che faccia tosta,
scommetto l'hai fatto apposta.
E dimmi, dannato millantatore
quale sarà la mia afflizione?
Un bel tatuaggio. Due corna per essere precisi. Tanto per ricordati ogni giorno del fatto che io, Hachibi-sama, vinco sempre.
A quel punto, non senza motivo, il jinchuuriki non riuscì a trattenersi dall'alzare un sopracciglio. Aveva sentito bene?
Fratello, stai scherzando, vero?
No, però se vuoi ti do un'ultima possibilità. Siccome sei mio amico ti permetto di ritirarti dalla scommessa.
Si corrucciò, chidendosi come quel simpatico fetente si permettesse di dirgli una cosa del genere. Perchè lui, il grande Bee, mai si sarebbe tirato indietro.
Affatto mi ritiro
perché indietro non mi tiro.
E questo stupido tatuaggio
sarà per te un omaggio,
in segno d'amicizia.
Come sei orgoglioso, Bee. Comunque non posso che rallegrarmi del fatto che mi dedicherai parte del tuo viso.
Non rispose, ma con uno strambo sorriso, sebbene avesse appena perso e dovesse tatuarsi due corna oscene sul viso, Bee alzò la testa e guardò il cielo sopra di sé.
Prima di sussurrare, più a se stesso che al demone, un serafico te la farò pagare.
Ad ogni modo il giorno seguente alla stessa ora due splendide corna blu svettavano impertinenti sulla guancia sinistra dell'uomo, mentre un bjuu particolarmente cordiale conversava con il proprio jinchuuriki.
Quell'umano era davvero uno spasso, ora non aveva dubbi al riguardo.

L'altra prima classificata di questo contest è Freedom di Panda chan, one shot di cui consiglio la lettura data la bellezza della fanfiction.
A Panda chan: cara, sei stata bravissima. Sono contenta di dividere il podio con te.

   
 
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