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Autore: _StayStrong    28/10/2011    4 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Draco la prese tra le braccia e si smaterializzò nella camera da Caposcuola della ragazza, piangeva Hermione, piangeva come se avesse perso qualcuno di nuovo e Draco con sapeva come consolarla, non aveva mai consolato nessuno, non si era mai fatto consolare da nessuno e per lui erano cose nuove, come il sentimento che provava per la ragazza che teneva stretta a sé e stava appoggiando sul letto a baldacchino rosso e oro, tutto troppo Grifondoro pe ri suoi gusti, ma si era ripromesso di non badare più ai colori, né al sangue.

La fece sdraiare e poi si sdraiò anche lui, le cinse la vita con un braccio e la tirò a se, facendo aderire la schiena di lei al suo petto, era in preda ai singhiozzi, ma quando sentì il bracco di Draco cingerle la vita si affrettò a prenderlo per mani, quasi fosse un’esigenza vitale, tirandolo ancora più a sé.

Il ragazzo le scosto con la mano libera i boccoli dalla guancia che non era appoggiata al cuscino e ci mise sopra la sua; guancia a guancia, stretti in una morsa che li faceva sentire parte l’uno dell’altro.

Hermione stava bagnando il cuscino con le sue lacrime, non riusciva a smettere, passò una buona mezz’ora prima che i singhiozzi cessarono, Draco le diede un casto bacio sulla guancia, stringendola, se possibile, ancora di più.

“Perché, Hermione?” le chiese quando la sentì più tranquilla “Lei non ti ha cresciuta, non è veramente tua madre, perché te la prendi tanto?” chiese ancora vedendo che la ragazza non rispondeva, lei fu percorsa da un brivido. Certo, Draco aveva perfettamente ragione, lei non era sua madre, mamma è colei che ti cresce, non necessariamente chi ti crea, ma se prima gli insulti della donna non le facevano nessun effetto, con la sua nuova consapevolezza della realtà, la facevano stare terribilmente male.

“Ho sentito per la prima volta in vita mia il legame di sangue” rispose la ragazza a voce bassa “Ho sentito che c’è qualcosa che mi lega a lei, e mi fa male” disse girando leggermente la testa per incontrare gli occhi del ragazzo, che gli posò un leggero bacio sulla labbra.

Poi sentirono un lieve fruscio, da quando la guerra era finita non avevano più eretto il divieto della smaterializzazione all’interno della scuola, ma aveva si eretto tutt’altra protezioni, ideate ai tempi dallo stesso Silente e dalla Mc. Granitt. I due si sedettero di scatto sul letto, come fossero stati appena colti in flagrante e si ritrovarono il sorriso e gli occhi di Narcissa puntati addosso, Draco cinse ancora la vita della ragazza; non si sentiva a suo agio in presenza della madre, era come sempre portato a difendersi, anche se le voleva bene, era stato suo padre a fargliela temere, per i suoi stupidi preconcetti.

“Vorrei parlare con mia nipote da sola, Draco, se non ti dispiace” disse, il figlio guardò la ragazza che stava fissando sua madre con un vuoto quasi assoluto negli occhi e si avvicinò con la bocca al suo orecchio.

“Per te va bene?” le chiese, lei annuì debolmente accennando un sorriso e il ragazzo scese dal letto e si diresse verso la madre, che lo abbracciò teneramente e poi si avviò verso la porta della stanza.

Una volta uscito la donna si portò vicino alla nipote e si sedette sul letto, accanto a lei, seguita in ogni movimento dagli occhi dell’altra.

“Vorrei farti vedere una cosa, Erin” disse la donna cercando nella sua borsa qualcosa, Hermione annuì di nuovo e poco dopo Narcissa le porse una vecchia foto istantanea, sbiadita, giallognola e mangiata ai bordi, era una foto che ritraeva lei e Bellatrix quando frequentavano Hogwarts. Hermione la prese e la guardò per un attimo, Narcissa con il tempo non era cambiata, era solo diventata più anziana, ma la fisionomia era rimasta la stessa, invece quella di Bellatrix era completamente cambiata.

La foto era stata scattata davanti al Platano Picchiatore e le due si tenevano a braccetto sorridendo.

“Quella foto l’ha scattata Lucius” ricordò la donna cercando di decifrare l’espressione della nipote, tra il sorpreso e il malinconico, Bellatrix in quella foto assomigliava terribilmente alla ragazza che aveva davanti, Hermione era la fotocopia della madre da giovane.

“Perché me la fai vedere?” chiese la ragazza con gli occhi incollati ancora sull’immagine della madre che rideva, le sembrava quasi di ritrovare se stessa in quella vecchia foto ingiallita.

“Perché vorrei che tu capissi che lei non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” le disse appoggiando la sua mano, dalle dita lunghe ed affusolate su quella più cicciottelle della nipote.

“Continuate tutti a dirmelo o a farmelo notare, non so a che scopo, tanto lei ora è così” disse la ragazza sollevando la testa e incontrando gli occhi grigi di Narcissa che la guardavano con tenerezza, la donna le sorrideva ed Hermione stava incominciando a fidarsi della donna, almeno quanto so fidava del figlio.

“Cara, Bella una volta era esattamente come te, apparteneva ad una Casa che apparentemente con lei non c’entrava nulla. Era dolce, carismatica, brillante, buona, poi con il tempo è andata fuori di testa. Si era innamorata della persona sbagliata che l’ha tirata sulla cattiva strada adulandola...” le spiegò, Hermione in parte era stufa di sentire sempre la solita tiritera, sempre la solita storia, dall’altra il fatto di scoprire un altro lata della madre la metteva quasi in ace con se stessa, convincendola che lei poteva essere migliore di quello che vedeva.

“Si è innamorata di Voldemort, non solo della persona sbagliata” fece presente Hermione, la donna annuì tristemente e abbassò gli occhi verso la foto, un tempo le cose erano diverse e lei lo sapeva bene.

“L’amore non sempre ci porta a fare le scelte giuste. E’ mutata sotto i miei occhi, Hermione. E’ stato bruttissimo vederla cambiare sempre in peggio. Ma ormai qualcosa le aveva preso la testa e con il tempo la perse, e se le prime volte conservava dei barlumi di lucidità, due anni dopo la tua nascita li perse del tutto, diventando il mostro che conosci. La Luce, l’amore, l’ha abbandonata. Ho ritrovato mia sorella sol quel giorno, vicino alla serra” disse ancora la donna, Hermione le stava stringendo la mano, la teneva stretta, davanti a sé aveva parte della sua famiglia, sua zia, lo stava realizzando solo in quel momento.

“Hai mai pensato a me, zia?” chiese d’un tratto senza pensarci, senza aver mai programmato una frase del genere. Né l’aveva mai chiamata zia.

“Non sapevo che eri tu, ma ho pensato ad Erin tutti i giorni, ad ogni compleanno, ogni giorno che vedevo crescere mio figlio pensavo a lei, a come avrebbe potuto essere. E ora che ti vedo, sono felice che tu non sia cresciuta nella nostra famiglia, il mondo avrebbe perso qualcosa di favoloso”disse la donna tirando a se la nipote a abbracciandola.
  

 

  
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