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Autore: Lightheaded    29/10/2011    2 recensioni
Il mio sguardo andò allo specchio, partiva dal terreno e arrivava a superarmi di poco la testa.
Mi specchiai con curiosità, ma anche con paura e quello che vidi mi lasciò strabiliata.

Dilemmi, domande, inganni e risposte. Un universo sconosciuto e una protagonista atipica.. Spero vivamente vi piaccia, mi raccomando non siate parchi di commenti!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci al capitolo 6!Scusate l'immenso ritardo, spero vi piaccia!Buona lettura. Grazie a chi commenterà, se ci sarà qualcuno che lo farà!


"Mio giovane e coraggioso figlio il tempo è vicino. L’alleanza ha bisogno del tuo contributo per rimanere salda. Gli elfi ne hanno bisogno. Kanish sta fallendo e Shaila è fuori controllo ormai. Dobbiamo agire. Stai alle costole del giovane vampiro: sappiamo quanto è vulnerabile. Il tuo è un lavoro eccellente.
Toryok-Lyo"



Mise la lettera all’interno dello zaino: gli sarebbe servita nei momenti di sconforto.
Aveva assistito inerme all’uccisione di Kanish, l'elfa era stata imprudente e quella era la conseguenza più ovvia.
La creatura con cui era cresciuto, che in tempi più pacifici sarebbe diventata la sua compagna, giaceva scomposta tra i fitti viticci scuri.
L’odio verso Shaila stava crescendo, lo sentiva pulsare con forza nell’anima ma un pensiero improvviso lo tranquillizzò subito. Presto tutta quella energia sarebbe stata sotto il controllo degli elfi e lui avrebbe potuto sfogare tutta la sua rabbia.
Vendetta.
Sorrideva amaro al solo pensiero di tutto ciò che poteva fare per vendicarsi. Fu questione di un attimo.
Un’ombra scura era apparsa in un secondo di fianco alla ragazza. Doveva agire, a costo di morire. Invase la mente di Toryok-Lyo. Era necessario, lo sapeva. Sentiva la rabbia dell’elfo scemare vedendo quell’immagine.
“Non ora.” Fu la netta risposta dell’anziano capo.
Immobile sentiva di non poter far nulla.
Inutile.
Sorrise nuovamente pensando che a breve tutto sarebbe cambiato. Presto non sarebbe più stata un’inutile pedina. Era riuscito nel suo compito e questo gli rendeva tutto più facile.

Era colpa dell’elfa, lei sapeva il rischio a cui andava incontro. Shaila no. Era il momento. Era deciso ad agire.
La sentiva così lontana: non era un buon segno.
Quando Shaila aveva inviato il messaggio non cercava lui, ma la richiesta era chiara e quando aveva visto che cosa aveva dovuto fare la ragazza per rimanere in vita aveva deciso di non lasciarla sola.
Continuava a pensare che in pratica era come se lei lo avesse chiamato. Ora doveva farsi avanti.
Velocemente si era avvicinato e le aveva preso la mano. Lo sguardo disperato di Shaila si era posato su di lui con lentezza.
Lo stupore si dipinse sul suo volto etereo, era distrutta.
“Narilion...” sussurrò con voce atona.
“Tranquilla Shaila, non è colpa tua.” le disse lui con dolcezza.
Non sapeva che dire. Era troppo sensibile per accettare la realtà del suo gesto.
Continuava a scuotere lentamente la testa guardando la tomba nera incredula.
Quella disperazione composta aveva un che di straziante: gli mise una tristezza sconfinata.
La guardò attento: gli occhi bianchi erano velati, ma brillavano vivaci.
"..Tu hai visto.." Aggiunse facendolo tornare in sé.
“E' un discorso molto lungo, ma ho bisogno della tua fiducia. Vieni con me ti porterò dove avrai la possibilità di sapere tutto. Farò il necessario per farti stare meglio, ma ti supplico: fidati di me.” La pregò lui cercando di farle capire quanto era importante la sua fiducia.
Confusa. Era tanto, troppo confusa. Non c’era più tempo, ma a lei serviva e lui non poteva negarglielo.
La ragazza si alzò lentamente.
“Devo tornare dagli elfi. La loro punizione mi aspetta” disse sospirando sciogliendosi dalla presa.
“Non ti puniranno, tu gli servi.” disse Narilion brutalmente sincero.
Lo guardò determinata per poi andare verso il villaggio senza una lacrima a rigarle il viso, solo la consapevolezza di aver fatto qualcosa che andava oltre la comprensione, oltre la possibilità di redenzione.
L’idea che gli ronzava in testa era follemente stupida.
“Prova di nuovo a entrarmi nella testa se questo ti può aiutare a fidarti di me.” propose lui disperato vedendola intenzionata a tornare nel villaggio.
Si era fermata, la vedeva incerta. Era una proposta suicida.
“Rischierei di ucciderti.” disse Shaila senza voltarsi.
Narilion cominciava a perdere le speranze. Doveva tentare tutto il possibile, anche se significava rischiare la vita.
Chiuse gli occhi e le sfiorò la mente. Andava completamente alla ceca.
Le difese più forti che avesse mai affrontato si mostrarono nella loro immensità al giovane: erano semplicemente invalicabili.
La luce, intensa e multicolore si faceva più vicina, troppo vicina. Qualcosa non andava, era chiaro.
Oppure ce la stava facendo?
Era tutto così incerto in quello che, ormai, era diventata una nebulosa piena di colori brillanti con una luce in lontananza, unico punto certo.
“No!” l’urlo lo colpì con forza inaudita.
Narilion si sentì stranamente inconsistente, la luce si stava allontanando in fretta. Ben presto sparì del tutto, lui rimase avvolto dal buio e il nulla lo cullò dolcemente.


Urlai, non sapevo cosa fare.
Mi ero sentita nuovamente invadere.
Avevo sentito qualcosa estremamente vicino al mio animo e di nuovo la paura mi aveva invaso.
Non volevo ucciderlo: volevo soltanto allontanarlo perchè in quell'invasione non c'era cattiveria o aggressività.
La disperazione mi aveva invaso di nuovo, non riuscivo a ragionare in maniera lucida, mi sembrava di dover fronteggiare il nulla.
Fu un istinto antico, ma sempre vigile a salvarmi.
Improvvisamente lo sentii distante, come se lo avessi scaraventato via e riaprii gli occhi spaventata.
Mentre mi avvicinavo a lui notai che aveva sbattuto violentemente la testa contro il maestoso albero a cui ero appoggiata durante l’attacco di Kanish.
Mi piegai su di lui prendendogli la mano.
“Ti prego svegliati...” aggiunsi triste, quasi supplichevole.
Il ragazzo aprì gli occhi di scatto come risvegliato da un incubo orrendo.
Il viso sudato e stravolto: sembrava malato.
“Come stai?” chiesi preoccupata.
Sorprendendomi sorrise.
“Sono stato proprio stupido, mi dispiace.” rispose con voce flebile.
Accennai un sorriso poi riflettei un attimo: lui se l'era andata a cercare.
Non volevo farmi prendere in giro da uno che si stava rivelando uno sconosciuto, per non parlare del fatto che il tentativo di prendere il controllo della mia mente c'era stato e non era giustificabile..
"Quando vorrai morire azzardati a rifarlo, se vuoi sopravvivere non ci riprovare." aggiunsi poi con tono minaccioso.
“Perdonami, volevo solo farti capire che vorrei ti fidassi di me" Spiegò lui facendo spallucce, guardandomi negli occhi con intensità.
"Sei spaventosamente forte giovane Shaila" aggiunse poi con un sorriso sereno, i suoi occhi avevano un'espressione mano a mano più vivace e quella meravigliosa luce brillante li illuminava.
Sembrava stranamente diverso, sembrava esser rinsavito.
“Vieni con me.” aggiunse con tono determinato. Sospirai pensierosa.
Volevo sapere e lui poteva sicuramente aiutarmi. Mi alzai guardando per terra.
Narilion si mise in piedi a fatica, ma non ce la feci ad aiutarlo.
Doveva spiegarmi molte cose. Con lui cominciava un percorso nuovo, lo sentivo.
La strada verso la verità sarebbe stata molto impervia.
Mentre lasciavo il villaggio mi sentivo strana, lontana da tutto anche dalla colpa.
Lo vedevo sorridere, ma la gioia non si estendeva agli occhi, vitrei e spenti ora.
Non sapevo che cosa lo facesse sentire felice, ma scoprii egoisticamente che la cosa non mi piaceva.
Probabilmente ero invidiosa.
Intanto la mia colpa rimaneva, però ora non volevo pensarci.

L’elfo si avvicinò alla tomba con lentezza.
“Mi dispiace” sussurrò. Pensò a quanto odiava quella creatura immonda.
“Sarai mia” pensava furioso. Guardava la tomba nera con lo sguardo perso.
Fu questione di un secondo, poi con uno scatto deciso dei suoi muscoli allenatissimi eccolo all’inseguimento di Shaila. L'ultima speranza per il suo popolo.

Ero sul ciglio di un dirupo. Guardavo sotto e stranamente non riuscivo a vedere cosa ci fosse oltre quel nero.
Non vedevo il terreno là sotto.
Forse non c’era. O forse era troppo lontano per riuscire a scorgerlo. Era notte. Il cielo era un quadro luminoso pieno di stelle.
La luna però non illuminava molto quella sera, sembrava schermata. Tornai a guardare in basso.
Dal nero sembrava che lentamente fuoriuscisse qualcosa di chiaro che si ingrandiva velocemente. Ben presto vidi due occhi chiusi.
Quegli occhi, lo sapevo. Urlai, ma non riuscivo a non fissare gli occhi di Kanish che mi guardavano con uno sguardo d’accusa e di odio.
Fortissimi scossoni invasero il mio corpo, sembravo in preda alle convulsioni. Scivolai e caddi nel dirupo.
“Svegliati Shaila!” esclamò una famigliare voce maschile, Narilion.
Ma dov’era?
“Shaila, per favore!” urlò ancora.
Cadevo acquistando sempre più velocità, quando gli occhi della mia vittima vennero inghiottiti nuovamente dal buio.
Chiusi gli occhi aspettando lo schianto con il terreno.
“Questa è la tua punizione.” Fu il sussurro appena udibile.
"Shaila apri gli occhi!" fu l'esclamazione preoccupata di Narilion.
A quel punto mi obbligai ad ascoltarlo.
Appena aprii gli occhi non vidi il nero, ma Narilion che mi guardava spaventato e preoccupato. Stava ancora male. Vedevo la sua sofferenza attraverso quegli splendidi occhi purpurei.
Mi misi a sedere.
“Ho avuto un incubo.” Spiegai fregandomi gli occhi. Avevo una gran voglia di piangere, ma mi trattenni. Non aveva senso piangere: ero da sola in quel mondo e non potevo mollare o lasciarmi andare, dovevo essere forte.
Lo guardai negli occhi.
"Sto bene, tranquillo." lo rassicurai con un mezzo sorriso.
"Non sembra" mi fece notare lui.
Mi alzai di scatto.
"Tu invece dopo il volo che ti ho fatto fare come stai?" chiesi sogghignando.
"Tiriamo fuori gli artigli, Shaila?"
"Non rispondiamo, Narilion?"
Un sorriso ghignante da ambo le parti.
"Sto meglio, ma mi hai fatto fare un bel volo in effetti." ammise con tono fintamente seccato.
Stavo per schernirlo quando sentii un ramo spezzato.
"Chi sei?" chiesi aggressiva.
"I vampiri sono bugiardi e lui non è altro che una giovane marionetta. Molto convincente, lo ammetto, ma pur sempre una marionetta. Era lui il narratore l'altra sera alla Danishal. I succhiasangue vogliono la tua forza, la tua energia solo per annientarci e spadroneggiare su tutto Ryel. Noi elfi necessitiamo di te per altri motivi." affermò la creatura spuntando da dietro un grande albero alla mia destra.
Un maledetto elfo.
Nei lineamenti delicati, tipici della sua razza, riconoscevo qualcosa di famigliare. Che stranezza.
Eppure non riuscivo a distinguere cosa. I capelli biondi, lunghissimi non erano d'aiuto così come non lo erano nemmeno gli occhi di quella strana sfumatura tra il verde e l'azzurro che, spenti e cupi, gli conferivano un aspetto triste.
Con la coda dell'occhio vidi un rapido movimento. Narilion sembrava in preda a delle convulsioni, cercai immediatamente la fonte.
Voltandomi vidi l'espressione concentrata dell'elfo e mantenendo inaspettatamente un'invidiabile lucidità mentale dissi: "Mi sembra una mossa inutile elfo, visto che ti sto già ascoltando con attenzione e non ti ho nemmeno attaccato."
L'elfo distolse lo sguardo e il vampiro restò immobile.
"Abbiamo bisogno di te giovane Shaila perchè i vampiri ci stanno sterminando." Affermò l'elfo guardando Narilion con uno sguardo stranissimo.
Proprio quest'ultimo diede improvvisamente segni di vita aprendo gli occhi a fatica.
Guardò chi l'aveva attaccato senza pietà e scosse la testa.
"Konrein sei solo uno sporco traditore" affermò con voce rotta alzandosi e mettendosi in posizione d'attacco.
L'elfo lo guardò sospirando.
"Non voglio lottare contro di te, prenderò lei così questo maledetto conflitto avrà fine" affermò tranquillo.
"Non la toccare" fu la risposta secca del vampiro.
Konrein sospirò e lentamente tirò fuori un ciondolo in legno con incisa la scritta "Kvaén".
Nulla di complesso, era solo un semplice ninnolo, nemmeno troppo vistoso.
Guardai Narilion con sguardo interrogativo e vidi il suo volto stravolto dalla rabbia e dalla paura.
"No, lei no!" urlò il succhiasangue con forza, gli occhi brillanti e l'espressione vivissima. Il suo corpo era fremente, un vero cacciatore pronto ad attaccare.
"Narilion togliti." fu l'ordine secco dell'elfo "Tutta Ryel ha bisogno di questo gesto, lo sai benissimo." aggiunse poi guardandolo con intensità.
Il vampiro sembrò irrigidirsi, sembrava straordinariamente combattuto, ma dopo qualche istante abbassò la testa con sguardo vitreo.
No, non ora.
Avevo bisogno di lui, non poteva abbandonarmi. Non poteva spegnersi proprio ora il suo sguardo.
Infuriata spostai lo sguardo sull'elfo, quest'ultimo alzò il ciondolo verso di me, non potevo scappare. Quel manufatto era strano, sentivo qualcosa di innaturale scorrere al suo interno.
Guardai un istante Narilion, incontrai il suo sguardo che improvvisamente si accese della stessa, intensa luce che aveva prima, nei momenti in cui era al mio fianco: quello era il Narilion che volevo vedere.
Tornai a guardare l'elfo tranquilla, con la certezza che avrei lottato con tutte le mie forze: contavo sul fatto che sarebbe bastato.
Fu un istante: vidi con la coda dell'occhio Narilion farmi segno di indietreggiare e la mia schiena si appoggiò a un albero, intanto lui si lanciò con ferocia sull'elfo che però lo intercettò rapidamente e lo scaraventò lontano con una facilità sorprendente.
Fu un attimo, un gesto istintivo rapido e potentissimo: alzai le braccia aprendo i palmi delle mani e un fascio di luce argentea si abbattè su Konrein. Un gesto molto naturale ma che mi riportò a poche ore prima.
Gli occhi di Kanish riapparvero davanti ai miei occhi mentre ricominciavo a piangere.
L'elfo stringeva davanti a sé Kvaén con un'espressione stupita sul volto.
Quando sentii che le energie iniziavano a calare abbassai le braccia chiudendo le mani a pugno: mi sentivo svuotata. Guardai davanti a me, esattamente nel punto in cui doveva esserci l'elfo..
Peccato non ci fosse.
Mi guardai intorno e notai subito alla mia sinistra il corpo scomposto di Narilion: dell'elfo nessuna traccia.
Era morto?Era fuggito?
Dopo un istante mi riscossi e andai velocemente dal vampiro che giaceva ancora privo di sensi alle radici di un albero.
Avevo avuto al mio fianco un vampiro per mesi senza saperlo, incredibile. Erano creature affascinanti.
"Narilion!" esclamai con forza scrollandolo.
Immobile.
Preoccupata lo abbracciai e un potente fiume di energia iniziò ad andare dal mio corpo verso il suo, mi sentivo stanca e quel processo mi stava sfinendo, ma non riuscivo a bloccarlo.
Dopo alcuni istanti cominciai a sentire il flusso diminuire molto lentamente. Le mie energie invece si stavano consumando ad una velocità spaventosa e in pochi attimi mi sentii crollare.
"Narilion era ancora vivo?" riuscii ancora a chiedermi, ma il buio fu l'unica risposta che ricevetti.

Spazio autrice
Ed eccoci alla fine di un altro capitolo.
I commenti sono ben accetti!!
Alla prossima!Spero di riuscire a postare presto, farò il possibile prometto :D


  
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