Capitolo 1: il
rimorso di una partenza improvvisa.
Un
anno prima.
Beep,
beep!
Un telefono
cellulare squillò nella profondità della notte.
“Chi
cavolo è che
chiama a quest’ora?”, disse Usagi, una ragazza dai
buffi codini biondi, mentre
cercava l’apparecchio nel buio della sua stanza. Solo il
leggero bagliore della
luna piena la illuminava.
“Pronto?”
“Pronto
amore! Sono io... Seiya!”
“Seiya?”
La giovane aveva
la voce impastata dal sonno e stava
accennando un leggero sbadiglio.
“Seiya
sei impazzito? Sono le 4 del mattino! Cosa vuoi? Altro
che amore!”, gli urlò contro, scocciata.
“Scusami
Usa-chan, ma è troppo importante ciò che sto per
dirti! Non potevo aspettare domani!”
“Dai,
dimmi questa cosa così importante da avermi fatto
svegliare nel cuore della notte!”
“Usa,
mi hanno preso! Inciderò un disco con
un’importante
casa discografica inglese, la Moonlight!
Ricordi che io e i miei fratelli avevamo partecipato al concorso per
nuovi
talenti indetto da loro? Beh, abbiamo vinto!”
A quelle parole,
la ragazza sbiancò. Non se lo aspettava.
Tremava.
“Ma
è una notizia fantastica! Sono davvero contenta per
voi!”
Una lacrima
scese sul suo volto. Si sentiva in colpa, Usagi.
Non voleva che
partisse. Non almeno in quel momento dove non
erano chiari i suoi sentimenti per lui. Lei amava davvero Seiya?
L’aveva mai
amato? O gli voleva semplicemente bene? Erano circa due settimane che
se lo
ripeteva.
Da quando era
comparso quel ragazzo antipatico nella sua
vita.
Il
migliore amico di
Seiya.
Era sicura di
detestarlo perché era arrogante e permaloso.
Ma non faceva
altro che pensare a lui.
Perché?
Lei aveva un fidanzato adorabile, che l’amava! Come era
possibile tutto questo?
Come poteva fare
chiarezza ora che il suo ragazzo sarebbe
partito per Londra e lei non l’avrebbe visto per
un anno o forse anche di
più?
Cosa avrebbe
dovuto fare per capirlo?
Restò
in silenzio per un paio di secondi.
Poi si fece
coraggio.
“Quando
parti?”, gli disse.
“Tra
un’ora, Usagi. Ci vogliono lì il prima
possibile.”
Seiya aveva una
voce cupa. Avrebbe tanto voluto dirle di
seguirlo, ma non poteva obbligarla a lasciare il suo lavoro, la sua
famiglia, i
suoi amici per lui. Non poteva sapere che lei forse non lo amava
più.
“Sei
in aeroporto adesso, vero?”
“Sì,
ma...”
“Aspettami.
Arrivo!”
Scese dal letto.
Si tolse il più veloce possibile la camicia
da notte di seta bianca che indossava per dormire e si
infilò un paio di jeans
e una maglietta nera a maniche corte, con sopra una felpa viola. Anche
se era
estate, la mattina presto faceva freddo.
Uscì
di casa e salì sulla sua moto Honda.
Il vento
accarezzava dolcemente i pochi capelli che uscivano
fuori dal casco che stava indossando.
Aveva gli occhi
lucidi, ma doveva essere forte.
Doveva capire da
sola cosa provava davvero per lui.
Doveva almeno
salutarlo, perché non l’avrebbe visto per
parecchio tempo.
Arrivata in
aeroporto, parcheggiò la moto e gli andò
incontrò.
Seiya era
lì all’ingresso che la salutava vivacemente con la
mano.
Gli occhi neri
brillavano mentre la guardava e i suoi capelli
corvini, legati in un codino, sembravano danzare al ritmo del vento che
soffiava dolcemente.
Era un momento
magico.
Le si
avvicinò lentamente, sfoggiando un sorriso pieno
d’amore.
“Odango...”,
le disse, accarezzandole la guancia con un dito.
Al contatto,
Usagi strabuzzò gli occhi. Non aveva provato
nemmeno un brivido al suo tocco. Iniziava a sentirsi male.
“Quante
volte ti devo dire che mi devi chiamare con il mio
nome? Io mi chiamo Usagi!”
Mentre la
ragazza pronunciava queste parole quasi sussurrandole,
Seiya le mise le mani sulle spalle, la tirò a sé
e la baciò delicatamente.
“Ti
amo, Usagi!”, le disse, tirando fuori una scatoletta blu
dalla tasca dei suoi pantaloni.
“E’
per te, Usa! Per te che sei la persona più importante
della mia vita! Aprilo, ti prego!”
Usagi era
sbalordita. Era confusa. Non riusciva a capire più
niente. Era rimasta lì immobile, con in mano il regalo di
Seiya.
Decise di
aprirlo.
“Wow,
ma è bellissimo! Grazie Seiya!”, gli disse con le
lacrime agli occhi, esasperata.
Un bellissimo
anello d’oro bianco con un diamantino le veniva
messo sull’anulare sinistro dal suo ragazzo.
“Questo
è il mio pegno d’amore per te. Anche se non ci
vedremo per un po’, sarai sempre l’unica per me.
Ora devo andare Odango-chan. A
presto, amore mio.”
Le si
avvicinò e le diede un bacio sulla fronte. Poi si
allontanò velocemente per non vedere le lacrime di lei che
sgorgavano
prepotentemente, ma la osservava comunque con la coda
dell’occhio.
“Usagi
cosa fai? Accetti un anello dall’uomo che non sei
sicura di amare?”, si disse, piangendo, la ragazza una volta
rimasta sola.
Si sentiva
sporca dentro. Sentiva di averlo tradito, anche
solamente accettando il suo regalo.
Non poteva
però fargli affrontare un viaggio dicendogli la
verità. Doveva capire da sola. Forse il distacco da lui le
avrebbe permesso di
comprendere quali fossero i suoi veri sentimenti.
In quel momento
voleva solo tornare a casa e farsi un bagno
caldo.
Mentre la
ragazza saliva in sella alla sua moto, Seiya la
stava ancora fissando da quando poco prima le si era allontanato.
Era straziante
lasciarla, ma doveva farlo.
Era il suo
sogno. Non poteva lasciarsi sfuggire una simile
occasione.
Lo faceva anche
per lei. Il cd era dedicato a lei.
Mentre il
ragazzo si dirigeva verso il check-in, gli si
avvicinò un uomo a lui familiare.
“Mamo...”,
gli disse con aria affranta. Meno male che era
venuto.
Il suo migliore
amico. Quel ragazzo dai capelli neri come la
pece che considerava quasi un fratello maggiore.
“Seiya,
buon viaggio. Sono venuto a salutarti non appena ho
letto il messaggio che mi hai lasciato.”
“Grazie
Mamoru. Ascoltami, controlla Usagi per me. L’hai
conosciuta, hai visto come è bella. Non vorrei che qualche
scocciatore le ronzi
attorno. Promettimelo, ti prego. A nome della nostra
amicizia.”, lo supplicò il
cantante.
“Anche
se la tua è una richiesta assurda, lo
farò.”