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Autore: Sherlock Holmes    29/10/2011    2 recensioni
Watson vorrebbe passare la sua ultima serata di libertà nella più totale tranquillità. Ma non ha tenuto conto dei piani del suo testimone… Infatti, Holmes ha organizzato ben altro…
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Sembrava di essere al Moulin Rouge.
Non che io ci fossi mai stato… Sia ben chiaro.
Comunque, le donne si rivelarono, indubbiamente, abili ballerine e, devo ammetterlo… Erano meravigliose nei loro corpetti e tra i loro ventagli di piume di struzzo.
Ad un certo punto, le luci si fecero più soffuse.
Il pianista cambiò spartito.
Una musica dolce  si diffuse nel locale…
Ed una voce melodiosa…
Da mezzo soprano…
 
Quasi non mi accorsi che Holmes era scattato in piedi.
Le sue nocche si fecero bianche e vidi che dovette sfruttare tutto il suo autocontrollo per riprendere posto.
Dall’alto, calò un’altalena dorata e riccamente decorata, sulla quale si trovava seduta in posizione provocante una giovane e bellissima donna.
Il fiocco vermiglio svettava sui suoi ricci bruni, che le decoravano il volto perfetto.
Il corpetto rosso non faceva che esaltare le sue forme.
Il velo color del grano che si arricciava sulla sua schiena iniziò ad ondeggiare.
Le scarpine auree si posarono, poi, a terra.
Intercettai il viso di Holmes.
Fingeva impassibilità, ma il fremito delle sue labbra lo tradì.
Avevo intuito il perché della reazione di Holmes…
Lui conosceva quella donna. E anch’io, naturalmente.
Lei cantò come un usignolo, danzò come una libellula e… infine… si accostò ad Holmes.
Gli ammiccò e gli rubò il cappello.
Dal nostro tavolo intonò l’ultima strofa della canzone, posando, dopo aver fatto una giravolta sul ripiano, il suo piede sulla mia spalla.
Vidi sul viso di Holmes un lieve rossore sulle guance.
Io lo interpretai come un segno di collera… Ma lui, tuttora, continua ad affermare che quel tocco di colore che gli si era dipinto sulle gote non era altro che il segno del caldo che, quella sera, aveva sopportato.
Vedendo l’effetto che la sua mossa aveva fatto sul mio amico, l’entreneuse sorrise in modo intrigante, scendendo dal tavolinetto e avvolgendomi in un abbraccio.
Il mio testimone si ostinò a fissare il suo bicchiere.
Con un bacio sulla mia fronte e un movimento sinuoso, si sedette, alla fine, in braccio a Sherlock Holmes che, un po’ irritato, la trattenne.
Levò l’ultima nota ad un pollice dalle labbra dell’investigatore.
Vi fu un’ovazione.
Quando l’euforia si spense, la donna si rivolse al mio amico.
- Ti sono piaciuta, Sherlock?- le sentii dire.
Holmes arricciò il naso.
- Ti sembra il caso, Irene?-
- Volevo fare un’entrata spettacolare, che mi si addicesse. E poi… Era da tanto che non cantavo di fronte ad un pubblico…-
- In questo momento, dovresti essere al sicuro nel New Jersey…- mormorò Holmes.
Lei scosse leggermente la testa e, in un sussurro, gli confidò:- Con te accanto, mi sento al sicuro.- Irene sorrise. Poi, si rivolse a me.
- Mi dispiace molto, dottore, ma non posso farle altro regalo di nozze se non lo spettacolo che le ho offerto stasera… Sa, sono partita di corsa, e non ho preso denaro con me.-
- Non importa, miss Adler. Ciò che mi ha mostrato è più che sufficiente.- dissi, punzecchiando Holmes, che mi fulminò con lo sguardo.- Intendo dire lo show! Il canto e tutto il resto.-
- Tutto il resto?- domandò Holmes, piccato.
Era geloso?
Irene riprese:- Devo dire, dottor Watson, che, però, indirettamente, un omaggio da me lo ha ricevuto…-
Non compresi.
- Come dici sempre, Irene, non ancoriamoci al passato.- disse Holmes, chiudendo così il discorso.
Solo anni dopo scoprii che miss Adler si riferiva all’anello di diamanti che il mio amico aveva donato a me e a Mary per il nostro fidanzamento…
- In che modo sei venuta a sapere del matrimonio?- le chiese Holmes.
Con il suo tono di voce, egli continuava a fingere insensibilità.
- Beh… Da questo.- affermò, traendo dal corpetto l’invito in bianco dell’ospite del mio testimone.- Me lo ha spedito tuo fratello, Sherlock…-
I due Holmes incrociarono gli sguardi per un istante. Il più anziano fece un inchino; l’altro, un cenno di ringraziamento.
Irene restituì il cappello al mio testimonio di nozze, e tentò di convincerlo a danzare.
- No, no… Io non ballo. Ne va della mia integrità professionale.-
- Addirittura… E allora cosa direbbero gli altri se vedessero che il grande Sherlock Holmes, l’investigatore privato più famoso d’Inghilterra, bacia una ladra travestita da ballerina di cabaret?-
- In realtà, sono un consulente investigativo.- la corresse lui, scherzosamente.
- Che puntiglioso…- lo stuzzicò lei, poggiando le sue esili braccia sulle spalle di Holmes.
Assumendo un’aria accademica, il mio compagno d’avventure le si rivolse nuovamente:- Consideriamo i fatti… Dato che nessuno è al corrente la tua vera identità, tranne il dottor Watson qui presente (che, per la cronaca, ha già bevuto un bicchiere di troppo…)-
- Io sono sobrio Holmes…- ribattei, osservando il calice che avevo in mano, ormai mezzo vuoto.
Si voltò verso di me.
- Peccato. Pensavo che al terzo sarebbe crollato…- rivelò Holmes.
Gli sorrisi, scuotendo il capo e finendo il brandy nel bicchiere.
- Comunque,- riprese il mio amico – Visto che nessuno ti conosce, non farà scandalo, questa sera, un nostro bacio in pubblico…-
- Giusto.- disse Irene, posando le sue labbra su quelle di Holmes.
Poi, divisisi, ricominciarono il discorso.
- Continuando il tuo ragionamento, Sherlock… Stasera non farebbe scalpore nemmeno se tu danzassi con me… Non trovi?-
Holmes si strinse nelle spalle.
- Potrò dare sempre la colpa all’alcol. O a qualcos’altro di inebriante. Come, per esempio, il tuo profumo.-
- Dai, vieni!-lo incitò Irene, trascinandolo, poi, sul palchetto.
Complice il brandy, l’atmosfera o l’odore del tabacco, iniziai ad essere stranamente loquace ed estroverso.
Strinsi amicizia con pazienti che non vedevo da anni e che, probabilmente, prima del mio addio al celibato, reputavo poco interessanti o addirittura da criticare.
Stranamente, anche Holmes sembrò divertirsi accanto ad Irene.
Almeno, notai che per tutta la durata della festa non smise di sorridere.
E’ proprio vero che l’amore rende un po’ folli…
  
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