Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Sybeoil    30/10/2011    2 recensioni
(Sequel de La Gilda)
***
Il mondo è sempre stato mio nemico. L'ho odiato, detestato, disprezzato. L'ho persino considerato una fogna dalla quale uscivano striscianti esseri dalla lingua biforcuta. Consideravo il genere umano qualcosa di sbagliato, i sentimenti qualcosa da cui fuggire. Consideravo me stessa sbagliata, una sorta di abomio sempre pronta a versar sangue su pagamento. Insensibile a qualunque supplica, a qualunque sguardo, a qualunque parola. Ma la guerra ti cambia, la morte ti cambia.
***
Si dice che il Destino si adoperi per te fin dal principio eppure non sempre le cose vanno come speri o desideri. Spesso il Fato ha in serbo per te violenza e cattiveria, oscurità e mistero. Ed è a causa del suo Destino intrecciato da mani deboli o forse no che Amalia, l'Assassina delle Terre Centrali, si ritroverà a dover combattere contro un qualcosa di oscuro e mutevole come la nebbia che sorge dal mare alle prime luci dell'alba. Qualcosa che potrebbe rischiare di far vacillare la pace e l'armonia che, con tanta fatica, il Mondo Conosciuto ha ricostruito dopo anni di terrore. Qualcosa al di là dei confini di cuore e mare. Qualcosa che solo il sangue e il suo canto di tenebra potrà fermare!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

Capitolo 2

 

 

 

 

 

La marcia procedeva lenta, interrotta spesso da soste di media durata, volte a far riposare tutti gli assassini che andando contro gli ordini di Amalia si erano ostinati a seguirla verso la capitale. Di quel passo ci avrebbero messo una settimana, se non di più, per raggiungere Kadheral che normalmente distava non più di due giorni e mezzo di cammino. L’irritazione di Amalia era visibile sui tratti del suo viso delicato. La bocca era stirata in un’unica linea rosso cremisi su cui troneggiava uno sguardo glaciale in grado di far gelare il sangue anche al più coraggioso degli uomini. Le mani piccole e veloci erano serrate attorno alle briglie del suo stallone che avvertendo il disagio della sua padrona aveva preso a scalciare irritato. A poco erano valse le sue esortazioni a muovere quei loro culi flaccidi e dimostrare al Mondo Conosciuto di che pasta erano fatti gli assassini della Gilda. Dopotutto avevano una reputazione da difendere! A quanto pare però le varie Tute Rosse non erano della stessa idea perché se ne stavano pigramente seduti sulle massicce radici degli alberi a fumare un sigaro o chiaccherare tra loro bevendo un sorso di whisky. < Giuro che ora scendo da cavallo e li convinco uno ad uno a muovere quel culo rammollito che si ritrovano > sussurrò mentre un pericoloso lampo di luce scarlatta gli attraversava lo sguardo.

< Tesoro, devi stare calma in fondo che importa se arriviamo in ritardo, ci aspetteranno comunque > cercò di rabbonirla il moro poggiandole una mano dietro la schiena nel tentativo di avvicinarla a se per scoccarle un tenero bacio sulle labbra. < Cosa importa se arriviamo in ritardo? > ripeté incredula e se possibile più contrariata di prima la bionda, che con un gesto stizzoso aveva levato la mano di Xavier da dietro la sua schiena e si stava accingendo a smontare da cavallo. < Amalia che fai, per favore fermati non è il caso > gli urlò dietro il moro inutilmente. Purtroppo quello era l’unico lato del suo carattere che non aveva subito modifiche dopo la grande battaglia. Impulsiva era e impulsiva era rimasta. Rassegnato a sentire le sue urla perdersi per tutto il bosco il moro si posizionò più comodo che poté sulla sella della sua cavalcatura scoccando un occhiata rassegnata alla rossa e al biondo che se ne stavano vicini. < E’ inutile che ci provi Xavier, non cambierà mai. Lei è una Ayoith è nel suo DNA essere impulsiva e sconsiderata > puntualizzò la rossa sorridendo in direzione del moro.

< Cosa è una Ayoith? > domandò quest’ultimo incuriosito dalle parole di Neifel. < Una Ayoith è una discendete della Ninfa originaria, colei che venne plasmata dalle acque del mare e illuminata dalla luce del Sole. La Ninfa della quale gli Dei stessi si innamorarono >

< Quindi tu mi stai dicendo che Amalia, la MIA Amalia, discende dalla linea diretta di sangue della Ninfa Originaria? > domandò incredulo il moro. < Esatto > rispose pacatamente la rossa. < E ti sto dicendo che proprio per questo motivo non potrai mai cambiare il suo modo di essere o di pensare > aggiunse sospirando.

< Si può sapere che cosa state aspettando? > Le urla della bionda giunsero alle orecchie dei tre ancora più amplificate di quanto avessero immaginato. < Mi…mi scusi mia signora > balbettò il soldato più vicino alla bionda. < Riprendiamo subito la marcia > aggiunse trangugiando in tutta fretta quello che rimaneva del whisky.

< Vi conviene muovervi o giuro sulla Dea che vi recido le giugulari una ad una > sibilò di rimando Amalia sperando così di incutere abbastanza timore da convincerli a riprendere il cammino.

< Subito signora! > scattò questo imitato all’istante dai suoi compagni.

Ruotando su se stessa in modo tanto elegante e composto, come se al posto di aver minacciato una manica di assassini avesse semplicemente chiaccherato in modo amabile e pacato con una dolce vecchietta, la bionda tornò dai tre ancora comodamente in sella alle loro cavalcature.

< Molto bene, ora possiamo riprendere la nostra marcia > annunciò trionfante quando fu a portata d’orecchie.

Con un solo, agile balzo, che a molti sarebbe valso uno strappo al linguine, Amalia salì in groppo al suo stallone afferrandone le redini e spronandolo a riprendere il cammino.

< Non era il caso di minacciarli così duramente > commentò Xavier affiancandosi. < Sì invece, se volevo che riprendessero a muovere quei loro culo molli > replicò divertita la bionda voltandosi per guardare il moro che come per magia sorrise a sua volta, troppo debole per resistere allo splendore dell’Ayoith.

< In ogni caso li hai davvero spaventati > disse sempre sorridendo

< Guarda come marciano composti e ordinati > aggiunse voltandosi per guardare le file di Tute Rosse che marciavano ordinate dietro di loro.

Anche Mal, si voltò ad ammirare la sua opera di conversione, soddisfatta di come ancora riuscisse ad incutere terrore.

Negli ultimi tempi si era un po’ rammollita e temeva seriamente che questo suo rammollimento potesse in qualche modo influire sul potere che aveva sulla Gilda. Per fortuna però, le storie che la vedevano protagonista di tremendi omicidi, erano ancora ben impresse nella mente di quelli che ormai poteva considerare i suoi uomini.

< Comunque di cosa parlavate voi due prima? > chiese ammiccando in direzione della rossa e del moro che si scambiarono uno sguardo carico di sottointesi. < Niente di importante > rispose la rossa cercando di cambiare discorso. < Piuttosto, hai saputo cosa intendono fare in memoria di Shiack? > domandò la rossa riuscendo a distogliere così l’attenzione della bionda dal piccolo segreto che qualche minuto prima si erano confidati lei e Xavier.

Doveva ricordarsi che più tardi gli avrebbe dovuto parlare per avvertirlo di non rivelare ad Amalia, per nessuna ragione al mondo, le sue vere origini. L’estate scorsa, quando era tornata nelle sua amate Terre dell’Ovest, tra le foglie verdi e i rigogliosi boschi aveva ricevuto ordine tassativo di non rivelare le vere origini di Amalia fino a quando non si fosse mostrato necessario. Gli anziani su questo erano stati chiari, se lei avesse anche solo lasciato trasparire la verità, le avrebbero tolto Jason e lei questo non poteva permetterselo. Non dopo essere finalmente riuscita a trovare un equilibrio stabile tra i suoi poteri, il suo sangue Ninfico che sembrava cantarle dentro le vene e quelle emozioni così potenti e irrazionali da lasciarla spiazzata ogni volta.

Il viaggio che dalle Terre Centrali l’aveva condotta a quelle dell’Ovest, casa sua, era stato lungo e a tratti stancante ma finalmente era tornata in quella che sarebbe per sempre stata parte di lei. Finalmente era a casa.

Ogni cosa era esattamente come la ricordava. La foresta verde e rigogliosa ospitava flora e fauna di ogni genere, la magia riempiva l’aria, la terra, l’acqua e il fuoco con il suo profumo che sapeva di libertà, di vita. Ogni singola foglia, ogni singolo ramo di quel mare verde smeraldo era rimasto intatto , privo di un qualunque mutamento ai suoi occhi che ne sembravano un riflesso tanto erano verdi e profondi.

Istintivamente le labbra rosse e piene si curvarono in un sorriso sincero, malinconico per alcuni versi, ma pur sempre bellissimo, come lo definì il ragazzo che era con lei.

< E’ bello vederti ridere > le disse affiancandosi con il cavallo a quello di lei.

La ragazza, rapita da quello spettacolo, staccò gli occhi dai piccoli bagliori creati dalla luce riflessa sulle foglie lucide degli alberi, per dedicare la sua attenzione alla fonte di tutto quel caos dentro di lei. Mai prima di allora il suo cuore era stato in grado di provare tanto e tutto assieme. Per le Ninfe i sentimenti, le emozioni e qualsiasi altra cosa avesse a che fare con sensazioni diverse dalla fame, la sete o il bisogno di pregare, erano banditi. Esclusi, interdetti.

Erano questi i pensieri che le vorticavano in mente mentre con occhi colmi di gratitudine guardava l’uomo accanto lei, benedicendo gli Dei per lo splendido dono che le avevano fatto e chiedendo loro che potesse durare in eterno.

< Cosa c’è? > le domandò il ragazzo notando il suo sguardo perso. < Grazie > rispose semplicemente lei riprendendo il cammino e puntando verso Est.

< Grazie di cosa? > chiese il ragazzo non capendo. < Per aver scelto me > disse lei girandosi a guardarlo per dedicargli il più bello dei suoi sorrisi. < Ti amo > sussurrò il biondo raggiungendola. < Ti amo anche io, e mi fa così strano poterlo dire che quasi non ci credo > mormorò lei sottovoce.

< Credici, perché io non ti lascio > la rassicurò il ragazzo stringendola in una abbraccio soffocante.

Un profumo di gelsomini e rose selvatiche solleticò le narici dei due amanti, radicandosi nei polmoni, fino a colmarli. Finalmente, dopo tanto camminare, erano giunti nelle Pianure delle Foires. Terre splendide, verdi, rigogliose, uniche e perennemente sature dell’odore di migliaia di fiori.

< Bambina mia > esclamò una donna dalla folta chioma bruna quando vide il cavallo della rossa varcare il confine che separava quelle terre dalla foresta.

< Madre! > esclamò la ragazza smontando da cavallo e correndo in contro alla donna, che nel frattempo aveva abbandonato ciò che stava facendo per ricongiungersi alla figlia. < Come stai bambina mia? > domandò dopo averla stretta tra le braccia per quasi dieci minuti e aver pianto lacrime calde. < Bene madre, sto bene > disse lei staccandosi dall’abbraccio e andando a prendere la mano del biondo, rimasto in disparte, tra le sue. < Madre, questo è Jason > disse rivolta alla madre, che con gli occhi colmi di stupore, si ritrovò a stringere la mano ad un umano.

< E’ un piacere conoscerla > esclamò il ragazzo educatamente. < Il piacere è mio ragazzo > rispose affabile la donna scoccando un occhiata in tralice alla figlia che le sorrise serena. < Sarete stanchi, venite pure accomodiamoci in casa >

La donna dalla corporatura minuta li fece strada attraverso una serie di casupole di legno fino a raggiungerne una più grande delle altre.

La piccola porta in legno di frassino fu aperta e loro poterono accomodarsi all’interno, rimanendo piacevolmente sorpresi. L’arredamento della stanza che dava sulla porta d’entrata era spartano sì, ma elegante. Al centro troneggiava un prezioso tappeto tessuto a mano nelle tinte del rosso cremisi e porpora alla cui destra era sistemata un modesta credenza contente piatti e bicchieri di cristallo scintillante. A ridosso della rampa di scale che si arrampicava fino al piano di sopra, era sistemata una scrivania anch’essa in legno, su cui erano poggiati spessi volumi dall’aria ammuffita. Accanto ai grossi libri era sistemato un piccolo calamaio ed una piuma d’oca bianchissima, alcuni fogli con inciso su qualche strano disegno erano sparsi su tutta la superficie di legno accanto a mazzi di erbe secche e profumate.

< Da questa parte > li invitò la donna. I due seguirono la bruna in una stanza un po’ più piccola della precedente in cui scoppiettava allegro un fuoco caldo e rilassante e dove al centro si ergeva un grosso tavolo circolare. Sistemate tutto intorno al tavolo c’erano quattro sedie di splendida fattura su cui i due ospiti si accomodarono mentre la donna metteva dell’acqua a bollire.

< Spero vi vada del tè > disse la donna aprendo l’anta di un piccolo mobile sistemato a ridosso del camino. < Certo > rispose educato il ragazzo, che non riusciva a staccare gli occhi da un grosso dipinto appeso alle sue spalle.

Su uno sfondo di un mare in tempesta, dove l’oceano burrascoso si confondeva con il cielo plumbeo rotto da aguzza saette, sorgeva l’immagine di una donna coperta solo da schiuma bianca. Gli occhi dello stesso colore tempestoso del cielo dietro di lei, i capelli talmente chiari da sembrare bianchi, le labbra socchiuse sembravano essere state bagnate da due succose ciliegie. La mano sinistra propensa verso lo spettatore che ne veniva attratto inesorabilmente con il desiderio di sfiorare quella pelle che sembrava essere seta. Un pugnale lungo, elaborato e inciso con strani simboli dall’eleganza soprannaturale spuntava dalla mano destra stretta a pugno, da cui si diramavano intricati ghirigori che andavano ad arrampicarsi sul braccio della ragazza per allargarsi poi sulla spalla e terminare in un elegante maschera floreale che le incorniciava lo sguardo.

< Ti piace? > domandò la donna notando l’interesse con cui il ragazzo osservava il quadro, rapito da tanta bellezza e tanta familiarità. < Molto > ammise con voce roca. < Sai, quella donna rappresenta l’antica stirpe delle Ayoith > spiegò la donna mentre versava il tè in tre tazze di porcellana. < Cosa è un’Ayoith? > domandò il ragazzo curioso. < L’Ayoith è l’antica Ninfa originaria creata dagli Dei e di cui loro stessi si innamorarono > spiegò la rossa sorseggiando pacatamente il suo tè.

< Però, non somiglia a qualcuno che conosciamo? > disse come soprapensiero il biondo stringendo le palpebre per concentrarsi. Era dal momento in cui i suoi occhi si erano posati sulla figura seminuda della ragazza che una strana sensazione di familiarità si era impossessata di lui. Era certo di averla già vista eppure non ricordava dove, né chi in effetti potesse essere. Ora però che conosceva la sua identità gli sembrava assurdo, se quella era la Ninfa originaria di sicuro non poteva conoscerla. < Certo > rispose la rossa come se fosse ovvio. < Assomiglia ad Amalia > chiarì subito dopo.

Ecco a chi assomigliava. < E’ vero > assentì il ragazzo sorseggiando il tè < Ma come fa ad essere identica a lei? > domandò leggermente confuso. < Semplice > intervenne la donna dalla chioma bruna. < Amalia è una, anzi la, diretta discendente dell’Ayoith originaria > Per poco al ragazzo non andò per traverso il tè quando la sua mente elaborò le parole udite cogliendone il pieno significato.

< Per questo Neifel è stata mandata nelle Terre Centrali. Il suo compito come sacerdotessa magica del popolo delle Ninfe dell’Est è quello di proteggere la discendente dell’Ayoith e preservarne la ragione > snocciolò la donna prima di alzarsi e sparire attraverso una piccola porta dalla parte opposta di quella da cui erano entrati. < Vuoi dire che Amalia è in un certo senso, una specie di Dea? > domandò il ragazzo ancora sconvolto quando furono soli. < Più o meno > specificò la rossa. < Quando l’Ayoith fu creata dagli Dei, questi le donarono poteri straordinari perché volevano che assomigliasse a loro. Dentro di lei infusero la conoscenza, la bellezza, la saggezza, il fuoco, il fulmine, l’acqua, i venti e la terra >

< Ma Amalia non può fare tutte queste cose > la interruppe il ragazzo.

< Hai ragione > convenne la rossa annuendo col capo. < Questo perché negli anni seguenti alla sua creazione l’Ayoith cominciò a sentire un legame molto più forte con l’aria e l’acqua che con gli altri elementi. Questo perché la Dea dell’aria e il Dio dell’acqua le infusero, egoisticamente, poteri superiori nei loro elementi >

Lo sguardo del ragazzo era talmente rapito da non accorgersi nemmeno della donna che rientrata nella stanza aveva poggiato sul tavolo un grosso volume rilegato in vecchia pelle con macchie d’umidità su tutta la superficie. In alto sulla copertina erano incise grosse lettere dorate in un lingua che il biondo non aveva mai visto e che non capì. < Questo libro racconta la storia del nostro popolo > spiegò la donna aprendo alla prime pagine. < Appartiene alla mia famiglia da che ne ho memoria ed che qui che ho appreso tutta la storia sull’Ayoith > aggiunse tornando con lo sguardo a molti anni prima. < Si dice che il sangue dell’Ayoith sia maledetto, che nelle sue vene, gli dei abbiano instillato l’essenza della morte stessa > mormorò in tono greve alzando lo sguardo verso il dipinto che sembrò scrutarli dall’alto della sua importanza.

 


 

 

 

 

 

 Angolo autrice:     
Un caloroso bentornato a tutti quelli che seguono la storia e che ne hanno seguito la precedente. Ringrazio le due ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, ve ne sono grata.
Dunque torniamo a noi e alla storia. Come avrete capito i segreti riguardo le origini di Mal non sono ancora finiti e forse mai finiranno. Il ramo della sua famiglia che discende dalla Ninfe appartiene niente popò di meno che alla linea di sangue della Ninfa originaria: l'Ayoith. Misteri e segreti pericolosi sono stati tramati nell'ombra molti anni prima della nascita di Amalia, cionostante riusciranno ad invadere anche la sua di vita, ssconvolgendola a tal punto che la bella bionda sarà costretta a dover prendere un'ardua decisione. Un leggenda velata di bugie e mistero aleggia intorno alla figura leggendaria dell'Ayoith il cui sangue sembra essere maledetto.
E ancora, Neifel sarà davvero chi dice di essere o anche lei nasconde un segreto?
Alla prossima, Sybeoil!






 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Sybeoil