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Autore: maryc    30/10/2011    8 recensioni
Tratto dal capitolo 1:
“Ciao.” Ecco qualcuno mi ha tolto dall’imbarazzo. Sposto lo sguardo sul folletto che mi rivolge un sorriso abbagliante. Lei sa, e sa che io so. Almeno io suo sorriso furbo mi conferma tutto. Le sorrido di rimando.
Ora che fa? Saltella sul posto e batte le mani? Per poco non cado a terra. Ma che le prende? È per caso pazza?
Ora la guardo confusa, ma lei saltella ancora di più. Oddio, ma dove sono finita.
Ciao ragazze, una mini ff che avevo in mente in questi giorni e che oggi mi sono decisa a mettere nero su bianco. Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Conoscersi

“Perdonaci bambina mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco e poi mi lascio cullare dalle braccia di mamma e papà.  

Ho passato il pomeriggio tra le forti braccia di mio padre, mentre mia madre mi accarezzava dolcemente i capelli.

Finalmente ero di nuovo a casa, mi sentivo di nuovo protetta e amata, non ero più sola.

Per me casa, non è un luogo fisico, ma sono le braccia di mio padre e i dolci tocchi di mia madre.

Abbiamo parlato tanto, ho pianto tanto e se loro avessero potuto, lo avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che mi hanno lasciata perché volevano un futuro normale per me e perché credevano che io non li avrei mai accettati. Sciocchi, io li amo, non mi importa se sono umani o vampiri, sono i miei genitori e poi hanno rinnegato la loro natura, sono più umani di quanto credono.

Hanno voluto sapere tutto ciò che ho fatto in questi anni, anche se sapevano più o meno tutto. Credevo che non si fossero minimamente interessati a me, invece ricevevano periodicamente informazioni su tutto ciò che facevo.

Ad un certo punto mio padre mi ha chiesto se ho veramente baciato un ragazzo e se sono stata deflorata da un usurpatore di fanciulle. Si ha detto proprio così. Io l’ho guardato prima stralunata e poi mi sono messa a ridere e lui? Lui si offende. Si, si offende. Ha gonfiato le guance, incrociato le braccia al petto e spostato lo sguardo. Io mi rotolavo dalle risate mentre mamma era in imbarazzo per il comportamento di papà.

Mi sono divertita veramente tanto. Finalmente mi sono sentita nuovamente amata. No che gli Swan non mi avessero amata, al contrario, ma non erano loro i miei genitori, certo non lo sono neanche i Cullen, ma dei miei genitori biologici non ho ricordi. Se penso a mio padre, mi viene in mente un bellissimo uomo con i capelli biondi e gli occhi dorati, se penso a mia madre, l’immagine di una dolce donna con i capelli caramello e gli occhi dorati prende il sopravvento della mia mente. Loro sono i miei genitori.

“Ti laurei.” Sussurra emozionato mio padre.

“Hai abbandonato la posizione da cucciolo ferito?” Gli chiedo ridacchiando, mentre mia madre cerca di coprire le risate con dei colpi di tosse. Peccato che i vampiri non possano tossire, altrimenti le avrebbe camuffate alla perfezione.

“Dai papino scherzavo, non ti off…” Mi soffoca in un abbraccio stritolatore.

“Pa…pà n-non re…spi…ro…ahhhh…” Allenta la presa e mi guarda emozionato.

“Mi hai chiamato papino.” Capisco a cosa  si riferisce e gli sorrido dolcemente.

“Sei e resterai per sempre il mio adorato papino.” Sospiro mentalmente e ripenso a ciò che dovrò fare tra pochi giorni. Forse avrei fatto meglio a non cercarli.

“Tesoro che ne dici se scendiamo in salotto? Anche gli altri vogliono conoscerti meglio, sono tutti su di giri. Non vedono l’ora di parlare un po’ con te, di conoscerti, anche se hai avuto modo di chiacchierare con Emmett e Jasper.” Accetto volentieri, anche io voglio conoscere gli altri, certo un vampiro con i capelli rossi vorrei conoscerlo in modo particolare, ma meglio tacere.

Sono agitata, e se non dovessi piacergli? Se alle mie sorelle non fossi simpatica? Infondo Rosalie non è stata proprio carina con me, certo io non sono stata da meno…

“Non preoccuparti, piacerai a tutti. A qualcuno più di altri…” Guardo mio padre confusa e sento un ringhio levarsi dal piano di sotto con risolini di sottofondo.

“Lascia stare tuo padre, l’età gli crea problemi.” Strano direi che mio padre è…è geloso? Ma di cosa o di chi? Boh, certo che questi vampiri sono proprio strani.

Mi incitano a camminare, ma sono praticamente inchiodata sul posto. Sto sudando e tremando.

“Ehi Bellina, devo venire a prenderti con la forza? Vedi che non riusciamo più a tenere ferme queste due pazze scalpitanti, ti conviene scendere per la tua e la nostra salute.” Mi rilasso alle parole di Emmett, ma solo leggermente.

Rigida come una tavola di legno seguo i miei genitori fino in fondo le scale, senza mai lasciare la mano di mio padre.

Per quanto ami mia madre, non potrà mai eguagliare mio padre. Forse è proprio vero che i bimbi sono legati alla mamma, mentre le bimbe sono legate al papà.

Arriviamo in salone e mi nascondo dietro la schiena di mio padre. Sono in imbarazzo e raramente mi è successa una cosa del genere.

“Che fai ti nascondi dietro papino? Hai paura?” Faccio sbucare gli occhi da dietro le spalle di papà e trucido Emmett con lo sguardo. Faccio vagare lo sguardo sui presenti senza soffermarmi troppo su quel grandissimo figo di Edw…ehm su mio fratello. Bella è solo tuo fratello.

Mi soffermo su Rosalie, ecco lei mi fa veramente paura.

“Vuoi mordermi?” Spalanca gli occhi incredula e nega con il capo.

“Vuoi mangiarmi?” Per poco la mamma non cade a terra dalla sorpresa, ma da Rosalie ricevo un’altra risposta negativa.

“Vuoi picchiarmi?” Ora ridacchia e nega nuovamente, mentre io sospiro di sollievo ed esco dal mio nascondiglio.

“Allora non ho paura.”

“Ti facevo paura?”

“Diciamo che il nostro primo incontro non è stato uno dei migliori.” Non finisco di parlare che vengo circondata da due paia di braccia fredde. Guardo terrorizzata mio padre ma lui mi sorride dolcemente ed io mi rilasso.

“Devi raccontarci tutto sorellina.”

“Cosa hai fatto in questi anni, come è stato il tuo primo bacio, la tua prima volta, il primo appuntamento, se ora hai un ragazzo. Ci devi parlare della tua laurea. Oh Rose faremo una festa fantastica. Dobbiamo andare a fare shopping per tutti per la grande occasione. Ma guardati Bella sei una favola e poi che look, sei proprio una Cullen.” Guardo scandalizzata Alice, ma non si ferma mai?

“Alice, amore, la stai spaventando.”

“Zitto Jasper, prima tu e l’orso avete avuto la vostra occasione, ora tocca a me e Rose.” Guardo mortificata Jasper, ma Rosalie cerca nuovamente la mia attenzione.

Finalmente dopo un’ora, un’intera ora a parlare di me, anzi loro chiedevano ed io rispondevo, anche se il più delle volte Alice prevedeva la mia risposta e faceva un’altra domanda senza darmi modo di rispondere alla precedente, sono libera di sedermi.

Sposto lo sguardo su Edward, è l’unico con cui fino ad ora non ho parlato e credo che sarà lo scoglio più grande, per vari motivi, il primo è che lui è stato il primo a far parte della famiglia, il secondo è che sono terribilmente attratta da lui.

Ci fissiamo in silenzio, è quasi imbarazzante. Per fortuna Jasper gli da una gomitata nelle costole e sembra riprendersi dal suo stato di trance.

“Bella, lui è Edward. Edward, lei è Bella. Ora hai conosciuto proprio tutti. Forse vorrai parlare anche un po’ con lui…” Perché Alice parla in modo malizioso?

Non arrossire, non arrossire, non arrossire.

Maledizione sono arrossita.

“Credo che abbia sentito tutto dal vostro interrogatorio. Certo se ha qualcosa da chiedermi…” Lascio la frase in sospeso, non so che dire e di certo lui non mi aiuta, se ne sta lì immobile e mi fissa. Non mi guarda, mi fissa proprio e mi sento veramente a disagio. Poi capisco il perché, probabilmente non si capacita del fatto di non riuscirmi a leggere nel pensiero.

“Certo, ho capito, tu non mi leggi nel pensiero, che stupida, ci dovevo arrivare prima.” Tutti mi fissano sconvolti e a lui quasi cade la mascella a terra.

“Ecco, tesoro, forse dovresti spiegarci un po’ di cose.” Ora sono tutti seri, ci accomodiamo sui divani e penso a cosa posso dire e cosa devo tenere per me, per fortuna la mia mente è impenetrabile.

“Si credo anche io che dobbiate avere delle spiegazioni. Allora…” Cerco le parole adatte per non essere fraintesa e non far passare James e Victoria per sanguinari, ma la realtà è che non c’è un modo soft, per dire loro che inizialmente volevano papparmi.

“Bene, sono venuta a conoscenza della vostra natura da James e Victoria, una coppia di vampiri che prima Emmett e Jasper hanno conosciuto. Non dirò bugie, perciò è meglio che sappiate che non sono vegetariani, anzi ci siamo conosciuti proprio perché io ero il loro pasto, poi non so cosa sia successo, hanno visto qualcosa in me e mi hanno risparmiata. Ora non uccidono più per sfamarsi, ma prendono il sangue alla banca del sangue.” Gli concedo qualche attimo il tempo di far loro assimilare le mie parole.

1…2…3…

“COOOOOSAAAAAA!!!” Esclamano indignati mio padre ed…Edward?

“Oddio la mia bambina.”

“T-tu ora gli sei amica?”

“Dove sono? Dove si nascondo? Ora li trovo e di loro non resterà che cenere, non vivranno più.” Il ringhio che esce dal petto di Edward è feroce e mi fa strabuzzare gli occhi.

“Emmett cerca di tenerlo fermo, mentre Jasper tenta di calmare papà.

“Calmatevi.” Intimo ad entrambi.

“Questa è la vostra natura. Voi vi siete evoluti in un certo senso, ma non tutti hanno seguito il vostro esempio e di certo anche a voi sarà capitato, almeno una volta, di uccidere qualcuno seguendo i vostri istinti. Non potete recriminar loro nulla. Siete vampiri e i vampiri si nutrono di sangue, certo, sono al settimo cielo del fatto che la mia famiglia non uccida nessuno per nutrirsi, ma non possiamo biasimare gli altri che seguono la loro natura. Ora ricomponetevi e parliamo.” Rigidamente tutti ci accomodiamo di nuovo.

“James è un segugio, mentre Victoria riesce sempre a trovare una via di fuga. È grazie a loro che ho scoperto tutto sulla vostra natura, dalla trasformazione, al comportamento dei neonati, al richiamo del sangue, tutto in pratica. Devo dire che ne sono rimasta molto affascinata. Loro mi hanno aperto gli occhi, loro mi hanno fatto capire il vero motivo per cui siete andati via, è stato grazie a loro che ho smesso di odiarvi. Inoltre sono gli unici amici che ho, gli voglio bene e loro ne vogliono a me. Emmett, ma soprattutto Jasper, possono confermarlo.” Entrambi annuiscono.

“Come fai a conoscerci tutti ed anche i nostri poteri?” Sorrido in direzione di Rosalie, anzi Rose, mi ha imposto di chiamarla così.

“Ho conosciuto altri vampiri, più che altro sono stati loro a cercare me e prima che me lo chiediate non so chi sono.” Jasper mi fissa furente, ops ha capito che mentivo.

“Bugia, ritenta.” Cerco una via di fuga, ma Jasper mi fa capire che non posso sottrarmi.

“I Volturi.” Sussurro lentamente, ma so che hanno sentito benissimo. Tutti si immobilizzano e smettono di respirare.

“Scusa cara, potresti ripetere, crediamo di non aver capito bene.” Inarco le sopracciglia in direzione di mia madre e lei si porta una mano alle labbra.

“Avete capito benissimo. Dicevo i Volturi, Aro, mi hanno cercata.”

“Cosa? Come?”

“Un attimo e vi spiegherò tutto, anche se avrei preferito evitare.” Sospiro e ripenso al mio incontro con Aro.

FLASHBACK

Era una giornata come le altre, mi trovavo a Londra, pare che anche lì ci siano state tracce di Cullen, ma risalivano a molti anni prima della mia nascita.

Stavo uscendo da un bar, avevo appena finito di fare colazione, e urto una persona. Mi volto per chiedere scusa, la mia goffaggine e il mio essere sempre con la testa tra le nuvole, sono epici.

Mi volto e resto immobilizzata.

Pelle bianca come un cadavere, talmente lattea da sembrare invisibile. Sorriso tetro e denti affilati come lame. Occhi rossi come il sangue. Vampiro.

“Scusi, non l’avevo vista, avevo la testa tra le nuvole.” Cerco di regolarizzare il respiro e il battito del cuore, non devo farmi assalire dalla paura, non può farmi nulla in mezzo a tutta questa gente, si esporrebbe. Maledizione, perché non ho accettato la proposta di James e Victoria e non li ho fatti venire con me?

“Oh non si preoccupi signorina, anzi la cercavo.” Impallidisco. Cazzo sono morta.

Continuiamo a fissarci. La sua faccia non mi piace per niente. Ha i capelli lunghi e neri e un sorriso mellifluo sul volto.

Sono morta. Sono morta. Sono morta.

Pur indossando abiti moderni è palese il suo appartenere ad un’altra epoca.

Sospiro rassegnata e mi avvicino di più.

“Dove andiamo?” Chiara, diretta e coincisa. Lui allarga il sorriso e mi guarda con ammirazione. Mi si avvicina e mi fa il baciamano. Ai vampiri di certo non si può recriminare la galanteria. Ridacchio divertita ma non mi molla la mano.

Se devo morire, meglio prenderla con filosofia.

“Sii veloce ed indolore. Ho sofferto tanto, almeno la morte voglio che sia piacevole.”

“Mia cara fanciulla, io non voglio ucciderla, anzi perché non prendiamo un caffè? So che ha già fatto colazione, ma magari una cioccolata calda potrebbe prenderla. Entriamo, così ci conosceremo meglio.” Lo fisso sconvolta, vuole prendere una cioccolata calda con me? con la sua preda? È un vampiro alquanto strano e bizzarro, direi buffo. Forse è meglio che non gli scoppi a ridere in faccia, potrebbe offendersi e arrabbiarsi, così annuisco. Mi apre la porta del bar, ci avviciniamo ad un tavolo e mi sposta la sedia per farmi accomodare. Lo ringrazio e gli sorrido. Sarà anche buffo, ma stranamente mi è simpatico.

“Cosa vi porto?” Un cameriere dall’aria annoiata si avvicina per prendere l’ordine. Io fisso curiosa il mio ospite.

“Una cioccolata con caramelle mou e panna per la signorina, un caffè italiano per me.” Come fa a conoscere i miei gusti? Aspetto che si allontani il cameriere per colmare i miei dubbi.

“La osservo da un po’.”

“Anticipa anche le mie domande.”

“Era alquanto palese dall’espressione del suo viso.”

“Può darmi del tu, in fondo credo di essere molto più giovani di lei.” Ridacchia divertito.

“Hai ragione Bella, sei molto, ma molto più giovane di me, anche se mi porto bene i miei millenni.” Tossisco convulsamente e lui mi batte una mano sulla spalla.

“Cosa è successo?”

“Non può dirmi come se niente fosse che lei ha qualche millennio di vita e pretendere che io non faccia una piega.”

“Hai ragione, ma cara, chiamami semplicemente Aro.”

 

 

Ciao Ragazze, scusate il ritardo, ma come sapete non aggiorno questa storia in giorni prestabiliti, e come mi è capitata solo un’altra volta, avevo leggermente perso l’ispirazione, dovuta al fatto che mi sto preparando per la sessione autunnale degli esami. Allora si capiscono alcune cose in più. Ma ve lo immaginate Aro che prende un caffè in un bar? Io proprio no. Spero di postare il prossimo capitolo entro la fine della settimana. Aspetto i vostri commenti, un bacio Mary e buona domenica.            

   
 
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