“Perdonaci
bambina
mia, perdonaci se puoi.” Mi irrigidisco e poi mi lascio
cullare dalle braccia
di mamma e papà.
Ho
passato il pomeriggio tra le forti braccia di mio
padre, mentre mia madre mi accarezzava dolcemente i capelli.
Finalmente
ero di nuovo a casa, mi sentivo di nuovo
protetta e amata, non ero più sola.
Per
me casa, non è un luogo fisico, ma sono le braccia
di mio padre e i dolci tocchi di mia madre.
Abbiamo
parlato tanto, ho pianto tanto e se loro
avessero potuto, lo avrebbero fatto. Mi hanno spiegato che mi hanno
lasciata
perché volevano un futuro normale per me e perché
credevano che io non li avrei
mai accettati. Sciocchi, io li amo, non mi importa se sono umani o
vampiri,
sono i miei genitori e poi hanno rinnegato la loro natura, sono
più umani di
quanto credono.
Hanno
voluto sapere tutto ciò che ho fatto in questi
anni, anche se sapevano più o meno tutto. Credevo che non si
fossero
minimamente interessati a me, invece ricevevano periodicamente
informazioni su
tutto ciò che facevo.
Ad
un certo punto mio padre mi ha chiesto se ho
veramente baciato un ragazzo e se sono stata deflorata da un usurpatore
di
fanciulle. Si ha detto proprio così. Io l’ho
guardato prima stralunata e poi mi
sono messa a ridere e lui? Lui si offende. Si, si offende. Ha gonfiato
le
guance, incrociato le braccia al petto e spostato lo sguardo. Io mi
rotolavo
dalle risate mentre mamma era in imbarazzo per il comportamento di
papà.
Mi
sono divertita veramente tanto. Finalmente mi sono
sentita nuovamente amata. No che gli Swan non mi avessero amata, al
contrario,
ma non erano loro i miei genitori, certo non lo sono neanche i Cullen,
ma dei
miei genitori biologici non ho ricordi. Se penso a mio padre, mi viene
in mente
un bellissimo uomo con i capelli biondi e gli occhi dorati, se penso a
mia
madre, l’immagine di una dolce donna con i capelli caramello
e gli occhi dorati
prende il sopravvento della mia mente. Loro sono i miei genitori.
“Ti
laurei.” Sussurra emozionato mio padre.
“Hai
abbandonato la posizione da cucciolo ferito?” Gli
chiedo ridacchiando, mentre mia madre cerca di coprire le risate con
dei colpi
di tosse. Peccato che i vampiri non possano tossire, altrimenti le
avrebbe
camuffate alla perfezione.
“Dai
papino scherzavo, non ti off…” Mi soffoca in un
abbraccio stritolatore.
“Pa…pà
n-non
re…spi…ro…ahhhh…”
Allenta la presa e mi
guarda emozionato.
“Mi
hai chiamato papino.” Capisco a cosa
si riferisce e gli sorrido dolcemente.
“Sei
e resterai per sempre il mio adorato papino.”
Sospiro mentalmente e ripenso a ciò che dovrò
fare tra pochi giorni. Forse avrei
fatto meglio a non cercarli.
“Tesoro
che ne dici se scendiamo in salotto? Anche gli
altri vogliono conoscerti meglio, sono tutti su di giri. Non vedono
l’ora di
parlare un po’ con te, di conoscerti, anche se hai avuto modo
di chiacchierare con
Emmett e Jasper.” Accetto volentieri, anche io voglio
conoscere gli altri,
certo un vampiro con i capelli rossi vorrei conoscerlo in modo
particolare, ma
meglio tacere.
Sono
agitata, e se non dovessi piacergli? Se alle mie
sorelle non fossi simpatica? Infondo Rosalie non è stata
proprio carina con me,
certo io non sono stata da meno…
“Non
preoccuparti, piacerai a tutti. A qualcuno più di
altri…” Guardo mio padre confusa e sento un
ringhio levarsi dal piano di sotto
con risolini di sottofondo.
“Lascia
stare tuo padre, l’età gli crea
problemi.” Strano
direi che mio padre è…è geloso? Ma di
cosa o di chi? Boh, certo che questi
vampiri sono proprio strani.
Mi
incitano a camminare, ma sono praticamente
inchiodata sul posto. Sto sudando e tremando.
“Ehi
Bellina, devo venire a prenderti con la forza? Vedi
che non riusciamo più a tenere ferme queste due pazze
scalpitanti, ti conviene
scendere per la tua e la nostra salute.” Mi rilasso alle
parole di Emmett, ma
solo leggermente.
Rigida
come una tavola di legno seguo i miei genitori
fino in fondo le scale, senza mai lasciare la mano di mio padre.
Per
quanto ami mia madre, non potrà mai eguagliare mio
padre. Forse è proprio vero che i bimbi sono legati alla
mamma, mentre le bimbe
sono legate al papà.
Arriviamo
in salone e mi nascondo dietro la schiena di
mio padre. Sono in imbarazzo e raramente mi è successa una
cosa del genere.
“Che
fai ti nascondi dietro papino? Hai paura?” Faccio
sbucare gli occhi da dietro le spalle di papà e trucido
Emmett con lo sguardo. Faccio
vagare lo sguardo sui presenti senza soffermarmi troppo su quel
grandissimo
figo di Edw…ehm su mio fratello. Bella è solo tuo
fratello.
Mi
soffermo su Rosalie, ecco lei mi fa veramente
paura.
“Vuoi
mordermi?” Spalanca gli occhi incredula e nega
con il capo.
“Vuoi
mangiarmi?” Per poco la mamma non cade a terra
dalla sorpresa, ma da Rosalie ricevo un’altra risposta
negativa.
“Vuoi
picchiarmi?” Ora ridacchia e nega nuovamente,
mentre io sospiro di sollievo ed esco dal mio nascondiglio.
“Allora
non ho paura.”
“Ti
facevo paura?”
“Diciamo
che il nostro primo incontro non è stato uno
dei migliori.” Non finisco di parlare che vengo circondata da
due paia di
braccia fredde. Guardo terrorizzata mio padre ma lui mi sorride
dolcemente ed
io mi rilasso.
“Devi
raccontarci tutto sorellina.”
“Cosa
hai fatto in questi anni, come è stato il tuo
primo bacio, la tua prima volta, il primo appuntamento, se ora hai un
ragazzo. Ci
devi parlare della tua laurea. Oh Rose faremo una festa fantastica.
Dobbiamo andare
a fare shopping per tutti per la grande occasione. Ma guardati Bella
sei una
favola e poi che look, sei proprio una Cullen.” Guardo
scandalizzata Alice, ma
non si ferma mai?
“Alice,
amore, la stai spaventando.”
“Zitto
Jasper, prima tu e l’orso avete avuto la vostra
occasione, ora tocca a me e Rose.” Guardo mortificata Jasper,
ma Rosalie cerca
nuovamente la mia attenzione.
Finalmente
dopo un’ora, un’intera ora a parlare di me,
anzi loro chiedevano ed io rispondevo, anche se il più delle
volte Alice
prevedeva la mia risposta e faceva un’altra domanda senza
darmi modo di
rispondere alla precedente, sono libera di sedermi.
Sposto
lo sguardo su Edward, è l’unico con cui fino ad
ora non ho parlato e credo che sarà lo scoglio
più grande, per vari motivi, il
primo è che lui è stato il primo a far parte
della famiglia, il secondo è che
sono terribilmente attratta da lui.
Ci
fissiamo in silenzio, è quasi imbarazzante. Per
fortuna Jasper gli da una gomitata nelle costole e sembra riprendersi
dal suo
stato di trance.
“Bella,
lui è Edward. Edward, lei è Bella. Ora hai
conosciuto proprio tutti. Forse vorrai parlare anche un po’
con lui…” Perché Alice
parla in modo malizioso?
Non
arrossire, non arrossire, non arrossire.
Maledizione
sono arrossita.
“Credo
che abbia sentito tutto dal vostro
interrogatorio. Certo se ha qualcosa da
chiedermi…” Lascio la frase in sospeso,
non so che dire e di certo lui non mi aiuta, se ne sta lì
immobile e mi fissa. Non
mi guarda, mi fissa proprio e mi sento veramente a disagio. Poi capisco
il perché,
probabilmente non si capacita del fatto di non riuscirmi a leggere nel
pensiero.
“Certo,
ho capito, tu non mi leggi nel pensiero, che
stupida, ci dovevo arrivare prima.” Tutti mi fissano
sconvolti e a lui quasi
cade la mascella a terra.
“Ecco,
tesoro, forse dovresti spiegarci un po’ di
cose.” Ora sono tutti seri, ci accomodiamo sui divani e penso
a cosa posso dire
e cosa devo tenere per me, per fortuna la mia mente è
impenetrabile.
“Si
credo anche io che dobbiate avere delle
spiegazioni. Allora…” Cerco le parole adatte per
non essere fraintesa e non far
passare James e Victoria per sanguinari, ma la realtà
è che non c’è un modo
soft, per dire loro che inizialmente volevano papparmi.
“Bene,
sono venuta a conoscenza della vostra natura da
James e Victoria, una coppia di vampiri che prima Emmett e Jasper hanno
conosciuto. Non dirò bugie, perciò è
meglio che sappiate che non sono vegetariani,
anzi ci siamo conosciuti proprio perché io ero il loro
pasto, poi non so cosa
sia successo, hanno visto qualcosa in me e mi hanno risparmiata. Ora
non
uccidono più per sfamarsi, ma prendono il sangue alla banca
del sangue.” Gli
concedo qualche attimo il tempo di far loro assimilare le mie parole.
1…2…3…
“COOOOOSAAAAAA!!!”
Esclamano indignati mio padre ed…Edward?
“Oddio
la mia bambina.”
“T-tu
ora gli sei amica?”
“Dove
sono? Dove si nascondo? Ora li trovo e di loro
non resterà che cenere, non vivranno
più.” Il ringhio che esce dal petto di
Edward è feroce e mi fa strabuzzare gli occhi.
“Emmett
cerca di tenerlo fermo, mentre Jasper tenta di
calmare papà.
“Calmatevi.”
Intimo ad entrambi.
“Questa
è la vostra natura. Voi vi siete evoluti in un
certo senso, ma non tutti hanno seguito il vostro esempio e di certo
anche a
voi sarà capitato, almeno una volta, di uccidere qualcuno
seguendo i vostri
istinti. Non potete recriminar loro nulla. Siete vampiri e i vampiri si
nutrono
di sangue, certo, sono al settimo cielo del fatto che la mia famiglia
non
uccida nessuno per nutrirsi, ma non possiamo biasimare gli altri che
seguono la
loro natura. Ora ricomponetevi e parliamo.” Rigidamente tutti
ci accomodiamo di
nuovo.
“James
è un segugio, mentre Victoria riesce sempre a
trovare una via di fuga. È grazie a loro che ho scoperto
tutto sulla vostra
natura, dalla trasformazione, al comportamento dei neonati, al richiamo
del
sangue, tutto in pratica. Devo dire che ne sono rimasta molto
affascinata. Loro
mi hanno aperto gli occhi, loro mi hanno fatto capire il vero motivo
per cui
siete andati via, è stato grazie a loro che ho smesso di
odiarvi. Inoltre sono
gli unici amici che ho, gli voglio bene e loro ne vogliono a me.
Emmett, ma
soprattutto Jasper, possono confermarlo.” Entrambi annuiscono.
“Come
fai a conoscerci tutti ed anche i nostri poteri?”
Sorrido in direzione di Rosalie, anzi Rose, mi ha imposto di chiamarla
così.
“Ho
conosciuto altri vampiri, più che altro sono stati
loro a cercare me e prima che me lo chiediate non so chi
sono.” Jasper mi fissa
furente, ops ha capito che mentivo.
“Bugia,
ritenta.” Cerco una via di fuga, ma Jasper mi
fa capire che non posso sottrarmi.
“I
Volturi.” Sussurro lentamente, ma so che hanno sentito
benissimo. Tutti si immobilizzano e smettono di respirare.
“Scusa
cara, potresti ripetere, crediamo di non aver
capito bene.” Inarco le sopracciglia in direzione di mia
madre e lei si porta
una mano alle labbra.
“Avete
capito benissimo. Dicevo i Volturi, Aro, mi
hanno cercata.”
“Cosa?
Come?”
“Un
attimo e vi spiegherò tutto, anche se avrei
preferito evitare.” Sospiro e ripenso al mio incontro con Aro.
FLASHBACK
Era
una giornata come le altre, mi
trovavo a Londra, pare che anche lì ci siano state tracce di
Cullen, ma
risalivano a molti anni prima della mia nascita.
Stavo
uscendo da un bar, avevo
appena finito di fare colazione, e urto una persona. Mi volto per
chiedere
scusa, la mia goffaggine e il mio essere sempre con la testa tra le
nuvole,
sono epici.
Mi
volto e resto immobilizzata.
Pelle
bianca come un cadavere,
talmente lattea da sembrare invisibile. Sorriso tetro e denti affilati
come
lame. Occhi rossi come il sangue. Vampiro.
“Scusi,
non l’avevo vista, avevo la
testa tra le nuvole.” Cerco di regolarizzare il respiro e il
battito del cuore,
non devo farmi assalire dalla paura, non può farmi nulla in
mezzo a tutta
questa gente, si esporrebbe. Maledizione, perché non ho
accettato la proposta
di James e Victoria e non li ho fatti venire con me?
“Oh
non si preoccupi signorina, anzi
la cercavo.” Impallidisco. Cazzo sono morta.
Continuiamo
a fissarci. La sua
faccia non mi piace per niente. Ha i capelli lunghi e neri e un sorriso
mellifluo sul volto.
Sono
morta. Sono morta. Sono morta.
Pur
indossando abiti moderni è
palese il suo appartenere ad un’altra epoca.
Sospiro
rassegnata e mi avvicino di
più.
“Dove
andiamo?” Chiara, diretta e
coincisa. Lui allarga il sorriso e mi guarda con ammirazione. Mi si
avvicina e
mi fa il baciamano. Ai vampiri di certo non si può
recriminare la galanteria. Ridacchio
divertita ma non mi molla la mano.
Se
devo morire, meglio prenderla con
filosofia.
“Sii
veloce ed indolore. Ho sofferto
tanto, almeno la morte voglio che sia piacevole.”
“Mia
cara fanciulla, io non voglio
ucciderla, anzi perché non prendiamo un caffè? So
che ha già fatto colazione,
ma magari una cioccolata calda potrebbe prenderla. Entriamo,
così ci
conosceremo meglio.” Lo fisso sconvolta, vuole prendere una
cioccolata calda
con me? con la sua preda? È un vampiro alquanto strano e
bizzarro, direi buffo.
Forse è meglio che non gli scoppi a ridere in faccia,
potrebbe offendersi e
arrabbiarsi, così annuisco. Mi apre la porta del bar, ci
avviciniamo ad un
tavolo e mi sposta la sedia per farmi accomodare. Lo ringrazio e gli
sorrido. Sarà
anche buffo, ma stranamente mi è simpatico.
“Cosa
vi porto?” Un cameriere dall’aria
annoiata si avvicina per prendere l’ordine. Io fisso curiosa
il mio ospite.
“Una
cioccolata con caramelle mou e
panna per la signorina, un caffè italiano per me.”
Come fa a conoscere i miei
gusti? Aspetto che si allontani il cameriere per colmare i miei dubbi.
“La
osservo da un po’.”
“Anticipa
anche le mie domande.”
“Era
alquanto palese dall’espressione
del suo viso.”
“Può
darmi del tu, in fondo credo di
essere molto più giovani di lei.” Ridacchia
divertito.
“Hai
ragione Bella, sei molto, ma
molto più giovane di me, anche se mi porto bene i miei
millenni.” Tossisco convulsamente
e lui mi batte una mano sulla spalla.
“Cosa
è successo?”
“Non
può dirmi come se niente fosse
che lei ha qualche millennio di vita e pretendere che io non faccia una
piega.”
“Hai
ragione, ma cara, chiamami
semplicemente Aro.”
Ciao
Ragazze, scusate il ritardo, ma come
sapete non aggiorno questa storia in giorni prestabiliti, e come mi
è capitata
solo un’altra volta, avevo leggermente perso
l’ispirazione, dovuta al fatto che
mi sto preparando per la sessione autunnale degli esami. Allora si
capiscono
alcune cose in più. Ma ve lo immaginate Aro che prende un
caffè in un bar? Io proprio
no. Spero di postare il prossimo capitolo entro la fine della
settimana. Aspetto
i vostri commenti, un bacio Mary e buona domenica.