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Autore: eligiuly    30/10/2011    1 recensioni
L'ispettore Lisa Milani è alle prese con la sparizione del proprio capo, il commissario Giordano, come sempre deve fare i conti con casa marito e i problemi di tutti i giorni e questa volta non è più sicura dei propri sentimenti verso Michele...
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non hanno nemmeno il tempo di spiegarsi, fuori sentono dei passi, Grazia li sta cercando.
La poliziotta è una giovane il cui lavoro è principalmente in ufficio; negli anni ha maturato un'accurata propensione per la ricerca e l'analisi dei delitti con l'uso di moderni strumenti scientifici. Ha un passato tormentato e un fratello teppista. Dapprima ha legato molto con Lisa poi, con l'arrivo dell'ispettore Spina aveva intessuto con lui una folle relazione clandestina staccandosi dai compagni fino a quando ha preso consapevolezza del essere stata usata.
Grazia viene incontro ai due ispettori molto provata, la scomparsa del loro capo deve essere stata un'esperienza devastante per molti.
“Hanno chiamato i colleghi della Romanina, hanno ritrovato la macchina di Giordano.”
Grazia singhiozza.
“Cosa stai cercando di dirmi?” la voce di Lisa è un soffio, quasi che le manchi la forza per parlare ed esprimere i timori rimasti nascosti nell'archivio del sotterraneo.
“Qualcuno gli ha dato fuoco”.
Lisa trattiene un'esclamazione di orrore portando una mano alla bocca, poi un principio di capogiro la costringe ad afferrarsi alla manica del giubbetto in pelle di Nanni.
“Non può essere già finita.” Ha la voce rotta, a stento trattiene le lacrime.
“Dai Lisa, non fare così – la riscuote Nanni – non è detto che Giordano fosse stato dentro all'abitacolo mentre andava a fuoco la sua macchina. Andiamo sul posto. Non ci resta altro.”
E l'auto è sul ciglio della strada, delimitata dai nastri bianchi e rossi della polizia.
Alcune pattuglie sono parcheggiate in fila ordinatamente lungo la strada diritta, gran parte dei colleghi presenti sono a lei sconosciuti, è intervenuta sul posto un'altra squadra dovrà prendere contatti, capire cosa è avvenuto, chi c'era e cosa hanno trovato, tutto quello che fa di solito diventa più difficoltoso quando deve interfacciarsi con un'altra squadra.
Nanni si attarda, ha riconosciuto Ale in mezzo agli altri agenti.
“Ho trovato io l'auto” le annuncia orgogliosa, mentre Lisa si drizza all'erta, il discorso le interessa.
Di fronte all'ispettore capo Milani, l'agente Alessandra Panto si da un insolito contegno, è intimidita, dire a Nanni che ha trovato un'Alfa Romeo bruciata vicino ad un canale è una cosa, fare rapporto al superiore di lui è un'altra.
“A che ora siete arrivati?”
“Poco dopo l'ora di pranzo, ci abbiamo messo un po' per capire cosa avevamo davanti, siamo rimasti a perlustrare per qualche minuto..”
Ale è sulla difensiva, tenta ostinatamente di dare spiegazioni, come se avesse commesso qualche madornale errore procedurale. Anche Nanni se ne accorge, nonostante sembra sia assorto a catturare un particolare importante, infatti le chiede a bruciapelo: “Ma che ci facevi sulla Tuscolana? Non è la tua zona questa.”
Diventa rossa, si blocca, balbetta delle scuse e abbassa gli occhi.
Lisa deve intervenire, in quelle condizioni non può esserle utile, fa cenno a Nanni di smettere e la allontana da lui prendendola sottobraccio. Ale è a disagio, abituata a rituali formali, viene sorpresa dal contatto fisico mentre fa rapporto a un superiore. Si volta spaventata verso il fidanzato che con un sorriso complice le consiglia di fidarsi.

“Non badare alla gelosia di Nanni, piuttosto raccontami come siete arrivati in questo posto.”
“C'è stata una segnalazione anonima e visto che io e lui, l'agente Sandri, eravamo in zona, siamo venuti a controllare.”
Lisa fa aria con un braccio, continuando ad intimare a Nanni di tenersi alla larga, che si arrangiasse in un altro momento con lei per chiederle cosa faceva lì in servizio, dimentico che nello stesso momento stava con lei a baciarsi in archivio.
“Ottimo lavoro Ale. Posso chiamarti Ale vero? Io avrei ancora bisogno del tuo aiuto prezioso.”
“Comandi ispettore.”
“Bene, dopo mi dirai cosa avete trovato nella macchina del commissario, ma ora ti devo chiedere un favore.” Lisa si guarda attorno, poi parla piano per non farsi sentire troppo dagli altri colleghi. “Ho bisogno di rintracciare il luogo da dove proveniva la telefonata anonima in tempi brevissimi, credi di potercela fare?”
Ale è in grado solo di far sì con la testa, tanto sente su di sé il momento solenne.
“La vita del commissario Giordano dipende anche da quanto velocemente e con discrezione saprai darmi questa informazione.”
Le due donne si salutano formalmente, poi Lisa nota alcuni segnali di Nanni, intento a parlare al cellulare: “Era Grazia, l'ultima telefonata a Giordano è stata fatta da un apparecchio pubblico in un locale del centro di Fregene.”
Ale è ancora a pochi passi, affascinata dal loro modo di procedere con le indagini, non bada ai colleghi intenti nei propri compiti, rimane semplicemente ad ascoltare. Lisa si raccoglie distrattamente i capelli, gesto che fa abitualmente quando cerca di catturare un pensiero.
“Fregene? Però è strano...”
“Giordano aveva una casa a Fregene” la incalza lui, seguendo il filo del suo ragionamento.
“E stava concludendo un accordo per affittarla, ti ricordi il contratto sopra alla sua scrivania?”
Lisa è pensierosa, come sempre l'ovvio la convince poco.
“Sì, ma che senso ha tutta questa storia. Alberto affitta l'appartamento e poi viene rapito?”
“Forse no, ma io andrei comunque a fare un salto a Fregene, se non altro per cercare eventuali testimoni della telefonata.”
In quel mentre si avvicina l'arcigno ispettore Pasquano accompagnato da un agente dai capelli scuri pettinati perfettamente col gel in un grosso ciuffo tutto a destra e che osserva Ale e i due ispettori con aria colpevole.
“L'agente Sogno aveva delle informazioni importanti.” esordisce Pasquano, comandante della squadra sopraggiunta sul posto per i rilievi.
“Dica” risponde Milani incoraggiante.
“Eravamo io e l'agente Panto casualmente ehm a passare da queste parti.”
“Sì, questo lo abbiamo appena appurato.” basta che si sbrighi perché facciamo notte.
“Poco prima che ci informassero della telefonata anonima, io avevo già notato delle strane emissioni di fumo provenienti da questa parte.”
“L'hanno incendiata poche ore fa allora.”
“Precisamente” aggiunge l'agente soddisfatto di aver compiuto fino in fondo il proprio dovere.
Ma avevano perso anche troppo tempo. Lisa voleva essere a Fregene prima del tramonto, praticamente un'impresa impossibile in quel pomeriggio di novembre.
Mentre raggiungono la moto e si allacciano i caschi, Nanni chiede a Lisa “Credi che quel Sogno stesse pomiciando con la mia ragazza mentre davano fuoco all'Alfa Romeo di Giordano?”
“E' una possibilità Nanni, la stessa possibilità che alla medesima ora in un posto diverso noi due stessimo facendo la stessa cosa.”
Si interrompe e appoggiandogli una mano sul braccio gli dice: “Se io fossi in te minimo minimo mi farei vedere geloso, la ragazza è intelligente potrebbe pensare che tu ti sia invaghito del tuo capo.”
Nanni apre la bocca per parlare, poi la richiude scuotendo la testa e avvia il motore, avrebbe pensato più tardi ad Alessandra.

Il bar segnalato da Grazia si trova sul lungomare di Fregene in prossimità di uno dei bagni della spiaggia. Dato che la stagione è finita da due mesi, è uno dei pochi locali rimasti aperti, pieno di avventori del posto e che si conoscono tutti per nome.
Non avrebbe dovuto essere un'impresa tanto difficile scoprire chi era venuto a telefonare la sera precedente.
“Cosa vuole che le dica ispettore, qui c'è sempre la fila al telefono, è l'unico locale aperto con un posto pubblico per telefonare e i cellulari qui non prendono, in genere sono ragazzi che vengono a chiamare la fidanzata. E' per questo che qui fuori c'è sempre la coda. Ma a me va sempre bene, nell'attesa ci scappa sempre un paio di birrini.”
“Anche ieri sera erano solo ragazzi a chiamare le rispettive fidanzate?” Lisa insiste per farlo ricordare se ha notato qualcosa, le basterebbe un unico insignificante particolare, poi lei avrebbe saputo farne un indizio.
“Sì, i soliti.”
Un po' delusi dal buco nell'acqua, chiedono informazioni su come raggiungere la seconda casa di Giordano: un senso dovevano pur darlo alla trasferta a Fregene.
Riprendono la Ducati di Nanni e percorrono all'indietro il viale del lungo mare fino a intravvedere la prima area residenziale. L'indirizzo corrisponde a un condominio bianco di sei appartamenti inserito in un piccolo borgo di una decina di altri condomini simili; all'ingresso, appena oltrepassato il cancello, la guardiola con il portiere.
“L'alloggio del Commissario Giordano? Il primo a destra, secondo piano.”
Il portiere ha la custodia delle chiavi, non è difficile accedere al bilocale arredato in maniera semplice ed essenziale, con l'azzurro come colore predominante di pareti e pavimenti.
Nanni e Lisa si mettono subito all'opera perlustrando mobili e cassetti alla ricerca di un qualsiasi indizio, magari lasciato da Giordano stesso.
In camera il letto è disfatto, come se qualcuno sia passato da poco tempo a dormire lì. Nanni le sorride: “Forse il nostro capo aveva una doppia vita.”
Ma lei non trova la battuta divertente.
“Ma non lo vedi che ritmi facciamo tutti i giorni? Riusciamo a malapena a gestire una famiglia, io almeno mi affanno tutti i giorni e ci riesco malamente, figuriamoci se Giordano aveva il tempo per intraprendere una seconda relazione...”
Seguono alcuni minuti di silenzio.
Lei è in ginocchio a controllare i cassetti inferiori di un piccolo armadio mentre lui rovista tra i comodini, entrambi non trovano niente di anomalo.
Ma il silenzio disturba molto di più Lisa delle parole inutili e inizia così a punzecchiarlo.
“Dai Nanni, fammi sentire un po' la tua scenata di gelosia. Cosa dirai ad Alessandra stasera? Mica puoi far finta di niente!”
Lui ci pensa un po' su, l'espressione di uno che sta per scoppiare a ridere e camuffa la migliore espressione seria: “Scusa, ma cosa ci facevi col ciuffo a banana del tuo collega sulla Tuscolana?”
“No, no, non ci siamo” lo prende in giro apertamente; il gioco piace ad entrambi, anche se Nanni è un pessimo attore “non sei credibile quando ti arrabbi.”
Lui glissa la risata, invece rincara la dose: “Ma davvero, secondo te stavano a pomiciare in servizio?”
“Forse sì, o più probabilmente no...”
“Che intendi dire?” Nanni ha in mano alcuni scontrini che mescola nervosamente come fossero carte da gioco.
“Intendo dire ispettore Fortuna che l'agente Panto voleva solamente farle credere di aver avuto una sbandata con l'agente... fammi un po' ricordare.. ah sì Sogno...”
“Ottima deduzione” Nanni ha sollevato il naso dalle ricevute che faceva finta di controllare “Ma che ne dice della reazione avuta dall'ispettore Milani, l'ispettore Fortuna non se ne capacita tuttora.”
“Vedi Nanni, mi dispiace, io” e mentre balbetta una spiegazione si accorge degli scontrini in mano di lui, glieli toglie per controllarli sul serio, ce n'è uno della sera precedente con timbro Bar Centrale ore 20,15. “Bingo!” esclama.
Poi, dalla faccia disorientata di lui, si ricorda dell'ennesimo discorso di scuse che stava improntando.
“Sto passando un periodo un po' strano con Michele, a volte mi sento disorientato, vedi prima mi hai preso alla sprovvista. Mi dispiace, non volevo illuderti un'altra volta e rovinare la tua storia con Alessandra”
Il telefono suona e i due sembrano ancor di più in imbarazzo, la fastidiosa suoneria sincopa ha interrotto un istante irripetibile.”
Lisa rimane a non più di venti centimetri da lui e attende con pazienza che risponda.
“Pronto Ale? Si siamo ancora a Fregene, non credo staremo qui ancora per molto. Vuoi parlare con Lisa? Sì è qui con me, ma se è per la telefonata anonima puoi riferire a me. Aspetta...” Prende un pezzo di carta e scrive un numero di telefono, lo sottolinea più volte prima di aggiungere a lato Bar Centrale, Fregene. E' il terzo indizio che porta allo stesso locale, un po' troppe le coincidenze tutte in una volta. Ma non può mettere giù, deve fare il suo dovere di fidanzato geloso.
Si allontana qualche passo da Lisa per non correre il rischio di mettersi a ridere in un momento così solenne, si volta verso la finestra e parlando sottovoce le chiede: “Ale, sei sicura di essere andata solo di pattuglia con quel tuo collega di prima?”
La risposta è un'esplosione di improperi, tanto che Nanni, allucinato, è costretto ad allontanare l'altoparlante del cellulare girandolo in direzione di Lisa per farle sentire l'esplosione risentita.
“Senti Ale, ho capito che vuoi attaccare briga stasera, io starei ancora lavorando, ne parliamo dopo o quando ti sarai calmata.”
Nel mentre Lisa apre la porta del bagno, lì si nota il passaggio di qualcuno intenzionato ad incastrare il commissario: vestiti da donna lasciati in giro, un paio di mutandine appese al lampadario e dei preservativi colorati schierati sopra alla lavatrice. La persona aveva commesso un unico errore: erano tutti oggetti nuovi, appena comprati, messi apposta per causare uno scandalo.
Recupera un sacco nero della spazzatura e ripulisce la stanza.
“Che hai intenzione di fare?” chiede lui preoccupato, entrambi consapevoli che quel gesto significa alterare delle prove.
“Li tengo, forse un giorno li mostrerò a Farnese come prova che qualcuno vuole depistare le indagini e infangare la reputazione di Alberto. Per il momento solo io e te abbiamo visto e ce lo teniamo per noi.”
Chiudono l'appartamento senza riconsegnare le chiavi al portiere, in mano di Lisa saranno al sicuro e si eviteranno oltre manomissioni.
“Torniamo al bar?” Chiede Nanni perplesso, fuori è diventato buio fitto, altre indagini si sarebbero rivelate difficoltose per entrambi.
“Lasciamo stare, torniamo a casa. Piuttosto posso chiederti un favore?”
Lui si illumina, solo la parola favore gli fa immensamente piacere: “Certo.” le risponde porgendole il casco rosso che ha comprato appositamente per darle un passaggio ogni volta.
“Vorrei portare io la moto.” le chiede seria.
Sente il bisogno di scaricare rabbia e tensioni accumulate durante la giornata.
La lascia sistemarsi come vuole e poi le si aggrappa dietro.
In quel preciso momento Lisa capisce di aver fatto una sciocchezza, che sentirlo aggrappato le avrebbe tolto il respiro per tutto il viaggio. Ma lui capisce la sua esitazione e, mentre la frenesia lo divora dentro, le urla quasi distaccato “Vai tranquilla, sarò un gentiluomo.”

  
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