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Autore: Amore    30/10/2011    2 recensioni
La famiglia Cullen vive la sua vita spensierata ormai da troppo tempo. Ora è tempo che nuovi inattesi personaggi entrino nella sua vita, sconvolgendola ancora una volta. Sarà stata la sfortuna di Bella a mettere di nuovo in pericolo la sua famiglia?
Una cosa è certa, tutto quello che la Meyer ha lasciato in sospeso lo risolverò io con una travolgente e insensata storia d’amore. Buona lettura popolo di Efp ^^
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Renesmee Cullen, Sorpresa, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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[Dedico questo capitolo a BlueWinter, che puntualmente mi riempie di gioia con le sue recensioni ^^]





Capitolo4: CHI TROVA UN AMICO TROVA UN TESORO. MA CHI TROVA 9 VAMPIRI E UN LICANTROPO..?
 



Ripresi coscienza in un bosco, ero disteso su un prato dove alti alberi mi circondavano. Mi misi a sedere, la testa mi girava un po’ e non riuscivo a ricordare cosa mi fosse successo. Respirai con calma l’aria frizzante della mattina e controllai di non essermi ferito.
“Che cosa sciocca!” pensai.
Mi guardai in torno.. dov’ero? Perché ero li? Dov’erano Cat e Tom?
Mi bastò un battito del mio cuore per ricordare tutto.
Vampiri.
Ci avevano trovati.
Cat e io.. mai più.
«Cavolo sono morto..» mi misi una mano tra i capelli. «..e questo cos’è? L’inferno o il paradiso?»
Mi alzai in piedi e iniziai a camminare. «Non fa ne freddo, ne caldo qui.. e in questo luogo non c’è nessuno.»
Toccavo le foglie e i tronchi ma non sentivo niente; il piacere dei sensi era fuori gioco in quella dimensione. Ad un certo punto entrai un una raduna piena di margherite. Arrivato a metà della distesa bianca e gialla vidi uscire, dal fitto della foresta, una gazzella. Era bella, dai colori caldi e familiari; piano piano si avvicinò a me e si fece accarezzare il muso.
Ero così concentrato a non spaventarla che non mi accorsi dell’enorme orso che entrò nella raduna. Impaurito feci un passo indietro ponendomi tra i due animale. Volevo proteggere la gazzella, ma un pensiero fece capolinea nella mia mente: “Avevo ancora la mia forza e la mia velocità?”
Stranamente però l’orso non ci attaccò ma si sedette solamente sul prato di fronte a noi. Il pacifico animale fu seguito da una volpe che si accuccio tra le sue zampe. Poi la mia attenzione fu catturata da un’altra coppia di animali: una pantera e un leone che fianco a fianco avanzavano verso di me. Mi fissavano, ma non come i cacciatori con le loro prede. La pantera si stese poco lontano dall’orso, mentre il leone rimase immobile al suo fianco. I due furono seguiti da un leopardo che si avvicinò disinvoltamente al leone. Per concludere nella raduna fece il suo ingresso anche un lupo.
“Ma cosa stava succedendo?”
Io e la gazzella rimanemmo immobili d’avanti a quella scena. Mi girai per vedere dov’era e mi accorsi che aveva incominciato a camminare verso la strana compagnia.
«No..ferma!» Misi una mano sulla sua groppa senza riuscire a fermarla. Lei si avvicinò al leopardo e poi si accuccio vicino a lui poggiando il muso per terra.
Io ero pietrificato.
Un orso, una volpe.. una pantera e un leone.. un leopardo, la gazzella.. e un lupo con sopra un coniglio?
“Ma cosa diavolo stava succedendo?”
Carnivori ed erbivori che coesistevano senza violenza; questo doveva essere il paradiso. Sorrisi dentro di me.
«Ehi ragazzo perché ridi?» mi chiese la volpe.
«Come voi sapete parlare?»
«Si. Sembra strano ma sappiamo parlare» rispose il leone.
«..dimmi ragazzo come mai sei qui?» disse la pantera.
“Perché ero li?” che domanda era, io ero morto.. se no dove mai avrei potuto parlare con degli animali?
«Per piacere potete spiegarmi dove sono? E chi siete voi?»
«Ragazzo dicci il tuo nome.» parlò l’orso.
«Io mi chiamo Leonardo.. ora..»
«Bene Leonardo, è un piacere conoscerti. Però fatti dare un consiglio da chi è più furbo di te, sembri veramente  uno stupido se non riesci a capire cosa siamo..» disse la volpe che si era alzata e si stava avvicinando a me. Era bellissima e il suo pelo brillava alla luce del sole. «Secondo te io cosa sarei?» mi chiese quando ormai era ai mie piedi.
Sgranai gl’occhi e poi risposi «Una volpe..» lei mi guardò male. Io alzai le mani «..una bellissima volpe!» dissi.
«Bene ragazzo vedi che quando vuoi sai essere intelligente..»
«Ma..» iniziai ad avere dei dubbi, la situazione era troppo irreale.
«Ragazzo non ti devi preoccupare, noi siamo degli animali tranquilli che vivono la loro vita in questo bosco» disse il leopardo.
«Ehi Leo.. » il lupo attirò la mia attenzione «..dimmi come sei finito qui? »
«Non lo so.. »  risposi «penso di.. scusatemi ma dove siamo? Cioè voglio dire.. » Perché non rispondevano mai alle mie domande, sembrava che mi stessero sottoponendo ad un interrogatorio.
«Ragazzo forse se ci racconti la tua storia, potremmo aiutarti! » Disse la gazzella mentre mi fissava. Di lei sentivo di potermi fidare, però alzai gl’occhi al cielo per interrompere quello scambio di sguardi.
«Io sono.. » incominciai a parlare, ma poi sentii una cosa strana: dei brusii che venivano dal cielo e non dagli animali, anche se le voci erano le stesse.
-Il ragazzo non ci dirà niente..- ORSO
-Non chiamarlo così, ti ha detto che si chiama Leonardo - PANTERA
-Sono d’accordo con Mr Bear- LUPO
-Ed..- PANTERA
-Bella non lo so, questo ragaz.. cioè Leonardo riesce a controllare i suoi pensieri.. ci sono dei muri, alcune cose le pensa ma non le dice.. non riesco a sentire tutto- LEONE
-Alice e tu non vedi niente?- VOLPE
-No, anche se mi concentro lui crede di essere morto- GAZZELLA
-Io invece credo che lui si sia accorto di noi..- LEOPARDO
-Cazzo..- ORSO e LUPO
«Uscite subito dalla mia testa» urlai.
«Amore basta così» Il leone parlò e la visione finì. I miei sensi tornarono, intorno a me sentivo nove respiri e tre cuori battere. Intorno a me c’erano sei vampiri, un umano e due semivampiri.
Nello stesso istante in cui aprii gl’occhi mi misi accovacciato pronto a difendermi. Erano tutti di fronte a me e, quando si accorsero che avevo ripreso conoscenza, fecero tutti un passo in dietro.
«Leonardo non vogliamo farti del male» disse il leone, istintivamente ringhiai.
«Aspetta.. » aveva le mani alzate «Mi chiamo Edward Cullen e questa è la mia famiglia. Io e mia moglie, Bella, ti abbiamo trovato nel bosco. Eri ferito e abbiamo pensato di portarti a casa nostra per curarti. »
«Leonardo non vogliamo farti del male» disse la pantera, cioè Bella.
«Ovviamente se non ti fidi di noi puoi andartene non ci offenderesti» disse la volpe. Accanto a lei due uomini iniziarono a sogghignare.
«Rosali non trattarlo così. Leonardo capisco che non è facile fidarsi di un gruppo di estranei però forse sarebbe meglio per te rimanere ancora un po’ a letto.. » lo sguardo della gazzella cadde sulla mia gamba.
Io lo seguii, “Oh cristo mi avevano messo un gesso!” sgranai gl’occhi.
«Si ti sei fatto veramente male» disse Bella «Cosa ti è successo? »
Io non li stavo più ascoltando, con la mano toccai la fasciatura che mi avevano fatto sul petto. Mi avevano fasciato e ingessato, questo voleva dire che non si erano accorti di niente. Dentro di me tirai un sospiro di sollievo, questi vampiri non sapevano nulla e mi stavano aiutando solo per ero in difficoltà.
Alzai gl’occhi verso di loro, erano tutti giovani e belli, ma pur sempre vampiri; possibile che avessero questi sentimenti? Era vero tutto quello che vedevo, mi volevano solo aiutare.
Improvvisamente sentii qualcosa nella mia testa, qualcosa di fastidioso e poi ricordai:
-Bella non lo so, questo ragaz.. cioè Leonardo riesce a controllare i suoi pensieri.. ci sono dei muri, alcune cose le pensa ma non le dice.. non riesco a sentire tutto- LEONE
Alzai lo sguardo su Edward «Finiscila di entrare nella mia testa» Non lo dissi arrabbiato, ma solo infastidito.
«Ma come.. »  disse il leopardo.
«Non lo so Jasper.. » rispose Edward.
Tutti erano rimasti scioccati da quello che avevo detto. Vidi Edward dissentire con la testa a qualche pensiero altrui. Dovevo andarmene da quel posto. Mentre i vampiri continuavano a guardarmi, provai a scendere dal letto, ma con il gesso, che era veramente ingombrante, il mio equilibrio era precario. Ovviamente non potevo togliermelo, avrei di sicuro sollevato dei dubbi ai miei gentilissimi mostri, ed era meglio per me rimanere nell’anonimato.
Nel momento meno opportuno il mio stomaco brontolò.
Qualcuno alle mie spalle rise a bassa voce e ruppe la tensione che si era creata.
«Leo hai fame? » Una voce che non avevo mai sentito, parlò. Mi voltai, una ragazza, che poteva avere più o meno la mia età, mi sorrideva dolcemente.
 

«Leonardo vuoi mangiare qualcosa di particolare?» mi chiese Bella.
Non so come e non so perché, avevo deciso di fidarmi di quella strana compagnia di vampiri. Forse per la fame, o perché non mi erano sembrati pericolosi. Ero seduto su uno sgabello in cucina e aspettavo il cibo preparato dalla vampira e l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era: “Questi non mi sembrano normali?”.
Di gente stramba ne avevo vista in giro per il mondo, infondo io appartenevo a una specie che non doveva neanche esistere. Ma loro.. cioè.. questi vampiri erano veramente strani!
Per esempio, quella non sembrava affatto la casa di un vampiro. Io non avevo tutta questa esperienza, avevo visto solo quella di Rabus, un egiziano ultra centenario che viveva in una piccola piramide, però dai racconti di Tom mi ero fatto un idea approssimativa. I vampiri – che normalmente non gradivano rimanere nello stesso luogo per tanto tempo, e quindi una casa non c’è l’avevano- possedevano case anonime, molto essenziali e soprattutto dislocate in luoghi del tutto disabitati e difficili da raggiungere.
Loro invece avevano una casa enorme, molto spaziosa e ben arredata. Tutto sembrava costoso e prezioso, partendo dal piano forte in salotto finendo alla jaguar che, parcheggiata sul vialetto di casa, avevo intravisto dall’enorme vetrata. Seduto in cucina sentivo i rumori dell’autostrada, chi sa se questi vampiri conducevano una vita normale. Cioè da normale vampiro.
«Leo..» Renesmee attirò la mia attenzione.
Lei seduta accanto a me aveva appoggiato la sua mano sul mio braccio. Quel contatto così ingenuo e spontaneo mi fece venire la pelle d’oca. Non so spiegarne il motivo, in quella casa i miei sensi- anche i più acuti- venivano continuamente manomessi. Infatti non provai paura, né pensai di sottrarmi a quel contatto allontanandomi. Qualcosa di diverso emerse in me, quella ragazza mi affascinava, dalla prima volta che l’avevo vista avevo capito che era speciale (per me o per il mondo questo non era importante per ora). Sta di fatto però che la sua temperatura contribuì a scatenare i brividi, io ero caldo mentre lei..no. Ovvio era una vampira, sia nell’aspetto che nella bellezza. Però Renesmee aveva qualcosa di più…, era bella.., ma non come un vampiro, la sua era una bellezza che sentivo tangibile, reale e non solo frutto di una trasformazione.
I suoi capelli ramati le scendevano ribelli sulla schiena che apriva le porte sul suo corpo perfetto. Le sue labbra erano chiuse in un piccolo sorriso. Chi sa che sapore avevano..Mi bloccai cosa stavo pensando? Sbattei più volte gl’occhi per cacciare via quel pensiero. Difficile fu poi incontrare il suo sguardo, e ancora una volta non so darmi un perché. Sinceramente non so descrivere neanche cosa provai. Dentro di me una marea di emozioni portavano una spumosa confusione.
“..forse ero rimasto anche un po’ per lei.”
(Eh chiudiamola qui che è meglio!)   
Le sorrisi involontariamente e poi mi girai verso Bella.
«No grazie.. qualsiasi cosa fa bene, basta che sia ben cotta.» le dissi con la massima gentilezza.
Lei educatamente mi sorrise prima di rivolgersi alla ragazza al mio fianco: «Nessi tu invece cosa vuoi?»
«Carne.. al sangue»disse.
Io mi irrigidii. “Cosa stavo facendo?” Ero in una casa di vampiri e stavo per mangiare con loro. Forse facevo prima a mettermi un po’ di sale in testa e a sedermi su un vassoio. “Sono pronto.. venite a mangiarmi!”
In cucina fece irruzione Alice, la gazzella. «Leo non ti preoccupare, non ti faremo del male.. sappi che puoi andartene quando vuoi non sei obbligato a rimanere qui..» i suoi occhi mi tranquillizzarono, ma non del tutto. Feci un lungo respiro e mostrai un sorriso tiratissimo.
“Sarei scappato stanotte. È sempre meglio non fidarsi dei vampiri, e poi dovevo finire quello che avevo iniziato.”
Sentii Nessi e Bella ridere del mio finto sorriso e mi rilassai.
Non riuscivo ancora a capire il perché ma questa stana compagnia mi faceva sentire a mio agio. Erano vampiri cavolo!
«Allora.. mi volete dire cosa vi devo cucinare» chiese per l’ennesima volta Bella.
 Io guardai prima Alice poi Nessi e con un sorriso risposi: «Carne per piacere. Al sangue per la signorina e ben cotta per me.»
«Bene!» Bella si girò e incominciò a giocare con i fornelli.
«Mamma sicura che vuoi cucinare tu? Posso benissimo farla io.. » Nessi si era sporta per parlare con sua madre.
Aspettate un attimo..
SUA MADRE??
Come poteva essere sua madre? Era un semi-vampiro.. forse.. no non poteva essere!
Nella mia mente cercavo qualcosa che potesse portare chiarezza a quello che vedevo. Io mia l’avevo persa poco dopo il parto, per lei però avevano trovato il modo per salvarla. Ma era lei la sua vera madre o era solo qualcuno a cui Nessi era molto affezionata? Esisteva la soluzione o no?
«Nessi, anche se non ci vuoi credere prima ero una brava cuoca.. solo che ora ho perso l’abitudine. Da quando tuo padre ha iniziato a viziarti con tutte quelle cose italiane, non ho cucinato più. Ma fidati.. che..»
«Mamma quella non è carne da fare sulla griglia!» disse Nessi nello stesso momento in cui si alzò, fece il giro dell’isola per raggiungere sua madre. Io un po’ frastornato dai miei pensiero le guardavo: madre e figlia. Era possibile? Cos’era che mi scatenava tante domande la curiosità o l’invidia? Cacciai subito quel pensiero dalla mia testa. Di sicuro era la curiosità; mia madre non l’avevo mai conosciuta e la figura genitoriale era stata subito sostituita da Tom (almeno in parte).
«Se vuoi ti racconto la loro storia?» disse Alice che si era seduta al posto di Nessi.
Io scossi la testa. Non volevo essere invadente, anche se la curiosità era tanta. Bella e Nessi che ci avevano sentiti si girarono.
«Oh Leo non è una storia poi così affascinante..» disse Nessi che mi sorrise dolcemente.
In cucina l’aria era tranquilla sembrava una chiacchierata tra vecchi amici. “Oh mi dio non ci potevo ancora credere che stavo facendo amicizia con dei vampiri!”. Dal salotto veniva una strana tensione, no pensante solo presente.
«Questo fallo giudicare a lui..» disse Alice ridendo.
«Basta voi due, non vedete che lo state facendo spaventare..» disse Bella che con un coltello in mano e la padella nell’altra stava gesticolando.
«Bella mi sa che la più terrificante sei tu. Perché non metti giù quel coltello e quella pentola, lo so che in questa casa siamo più o meno tutti a prova di bomba però con la fortuna che ti ritrovi.. » nella cucina entro il lupo.
Non riuscii a trattenere le risate.
«..spiritoso come sempre Jake!»Bella posò i suppellettili mentre faceva una linguaccia al lupo.
I casi più strani che stuzzicavano la mia curiosità, erano in quella stanza. La ragazza e il lupo, cioè Jake. Gli altri erano vampiri tranne una donna che era stata allontanata da me appena avevo messo il piede e il gesso per terra. Jake aveva iniziato a sbuffare e la giovane ragazza aveva acconsentito a tornare a casa.
«Leo ti presento Jacob..» disse Alice. Io senza rendermene conto mi alzai e gli porsi la mano. Okei stavo diventando stano anche io. Perché mi presentavo al nemico?
Appena la mia mano tocco la sua, avvertii il calore che irradiava il suo corpo. Non era per niente normale questo! Vampiri e semivampiri avevano una bassa temperatura corporea.
«Tu non sei un vampiro.» dissi guardandolo negl’occhi.
Lui mi sorrise.«Già..» poi si passo una mano tra i capelli corti.
«Ma allora come..il tuo cuore batte troppo veloce?» dissi. La voglia di sapere si stava impossessando di me.
Lui però non mi rispose. Io che ormai mi ero rimesso a sedere guardai Alice in cerca di verità.
«Lui è un licantropo..» disse ad occhi chiusi.
«Alice!»gridarono insieme Bella e Jacob.
Si stavano per arrabbiare. Ma non con me..
«Oh dai non mi guardate in quella maniera.. ti assicuro Jacob che alla fine glielo avresti detto tu stesso. Questo ragazzo non sa cosa vuol dire la parola no!» rise Alice guardandomi.
Io arrossii. Come faceva a saperlo? Dovevo preoccuparmi? Si, erano pur sempre dei vampiri.
«Basta ragazzi lo state facendo impazzire..» nella cucina entro Edward.
“Bene un altro vampiro a sorvegliarmi!”
«..non ti preoccupare sono solo di passaggio.» disse lo strano vampiro che mi aveva letto nella mente.
«Scusa non volevo essere così scortese.. e che voi siete veramente tanti» dissi per giustificarmi.
«Non ti preoccupare. Leonardo.. » il vampiro che era appena entrato attirò la mia attenzione « io non sono bravo quanto te a trattenermi, ti prego, sono troppo curioso, spiegami come hai fatto a capire che io riesco a sentire quello che le persone pensano?» disse Edward che si era avvicinato a Bella e le aveva stretto dalla vita.
Io lo guardai, era un ragazzo molto giovane, non dimostrava più di vent’anni. Sembrava una persona buona (per quanto lo possa essere un vampiro), tranquilla e pacata. Che fosse tutta apparenza? Il mio istinto mi diceva di fidarmi di loro; sorrisi e pensai “ Questa te la concedo!”
Quando vidi Edward sorridere incominciai a parlare. «Non so se è una mia abilità, so solo che quando mi trovo per tanto tempo insieme a un vampiro e questo mi sottopone ripetutamente al suo “potere”.. » dissi facendo le virgolette con le mani «..il mio corpo inizia a riconoscerlo e la mia mente capisce più o meno di cosa si tratta.»
«Che bella variante.. noi conosciamo un vampiro che riesce ad identificare il talento di un vampiro solo standoli a pochi metri di distanza» disse Edward. Io sorrisi. «È affascinante la tua abilità sembra quasi uno scudo di difese fisico e mentale.. il tuo corpo dice alla mente da cosa si deve difendere.. »
«È  un bellissimo potere» disse Bella sorridendomi.
«Ne hai individuati altri?» chiese Edward.
Annuii «Bella, per esempio.. se da tutti o percepito qualcosa.. più o meno fastidiosa.. da te invece niente, sembri incorporei non presente. Che potere hai?» chiesi.
«Sei perspicace» disse lei con un sorriso a trenta due denti «Io posso creare un scudo, gli attacchi mentali con me non hanno effetto.. sono impenetrabile» disse puntandosi il dito sulla testa.
«Che strano.. il suo era l’unico che avrei giurato no saresti riuscito a capire» disse Edward.
«Scusami Leo ma se da Bella non hai sentito niente perché non hai pensato che non avesse alcun potere? » mi chiese Jacob il licantropo.
«Perché Bella non la sento, cioè quando penso a lei percepisco solo il vuoto. Il vuoto è qualcosa, non è niente. Per farti capire, quando mi sono trovato vicino all’orso.. che non so come si chiama.. ho sentito che c’era qualcosa di pesante. Quel vampiro penso non abbia nessun potere.. sbaglio?» dissi rivolgendo la domanda un po’ a tutti.
«Sbagli.. lui è molto forte»rispose Nessi.
Chiusi gl’occhi e alzai le spalle.
«Però c’è da dire che lo aveva quasi capito, ha detto che ha sentito “qualcosa di pesante”.. voglio vedere quando devi togliere Emmet dal divano se non devi spostare qualcosa di molto pesante..» disse Jake.
Bella accanto a lui rise.
«Forse..» iniziò a dire Edward.
«Ed non credo che sia come tu l’hai descritto tu.» disse Alice.
«Già..» iniziai a ridere e misi una mano tra i capelli «Non so come funzioni esattamente.. so solo che accade, a volte ci azzecco, altre invece capisco fischi per fiaschi. »
Tutti iniziarono a ridacchiare.
«E il mio hai capito qual è?» chiese Nessi.
«Non ne sono sicuro..»Alzai gl’occhi in alto e mi misi le dita sotto il mento. «Se posso indovinarlo vuol dire che mi ci hai sottoposto.. forse centra qualcosa con il sogno che ho fatto.. Quando ho riaperto gl’occhi tu eri l’unica di cui non avevo sentito la voce.. quindi cosa fai.. sai far sognare la gente?» le chiesi sorridendo.
«Ci sei andato vicino.. riesco a creare delle immagini nella mente delle persone.. però ho bisogno di toccarle.» Questo potere era veramente bello!
«Affascinante ha capito anche quello di Renesmee..» disse Bella.
«..qualcun’altro?» Chiese Edward.
Mi guardai intorno, mancavano il licantropo e Alice.
«In questa stanza no..»
«E allora Leo mi dispiace ma non sei così bravo come pensavo..» disse Alice.
«Cosa sai fare tu?» le chiesi in segno di sfida.
Tutti nella stanza sorridevano.
«Io posso vedere il futuro» lei lo disse e io sgranai gl’occhi.
«Ma perché fanno tutti questa faccia..» disse il lupo, cioè Jacob.
«WOOOOW» urlai. Mi alzai in piedi. «Giuro il tuo è il più figo! Non ho mai sentito di qualcuno che potesse vedere nel futuro.. e dimmi cosa vedi nel mio?»
«Emh Leo non è così facile..» disse Alice che si era fatta piccola piccola sulla sedia.
«Leonardo, Alice riesce a vedere le conseguenze delle nostre scelte, il futuro non è un scienza esatta, non potrà mai esserlo..» mi spiegò Edward e vidi che mentre parlava strinse ancora di più Bella a se «.. quello che noi scegliamo di fare si avvererà. Solo che Alice lo vede in anticipo.»
«Ho capito ma ho una curiosità, puoi controllare solo una persona alla volta?»
«No, io posso controllare il mondo intero!» disse Alice alzandosi in piedi e aprendo le braccia.
«Non fare la spavalda..» disse Jacob «Ovviamente, come ogni cosa se esagera inizia a non “vedere” più tutto quello che potrebbe vedere.»
Io sorrisi e la chiacchierata si concluse li.
Edward ne approfitto per dire una cosa nell’orecchio a Bella e poi uscire dalla stanza dopo averci salutato. Bella riprese a cucinare e Nessi si sedette di nuovo a tavola cambiando posto e iniziando a parlare con Jacob.
Io non so perché ma mi sentii in dovere di confortare la piccola vampira. Così, piano e senza attirare troppo l’attenzione, mi avvicinai ad Alice e sottovoce le dissi «Non ti preoccupare il tuo rimane comunque il più figo.» e le sorrisi.
 

Dopo una mezz’oretta in cucina eravamo rimasti solo io, Nessi e Jacob per cenare. Bella dopo aveva preparato tre porzioni generose di carne e patate si era defilata. Come sospettavo non era una brava cuoca, Cat sapeva cucinare decisamente meglio.
 Mentre mangiavo la mia attenzione fu attirata continuamente da Nessi. Non riuscivo a spiegarmi perché ma il mio sguardo cadeva sempre su di lei, forse spinto dalla curiosità o forse per qualche altro motivo che la mia mente in quel momento non si sforzò neanche di cercare. Lei era una semi vampira, proprio come me, ma non mi somigliava affatto. Le sue tonalità si avvicinavano molto a quelle dei freddi, mentre io rimanevo su quelle umane. Aveva un corpo slanciato con delle curve molto morbide che ricordava le modelle sulle patine dei giornali, un cliché per i vampiri. Una pelle candida e vellutata che sembrava dura come la roccia. Una voce dolce e melodiosa che poteva essere scambiata per quella di un soprano dell’opera. Ma ciò che mi incantava di più non era la sua voce o il suo corpo (che, c’è da dire, per essere il corpo di un demone, o di un semidemone, era veramente molto sexy) ma il suo viso. Da una folta criniera di capelli ricci spuntava una viso tondo dalle guance imporporate. Le sue labbra morbide disegnavano un timido sorriso.  Era affascinate vederla li seduta di fronte a me che guardava il mondo con quei suoi occhi color cioccolato, l’unico segno tangibile della sua diversità.
“Questi stani vampiri..”
Edward, Bella, Alice, Jasper, Rosali, Emmet, Nessi.. e anche Jacob. Mi avevano aiutato senza chiedere niente in cambio. Gentilmente mi avevano offerto un pasto caldo e un letto dove dormire, di certo ci si poteva fidare di questa famiglia. Però ovviamente..
Erano solo l’eccezione che confermava la regola.
I vampiri erano pericolosi e lo sarebbero stati sempre, anche se questi sembravano un po’ addomesticati. Sorrisi a quel pensiero.
Ero seduto su uno sgabello nella loro cucina e sembrava che la mia presenza non turbasse nessuno. In casa eravamo rimasti in pochi. Avevo una strana sensazione di disagio e mi ci volle poco per capirne il motivo.  Per quanto in quella casa così spettrale e pericolosa mi sentissi tranquillo, sapevo che quello non era il mio posto, che non era il posto in qui dovevo essere. Allora cosa dovevo fare? Qual’era il mio scopo ora, ora che ero ancora vivo?  Abbassi lo sguardo per uscire da quella strana scena intima e famigliare che si era creata in cucina e tornare alla mia realtà. Dovevo fare qualcosa, qualsiasi cosa.
Sbuffai, perché la mia vita doveva essere così complicata perché non potevo avere anche io una casa e una famiglia normale? Una vita normale!
Okei, ora dovevo solo stare tranquillo e occuparmi di una cosa alla volta, scegliere l’obbiettivo e raggiungerlo. Proteggere Cat e Tom ovviamente rimaneva la mia priorità. Li avevo lasciati e, anche se ero ancora vivo, non volevo tornare da loro. Lo avevo deciso nel bosco e non sarei ritornato sui miei passi. Il dolore che provocava questa scelta era straziante, ma rimaneva nulla in confronto al desiderio di regalare una vita normale alle mie ragioni di vita. Solo così li avrei protetti da me. Dovevo stare attento a quello che pensavo in quella casa, così li avrei protetti anche dai miei gentilissimi ospiti.
Rimanere in questa casa era inaccettabile; si, per una ragione incomprensibile iniziavo a fidarmi di loro, ma solo perché non conoscevano la mia storia. Il fatto che mi considerassero solo un povero ragazzo “ferito” mi tranquillizzava perché la loro ignoranza mi proteggeva. Quindi quando la mia sorveglianza si sarebbe allentata ne avrei approfittato per evadere.
E ora cosa mi rimaneva da fare? Andare a cercare quei due vampiri che avevano così tanto desiderato la mia compagnia? Al sol pensiero un brivido attraversò la mia schiena. Avrei messo definitivamente un punto a questa storia, li avrei cercati e uccisi, e poi.. e poi avrei deciso cos’altro fare.
Non me ne accorsi, ma accanto a me due occhi color cioccolato mi guardavano incuriositi cercando di scoprire che mistero celavo.
 
 
 
 
 
 





Nella strana cucina della famiglia Cullen, bizzarri mondi si stavano per unire definitivamente, quella notte così movimentata, sarebbe rimasta per sempre nella memoria di tutti i presenti.







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Scusatemi tanto ragazzi. Questo capitolo è uscito un po' male. Lo so ho pubblicato una schifezza, che sinceramente non ho neanche riletto (quindi sono più che sicura che troverete errori di grammatica). 
Chiedo umilmente perdono. T^T
La scuola mi sta uccidendo.. quindi le fic mi escono martoriate.
Segnalatemi ogni errore anche il più sciocco, correrò subito hai ripari.

Mi sembra ovvio ringraziare tutti quelli che fino ad ora mi hanno seguito in questa folle impresa. Scusatemi per lo sfacielo :(

Amore.

   
 
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