Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: amethyst    31/10/2011    1 recensioni
Lissa e Shannon non si conoscono. Ma lei è tra il pubblico di un djset di Mr Becks. Il resto, è la storia che dovete leggere.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come ad Ibiza, come in Germania, come a Parigi, come a Los Angeles, ovunque lui andasse, la festa prendeva sempre "quella" piega. La gente ballava, sudava, si divertiva e lui adorava vederli sorridenti, persi nel ritmo, anche un po' fatti, ma pieni di voglia di vivere e di godersi ogni momento. Un po' come faceva lui, che non pensava mai due volte alla stessa cosa senza finire per farla. Ed un pensiero più o meno simile lo attraversò quando intercettò la mano di Antoine sul culo sodo di quella fatina bionda. Sapeva che aveva tanta voglia di fare lo stesso, quasi di essere il suo amico. Il che era comico, visto che solitamente non faceva altro che ripetersi quanto fosse fortunato ad essere sè stesso. Shannon faceva scorrere le dita sul vinile dei dischi e sulla plastica dei cd, desiderando invece di sentire sotto i polpastrelli la pelle setosa e umida di lei. Vide, o credette di vedere, Antoine che la prendeva per mano e la portava via. Eh, bravo, pensò, ovviamente adesso andrà da qualche parte a concludere. Ovvio, mentre io son qua a far ballare la gente, lui si concede gli spettacoli privati. Non c'era astio in quei pensieri, solo una punta di amarezza. Se solo l'avesse vista prima lui, se solo non avesse perso tempo con la tipa della sigaretta....Passò un tempo indefinibile. Shannon lo avrebbe misurato contando i dischi che mixava, ma in quel momento si sentiva staccato dal mondo e dalla situazione che stava vivendo, era una specie di robot, lavorava e basta, tutto gli scivolava addosso come le gocce di sudore gli lucidavano gli avambracci. Tutto quello che voleva era strappare dalle braccia di Becks quella stella per poterla avere tutta per sè. Stella....gli tornò in mente il desiderio espresso dopo aver visto la scia di fuoco nel cielo. E la consapevolezza che, a volte, il destino va aiutato. Fece un cenno a Braxton indicando la consolle, ben sapendo che l'hawaiano stava aspettando solo quello, e infatti saltò su mettendosi le cuffie con una foga che gli ricordava sè stesso tanti anni prima. Braxton viveva della loro luce riflessa, e come sempre aspettava che loro uscissero di scena anche solo per un momento per prendersi il suo quarto d'ora di celebrità. Shannon sapeva che avrebbe cambiato la musica, virando più sul reggae che era il suo genere, ma non gli importava minimamente, che mettesse anche la musica classica. Voleva trovarla.

Si girò sui tacchi, accendendosi un'altra sigaretta, senza guardare. Colpa degli occhiali da sole nel buio pesto, colpa della distrazione, ma i fluire dei suoi pensieri fu interrotto bruscamente da un urletto di dolore che lo riscosse. Nel giro di un minuto aveva combinato ben tre guai. Era andato addosso ad una malcapitata che gli stava dietro, dandole un pestone su un piede e una spallata che l'aveva fatta finire a terra. Come se non bastasse, il quadretto era completato con una bruciatura di sigaretta sul dorso della mano. Guardò in basso e stentò a crederci. Lì ai suoi piedi c'era una gonna nera, un top dorato e una coda di capelli biondi che non sapeva se tenersi la caviglia o soffiarsi sulla mano che iniziava ad arrossarsi. La ragazza alzò lo sguardo con un'espressione a metà sorpresa e arrabbiata, pronta a inveire contro la montagna umana che l'aveva travolta, quando vide che non era affatto un gigante e allora sorrise, illuminandosi. Shannon sentì il cuore accelerare i battiti. Era lei. In quella sera magica, i desideri facevano a gara per avverarsi, l'aveva pensata e voluta e ora il caso gliel'aveva portata lì. Antoine stava urlando al telefono poco più in là e Shannon comprese tutto in pochi secondi: sicuramente Becks l'aveva portata nel privè per farla stare nel posto più esclusivo e vip di tutta la discoteca, per impressionarla e farla cedere più facilmente, per giocarsi meglio le carte della seduzione, fino a che non gli era squillato il cellulare e aveva dovuto allontanarsi per poter sentire qualcosa. Poi la discussione si era accesa e prolungata e lei, invece di andarsene, era andata dritta dritta a piazzarsi dietro di lui. Tutto questo era così perfetto da sembrare comico. Sorrise di rimando alla biondina che era ancora a terra e le tese la mano. Una scossa particolare e piacevole lo percorse appena lei l'afferrò, puntando i piedi per rialzarsi, e senza lasciarle la mano, l'attirò a sè per parlarle nell'orecchio, per essere sicuro che lei sentisse, Un profumo di vaniglia lo colpì direttamente al cervello, quella ragazza lo stava mandando al manicomio. Alzò la voce per quel che poteva, le disse di seguirlo che l'avrebbe portata nello stanzino almeno per poter mettere un po' d'acqua fresca sulla mano e lei annuì, senza smettere di sorridere. Non era sicuro che lei avesse capito, se per la musica altissima o se per la lingua che di certo non era anche la sua, ma ad ogni modo lei si fece docilmente portare da lui attraverso la folla di persone e poi il corridoio, fin oltre la porta. La stessa porta che una volta chiusa attutiva i rumori dell'esterno, e lei non smetteva di guardarlo e di sorridere. Shannon non potè non pensare a quanto fosse bella. Le guance le si erano colorate naturalmente di una sfumatura di rosa che nessun makeup avrebbe mai potuto riprodurre. Gli occhi le brillavano. E Shannon pensò di poter osare, leggendo in quello sguardo il 'via libera' che stava cercando. Prese una bottiglietta d'acqua dal tavolino, l'aprì e le prese la mano dove la bruciatura si stava infuocando sempre di più. Versò l'acqua a poco a poco, delicatamente, per non farle ancora più male. Godeva di quel piccolo contatto con quella manina perfetta, caldissima.

Come in una specie di trance, si tolse gli occhiali e si avvicinò quella mano al viso, sfiorando delicatamente la bruciatura con le labbra. Come con i bambini, voleva forse fare in modo che un po' del fastidio andasse via...ma non fu un effetto calmante, quello che ottenne. Alzò appena gli occhi cercando ancora in lei l'approvazione, e la vide smettere di sorridere, vide i suoi occhi farsi più grandi, sentì il suo braccio prima irrigidirsi per poi rilassarsi e capì che poteva anche andare avanti. Le girò il palmo verso l'alto e lo baciò delicatamente, per poi passare la punta della lingua tra le dita. Chiudendo gli occhi, diede un piccolo morso alla punta del suo dito indice. Con l'altra mano, quasi bruscamente, la prese per la vita e l'attirò a sè, non incontrando la minima resistenza. Le baciò il polso, morbidamente, poi l'incavo del gomito, allo stesso modo, le sfiorò il collo e s'impossessò delle sue labbra. Aveva visto che Antoine non era riuscito a baciarla, mentre lui aveva avuto bisogno di qualche minuto appena. Non lo pensò per congratularsi con sè stesso, quanto per notare che tutta la ritrosia che lei aveva mostrato col suo amico era improvvisamente scomparsa. Shannon la strinse, percorrendo il suo corpo minuto con le sue grandi mani e contemporaneamente sentendo le unghie di lei sfiorarle la nuca mentre lo attirava a sè, approfondendo il bacio. Nella danza delle lingue che si cercavano, trovandosi e poi sfuggendo, il desiderio cresceva inesorabile, verso il punto di non ritorno. Lei si sedette sul tavolino, aprendo le gambe. Shannon intravide il pizzo nero del suo perizoma e credette di stare sognando, mentre lei gli stringeva i glutei per indurlo ad avvicinarsi. Non si vergognò minimamente di essere eccitato e vide lo sguardo della bionda accendersi di desiderio quando la sua erezione raggiunse il centro delle sue gambe. Tra un bacio e l'altro, lei si mordeva le labbra, il respiro accelerato, sollevando i fianchi. Sembrava impossibile che solo mezz'ora prima lei fosse irraggiungibile, lontana, dall'altra parte di quel piccolo mondo, al centro delle attenzioni insistenti di uno dei suoi migliori amici. E in quel momento, invece, era pronta a sciogliersi come burro caldo sotto le sue mani, i suoi baci, le sue carezze. Era come se Shannon conoscesse quel corpo da sempre, ogni gesto strappava alla bionda un sospiro che lo eccitava ancora di più. Le prese le gambe avvolgendosele intorno alla vita, per sentirsi quasi intrappolato, perso in quella morsa di passione pura. Scorrendo i palmi su e giù sulle sue cosce sorrise, vedendo che ogni gesto lasciava dietro di sè una scia di pelle d'oca, mentre i capezzoli facevano capolino tra i lustrini dorati. Lui pensò a come sarebbe stato poterglieli accarezzare con la lingua, mentre le dita correvano lì nel posto più caldo, oltre il bordo del pizzo nero. Sospirarono all'unisono. Per essere due che fino a due ore prima non si erano mai visti nè conosciuti, stavano andando veramente alla grande.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: amethyst