2. Evie's Family
Evie
attraverso lentamente il corridoio guardandosi attorno, come ogni volta.
Odiava
quel posto, così come odiava tutti i posti simili, ma quello
più di tutti.
«Ciao
Evie!» la salutò una donnina passandole di fianco.
La
ragazza
rispose solo con un cenno al saluto della donna, di nome Maria, e
continuò nel
suo cammino.
Alla
fine
del corridoio entrò in quella che era l'ultima stanza.
La
stanza
era una specie di salottino, ma all'interno vi era una sola donna
intenta a
guardare il panorama al di fuori della finestra.
Si
avvicinò alla donna e le baciò la fronte.
«Ciao
mamma.. Come stai oggi?» chiese Evie alla madre.
La
donna
la guardò con sguardo vacuo per poi tornare alla
più piacevole azione di
guardare al di fuori della finestra.
Evie
abbassò per un momento gli occhi sconsolata, ma poi le
ritornò il sorriso sul
volto.
«Mamma
ti
ricordi di Francesc? Il ragazzino con cui passavo tutto il mio tempo al
villaggio quando ero piccolina?» la madre si voltò
verso di lei interessata
perciò, che ricordasse o meno, Evie continuò nel
suo discorso «Ti ricordi che
se ne era andato a Londra?! E' da poco tornato, ed io l'ho rivisto.
Diciamo che
in realtà l'ho più intravisto. E lui pare
ricordarsi di me..» continuò
sorridente Evie.
La
donna
rispose al sorriso e per la prima volta da quando Evie era arrivata
parlò.
«Che
storia interessante.. Ma posso chiederle una cosa signorina?»
chiese la donna.
Evie
annuì.
«Lei
chi
è?»
Ad
Evie
scoppiò una lacrima, ma rispose subito alla madre.
«Sono
tua
figlia mamma, Evie..»
La
donna
iniziò a ridere contenta.
«Ho
una
figlia? Ma che bella cosa..» disse la donna sbattendo le mani
tra di loro come
una bambina.
«Si
mamma,
ed hai anche un figlio.. Si chiama Javier..»
«E
Javier
dov'è ora?» chiese ingenuamente la donna.
«Javier
è
in Argentina mamma..» “forse” aggiunse
poi tra sé e sé.
«Capisco..»
disse in un momento di serietà «In pratica non hai
idea di dove sia. Di cosa
faccia, con chi lo faccia. O è ancora convinto di essere un
ribelle del nuovo
millennio?» chiese la madre.
Per
un
momento Evie rimase stupita dell'improvvisa serietà della
madre, ma poi ricordò
che spesso accadevano alla madre momenti di lucidità, che in
pochi secondi
dimenticava di avere avuto.
«Scusami
devo essermi persa un secondo tra i miei pensieri» rise la
donna «Javier.. Che
bel nome..» rise la donna.
«Mamma
io
ora devo andare.. Ti vengo a trovare domani..»
salutò nuovamente dandole un
bacio sulla fronte.
Evie
uscì
dalla casa di cura più sconsolata del solito ma, come
sempre, lasciò i
sentimenti all'interno della casa di cura “El Sol”
e pensò alla prossima
difficoltà che le sarebbe toccata: andare in polizia.
Evie
aveva
un amico, Sergio, che lavorava all'interno della polizia e faceva per
lei
indagini sulla possibile locazione del fratello in Argentina, o
dovunque fosse.
Salì
di
nuovo in sella alla sua vespa azzurra e si diresse alla stazione di
polizia.
Le
ci
vollero poco più di venti minuti per arrivare, e appena
entrata si diresse
verso l'ufficio di Sergio.
Bussò
e la
voce dell'amico le diede il via libera per entrare.
«Ciao
Sergio..» lo salutò Evie.
«Evie..»
l'abbraccio l'amico che nel vederla si era subito diretto verso di lei.
Si
staccarono dall'abbraccio e Sergio riprese posto dietro la scrivania
mentre
Evie si sedette su una sedia posizionata dall'altra parte.
«Notizie
di Javier?» chiese la ragazza senza troppi fronzoli.
L'amico
annui.
«Abbiamo
la certezza che fino a due mesi fa fosse ancora vivo.. Si trovava
ancora a
Buenos Aires però pare che sia stata catturata una
guerriglia di ribelli in
quel periodo. Oppure potrebbe essere insieme ad alcuni ragazzi che si
sono
spostati verso il Chile..» disse Sergio.
«Non
si
hanno altre notizie?» rispose la ragazza.
«Entro
la
prossima settimana la polizia argentina dovrebbe inviarmi la lista dei
catturati in quel blitz. Ti chiamo appena ho novità
Evie..»
La
ragazza
annuì e un po' più rincuorata fece ritorno a casa.
«Sono
a
casa..» urlò Evie entrando nell'appartamento.
In
un
primo momento non le rispose nessuno ma poi Mari si affacciò
dalla sua camera
con un libro in mano.
«Ciao
Evie! Notizie?» chiese l'amica riferendosi indubbiamente al
fratello di Evie.
«No
Mari, per lo meno niente di recente.. Pare che fosse in Argentina ma
ora non si
sa..» disse abbassando lo sguardo sulle sue scarpe
«Come ora devo pensare al
prossimo passo da fare con la questione Cesc.. Devo fargli recapitare
un
biglietto.. Devo scoprire dove sta alloggiando.. Vieni con me per la
missione
spionaggio?» chiese Evie all'amica.
«Certo!
Magari mi imbatto in Piqué!» disse Mari.
«Mari!
Lo sai che potresti mandare a fanculo tutto il mio lavoro se solo tu
rivolgessi
anche solo la parola a Piqué! Comunque ho preso una cosa..
Così almeno lo
potrai vedere da lontano..» concluse Evie facendo vedere
all'amica due
biglietti per il Trofeo Gamper, tra Barça e Napoli, con un
sorrisone dipinto
sul volto.
Mari
spalancò la bocca per lo stupore e poi saltò
letteralmente in braccio all'amica
facendola arretrare di qualche passo.
«Calma
Mari.. Calma!» disse
Evie all’amica che
di lì a poco sarebbe potuta cadere per terra.
«Scusa
scusa scusa.. Ma io ti amo! Cioè tu hai comprato i biglietti
per la partita del
Barça, in tribuna, grazie ai quali potrò vedere
Piqué all’opera! Chissà se da
quella distanza si vede il Piqueton.. » disse Mari alzando le
sopracciglia.
«Perché ho un’amica così? Comunque torniamo serie, lo spionaggio attende..» concluse poi Evie prendendo Mari per un braccio e trascinandola sulla sua vespa.