Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: giulina    31/10/2011    3 recensioni
Missing Moments della storia "Il garage".
Alice, Filippo e il loro primo Halloween.
Una zucca testarda, un Mago vergognoso, insieme nella notte più magica dell'anno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

La prima volta che Alice ha festeggiato la festa di Halloween era insieme a Filippo.

Si ricorda che quel 31 ottobre del 1999 il termometro della farmacia vicino a casa sua segnava soltanto 3° centigradi e le strade del paese erano talmente ghiacciate che non c'era l'ombra di una macchina.

Erano le nove e mezza di sera e lei si era posizionata davanti alla finestra appannata della cucina ed osservava il portone verde del palazzo di fronte al suo, attendendo che Filippo uscisse di casa.

Era già pronta da qualche ora ed indossava il costume da zucca che sua madre le aveva cucito in pochi giorni. Era un vestitino arancione su cui erano stati disegnati una bocca e due occhi con un pennarello nero e un paio di calze di lana verdi, insieme a degli stivaletti neri impermeabili che odiava con tutta se stessa ma che sua madre l'aveva costretta a mettere.

Alternava lo sguardo dall'orologio appeso alla parete bianca sopra al frigorifero, al portone verde a poche centinaia di metri di distanza.

Sua madre era seduta sul divano in salotto, coperta da un plaid caldo e guardava distrattamente un quiz alla televisione. Suo padre, invece, era seduto sulla poltrona di pelle chiara e osservava la sua bambina impaziente, con un sorriso tenero sul volto giovane.

All'improvviso Alice si era staccata dal davanzale freddo della finestra ed era corsa verso l'ingresso facendo dei piccoli saltelli per raggiungere il suo cappotto che era appeso al gancio più alto dell'attaccapanni.

-Io vado!- Aveva urlato dal corridoio mentre lottava per far entrare un braccio dentro al cappotto troppo stretto.

-Vieni qui signorina!- L' aveva richiamata Simona, con un tono alto di voce.

Alice, sbuffando, era tornata in salotto e ascoltava, senza prestare la minima attenzione, il discorso di sua madre.

-Non vi allontanate dalla strada, potete arrivare al massimo all' alimentari all'angolo, hai capito?-

-Capito-

-Ti voglio a casa per le dieci in punto, non un minuto di più e non un minuto di meno, hai capito?-

-Capito-

-Non devi assolutamente entrare nelle case degli sconosciuti e fai attenzione quando attraversi la strada, hai capito?-

-Capito, mamma!-

Alice si era arrotolata la sciarpa rossa al collo ed era uscita in un baleno di casa, sbattendo così forte la porta che il tonfo secco, era risuonato per tutta la tromba delle scale.

Quando era uscita dal suo portone aveva il fiatone e le mani già ghiacciate. Sembrava che l'aria quella sera volesse entrarle fin dentro le ossa.

Alice si era guardata intorno, lasciando che il vento alzasse i suoi capelli biondi che le arrivavano a malapena alle spalle, facendoglieli finire davanti agli occhi.

Osservava confusa il portone davanti a lei dove nessuno la stava aspettando. Eppure le era sembrato di veder uscire Filippo.

Alice aveva sceso veloce i gradini scivolosi ed aveva attraversato la strada dove alcune persone vagavano travestite con costumi differenti senza una meta precisa.

Alice era arrivata davanti a quel portone identico al suo e si era alzata sulle punte dei piedi piccoli per vedere oltre quello spicchio di vetro opaco.

In quel momento che lo aveva visto.

Filippo seduto sulle scale di marmo vicino all'ascensore, con la testa coperta da un cappello a punta blu notte con delle stelle argentate applicate sopra, china sulle ginocchia, e le spalle coperte da un mantello dello stesso materiale con le stesse identiche stelle sopra.

Aveva spinto la maniglia fredda senza pensarci due volte, ed a passo di marcia, si era incamminata verso quella figura tutta coperta.

-Cosa diavolo stai facendo, Lip?!-

Filippo aveva alzato la testa quando si era sentito chiamare da una voce tanto vicina al suo orecchio, e nel movimento repentino, i suoi occhiali blu da vista gli erano cascati sul pavimento lucido.

-Sei una stupida, Alice, mi hai fatto prendere un colpo!- Le aveva detto, alzandosi goffamente in piedi per l'impiccio del mantello, per raccogliere gli occhiali.

-Sei te uno stupido, cosa stavi facendo qui da solo?-

-Ti stavo aspettando-

-Non è vero!- Aveva urlato Alice, con le guance di un rosso cremisi come la sciarpa che indossava.

-Invece si!-

Filippo sbuffando, si era alzato in piedi e camminava su e giù fino al muro dove c'erano le cassette della posta dei condomini per poi tornare indietro; lo sguardo sempre basso.

Alice si era immobilizzata sul posto, e con le braccia strette al petto, lo osservava ancora furiosa.

-Mi vergogno, ok?!- Aveva sputato fuori il bambino dai capelli scuri come la notte, allargando le braccia esasperato.

-Del tuo costume?-

-Anche. Ho paura di incontrare i miei compagni di classe- Aveva ammesso, abbassando il tono di voce e la testa.

-Quelli che ti picchiano?- Aveva chiesto con una voce piccola piccola, Alice, beccandosi un'occhiataccia da parte del migliore amico.

Subito dopo, aveva incominciato ad attorcigliarsi i capelli intorno alle dita, sovrappensiero. Faceva sempre così quando era persa nella sua mente, nei suoi ricordi o nei suoi pensieri. Non sapeva proprio cosa rispondergli.

Gli si era avvicinata a passi lenti e ,guardandolo negli occhi verdi che tanto le piacevano, gli aveva parlato con voce seria.

-Ci sono io, Lip, se si azzardano ad avvicinarsi se la dovranno vedere con me!-

Filippo le aveva fatto un mezzo sorriso, scuotendo appena la testa riccioluta.

-Sei solo una piccinaccola, Alice-

Erano usciti insieme dal portone di casa e mentre stavano scendendo gli scalini, Alice aveva preso la mano piccola e ghiacciata di Filippo tra le sue, senza nemmeno guardarlo negli occhi.

Mentre camminavano per la via illuminata in mezzo ad altra gente mascherata, con i loro cestini sotto braccio pronti per essere riempiti di caramelle,  sorridevano entrambi godendosi la magia di quella serata speciale.

-Dovresti essere una zucca?-

-Si, problemi?-

-No, è carino il costume-

-Anche il tuo mi piace. Sei uno stregone?-

-Sono Mago Merlino, Alice!- Le aveva risposto Filippo indignato, stringendo un po' di più, la mano minuta intrecciata alla sua.

 

 

 

 

 

Piccolo regalo per Halloween!

Spero proprio vi piaccia.

Tanti baci,

Giulia :)

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giulina