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Autore: Meme06    01/11/2011    8 recensioni
Si, sono di nuovo io con un'altra ffc su questo meraviglioso anime. Questo è il continuo di Siblings in love, spero solo che possa piacere come è piaciuta la prima ^ ^ Baci.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Siblings in love'
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D'un tratto si sentì presa per i polsi e trascinata sotto di lui.

- Io non ho mai detto che scherzavo…

Gli occhi del ragazzo puntati nei suoi e la sicurezza nel suo sguardo la lasciarono un attimo immobile, senza riuscire ad afferrare bene la situazione.

- Ikuto, cosa… - le sue parole furono interrotte dalle labbra del ragazzo che le fecero mettere a fuoco bene che cosa stava succedendo. Il bacio via via si faceva sempre più profondo e passionale, come se volesse divorarla, questo aveva pensato mentre giocava con la sua lingua e mordicchiava le sue labbra. Non si poteva dire che tutte questo non le piacesse, ma lei… non si sentiva pronta per andare oltre, per superare quel limite. E doveva dirglielo.

Quando finalmente si staccarono per riprendere fiato Amu arrossì violentemente. Suo fratello la guardava con una tale intensità e desiderio che non riuscita minimamente ad aprire bocca per dirgli di fermarsi, per dirgli che ancora non se la sentiva. Ma se lo avesse lasciato fare dopo se ne sarebbe pentita? Oppure avrebbe detto a se stessa che aveva fatto la cosa giusta? E poi… se lei adesso diceva di no, ci sarebbe stata un'altra occasione per quando si sarebbe sentita finalmente pronta? Tutti questi quesiti, tutte queste domande prive di risposta. Tutti questi dubbi che non osava porre al fratello che aveva iniziato a lasciarle una scia di baci sul collo fino a giungere all'inizio del pigiama rosa che portava la ragazza.

Le sue mani scivolarono dai polsi ai fianchi della ragazza che sussultò a sentire le mani di suo fratello che piano piano, afferrati i bordi della maglia gliela stava alzando. La alzò fino a sfilargliela.

Chiuse gli occhi, non aveva il coraggio di dire niente, forse era meglio così. magari suo fratello si poteva anche arrabbiare se lo avesse fermato. Oppure avrebbe capito e avrebbe aspettato? Santo cielo, non sapeva che fare, quindi era meglio non fare niente. Spostò la testa di lato, verso la sua mano sinistra. Strizzò gli occhi. Aveva paura di quello che poteva succedere eppure non aveva il coraggio di dirglielo. Perché era così stupida da non riuscire a vincere la paura di parlare a lui? Eppure non si era fermata quando gli aveva detto che dovevano cambiare i loro sentimenti. Ma lì era diverso. In quel momento quello che provava era si paura, ma non per lei, per lui e per quello che avrebbero fatto i suoi genitori se li avessero scoperti ed era convinta che sarebbe stato meglio se non si abbandonassero ai fatti.

Ora lei lo desiderava con tutto il suo cuore, l'unica cosa era che aveva paura di come sarebbe stato e che ancora non si sentiva del tutto pronta per compiere un passo così importante che avrebbe cambiato tutto. Tutto, nella sua vita e in quella di suo fratello.

Altro sussulto quando le mani del ragazzo raggiunsero il suo seno per poi slacciarle il reggiseno e sfilarglielo. Fu in quel momento che la ragazza prese coraggio.

- I-Ikuto… - mormorò con gli occhi ancora chiusi.

Il ragazzo si fermò e alzò lo sguardo verso sua sorella. Si stupì nel vederla in quel modo. Avvicinò il proprio viso a quello della ragazza.

- Amu… - la chiamò voltando il viso della ragazza verso di lui.

La sorella piano aprì gli occhi specchiandosi nell'ametista. In due pietre che la guardavano straniti e preoccupati. - Che cosa c'è?

- E-ecco… io… - abbassò lo sguardo, non riusciva a dirlo. Dannazione, lo aveva chiamato per cosa? - N-niente…

Il ragazzo non risultò del tutto convinto.

- Amu, parla, lo so che c'è qualcosa… - insistette.

La rosa non parlava e allora Ikuto capì. Afferrò la maglia della ragazza lasciata in un lato del letto e gliela porse.

Lei lo guardò per un attimo confusa, senza sapere che cosa fare. Afferrò la maglia. Lui sorrise e si mise seduto sul letto girandosi dall'altra parte.

- Quando l'hai messa dimmelo. - le disse.

Amu afferrò il reggiseno e si infilò anche quello prima di mettersi la maglia.

- H-ho fatto. - disse la ragazza con lo sguardo basso e le gote rosse. Che avesse capito? E adesso? Come l'avrebbe considerata? Che cosa le avrebbe detto? Cosa sarebbe successo?

Ikuto si voltò a guardarla. Le tirò su il mento con due dita, ma lei si ostinava a non guardarlo.

- Amu guardami… - le disse. La sorella aprì gli occhi tristi. - Perché non me l'hai detto?

- Perché avevo paura… - confessò. Lui sorrise e le spettinò i capelli con fare affettuoso.

- Paura di cosa? Sei una sciocca… - le disse. - Lo sai che avrei capito.

Si alzò dal letto e si diresse verso la porta.

- Buonanotte Amu… - le disse e stava per andarsene quando qualcosa lo trattenne per la maglia. Si voltò stupito. - Che c'è?

- Ecco… non ho mai detto che non devi dormire con me… - rispose rossa come un pomodoro.

- Ma come, se ogni volta tenti di scacciarmi dal tuo letto e di gettarmi a calci nel sedere nella mia stanza. - le disse.

- Non è successo sempre! - si giustificò la ragazza incrociando le braccia.

- No, figurati… - disse in senso ironico. - hai già dimenticato quando mi hai dato un calcio e mi hai gettato giù dal letto?

- Stavo dormendo.

- E quando mi hai sbattuto la porta in faccia?

- Non eri ancora entrato in camera.

- E il comodino come mi era finito in testa? Un miracolo celestiale? - le chiese. Non stavano certo litigando, anzi, Ikuto si stava divertendo.

- Beh… - provò a dire la ragazza.

- Che scusa hai in serbo sta volta? - chiese il fratello.

La ragazza per risposta sbuffò e preso per il collo della maglia lo buttò sul letto.

- Hey fortuna che prima mi hai fermato! - esclamò il ragazza mentre la sorella si preparava a infilarsi sotto le coperte.

Amu fece un sorrisetto mentre si girava prona sul letto e si stringeva intorno le coperte assumendo una posizione fetale. Ikuto la guardò con un lieve sorriso sulle labbra. Era stato troppo frettoloso, lo sapeva, solo che non aveva resistito e per un attimo gli era sembrato che anche lei lo volesse. Certo gli dispiaceva non essere riuscito a portare a termine il suo intento, ma doveva essere paziente, sua sorella doveva sentirsi pronta e lui avrebbe aspettato.

Quando fu convinto che Amu si fosse addormentata le circondò le spalle con un braccio e si strinse a lei, addormentandosi così.


Il giorno dopo Amu sembrava più uno zombie che non sapeva dove andava, piuttosto di una scolara che si stava dirigendo nella sua classe.

- Hey, tutto bene? - la voce del fratello le giunse distante e preoccupata.

- Si, non preoccuparti… - rispose. La sera prima avevano fatto troppo tardi e senza le sue otto ore di sonno Amu non reggeva una giornata, specialmente se doveva far funzionare il cervello per stare attenta alle lezioni della prof. E poi alla prima ora avevano anche matematica.

Salutò suo fratello ed entrò in classe. Si buttò letteralmente sulla sedia e si accasciò sul banco pronta a schiacciare un pisolino. Chiuse gli occhi, ma proprio in quel momento un libro si scagliò sulla sua testa.

Alzò lo sguardo imbarazzata. La prof di matematica la guardava severa.

- Signorina Hinamori è appena iniziata la lezione, non potrebbe aspettare a fare il suo pisolino? - domandò acida.

Amu sorrise nervosa. Annuì e tirò fuori il libro e il quaderno di matematica, 'pronta' a studiare quella orribile materia.

Maledizione, poteva andare peggio di così?

Alla fine della scuola uscì dall'aula sempre in stile mummia. Fuori l'aspettava suo fratello con un panino al prosciutto in mano.

- Ciao Ikuto. - lo salutò la ragazza andando verso di lui.

- Ciao Amu… - disse lui per poi dare un altro morso al panino. - Stai meglio adesso?

- Si, sono più sveglia dopo la librata della prof… - disse massaggiandosi la testa.

- Ahahah, ti ha dato una librata in testa? - rise il ragazzo.

- Non me lo ricordare… - fece lei. - Piuttosto perché stai mangiando?

- Il prof di storia ha deciso di prolungare la mia interrogazione anche durante la ricreazione, quindi non ho fatto in tempo a fare merenda. - le rispose.

- Ah ecco perché non ti ho visto fuori dall'aula. - disse lei pensierosa.

- Dai torniamo a casa.

La ragazza annuì e si incamminarono verso la loro abitazione. Amu era leggermente più sveglia rispetto alla mattina, ma era convinta che appena seduta sarebbe crollata. Per questo non appena arrivarono a casa entrò nella sua stanza e si gettò a peso morto nel letto, dopo aver annunciato che non avrebbe fatto pranzo.

Dopo quasi due ore che sua sorella era in camera, il ragazzo decise di andare a vedere.

Stava salendo le scale quando sua madre lo richiamò.

- Hey tesoro! - disse tutta allegra.

- Dimmi ma' - rispose il figlio voltatosi.

- Porta almeno il pranzo a tua sorella, avrà fame… - gli disse porgendogli un sacchetto di carta.

Premurosa come al solito eh? si disse il ragazzo sorridendo. Annuì e si diresse nella camera della sorella. Senza neanche bussare entrò nella sua stanza e le si sedette accanto.

- Amu… - la richiamò scuotendola un po' per le spalle. - Amu? Hey Amu ti vuoi svegliare?

La rosa piano piano aprì gli occhi, mostrando i due dolci pozzi di miele.

- Ah, 'giorno Ikuto… - disse voltandosi dall'altra parte, continuando a sonnecchiare.

- Amu… ti ho portato da mangiare… - le disse. - Svegliati o questo buonissimo panino al formaggio con tanto di muffin come dessert finiscono dritti nel mio stomaco.

Il brontolio della pancia della ragazza rispose al richiamo e costrinse il corpo di Amu a svegliarsi e ad afferrare la busta di carta. Aprì il sacchetto e tirò fuori il panino. Il formaggio era di sicuro la cosa che amava più di tutti gli altri nei panini. Lo divorò in pochi minuti. In seguito afferrò il muffin al cioccolato e anche quello in pochi minuti fu spazzolato.

- Ahh… grazie Ikuto! - disse sorridendo.

- Devo ancora capire come fa il cibo nelle tue mani a sparire in cinque minuti. - disse ridendo il ragazzo.

- Uff, avevo fame okay?! - sbottò la ragazza.

- Questo lo avevo capito… - rispose lui per poi avvicinati al suo volto e baciarla.

In quel momento la porta si aprì e ne uscì fuori la madre.

- Allora Amu ti è piaciuto il pran… - stava dicendo la donna. I due si erano staccati all'istante, ma erano stati colti alla sprovvista e la madre aveva comunque visto tutto.

Cosa aveva detto prima? Se poteva andare peggio di così? A quanto pare si...

  
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