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Autore: ShootinStar    01/11/2011    8 recensioni
E' la mia seconda FF, quindi abbiate pietà di me! :') provo ad anticiparvi qualcosa.
Liam e Jenny si sono appena trasferiti con la madre a Canterbury. Nuova città, nuova scuola, nuovi amici: verranno a contatto con bande di "bad boys", ragazze problematiche, amori ed intrighi, affrontando con qualche ansia e non pochi dubbi quel delicato periodo della vita in cui tutto può accadere e in cui ogni certezza fa posto a confusioni ed angoscie, tipiche dell'adolescienza. E mentre questo gruppo di ragazzi sarà alle prese con cotte e sbandamenti vari, capiranno senza nemmeno accorgersene che non importa come o quando, l'amore trova sempre la sua strada.
Cercherò di fare del mio meglio, dategli un'occhiata, se avete tempo :D
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Claire camminava per i corridoi ostentando un’espressione spavalda, come suo solito. Ormai era una maschera che si era abituata a portare ogni giorno ed era impossibile da togliere. Una volta sua madre le aveva detto: “Tesoro, sei sempre così impegnata a rendere la tua corazza il più dura possibile, che non ti accorgi di chi varrebbe la pena far entrare”. Ma a lei non importava granché. Preferiva starsene per conto suo, chiusa nel suo mondo ed escludendo tutto il resto.
Inoltre, sua madre spesso si dimenticava che lei non era stata sempre così: fino all’anno prima Claire era stata una ragazza vitale, dolce ed aperta verso gli altri. Finché...
Scacciò via quel pensiero automaticamente, cercando di concentrarsi sulle formule da ricordare per l’interrogazione di matematica. Ormai era inevitabile per lei aggirare il problema; non aveva ancora abbastanza forza, questo diceva a se stessa. Le mancava l’energia sufficiente a sopportare il ricordo della sua prima e ultima storia seria.
Entrò in classe e salutò con un cenno del capo ed un sorriso la sua amica Jenny. Quella ragazza le piaceva, era spontanea e non c’era nulla di perfido in lei. Era semplice, troppo innocente forse, ma la faceva stare bene con la sua dolcezza. Si sedette al proprio posto, osservandola con la coda dell’occhio mentre fissava il proprio compagno di banco. Harry Styles. Non sarebbe certo stato la prima scelta di Claire, poco ma sicuro.
Conosceva quel tipo di persona. Apparentemente gentile, ma dentro stronza ed approfittatrice. Non voleva che a Jenny capitasse quello che era successo a lei. Era una ragazza troppo ingenua e forse non sarebbe stata capace di sopportare quel peso che Claire si portava dietro da quasi un anno.
Eccolo, il flashback che aveva cercato di evitare con tutta se stessa entrò prepotente nella sua mente, proprio quando il prof. di matematica fece il suo ingresso nell’aula.
“Serve aiuto?” chiese il ragazzo accanto a lei, notando la sua difficoltà nell’aprire l’armadietto. Claire alzò lo sguardo verso il suo interlocutore. Aveva dei grandi occhi color nocciola e portava i capelli biondi cortissimi. “Ehm, magari. Sono nuova e questo armadietto sembra proprio avercela con me...” borbottò, cercando di non arrossire. Lui le sorrise e assestò un pugno non eccessivamente forte al metallo che subito cedette, aprendosi nel modo più naturale possibile. “Ecco fatto!” esordì, incrociando le braccia soddisfatto. Claire gli sorrise e cominciò a riporre i suoi libri, facendo mentalmente qualche calcolo. Lei era una matricola, ma lui sembrava essere come minimo già in terza. Troppo grande per lei, meglio lasciar perdere.
“Io devo andare adesso. Se ti serve ancora aiuto con l’armadietto, fammi un fischio” aggiunse il ragazzo, raccogliendo lo zaino da terra e muovendo qualche passo verso la sua classe. Claire lanciò un’occhiata di sfuggita alla targhetta che pendeva dalla cerniera del suo zaino. “Jared” lesse poco prima che il ragazzo sparisse tra la folla di studenti.
“Signorina Morrow? Ci vorrebbe degnare della sua attenzione, per favore? O crede che starsene lì a fantasticare sia più istruttivo delle parametriche?” chiese il professore accigliato. Qualche suo compagno di classe ridacchio, mentre Claire si riscosse dai suoi pensieri ed abbassò lo sguardo, mortificata.
Matematica era sempre stata una delle sue materie preferite. Niente e nessuno era mai riuscito a distrarla dai suoi amati numeri. Eppure quella mattina le sembrava che quelle due ore non finissero più. Le era oltretutto tornato in mente quel famoso “primo incontro” con la fonte dei suoi problemi. Jared. Quel nome cominciò a vorticarle nella testa, portando con sé i relativi ricordi, piacevoli e non.
La stava aspettando all’uscita da scuola, appoggiato alla recinzione, le mani ben infilate nelle tasche dei jeans. Era bellissimo, come sempre. Il sole faceva risaltare i riflessi dei suoi capelli color del grano. Claire sentì il cuore palpitarle come non aveva mai fatto prima.
Lo raggiunse più velocemente che poté e quando furono a pochi centimetri l’uno dall’altra, le sorrise. “Facciamo la strada insieme?” chiese, come da rituale. “Certo” rispose Claire senza alcuna esitazione. Adorava camminare al suo fianco quei 20 minuti che separavano la propria casa da scuola. Jared quel giorno era particolarmente allegro: camminava baldanzoso, quasi avesse troppa energia in corpo e non riuscisse a non lasciarla trasparire. Claire in quei momenti lo amava più del solito: era se stesso, era spontaneo e non portava nessuna maschera.
“Hey Claire, stavo pensando...” esordì lui, guardandola di sottecchi. “Che ne dici se oggi pomeriggio uscissimo? Potremmo andare a fare un giro al parco, visto che non fa ancora molto freddo...sempre se ti va…” “Sì, mi va” lo interruppe, sorridendo. Jared ricambiò il sorriso, quasi sollevato. Come poteva aver pensato che lei rifiutasse? Si conoscevano da quasi un anno e Claire era cotta di lui fin dal loro primo incontro. Ma erano stati amici fino ad allora. Soltanto amici. Quella proposta le fece riaffiorare ogni speranza di approfondire il rapporto con lui. Non doveva giungere a conclusioni affrettate, già lo sapeva. Ma le era concesso di essere su di giri perché le aveva chiesto di uscire, no?
Claire sentì una mano picchiettarle sulla spalla destra. Si voltò per incrociare lo sguardo perplesso di Jenny. Le passò un bigliettino senza proferire parola. La ragazza lo prese e senza farsi vedere dal prof, lo aprì sul banco. “Che ti succede, Cla? Sembra che tu abbia la testa altrove. E’ successo qualcosa, per caso?”. Claire scribacchio velocemente una risposta evasiva e glielo passò di nuovo, tornando a fissare la lavagna piena zeppa di formule.
Era davvero così evidente che stava pensando ad altro? La sua corazza cominciava forse ad incrinarsi? No, non poteva accadere. Non voleva che qualcun altro attraversasse quella solida barriera e la ferisse. Non di nuovo. L’ultima volta le era bastata.
Eccolo, l’ultimo flashback. Il più recente. Il più doloroso di tutti.
“Perché? Cazzo Jared, esigo una spiegazione!”. Claire stava letteralmente urlando. Erano a casa di lui, nella sua stanza. Quella che le era sempre sembrata accogliente e sicura, in quel momento la opprimeva e ostentava ciò che Claire non era ancora riuscita ad accettare. “Cla, calmati, ti prego...” mormorò il ragazzo, ma lei non voleva sentire ragioni. “Dammi una spiegazione, adesso! Cosa ho fatto per meritarmi questo? Ero diventata troppo noiosa per te? E’ il fatto che ti ho chiesto di aspettare che ti ha dato fastidio, eh?” parlava a raffica, vomitando domande su domande, incapace di capire.
“Non è colpa tua, devi credermi” continuò Jared, ma lei gli diede uno schiaffo in pieno viso. “Sei uno stronzo, Jared. Mi hai tradita con quella Katrin del tuo gruppo solo perché non ho voluto farlo con te dopo appena tre mesi che stavamo insieme. Mi fai schifo” l’ultima frase le uscì in un singhiozzo, seguito da un altro ed un altro ancora. Il ragazzo le appoggiò una mano sulla spalla, ma lei gliel’allontanò con freddezza.
“Volevo soltanto dirti che cambio scuola. I miei voti sono calati e mia madre ha deciso di mandarmi in una scuola privata...” sussurrò. Claire alzò lo sguardo verso di lui, fissandolo con gli occhi rossi dal pianto. “Bravo, scappa pure. Non sai neppure prenderti la responsabilità delle tue attenzioni. Direi che non abbiamo più nulla da dirci” concluse, alzandosi dal pavimento in parquet e dirigendosi a passo svelto verso la porta. Jared la richiamò un’ultima volta. “Claire, ti prego, aspetta”. La ragazza si fermò sulla soglia, la mano appoggiata sulla maniglia d’ottone. “Mi dispiace” disse il ragazzo in un soffio. Lei uscì dalla stanza e sbatté la porta dietro di sé, facendo finalmente uscir fuori quelle lacrime amare che minacciavano di soffocarla.
 
 
Jenny sentì l’ansia dentro di sé aumentare ogni secondo che passava. Liam li stava ancora fissando, senza muoversi dalla sua posizione. Harry cercò di riscuoterla. “Hey, che succede? Chi è quello?” chiese confuso. La ragazza gli lanciò un’occhiata di traverso. “Liam. Mio fratello”. “Ah” gemette il riccio, guardando a sua volta il ragazzo appoggiato alla recinzione. “Non devo essergli molto simpatico. Mi sta praticamente fulminando con lo sguardo” borbottò, aprendosi in un sorriso sghembo.
Jenny lo fissò scettica. “Forse è meglio che tu vada, a lui ci penso io...” sospirò, dandogli una leggera pacca sulla spalla. Harry la guardò torvo. “Ma come? Neanche un bacetto? Nemmeno uno piccolo piccolo?” supplicò, senza smettere di sorridere. “Dico, ma vuoi che mi rinchiudano in casa a vita?” rispose con voce stridula la ragazza. Il ragazzo rise di nuovo e le accarezzò una guancia. “Non lascerò che l’affronti da sola. Sembra piuttosto incazzato, credo che tu abbia bisogno di me” sogghignò.
Jenny non riusciva a spiegarsi come riuscisse a prendere tutto alla leggera: sembrava non preoccuparsi di nulla al mondo, tutto era semplice per lui, niente sembrava spaventarlo o angosciarlo. Lei ammirava quella sua freddezza e lo ringraziò mentalmente di non averla abbandonata.
Si avviarono insieme verso il ragazzo appoggiato alla recinzione, tenendo le mani intrecciate per farsi coraggio (o perlomeno questo era l’intento di Jenny. Harry sembrava tranquillo come al solito).
Liam li aspettava con le braccia incrociate ed un’espressione rabbuiata. Si trovavano gli uni di fronte all’altro, un enorme ed imbarazzante silenzio che aleggiava in quel minuscolo spazio che li divideva.
“Hey Liam” mormorò Jenny per rompere il ghiaccio. “Chi sei tu?” chiese il fratello in un ringhio. Non si stava rivolgendo a lei, ma ad Harry. Aveva completamente ignorato il saluto della sorella. Quest’ultima gemette; sembrava sul piede di guerra. Proprio quello che avrebbe voluto evitare.
“Harry” rispose semplicemente il riccio, come se stessero tranquillamente bevendo un caffè insieme e non stesse per scoppiare la terza guerra mondiale, come invece pareva alla ragazza accanto a lui. “Harry Styles. Tu devi essere il fratello di Jenny, vero?” chiese, senza un briciolo di ansia o agitazione nella voce.
Il ragazzo di fronte a lui annuì, rimanendo serio. “E tu invece? Che cazzo c’entri con mia sorella?” chiese digrignando i denti. Perfetto, non ha scelto la via diplomatica. Merda. pensò Jenny, mentre stritolava la mano di Harry. Quest’ultimo la guardò con la coda dell’occhio e fece un sorrisetto. “Vediamo, a te cos’è sembrato che fossi due minuti fa?”. Si riferiva al bacio di poco prima, quello che sicuramente anche Liam aveva visto. Jenny gli diede una gomitata. Ma che gli saltava in mente? Non era certo il modo migliore per evitare una rissa!
Liam lo fulminò con gli occhi. “Non fare il furbo, bello. Con chi credi di avere a che fare? Pensi che mia sorella sia un giocattolo con cui puoi divertirti senza problemi? O pensi che io sia così stupido da non essermi informato sul tuo conto?”. A quest’ultima informazione Jenny rimase sbigottita.
Harry alzò un sopracciglio, ma lo lasciò continuare. “So chi sei. Sei un ragazzino viziato, uno che ha sempre ottenuto tutto ciò che voleva. Ma qui parliamo di una ragazza troppo in alto per te. Accontentati delle altre troie di questa scuola, ma lascia stare mia sorella!” concluse, alzando il tono di voce nelle ultime parole.
Il riccio prese la parola, prima che Jenny potesse intervenire. “Tu credi di conoscermi? Tu pensi di sapere chi sono veramente? Wow, credevo fossi meno presuntuoso Payne. Tu non sai un cazzo di me e non puoi neppure immaginare quanto io ci tenga a Jenny. Quindi, prima di accusare ingiustamente le persone, aspetta di conoscerle”. Liam lo squadrò per qualche minuto, poi ribatté: “Ho soltanto sentito delle voci. E nessuna di queste era positiva. Direi che un motivo ci dev’essere...” “Se dovessimo stare a sentire tutte le dicerie  che circolano in questa scuola, saremmo circondati da paradossi e contraddizioni assurdi. Piuttosto, chiediti chi ha salvato tua sorella poco prima che venisse molestata. Ah già, dimenticavo, tu non c’eri. Il fratellone tanto responsabile non era con lei quella sera. Direi che come angelo custode sono migliore di te” concluse, alzando un sopracciglio. La ragazza spostava lo sguardo dall’uno all’altro, in attesa di una qualche reazione. Ma suo fratello rimase in silenzio, limitandosi a guardare truce l’altro ragazzo.
Dopo una pausa interminabile, parlò di nuovo. “Hai ragione, non so quanto tu ci tenga veramente a mia sorella. Ma sappi che se la farai soffrire, dovrai vedertela con me. E credimi, non ti conviene, Styles”. Harry sorrise ed annuì. “Tranquillo, io per primo non potrei perdonarmi di farla soffrire”.
Finalmente anche Liam sorrise (o perlomeno quella piccola smorfia sembrò un sorriso agli occhi di Jenny) e incrociò le braccia di nuovo. “Adesso togliti di mezzo, Styles. Io e Jenny dovremmo andare” borbottò, cercando di fingere indifferenza. Harry sorrise di nuovo, poi si voltò verso di lei. “Allora a domani bellissima” mormorò, prendendole il viso tra le mani. “Vacci piano bello, non ti ho mica detto di scopartela qui, eh” esclamò Liam, intromettendosi tra loro. Jenny lo guardò senza parole e Harry sogghignò. “Tranquillo, amico. Non siamo ancora a questo punto, anche se...” Lanciò un’occhiata d’intesa alla ragazza, che lo fulminò con gli occhi. No, non poteva volergli dire davvero che avevano dormito insieme. Non poteva volerla rovinare così! “Anche se?” chiese impaziente Liam, squadrandoli entrambi.
“Niente, fattelo spiegare da tua sorella. Io devo andare” Harry alzò le spalle e dopo aver regalato uno dei suoi migliori sorrisi alla ragazza, se ne andò via trotterellando. Jenny guardò il fratello imbarazzata. “Ehm, sì, giuro che ti posso spiegare…”
 
 
Tutti gli occhi erano puntati su di lei. Vichi li sentì mentre la trafiggevano e l’attraversavano da parte a parte. Luke, il più vicino a lei, la guardava stupefatto. “Vichi, dimmi che non è vero” mormorò, quasi in tono supplichevole. La ragazza non osò guardarlo negli occhi. Come poteva mentire a loro? Erano i suoi migliori amici, i più sinceri e veri che avesse mai avuto. Non avrebbe mai potuto dir loro una bugia, non se lo sarebbe mai perdonato.
Zayn aveva ormai finito la sua sigaretta e la stava fissando. La sua espressione era diversa da quella degli altri: non era sconcertato, né riluttante all’idea che la sua risposta fosse un “sì, è vero”. Sembrava semplicemente curioso. Probabilmente aveva riflettuto a lungo prima di porle quella domanda e si era preparato a qualsiasi risposta.
Ma Vichi non riusciva comunque a trovare le parole giuste. Per quanto fosse convinta dell’innocenza di Niall, sapeva che rivelando la loro relazione, avrebbe spezzato loro il cuore. Scarlett e Katrin si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi la seconda le si avvicinò e le appoggiò una mano sulla spalla. “Sii sincera, Vichi. È vero quello che ha detto Zayn?”. La mora la guardò sgomenta, socchiuse le labbra, ma fu interrotta da Louis.
“Dico, ma siete completamente rincoglioniti? Andiamo, ma voi credete veramente possibile che abbia una relazione con Horan? Nah, smettete di sparare stronzate per un attimo e usate il cervello, se ve n’è rimasto almeno un po’”.
Vichi lo guardò sconcertata. Louis aveva mentito per lei? No, non poteva essere. Lui odiava Niall. E l’unica cosa che avrebbe voluto sarebbe stata quella di smascherarla di fronte al gruppo e rivelare loro la dura realtà: lei stava con il ragazzo che li aveva messi tutti nei guai. Eppure non l’aveva fatto, anzi, aveva mentito per lei, dicendo che non dovevano neppure pensare che lei avrebbe potuto anche soltanto avere a che fare con Niall. Ma perché lo aveva fatto? Vichi non riusciva a spiegarselo.
Louis le lanciò un’occhiata indecifrabile, poi si accese una sigaretta e buttò fuori una nuvoletta di fumo bianco. “Parliamo di cose serie, piuttosto” “Quant’è che non consumi, eh Tomlinson?” chiese Freddy, suscitando l’ilarità generale. Anche Nora si unì alle risate, ma con una punta d’ansia. Nell’ultimo periodo, al contrario di quello che pensava il loro amico, lo avevano fatto più volte e lei si era accorto soltanto quel giorno che il ciclo le stava ritardando di quasi due settimane. Inizialmente non gli aveva dato molto peso, ma vedendo che il ritardo aumentava, cominciava seriamente a preoccuparsi.
Scarlett notò la sua espressione afflitta e le venne vicina. “Che succede, Nora?” chiese, senza farsi sentire dagli altri, impegnati a sfottere Louis. La ragazza scosse la testa, facendo turbinare i lunghi capelli rossi. “Nulla di cui preoccuparsi, Scar. Tranquilla” cercò di rassicurarla, ma dentro di sé sapeva che c’era invece da preoccuparsi e non poco. Ma ne avrebbe parlato più tardi con Louis, non voleva angosciare il gruppo inutilmente.
Ormai iniziava a scendere la sera e i ragazzi cominciarono ad andarsene alla chetichella. Vichi si avviò verso il cancello del parco, ma fu raggiunta da Zayn, che l’affiancò e regolò il passo in base al suo.
Lei lo guardò di sottecchi, cercando mentalmente una spiegazione logica a quel gesto. Il moro le sorrise e si passò una mano tra i capelli. “Quindi non ci ho preso, eh?” chiese imbarazzato. La ragazza sentì l’improvviso bisogno di tirar fuori tutta la verità, di aprirsi con lui e rivelargli che in realtà lei stava veramente con Niall, che non si era sbagliato e che era libero di odiarla, se lo riteneva necessario.
Invece annuì, mormorando un “Già...” poco convinto. Zayn piegò la testa di lato e sospirò. “Come investigatore faccio veramente schifo” borbottò, facendola ridacchiare. “Comunque, volevo chiederti...” aggiunse, guardando davanti a sé. Vichi l’osservò, ammirando la linea perfetta del suo naso e delle sue labbra di profilo. Cazzo, smettila Vichi. Stai con Niall, hai già il tuo principe azzurro. Non incasinare le cose più di quanto non lo siano già. Niente da fare, i suoi pensieri diventavano ingestibili in sua presenza e questo le creava non pochi problemi.
“Ecco, insomma...” continuò Zayn “Perché sei sparita così all’improvviso?” concluse finalmente in un soffio. Vichi si voltò a guardarlo, stupita, incapace di capire al volo cosa intendesse il moro. Sparita? In fondo, non era uscita per una settimana, non era certo così tanto tempo! E poi, da quando Zayn si preoccupava che lei ci fosse oppure no?
“Sì, mi sei mancata. Non mi sembra la stessa cosa se tu non ci sei” aggiunse, sorridendole. La ragazza si sentì inerme di fronte a quel sorriso mozzafiato. “Ci conosciamo da tanto, no? Ecco, penso che tu sia l’unica vera amica che ho…beh, le altre o me le sono portate a letto o mi detestano a causa della mia reputazione, ma tu sei diversa. Sei speciale” ammise, abbassando la testa e continuando a sorridere, più a sé stesso che a lei. Vichi non l’aveva mai sentito parlare così, non ci aveva nemmeno sperato. Ma la pensava esattamente come lui: Zayn era il suo migliore amico. Non importava cosa ne pensassero gli altri, non importava se ogni settimana c’era una ragazza nuova nel suo letto e in fin dei conti, non le importava neanche che lui la considerasse soltanto un’amica. Anzi, essere soltanto amici le avrebbe evitato ulteriori problemi.
“Cercherò di uscire più spesso, allora. Ma solo per te, Malik” ribatté, sogghignando. Il ragazzo le arruffò i capelli. “Brava, così ti voglio” sorrise di nuovo e continuarono a camminare vicini, parlando e scherzando come facevano da sempre. Come piaceva a Vichi.




my space:
Eccomi qua :D *si ripara da eventuali oggetti volanti* lo so, vi avevo promesso di scrivere questo capitolo il più presto possibile, ma non ce l'ho fatta DD:
L'avevo iniziato ieri con l'intenzione di farvi un regalo di Halloween (?) ma non riuscivo a trovare l'ispirazione per l'ultima parte.
Quindi, imploro ancora una volta pietà ç____ç
Vi è piaciuta la digressione su Claire? So di non averle lasciato molto spazio e prima che tutte voi la giudichiate una stronza senza alcuno scrupolo *lo so, ha trattato Liam da schifo D:*, volevo che sapeste il perché del suo "odio" per i ragazzi u___u
So che molte di voi avrebbero preferito la rissa tra Payne e Styles *ammettetelo u.u* ma ho preferito scegliere una via di mezzo é.é
Louis che difende Vichi non ve l'aspettavate, eh? Sssssono un geniaccio *I know u.u*
Bene, adesso vi lascio. Non vi dico che scriverò al più presto il prossimo per non deludervi in caso non ci riuscissi çwç
Un bacio a tutte *lancia cioccolatini*
France ♥

 

  
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