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Autore: Back To Vegas Skies    01/11/2011    3 recensioni
Gabe alzò un sopracciglio, scettico, ma poi si ricordò del Cobra e la speranza crebbe in lui. Così chiuse gli occhi, si tappò il naso, e buttò giù quella sbobba.
Il sapore era orribile e probabilmente gli avrebbe fatto puzzare l’alito di merda di cammello per il resto dei suoi giorni, ma almeno adesso era sicuro che la prima donna con cui sarebbe andato a letto sarebbe stata la madre di suo figlio!
Già lo vedeva, il suo piccolo Saporta, sgambettare allegramente sul palco con il suo papà…
Doveva assolutamente correre da Erin. Forse lei non l’avrebbe presa molto bene, era stata categorica sull’argomento, ma cosa importava? Di lì a nove mesi avrebbe avuto l’onore di partorire e allattare il piccolo Saporta jr!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cobra Starship, The Academy Is
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Part II


L’ecografista guardava sconvolto lo schermo, indicandolo con la bocca semiaperta e le sguardo inorridito.
- È... è un maschietto... - sussurrò, prima di cadere a terra svenuto, seguito pochi secondi dopo da Gabe. William si sporse oltre il lettino e guardò il padre di suo figlio, del loro figlio, steso sul pavimento privo di sensi. Amava Gabe, davvero, lo amava tanto, anche se molte volte gli era veniva voglia di strozzarlo con il suo dannato cobra, ma in quel momento non solo lo avrebbe strozzato, ma lo avrebbe anche fatto in mille pezzi. Incinto… Pensò alle smagliature, al peso in eccesso, al fatto che non sarebbe più potuto uscire di casa per almeno un altro anno. Prese lo strumento di cui non conosceva il nome dalle mani del dottore privo di sensi e se lo passò sulla pancia, come gli aveva visto fare poco prima dopo avergli spalmato quello strano gel freddissimo. Guardò con attenzione lo schermo e si concentrò su quella strana massa apparentemente informe. Quella sembrava una mano… Si ritrovò a sorridere e a cercare altri dettagli. Riconobbe un piedino, poi l’altro, la testolina che sembrava così grossa -quello l’aveva preso sicuramente da Gabe- e le piccole braccia affusolate.
- Gabe! Gabe, svegliati! Gabe!
- Mmmh… Amore, ho fatto un sogno stranissimo - disse Gabe qualche minuto dopo massaggiandosi la testa, scrollandosi con nonchalance il dottore da dosso - Eravamo dal dottore e tu eri incinto! Pensa tu cosa… Oh mio dio.
Gabe si guardò intorno, poi disse:
- N-non era un sogno, vero?
William sbuffò.
- No. E adesso chiama Pete, abbiamo bisogno dei suoi… ehm, incentivi per far tenere segreta la cosa.
Gabe era ancora smarrito per lo svenimento e fece cadere il cellulare quattro volte prima di riuscire a comporre il numero dell’amico.
Dopo tre squilli che sembrarono interminabili, Pete rispose.
- Pronto?
- P-Pete, sono Gabe. Ho bisogno del tuo aiuto… Al… Al p-più presto. Potresti raggiungerci, appena puoi? - balbettò, smarrito.
- Dai qua! - urlò William isterico, strappandogli il telefono da mano.
- Pete! Muovi il culo e vieni qui, cazzo!
- Will? - Pete sembrò spiazzato, Bill non gli era mai sembrato così… fuori controllo.
- Sì, sono io. E se non alzi immediatamente le chiappe dalla tua poltrona firmata, corro lì e faccio in modo che tu non possa alzarle mai più! Sono stato sufficientemente chiaro?!
Pete balbettò qualcosa, spaventato, poi si fece dare l’indirizzo e corse lì più in fretta che poteva.
 
Quando Pete arrivò allo studio di uno dei medici più famosi della città, trovò Gabe pallidissimo e completamente sconvolto, che lo aspettava all’ingresso.
- Hai bevuto di nuovo qualche sbobba da uno sconosciuto nel deserto e stai morendo per avvelenamento, vero?
- N-no. Ma sarebbe meglio!
- Che vuoi dire?
- E’ qualcosa di molto peggio, Pete! Molto peggio!! E’ terribile! - piagnucolò Gabe, aggrappandosi all’amico.
- I Cobra si sono estinti? William ti ha lasciato? Hai finito la Red Bull?
Gabe scuoteva la testa e continuava a ripetere “molto peggio” come una cantilena.
Pete sbuffò, stanco di fare tentativi.
- Baby Alpaca se n’è andato?
Gabe si fermò di botto e lo guardò torvo, fulminandolo con gli occhi.
- Non così terribile.
- Scusa! Allora mi dici cosa…
- Sei arrivato, finalmente!! - esplose Bill, uscendo da una porta laterale - A momenti partorisco!!
- A momenti cosa?
- Gabe mi ha messo la pagnotta nel forno.
- Eh?
- Il cobra ha deposto le uova.
- Cosa?
- Baby Alpaca avrà un fratellino! - sbottò William, con fare isterico.
- Will, ma cosa cazzo stai dicendo? - Pete cominciava a impanicare, seriamente preoccupato della salute mentale dei suoi cari amici.
Gabe lo guardò sconsolato, fece un sospiro e disse:
- Hai presente la faccenda della pozione?
- S-si…
- Ha funzionato.
- Oh, ma è fantastico! E dov’è Erin? Voglio farle le mie congratulazioni! Su, Bill, non essere geloso… Sappiamo tutti che Gabey Baby amerà sempre te per primo!
- Non… Non ha funzionato con Erin.
- N-no?
- Mi piacerebbe protrarre questa scena toccante ancora un po’, ma di là c’è un dottore svenuto che quando si riprenderà cercherà di divulgare al mondo una notizia abbastanza sconvolgente, quindi la faccio breve. Pete, io sono incinto. E no, non c’è un errore. L’ho visto. Qui dentro, - si indicò la pancia, che Pete notò essere stranamente tondeggiante e gonfia - c’è un bambino, non cheeseburger o gelato. Un bambino vero. Ed è di questo imbecille che non sa centrare neanche una figa.
Gabe sembrò offeso, ma Pete non poté non dare ragione a Will.
- Gabe! Non potevi aspettare prima di scopartelo? Non potevi farti prima Erin?
- Ma io…
- Ma tu cosa?! - William lo guardava inviperito.
- Ero… insomma, ero felice e volevo fare sesso con la persona che amo, tutto qui…
- Ohhhh, Gabriel!
William gli saltò addosso e si avvinghiò a lui.
- Non ci riesco a stare arrabbiato con te!
- E’ commovente - sbottò Pete, dopo svariati minuti di introspezione reciproca del cavo orale degli altri due - ma cosa c’entro io?
- Ovviamente tu devi pagare il dottore per farlo tacere.
- Mi avete preso per la banca?
- Ti prego! - Will lo guardava supplichevole, toccandosi la pancia - Se non vuoi farlo per noi, fallo per questa creatura! Diventerà oggetto di studi scientifici, verrà strappato dalle nostre braccia e messo sotto un microscopio! Verrà sezionato e studiato e trattato come un fenomeno da baraccone!
Bill gesticolava come una Drama Queen, quasi in lacrime.
- Baby Alpaca non potrà mai avere un fratellino! - aggiunse Gabe, prendendo le mani di Bill, con uno sguardo sofferente.
- Okaaay - sbuffò Pete, che avrebbe preferito starsene a casa, piuttosto che entrare in quella storia che aveva qualcosa di decisamente sinistro.
 
Parecchi dottori pagati e qualche mese dopo, Bill aveva assunto l’aspetto di un’astronave. La sua pancia era veramente enorme e il suo carattere era diventato insopportabile.
- Gaaaaaaaaaabe!! Gabe, dove sei finito!! Gabe!!
- Che c’è?! Ci siamo?! È il momento?
- No, deficiente. Sono al settimo mese, smettila di chiedermelo ogni mezz’ora.
- Allora che c’è? - chiese Gabe, tranquillizzato. L’idea del parto lo terrorizzava.
- Un’ora fa ti avevo chiesto del tacchino, mi sembra.
- S-sì… è in forno, amore mio.
- Non ne ho più voglia.
- Ma ci ho messo un secolo a prepararlo! Ho dovuto chiamare mia zia a Montevideo per farmi dare la ricetta!
- Vuoi costringermi a mangiarlo? Vuoi farmi vomitare, per caso? Vuoi che il bambino stia male? - Will lo guardava con aria di sfida, incrociando le braccia.
- Certo che no, amore.
- Bene. Piuttosto, ho voglia di un cupcake!
- Ma…tesoro mio, ne hai mangiati sedici…
- E allora? Vuoi dirmi che non posso mangiarne un altro? Vuoi negare un cupcake a tuo figlio? Al sangue del tuo sangue?
Gabe sospirò, esasperato.
- Quanti ne vuoi? Vado a comprarli.
- Un paio… Alla banana con i confettini colorati! - sorrise Will, battendo le mani come un bambino.
Gabe sorrise e annuì, avviandosi verso la porta.
- Amore, aspetta!
- Che c’è? Ne vuoi anche a fragola? O hai cambiato idea sui confettini? Dimmelo ora, così evito di tornarci quindici volte.
- No. Volevo solo dirti che… insomma… - Will si avvicinò e gli diede un bacio come non se ne davano da almeno due mesi - Grazie… N-non per i cupcakes, cioè, anche per i cupcakes, ma non solo per quelli… Sei un marito perfetto e sarai anche un padre perfetto…
- Dici davvero?
Gabe si ritrovò a sorridere come un idiota, guardandolo. Era tenero, con quel pancione e quella faccia imbarazzata.
- Certo, se non costringerai il nostro bambino a mettere i tuoi maglioni assurdi e gli insegnerai a parlare in spagnolo…
- Ovviamente. Per entrambe le cose.
Gli diede un altro bacio ed uscì di casa.
 
- Gabriel!! Gabrieeeeeel!!
La voce di Will gli perforò quasi i timpani e lo fece sobbalzare e poi cadere dal letto.
Gabe guardò la radiosveglia sul comodino: erano le due e un quarto di notte.
- Non dirmi che ti è di nuovo venuta voglia di ananas - bofonchiò, alzandosi e cercando di sbrogliarsi dal groviglio di lenzuola.
- N-no… E’… Gabe, ci siamo…
Gabe per poco non svenne, vedendo il volto impanicato di William.
Prese la borsa che tenevano pronta accanto alla porta, tirò Will per un braccio e si fiondò a tutta velocità verso l’ingresso.
Erano quasi arrivati all’ascensore, quando si ricordò di qualcosa di essenziale.
- Baby Alpaca!!
- Non possiamo lasciarlo a casa da solo!
- Corro a prenderlo, amore, non ti muovere!
Corse a perdifiato all’interno dell’appartamento e andò a recuperare Baby Alpaca dalla sua culletta.
Quando uscì, Bill era già nell’ascensore che lo aspettava.
Arrivarono alla costosissima clinica privata dopo 5 minuti, Pete era già li ad aspettarli, dato che abitava più vicino.
- Pete, prendi Baby Alpaca, mi raccomando, sta’ attento. Sai quanto è sensibile - gli disse Gabe, porgendogli l’animaletto.
- Sicuro - rispose l’amico, anche lui decisamente nervoso.
 
Bill uscì dalla sala parto quasi tre ore dopo. Gabe era svenuto dopo i primi dieci minuti e un’infermiera l’aveva portato gentilmente fuori, così adesso era seduto in sala d’attesa, accanto a Pete che raccontava una storiella a Baby Alpaca.
- Signor Saporta?
Un dottore dal viso bonario lo guardava dal lato opposto della sala.
Gabe balzò in piedi e corse verso di lui.
- Può entrare…
Gabe non gli fece neanche finire la frase, che si era piombato verso l’interno ed era entrato nella stanza che avevano prenotato.
William era steso sul letto, i capelli sudati attaccati alla fronte e uno strano fagottino tra le braccia.
Sorrideva tranquillo, guardando il bambino.
Gabe si avvicinò un po’ spaventato, sorridendo nervoso.
- Hey, c’è papà - sussurrò Will al bebè.
Gabe arrivò accanto a William e si sporse per vedere il bambino.
Era piccolo e aveva tanti capelli nerissimi sulla testolina. Dormiva tranquillamente e aveva le guance rosee e paffute.
- E’ bellissimo - disse, senza pensarci.
- Già. Perché non lo prendi?
Gabe prese tra le braccia quel batuffolino rosa e lo strinse a sé con cautela.
Lo cullò per qualche minuto, poi aiutò Will a sedersi e gli diedero insieme il biberon.
- Saremo una famiglia perfetta, noi tre - disse Bill con un sorriso.
- Noi quattro, vorrai dire! - lo rimbeccò Gabe, uscendo, per andare a prendere l’altro membro della famiglia Saporta.
Mentre ritornava nella camera di Bill, con Pete che gli diceva quanto fosse stato bravo ed educato Baby Alpaca, si ritrovò a sorridere, pensando che, anche quella volta, il Cobra gli aveva cambiato la vita.
 

 
THE END …?




 

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Graaaaazie a chi ha letto e recensito questo sclero assurdo! ahahah
Mi sono divertita un mondo a scriverlo, spero sia divertente anche leggerlo. So che la parte finale è un po' Fluff, ma che ci posso fare, ormai il Fluff è così intrinseco in me che non posso fare a meno di infilarcelo ovunque.

vabbè, detto questo, spero vi sia piaciuta e vi abbia almeno fatto sorridere :D

Baci,
Ros.

P.S. Grazie soprattutto a Anna e Miky, senza di loro credo che non scriverei nemmeno. <3


 

 
 
   
 
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