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Autore: MaDreamer    01/11/2011    2 recensioni
Anni prima, una piccola goccia di pioggia cadde sulla terra, dando vita ad un piccolo fiore argentato, mai visto prima di allora. Quel fiore, si narrava, avesse dei poteri magici: era in grado di curare le malattie, di rallentare, o persino fermare, l‘invecchiamento...
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Blaine spalancò la porta della locanda, con un sorriso compiaciuto sul volto.
 
“Eccoci qui!” Urlò voltandosi verso il soprano, che aveva gli occhi sbarrati dal terrore e si aggrappava, ancora, alla sua casacca.
 
“Blaine, do…dove siamo?” Chiese con un filo di voce, incastrando la testa nella spalla del moro.
 
“Siamo in una delle locande più conosciute di tutti i tempi!” rispose Blaine, ridacchiando.
 
A quel punto un omaccione alto, dalla pelle scura, muscoloso e con in testa una cresta da moicano si avvicinò ai due e fissò Kurt in viso.
 
“I tuoi occhi sono così… luminosi” rispose, avvicinandosi per osservare meglio gli occhi del controtenore.
 
“Si, ha degli occhi stupendi!” mormorò Blaine, trascinando Kurt, per un braccio, all’interno della locanda.
 
Un ragazzo dai tratti asiatici si sporse verso un altro ragazzo dai capelli biondi e le labbra carnose e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Poco dopo quest’ultimo si alzò e si avvicinò al bancone, prendendo qualcosa da lì sotto.
 
“Ma tu sei… il ragazzo che stanno cercando!” disse il biondo, avvicinandosi ai due ragazzi, con un foglio in mano.
 
Su quel foglio c’era la riproduzione esatta del viso di Blaine. Kurt guardò il foglio stupito, chiedendosi come mai un tipo come Blaine dovesse essere un ricercato, si voltò verso il moro in cerca di spiegazioni, ma quest’ultimo evitò il suo sguardo, rifiutandosi di cominciare il discorso.
 
“Mike, chiama le guardie reali. Digli che abbiamo trovato il loro fuggitivo.” Disse quello con la cresta da moicano, voltandosi verso l’asiatico.
 
“Subito, Puck!” rispose il ragazzo, e uscii dalla locanda.
 
“Bene, bene, bene. Quindi tu saresti un fuggitivo, con la tua cattura potremmo avere un sacco di bei soldini.” Disse Puck, avvicinandosi e cominciando a tracciare i bordi del viso di Blaine, quasi come se volesse imprimersi il suo viso nella mente.
 
“Lascialo stare…” sussurrò Kurt, puntando i suoi occhioni in quelli dell’omaccione di fronte a lui.
 
“Il tuo ragazzo è un po’ geloso.” mormorò Puck verso Blaine, ridacchiando.
 
“Non è il mio ragazzo.” rispose Blaine, senza esitazione.
 
Kurt, sul momento, ci rimase un po’ male per le parole di Blaine. Aveva capito di essere abbastanza attratto da quel ragazzo e che gli avrebbe fatto piacere conoscerlo in un modo un po’ “diverso”. Sentire quelle parole gli aveva fatto capire che Blaine non provava le stesse cose per lui, quindi si impose di non innamorarsi di lui e di pensare a lui solo come un conoscente che lo avrebbe accompagnato a vedere le lanterne e riportato a casa, sano e salvo. Non poteva esserci nulla tra di loro. Kurt annuì seguendo il filo dei suoi pensieri, poi si ridestò e tornò alla realtà.
 
“Già, non sono il suo ragazzo!” Disse con sguardo fiero, incrociando le braccia al petto.
 
Blaine sorrise all’infantilità di quel gesto, da parte di quel ragazzo. Sorrise perché trovava quel ragazzo adorabile.
 
Blaine aveva sempre saputo, fin da piccolo, che a lui piacevano gli uomini. Non si era mai fatto problemi con questo, anche se ci fu un periodo nel quale aveva deciso di sperimentare qualcosa di ‘nuovo’ e che l’aveva portato a uscire una volta con una certa Rachel Berry. Carina quanto odiosa, da quel momento Blaine si era dedicato solo ed esclusivamente ai ragazzi.
 
Blaine, dal primo momento in cui aveva visto gli occhi di Kurt, aveva avuto un senso di completezza, di appartenenza. Ma non ci aveva dato tanto peso, pensando che fosse solo una sua impressione. Forse pensava che a quel ragazzo piacessero le donne, o forse aveva paura di provare dei sentimenti reali. Fatto sta che aveva immediatamente escluso dalla sua mente il pensiero di una possibile relazione con il controtenore.
Sospirò seguendo il filo dei suoi pensieri, poi scosse la testa e tornò alla realtà.
 
“Dicevo… Tu mi farai diventare ricco.” Disse Puck, ridacchiando e prendendo Blaine per la casacca.
 
Kurt era spaventatissimo e non sapeva cosa fare, non aveva mai affrontato una situazione del genere, non sapeva come comportarsi, cosa dire a quel moicano per fargli decidere di non far del male al suo conoscente.
 
“Fermo aspetta, non fargli del male” disse d’un tratto. “Lui, lui deve accompagnarmi a vedere quelle lanterne. E‘ il sogno della mia vita, non esiste, per me, una cosa più importante, più importante del vedere quelle lanterne” cominciò a balbettare, cercando di far ragionare il ragazzone, per fargli mettere giù Blaine.
 
“Nessuno di voi ha mai avuto un sogno? Sapete cosa si prova sapendo di poterlo, finalmente, realizzare?” Chiese, guardando intensamente negli occhi di Puck, che si apprestò a far scendere Blaine e a dirigersi, a passo spedito verso Kurt.
 
Sembrava minaccioso, aveva una sguardo furioso e, Kurt, arretrò di qualche passo quando Puck gli si parò addosso.
 
“Io… Io avevo un sogno” mormorò il ragazzone, prendendo Kurt per i polsi e lanciandogli uno sguardo, piuttosto malinconico.
 
Ci furono alcuni minuti, di silenzio, in cui Kurt guardava fisso negli occhi di Puck, che sembravano essersi persi nel vuoto, come se stesse sognando ad occhi aperti.
 
Kurt provò a muoversi per liberarsi dalla presa del moicano ma, purtroppo, era minuto e la sua forza non comparava con quella del ragazzone muscoloso.
 
“Mi…mi stai facendo male!” Disse Kurt, con un filo di voce.
 
A quel punto Puck scosse la testa e sembrò tornare alla realtà, lasciando immediatamente i polsi del povero controtenore.
 
                                                                                                                                                E’ un piacere spaventare,
                                                                                                                                                    Sbraitare e ghignare,
                                                                                                                                      E sono più crudele di un dentista,
                                      
Puck cominciò a cantare, prendendo una piccola chitarra da dietro il bancone e mettendosi al centro della piccola sala.
 
Kurt sorrise e cominciò a battere le mani, al tempo della musica. Amava cantare, solo che Sue non aveva mai apprezzato il suo talento, anzi l’aveva buttato sempre giù di morale, insultandolo e provocandolo.
 
A quel punto cominciarono a cantare tutti insieme, e a loro si unì anche il giovane controtenore.
 
                                                                                                                                     E’ questo qui, E’ questo qui!
 
Puck, ridendo, si avvicinò a Kurt e lo prese per un braccio, portandolo a ballare con lui in mezzo alla sala, facendogli fare delle giravolte e dei saltelli su sé stesso.
 
Kurt non si era mai divertito così tanto, in vita sua.
 
                                                                                                                                                         Un sogno c’è!
                                                                                                                                                             Un sogno c’è!
                              Nella parte più nascosta che c’è in te.
                                                               Un sogno c’è!
                                                    Sembra strano… già.
 
I ragazzi continuarono a cantare e,quasi alla fine della canzone, Blaine si unì a loro, ridendo e ballando, prese Kurt per mano e non staccò gli occhi dai suoi per tutto il resto della canzone.
 
Mentre le ultime note della canzone svanivano, la porta si spalancò. Da lì entrarono un paio di guardie, armate di fucile, che si guardavano intorno.
 
“Dov’è Blaine Anderson?” Urlò uno dei due, sporgendosi nella stanza.
 
Puck prese Blaine per la giacca e Kurt per un braccio e li trascinò dietro al bancone, al sicuro. 
 
Si avvicinò a delle piccole leve, sotto il ripiano degli alcolici e ne tirò una, e in quel momento un piccolo passaggio segreto, apertosi dal pavimento, si fece strada tra loro.
 
“Va, insegui il tuo sogno!” Disse dolcemente Puck, voltandosi verso Kurt, con un sorriso stampato sulle labbra.
 
“Lo farò!” Disse avvicinandosi per posare un dolce bacio sulla guancia del moicano. “Grazie di tutto, Puck” continuò sorridendo, per poi scivolare oltre quel passaggio segreto, Blaine fu subito dietro di lui e appena entrambi furono in una grotta buia e spoglia, il passaggio si chiuse alle loro spalle.
 
“Bhè devo confessare che non ti ritenevo capace di tanto, sono piuttosto… colpito.” Disse Blaine, dando una leggera spallata contro Kurt.
 
“Lo so!” Rispose il controtenore, saltellando su sé stesso.
 
Il moro lo guardò stranito, cercando di trattenere un sorriso.
 
“Lo so…” ripetè Kurt, più morbidamente, quando si rese conto della sua reazione un po’ infantile.
 
Camminarono per qualche minuto in silenzio, cercando di capire dove portasse quel passaggio segreto. Poi Kurt decise di cercare di avviare una conversazione, quindi si avvicinò a Blaine e si sporse verso di lui.
 
“Allora, Blaine Anderson… da dove vieni?” Chiese cercando di apparire il più interessato possibile.
 
“Woh, woh, non fornisco retroscena, pelle di nuvole, anche se comincio ad essere abbastanza interessato al tuo!” Disse, cercando di voltare l’argomento verso Kurt.
 
“So che è meglio non parlare dei tuoi occhi!” Disse Blaine, guardando il soprano di traverso. Lui si apprestò a scuotere la testa, in modo affermativo.
 
“O di madri…” continuò e Kurt sorrise, annuendo.
 
“Francamente ho paura di chiedere della rana!” Disse il moro, guardando il piccolo animale, poggiato sulla spalla del controtenore.
 
“Camaleonte.” corresse il più piccolo, accarezzando Pascal.
 
“Quello che è…” fece un gesto sbrigativo con la mano, cercando di non distrarsi dal suo discorso.
 
“La mia domanda quindi è questa: se il tuo desiderio di vedere quelle lanterne è così forte, allora perché non ci sei andato prima?” chiese voltandosi verso il soprano.
 
Kurt rimase paralizzato da quella domanda e abbassò lo sguardo, sembrando imbarazzato. Cominciò a fare alcuni versi, cercando di emettere delle parole, ma non veniva fuori nulla.
 
Proprio in quel momento, mentre Kurt cercava di trovare le parole giuste, qualcosa nella grotta si mosse e alcune pietre cominciarono a cadere dal soffitto.
 
“Blaine…?” Chiese Kurt, spaventato. Si sporse per afferrare il braccio del riccioluto e stringersi a lui, involontariamente, solo per cercare protezione.
 
Kurt si girò intorno, cercando di capire cosa stesse succedendo e, proprio dalle sue spalle, una mandria di uomini in divisa si stava dirigendo verso di loro, urlando il nome del moro.
 
“Blaine…” Kurt ripetè ancora più spaventato.
 
Il più grande si sporse verso il controtenore, prendendolo per le spalle, lo spinse per cominciare a correre. Aveva uno strano senso di protezione, verso quel ragazzo. 
 
“Corri, corri!” sussurrò, cominciando a correre più veloce.
 
Blaine strinse Kurt a sé e lo invogliò a velocizzare il passo, per non essere raggiunti dagli uomini che li stavano seguendo.
 
Dopo aver corso per alcuni minuti, si ritrovarono su una piattaforma di pietra, senza via d’uscita. Si guardarono attorno spaventati, cercando qualcosa su cui arrampicarsi o su cui scivolare, per non essere presi.
 
Kurt trovò una fune, impigliata sotto a una roccia e si sporse per afferrarla, facendola scivolare su una trave e creando un bilico su cui aggrapparsi e scivolare fuori da quel guaio.
 
In un attimo saltò e si ritrovò su un’altra piattaforma, poco lontana da quella precedente, nel salto perse i suoi amati sai, che portava spesso con lui.
 
Blaine li notò e li prese subito tra le mani, mentre le guardie si avvicinavano a lui, sorridendo maleficamente.
 
Lui strinse più forte tra le mani quelle piccole armi, che però sembravano tanto affilate e si avvicinò alle guardie.
 
Cominciarono a duellare, sotto lo sguardo attonito di Kurt, che aveva paura per l’incolumità del suo conoscente.
 
Dopo alcuni minuti di estenuante attesa, Kurt vide Blaine in piedi, incolume, con un gran sorriso stampato sulle labbra.
 
“Wow, appena tutto questo sarà finito, dovrò comprarmi un paio di questi!” disse rivoltandosi tra le mani i due piccoli aggeggi, sorridendo infantilmente.
 
“Blaine, sbrigati!” disse Kurt, indicando dietro le spalle del moro. 
 
Il riccioluto si voltò e vide Wes e David correre nella sua direzione, con la vaga intenzione di ammazzarlo.
 
Blaine sbiancò e afferrò la fune che Kurt gli stava lanciando, appoggiandocisi contro e saltando per raggiungere il controtenore.
 
“Di là…” disse il moro, indicando una grotta che sporgeva appena sotto di loro, prese la fune e afferrò Kurt per i fianchi, tirandolo a sé, per poi saltare con un movimento fluido.
 
Il controtenore si strinse forte alle spalle del moro, chiudendo le spalle e affondando la testa nel suo collo. Appena furono a terra, cercò di trattenersi a lui per non cadere e quando fu sicuro di riuscire a reggersi in piedi cominciò a correre, tirando Blaine per un braccio e conducendolo nella grotta.
 
Nel frattempo Wes si sporse da una trave, per cercare di afferrare Blaine prima che si lanciasse, ma sotto il suo peso la trave si spezzò facendolo cadere.
 
David cercò di afferrarlo ma cadde insieme a lui ed entrambi finirono in una diga, facendola cedere e l’acqua cominciò a spargersi dappertutto.
 
Una pietra cadde e si posò esattamente sull’entrata della grotta, dove si erano rifugiati Kurt e Blaine.
 
Kurt urlò e si aggrappò alla maglia di Blaine che, inconsapevolmente, lo strinse più forte a sé.
 
La pietra aveva chiuso la loro unica via d’uscita, ma non impediva a l’acqua di entrare e di riempire l’intera grotta, facendoli stipare entrambi in un angolo.
 
L’acqua continuava a diventare sempre più alta, finchè entrambi non riuscirono quasi a respirare, poiché l’acqua gli arrivava al collo.
 
“No…non sono un delinquente” disse Blaine, con sguardo triste.
 
Kurt lo guardò confuso, ma lo invogliò a continuare.
 
“Non ho rubato la corona perché mi divertiva, ho rubato la corona per mia madre. Perché non voglio che viva nella miseria, non voglio che stia male.” Disse cercando di ricacciare indietro le lacrime che premevano nei suoi occhi, per uscire.
 
Kurt si allungò per toccargli una spalla, dolcemente.
 
Blaine a quel punto trattenne il respiro e andò sott’acqua, cercando un appiglio per poter fuggire da quel posto, per salvare entrambi.
 
Dopo pochi minuti ritornò a galla, con un espressione triste.
 
“Io… io ho degli occhi magici che risplendono quando canto!” disse Kurt, abbassando lo sguardo.
 
Che hai detto?” Chiese sconvolto il moro, voltandosi verso il più piccolo, forse anche un po’ intimorito.
 
“Io… ho… degli occhi… magici che risplendono… quando canto!” ripetè Kurt, mentre un’idea si faceva largo nella sua testa.
 
Blaine rimase semplicemente paralizzato, ancora in stato di shock dovuto alla rivelazione che aveva appena avuto.
 
Kurt cercò di raccimolare più aria possibile nei suoi polmoni e poi cominciò a cantare, dolcemente. 
 
Fiore dammi ascolto, se rispenderai… ” trattenne il fiato, poiché l’acqua era arrivata fin sopra la loro testa.
 
Il soprano, dopo qualche momento, aprì gli occhi e i suoi occhi presero vita, dando luce a quel posto tanto buio. Una luce intensa e argentata si fece spazio, creando una sensazione di sicurezza.
 
Blaine sbiancò, guardando quello spettacolo davvero impressionante che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.
 
Si ridestò, però, immediatamente cercando di trovare un posto che avrebbe potuto aiutarli a sopravvivere.
 
Lo trovarono qualche secondo dopo.
 
Blaine si avvicinò a un ammasso di pietre, che sembravano sbucare fuori su una sorgente.
 
Cominciò a tirarle una per una, finchè la sua mano sbucò fuori, facendoli cadere in un lago e dando, finalmente, loro l’aria per respirare.
 
Blaine tossicchiò per la presenza di troppa acqua nei suoi polmoni e si sporse per appoggiarsi alla riva.
 
“Siamo vivi!” Urlò Kurt, uscendo immediatamente dall’acqua e cominciando a saltellare avanti e indietro, felice.
 
“I suoi occhi risplendono quando canta!” mormorò il moro, ancora in stato di shock.
 
“Blaine, Blaine. Siamo vivi!” Il soprano si avvicinò alla riva e tirò il riccioluto fuori dall’acqua, facendolo appoggiare a un tronco.
 
A quel punto si rese conto che il moro era ferito a un palmo e si sporse per esaminare la sua mano, che Blaine cercò di ritirare, spaventato.
 
Kurt strinse di più la presa e avvicino il suo viso al palmo della mano, scrutandolo per bene. 
 
Dopo qualche secondo chiuse gli occhi e appoggiò la fronte sulla mano di Blaine, che lo guardò confuso.
 
Il più piccolo cominciò a canticchiare sotto voce e, Blaine per la prima volta fece caso alla sua voce meravigliosamente intonata. Ai suoi occhi sembrava che stesse cantando un angelo. Kurt aprì velocemente gli occhi, resi luminosissimi dal suo canto e una piccola lacrima, cadde sulla ferita posta sulla mano del moro e improvvisamente il taglio sembrò guarire, come per una magia.
 
Dopo aver terminato, Kurt fasciò la mano del moro con un pezzo di stoffa, preso dalla sua casacca. Intrecciò per bene il tessuto al suo palmo e strinse, cercando però di essere gentile.
 
“Tu… tu hai davvero dei poteri magici.” sussurrò il più grande, con voce roca.
 
Kurt si limitò ad annuire, sorridendo timidamente.







Buonasera a tutti ^_^ Eccomi qui, con un altro aggiornamento, scusatemi il ritardo ma tra impegni scolastici, organizzazione di festa di Halloween e mancanza di ispirazione non riuscivo proprio a trovare modo di scrivere. Sinceramente non sono particolarmente soddisfatta di questo capitolo, ma spero che voi possiate dirmi se qualcosa non vi è piaciuto o è sbagliato. Grazie a tutti ^_^

Buona Serata, -Tina <3
  
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