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Autore: Daisy Potter    03/07/2006    13 recensioni
I pensieri di Akito durante una delle tante assenze di lavoro di Sana...piccola oneshot!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma ciao

Ma ciao! Lo so, ho detto ke mi sarei presa un periodo di vacanza … ma l’ispirazione non vuole proprio lasciarmi in pace! Così ho scritto qst piccola oneshot!

Riguarda i pensieri di Akito, ke sta insieme a Sana da due anni, durante una delle tante assenze della ragazza per lavoro. La canzone ke farò cantare a Sana è “Volevo dirti che ti amo” di Laura Pausini.

Ditemi cosa ne pensate! J Daisy J

 

Volevo dirti che ti amo

 

Sei partita … di nuovo

Sei partita da più di una settimana ormai, e non tornerai prima di un mese …

Ormai non ce la faccio più. Sono due anni che andiamo avanti così. Ogni volta che siamo finalmente insieme, che proviamo a vivere una normale relazione come dovrebbero fare tutte le coppie, ecco che con una chiamata del tuo manager te ne vai, lontana da me … New York, Parigi, Roma, Vienna … sempre dall’altra parte del mondo, a volte con quell’insopportabile Naozumi di mezzo! Una volta, al telefono, mi hai fatto una scenata, dicendomi di non essere geloso, che il tuo lavoro ti obbliga a stare con quella femminuccia, che non vuoi rinunciare alla tua carriera solo per un mio capriccio … e tutto perché io avevo semplicemente chiesto “C’è anche Kamura?”. Certo, va bene, forse il mio tono non era stato completamente calmo o indifferente, ma cavolo! È l’ennesima volta che ti vedo salire su un aereo con quel damerino accanto, quando al tuo fianco dovrei esserci io! Dopo quella telefonata, che mi hai fatto due minuti prima di partire giorni fa, non ci siamo più sentiti. Ormai è diventata un’abitudine: mi chiami, mi dici che hai un volo che ti aspetta di lì a dieci minuti, che Rei ti ha già preparato tutto quindi non devi nemmeno passare a casa a prendere la roba, e te ne vai. Non posso nemmeno darti un ultimo abbraccio prima di vederti partire, baciarti un’ultima volta prima del tuo ritorno … l’unico addio è un “ti amo” privo di significato pronunciato per abitudine nella cornetta del telefono. E ora non ce la faccio più. La nostra non è una vera relazione. È un infinito tira e molla. Sono anni che la nostra non si può definire “relazione”. Prima, da ragazzini, non riuscivamo ad esprimere i nostri sentimenti, quando uno di noi due capiva finalmente di essere innamorato dell’altro si metteva di mezzo qualcuno, prima Naozumi, poi Fuka, ed eravamo di nuovo daccapo, a sfuggire ai nostri stessi desideri per paura di ferire l’altro, quando in realtà ci facevamo ancora più male di quanto pensassimo. E quando finalmente ci siamo dichiarati, invece, quello che si è messo di mezzo è stato il tuo lavoro. Innamorati, ma distanti, ecco cosa eravamo e cosa continuiamo a essere. Appena sembra che tutto vada per il meglio, appena ti ho tra le mie braccia, dopo una tua lunga assenza, dopo aver fatto l’amore tutta la notte, felici di essere finalmente uno accanto all’altra, tu distogli lo sguardo dal mio, e io già so cosa stai per dirmi … un’occasione imperdibile, un’offerta irrifiutabile, un lavoro prestigioso … e di nuovo hai un volo prenotato che ti aspetta tra pochi giorni. E così anche l’ultimo tempo che ci rimane da vivere insieme lo sprechiamo a litigare. Lo so, ma proprio non ce la faccio a starmene zitto e guardarti partire in silenzio ogni volta! Non ce la faccio più …

E ora è più di una settimana che sei partita e che, per via di quell’ultima telefonata, non ci sentiamo nemmeno. Non so se voglio continuare ad aspettarti … è una vita che lo faccio, ormai non riesco più a continuare così. Ho bisogno di averti accanto, di poterti amare veramente, non attraverso il televisore, dove ormai scorgo la tua immagine più che nella realtà. Io ho bisogno di te, e se tu non lo capisci … be’ … allora forse è meglio se ci lasciamo … perché io non ce la faccio più! Potrò sembrare egoista, ma dopo tutti questi anni che metto da parte le mie necessità per lasciare che tu continui a fare il tuo lavoro, forse è il momento di pensare anche a me!

Ora sono sul divano di casa nostra … anche se forse dovrei chiamarla casa mia, perché tu non sei mai qui … guardo la televisione, sdraiato sui cuscini che tu sessa hai comprato qualche mese fa. Faccio zapping, non molto interessato a tutti i programmi che vedo. Poi decido di andare sui canali stranieri, sperando di trovare te … ormai compari sempre più spesso su quei canali che su quelli giapponesi …

E dopo un po’ eccoti apparire, accanto ad una presentatrice americana. Sei bella come sempre, forse perfino più bella di quando sei a casa … no, questo è impossibile … non sarai mai più bella di quando ti vedo alzarti la mattina dal nostro letto, struccata e con i capelli in disordine, ma con un bellissimo sorriso sincero che non ti ho mai visto esibire in tv …

Ho imparato abbastanza l’inglese da capire cosa sta dicendo la presentatrice. È un programma musicale, e sembra che tu ti stia per esibire con un nuovo pezzo che hai realizzato da poco.

“E ora, Sana Kurata ci canterà in anteprima mondiale il suo nuovo singolo, che non uscirà prima di una settimana … si intitola ‘Volevo dirti che ti amo’, e sembra che l‘abbia ideato solo pochi giorni fa … eccola!” ti annuncia la donna.

Uno scroscio di applausi precede la tua esibizione. Strano, non hai mai cantato in televisione. Di solito promuovi i tuoi album solo in radio, e nemmeno personalmente. In ogni caso, non cambio canale, rimango ad ascoltarti cantare, un’altra cosa che sai fare perfettamente, quasi quanto recitare:

 

“Dal rumore del mondo

Dalla giostra degli attimi

Dalla pelle, dal profondo

Dai miei sbagli soliti

 

Dal sorriso che ho dentro

E dal mio orgoglio inutile

Da questa voglia che ho di vivere”

 

La tua voce è bellissima, mi ero quasi dimenticato di quanto potesse essere melodiosa …

 

“Volevo dirti che ti amo

Volevo dirti che sei mio

Che non ti cambio con nessuno

Perchè a giurarlo sono io

Volevo dirti che ti amo

Perché sei troppo uguale a me

Quando per niente litighiamo

E poi ti chiudi dentro te

 

Da ogni mio fallimento

Dal bisogno di credere

Da un telefono del centro

Dalle mie rivincite

 

Dalla gioia che sento

E dalla febbre che ho di te

Da quando mi hai insegnato a ridere

 

Volevo dirti che ti amo

Volevo dirti sono qui

Anche se a volte mi allontano

Dietro ad un vetro di un tassì

E questo dirti che ti amo

È la mia sola verità

Tu non lasciarmi mai la mano

Anche se un giorno finirà

 

Da ogni angolo dellanima

Dalla mia fragilità

Da un dolore appena spento

Da questa lettera

 

Volevo dirti che ti amo

Volevo dirti che sei mio

Che non ti cambio con nessuno

Perchè a giurarlo sono io

 

Volevo dirti che ti amo

Volevo dirti sono qui

Anche se a volte mi allontano

Dietro ad un vetro di un tassì”

 

E mentre in sottofondo il coro continua a cantare il ritornello, ti vedo guardare in camera, un bellissimo sorriso sul viso … i tuoi occhi mi catturano, sembra quasi che stiano fissando i miei … e sento la tua voce parlarmi … ti stai proprio rivolgendo a me, e dici:

“Questa canzone è per te, Akito … spero tu stia guardando, perché …

 

Volevo dirti che ti amo …”

 

E così si conclude la tua esibizione. La musica sfuma, finché la tua voce non si spegne. Gli applausi si scatenano di nuovo, mentre la presentatrice ti affianca chiedendoti petulante a chi ti riferissi pochi secondi fa … mentre io rimango lì sul divano, il telecomando in mano, a guardarti rapito …

E finalmente capisco … capisco che posso ancora farcela. Posso sopportare in eterno il tuo lavoro, posso sopportare il fatto che tu ti debba allontanare, posso sopportare il fatto di vederti per un lungo periodo solo in tv … posso farlo perché so che prima o poi tornerai. Che anche se sarà per poco sarai di nuovo tra le mie braccia … Perché so che mi ami, come io amo te, e il tuo lavoro non  è un ostacolo, è semplicemente un lavoro … innocuo, di fronte al nostro legame …

 

THE END - Daisy

 

 

  
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