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Autore: giulia3289    02/11/2011    3 recensioni
Un desiderio espresso da Usagi in un momento di emotività, causerà delle difficoltà a lei e a suo marito Mamoru.
I due infatti si troveranno letteramente nelle vesti dell'altro, affrontando i priblemi delle loro vite.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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QUANDO L’IMPOSSIBILE DIVENTA POSSIBILE -MAMORU-

 

Traffico, clacson che suonano ininterrottamente, teste di persone che escono dal finestrino per poter bestemmiare all’aria aperta, nel vuoto contro il vento.

Nervosismo che  coinvolge anche me, non ricordo come mai sono in macchina, seduto con il mio camice bianco.

Perché sono già in camice come se sapessi che non avrò il tempo di infilarmelo una volta arrivato in ospedale?

L’ultima cosa che ricordo è di essere tornato a casa ieri da mia moglie e trovarla stesa mentre dorme sul divano.

E ora, mi ritrovo in macchina, teso come una corda di violino, e solo pensare ad Usako, ho una morsa allo stomaco, mi si blocca il respiro.

Ma perché?

Ho una cattiva sensazione, come se dovesse accaderle qualcosa, o peggio,come se qualcosa di terribile le fosse già successo.

Mentre osservo la fede d’oro bianco, noto che le mie mani sono cambiate, sembrano quelle di Usako, non le mie..

Seguendo il mio istinto mi osservo allo specchio, ho il suo aspetto..

Un urlo di sorpresa mi esce dalla bocca.

Il movimento della macchina che mi precede, mi distrae da me stesso,e mi fa capire che la coda è finita, finalmente dopo interminabili minuti di stallo, posso tornare a guidare.

Tenendo gli occhi puntati sulla strada pronto a frenare in caso di una nuova coda, muovo la mia mano destra in cerca del cellulare  posto frettolosamente  sul sedile accanto al mio, lo trovo e in poco tempo digito il numero di casa.

Occupato, il telefono squilla facendomi capire che è occupato..Usagi.. lei e la sua maniera di stare delle ore al telefono con le amiche.

Sconsolato e leggermente alterato, lascio cadere il telefono sul sedile anteriore degli ospiti e mi concentro sulla guida.

Finalmente dopo molto tempo, riesco ad entrare nel parcheggio dell’ospedale,  con passo veloce e, con la sensazione di dovermi sbrigare, mi dirigo all’ingresso dove due paramedici mi fermano.

- Dottoressa Chiba! -

Li osservo intenti in una rianimazione,  un flashback mi viene in mente, quella scena, la stessa scena che sto osservando ora, è come se l’avessi già vissuta, la stessa cosa è per il lungo disagio sulla strada, come se stessi rivivendo lo stesso giorno un’altra volta.

Ma che assurdità vado a pensare? Come è possibile rivivere lo stesso giorno due volte?

Sorridendo per la scemenza pensata,mi avvicino alla barella dove intravedo una mano che cade priva di vita dal lato della barella..quella mano.. così simile alla mia..

Ho paura.. che sia io? Che sia Usako nel mio corpo?

Cercando di ignorare la brutta sensazione, mi avvicino ad uno dei paramedici e  inizio ad informarsi sul caso che mi viene presentato.

- Cosa abbiamo qui?-

- Uomo, 30 anni, ferita d’arma da fuoco -

30 anni, la mano identica alla mia.. no.. non è possibile…

- La stanza in cui l’abbiamo trovato aveva le pareti e il pavimento sporco di sangue, i mobili spostati come se ci fosse stata una lotta per sfuggire all’assassino.-

Continuando ad ascoltare il paramedico, mi avvicino alla barella e come per confermare la mia terribile sensazione, lo vedo, il mio corpo.., la mia Usako, nelle mie vesti,è distesa su quella barella ferita.

Pallida,il viso, le braccia rovinate dai graffi, a petto nudo per facilitare la rianimazione, il foro d’entrata della pallottola sul fianco destro, le sue mani sporche di sangue.

La mia dolce ondago atama, chi, chi ha potuto farle del male?Chi l’ha ridotta in quello stato?

La osservo incapace di capire perché è successo.

Quando sono uscito di casa, lei era li, con i capelli legati in una coda di cavallo, seduta in cucina a mangiare i cracker per tentare di sconfiggere la nausea mattutina, sorridente come sempre,  il suo bacio per augurarmi una buona giornata e dicendomi che mi avrebbe aspettato.

E ora? Ci siamo scambiati i corpi senza sapere come, e lei ferita..

Come vorrei saperla ancora in cucina, o a fare spese con le amiche per il nostro nascituro.

- Dottoressa Chiba, tutto bene?-

Qualcuno mi riporta alla realtà chiamandomi.

Non staccando gli occhi da lei nei miei panni, credo di rispondere, ma non sono certo che le parole siano uscite dalla mia bocca.

- E’ mio marito.. Mamoru..-

Sento qualcuno afferrarmi per le braccia e allontanarmi da lei, mentre un altro mio collega si avvicina di corsa.

Colui che mi allontana mi fa sedere, e mi parla

-Usagi.. Respira.. vedrai che andrà tutto bene.. che il vostro nascituro avrà il padre-

Mi sento in preda alle emozioni, credo anche causa degli ormoni da gravidanza.

-Da quanto è incosciente?-

Chiedo disperato, da quanto tempo mia moglie è in quelle condizioni? Da quanto è successo?

Non voglio.. Non voglio che muoia…

- Non lo sappiamo, è stato trovato dai vicini già incosciente, l’abbiamo prelevato cinque minuti fa-

- Abbiamo cercato di rianimarlo senza successo.-

S..senza successo? La mia Usako non può essere morta! Non può essere! Non voglio crederci!!

Cerco di avvicinarmi a lei ma colui che mi tiene immobile è più forte di me.

Le tastano il polso, l’altro polso, il collo, ma vedendo il medico che scuote la testa e che mi osserva dispiaciuto, capisco..

Usako, la mia unica ragione di vita, è morta, sono condannato a vivere nel suo corpo senza avere lei al mio fianco.

Le gambe mi cedono e mi ritrovo a terra, a guardare il vuoto, la mia vita ormai non ha più senso, qualcuno si è portato via mia moglie, perché? Perché??

- Ora del decesso 09.05-

Sento le lacrime rigarmi il volto, il fiato corto e l’aria venirmi meno.

-Dottoressa Chiba, si sente bene?-

Cerco di parlare, ma al posto della mia voce un suono familiare, quello della mia sveglia.

 

Tutto sudato mi sveglio di colpo.

Respiro cercando di calmarmi portandomi la mano al petto

Osservandomi attorno mi ritrovo nella nostra camera da letto, le pareti color della sabbia, il pavimento in palchè, e tutti i nostri mobili sono come devono essere.

Mi volto verso il lato di mia moglie, ma stranamente vedo che dormo io nel suo lato, mi giro verso sinistra e vedo la sua sagoma alzarsi e abbassarsi al ritmo del suo respiro, mentre la sua testa è coperta dalle coperte, come fa sempre per proteggersi dal fresco del mattino.

Osservandola mi viene in mente che il giorno prima non sono riuscito a salvare una paziente.

Non è la prima volta che vedo morire, ma quel caso.. quella ragazza.. era troppo simile alla mia Usako, stessa età, entrambe incinte..Mi sembrava di avere Usako su quel lettino, mi sembrava di essere coinvolto.

Per questo ho fatto l’incubo, si.. solo per questo.

La sola idea di perdere Usako e il nostro nascituro, mi spaventa.

Devo calmarmi.. era solo un sogno.. un brutto sogno.. respiro, faccio dei respiri profondi.

Una volta calmo, mi alzo e mi dirigo in bagno.

Alzo la tavoletta, ma tirando giù i pantaloni noto che una parte importante del mio corpo manca.

Al posto del mio pene, ho la vagina.

Mi osservo meglio e vedo che indosso i pantaloni di Usako.

Mi metto a ridere, sono in una nuova fase del sonno? Beh,allora stiamo al gioco.

Mi tocco il ventre chiedendomi se sono incinto o se sono Usako prima che rimanesse incinta.

Ecco.. Inizio a farmi domande in stile Usako, cosa importa se sono incinto o no?

Mi avvicino al lavandino volendomi rinfrescare,ma vedendo i seni di mia moglie allo specchio e abbassando il mio sguardo sul petto, mi sento curioso, e ascoltando,  un forte desiderio di osservare  il mio seno, mi allontano la maglietta leggermente, quel poco che mi consente di osservarli, sodi, belli, proprio come li ricordo.

Rilasciando la maglietta e accarezzandomi leggermente il seno destro, provo fastidio, e non riesco nel domandarmi come fanno le donne a farsi accarezzare il seno, mentre a me,con un semplice tocco mi da noia.

Apro l’acqua fredda, sperando di potermi svegliare al solo contatto, ma dopo vari getti d’acqua sul volto, inizio a farmi prendere dal panico.

Perché non mi sveglio?Perché non riesco a tornare nel mio corpo? Voglio tornare ad essere Mamoru Chiba.

Il panico aumenta, inizio a piangere disperato, mentre mi accorgo di assumere sempre di più gli stessi comportamenti di Usagi.

Mi pizzico le braccia, mi schiaffeggio.. eppure.. non riesco a tornare alla realtà.

- Usakooooooooooooo!!!!-

Grido, sperando che lei nel mio copro possa avere anche il mio sonno leggero.

-Usakooooooooooooooo!!!!-

Perché non arriva?? Perché??

La sento raggiungermi di corsa, ma quando entra in bagno e mi vede nel suo corpo, si blocca.

Fantastico… siamo scioccati entrambi.

-Ma..Ma..Mamo-chan.. sei me.. e io sono te…-

-Si..-

Non riesco ad aggiungere altro che la nausea mi prende e mi costringe ad avvicinarmi verso il gabinetto.

Mi si avvicina per tenere lontano i suoi capelli che ora sono i miei, mentre me li accarezza dolcemente

-E adesso sei tu che sei incinto..-

Cavoli… già.. sono io quello incinto ora..

Ma prima che posso pensarci, vomito ancora.

-diavoli.. come fate a sopportare di stare così male?-

Ridacchia, la sento ridere.

- Perché ridi?-

Le chiedo mentre cerco di riprendermi.

-Niente.. niente..-

Non mi convince molto la sua risposta..

Ripulitomi, e rinfrescato, la osservo seriamente

- E ora che facciamo?-

- Non ho la minima idea Mamo-chan..-

 

Eccomi con il nuovo capitolo.. scusate la lunga assenza, ma  a causa di vari impegni, il tempo per scrivere si riduce..

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, fatemi sapere le vostre opinioni sia positive che negative

Un bacio

Giulia

  
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