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Autore: Ellens    02/11/2011    4 recensioni
Juliet Sunders non ha paura di nessuno: si caccia nei guai, se li va a cercare come suo unico divertimento, ne è attratta tanto quanto un'ape è attratta dal suo stesso miele.
Chase Turner la odia: lei tende a rovinargli la vita giorno per giorno, per il semplice fatto che l'odio è reciproco.
Passano il tempo a minacciarsi, squarciarsi gomme e umiliarsi a vicenda, giusto per imporsi a far capire chi è che comanda alla Bellflower High School.
Due tipi così non possono che continuare ad odiarsi, o no?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diamo alla Bellflower High School ciò che è della Bellflower High School, dicevano in città

 

 

 

 

 

Diamo alla Bellflower High School ciò che è della Bellflower High School, dicevano in città.

Ebbene, bisognava darlo, allora; quella piccola catapecchia, pullulante di ragazzini in crisi ormonali, aveva una sola cosa positiva, a detta di Juls: la gita di inizio Novembre.

Ogni anno, precisamente l'ultima settimana di Ottobre, la scuola era in totale fermento per i preparativi, la scelta della meta, ma, principalmente, la raccolta fondi.

A questa, solitamente, si dedicavano i rappresentanti d'istituto, chi faceva parte del comitato studentesco e, dulcis in fundo, solo quell'anno, Turner e Sunders.

Quel pomeriggio, Juls se ne stava felice come una pasqua, regina della cucina, a lavorare la pasta all'uovo che aveva appena preparato. Al lato del tavolo, le zucche intagliate e decorate poco prima.

Alice, appollaiata su una sedia, sfogliava una rivista poco interessata -e interessante-, dando di tanto in tanto un'occhiata all'amica.

- Quindi- disse poi- fammi capire, le zucche sono per la raccolta fondi, mentre la pasta all'uovo è per...- lasciò la frase in sospeso, aspettando che la piccola cuoca, nonché sua migliore amica, nonché Juliet, la concludesse.

- Il preside Wilson- disse senza troppi preamboli.

- Precisamente perché?- Alice alzò un sopracciglio come solo lei sapeva fare.

- Perché il preside Wilson in realtà è un uomo dal cuore tenero, mi ama, e gradirà il regalo-

- La pasta all'uovo? Penserà che sia stata avvelenata- decretò l'altra.

- No, ma in realtà un fine ce l'ho-

- E sarebbe?-

- Allora, seguimi bene!- iniziò Juls.

- Ti brillano gli occhi. Non mi piace quando ti brillano in quel modo-

- Zitta e ascolta. Darò il vassoio con la pasta precisamente nella pausa pranzo, quando lui sarà a mensa, e lo poggerò sulla sua scrivania. Poi, discretamente, prenderò dal suo secondo cassetto la lista delle possibili mete per la gita, e la sostituirò con una lista tutta mia- snocciolò con fare puntiglioso.

- Ho un po' di domande da porti- Alice non era sconcertata, di più - uno, come fai a sapere che c'è nel secondo cassetto?; due, cosa ti fa pensare che non noterà la differenza di calligrafia, oltre alle mete prestabilite stranamente mutate in mete che saranno decisamente improbabili?; tre, ma non meno importante, cosa ti spinge a farlo?-

- Uno, io e Wilson ormai siamo di famiglia, diciamo che so pressappoco quante volte va al bagno; due, lui non controlla mai cose simili, in realtà non gliene frega niente; tre, le liste sono state proposte da Leticia Garcia, credi realmente che siano mete anche solo su cui farci un pensierino?- Juls roteò gli occhi eloquente.

Leticia Garcia era una ragazza decisamente cicciottella, le cui massime aspettative erano quelle di diventare bibliotecaria, visitare tutte le biblioteche del mondo e divertirsi alla grande leggendo l'enciclopedia.

Alice aprì la bocca per ribattere qualcosa sulla scorrettezza, quando nella stanza fece il suo ingresso Elijah.

- Ragazze- salutò, alzando la mano e dirigendosi verso il frigo.

- Le birre sono finite- lo precedette la sorella - oggi ti dedicherai all'acqua-

- E tu dedicati ai cazzi tuoi una volta nella vita- disse lui, facendo marcia indietro.

- Come siamo adirati- Juls storse la bocca.

- Alice, come fai a sopportarla?- Elijah regalò uno dei suoi sorrisi accecanti all'amica della sorella. Quella, dal canto suo, restò accecata, come al solito.

Juls, fino a pochi mesi prima, avrebbe giurato che Alice e suo fratello, una volta scomparsa Eloise, si sarebbero dati da fare.

Un po' perché Alice ne era stata sempre segretamente invaghita, ché lui aveva un certo fascino, un po' perché lei gli era sempre stata simpatica, e lui non l'aveva mai negato, infine perché lei, a differenza di Eloise, lo avrebbe davvero completato.

Solo che ormai, con l'arrivo di Baker, i film mentali di Juls erano pian piano scemati.

- Mah, si fa quel che si può- rispose Alice. Era imbarazzata, Juls lo vedeva.

Elijah regalò all'ospite un altro sorriso, poi lasciò la cucina.

Juls prese a rassettare la stanza, mettendo il suo fantastico regalo per Wilson nella credenza e sedendosi su una sedia, di fronte all'amica.

- Allora, come va con Baker?-

- Allora, come va con Turner?-

- Non c'è male, stesso odio, stessa voglia di eliminarlo. Ora rispondi- Juls s'illuminò con un sorriso.

- Non c'è niente da dire, come dovrebbe andare?- Alice sfoderò la sua solita aria evasiva.

- Ti piace?-

- No-

- Ti piace?-

- No!-

- Okay, ti piace-

- Okay, un po'. Ma niente di che. Credo anche stia trafficando con una, quindi la cosa non mi interessa più di tanto- alzò le spalle.

- Menti- sentenziò Sunders.

- Gomiti- rispose l'altra.

- Queste battute mi scatenano davvero molta ilarità. Cavolo, non riesco a trattenermi dalle risate-

- Il tuo sarcasmo non mi è nuovo-

- Neanche le tue bugie-

- Sei un'amica cattiva-

- Tu pure-

- Tu non ammetti che Turner ti piaccia-

- Tu, oltre a non ammettere di essere follemente innamorata di Baker, affermi anche il falso. Sei da bruciare-

- Ti voglio bene- Alice le dette uno spintone amichevole, alzandosi dalla sedia, seguita a ruota da Juls.

Quest'ultima rise sonoramente, spingendo a sua volta l'amica - Comunque ti vedo meglio con mio fratello- disse, scoppiando a ridere per la seconda volta.

Alice sorrise.

 

* * *

 

- Fatto- Juliet Sunders uscì trionfante dall'ufficio del preside, ormai sua seconda casa, sventolando un foglio giallo canarino.

Liam Baker, che l'aspettava con la schiena poggiata agli armadietti rossi nei corridoi, le sorrise di rimando - Tutto liscio?-

- Come l'olio, Baker. Osserva e impara, un giorno, se io non ci sarò più, tu avrai il compito di continuare ciò che ho iniziato-

- Distruzione della classe sociale media di Bellflower?-

- Se vogliamo dirla così- Juls sghignazzò, accartocciando il foglio che stringeva come trofeo nelle mani.

Povera Leticia Garcia.

- Alice dov'è? A rinnegarmi?- chiese la ragazza.

- No, tecnicamente è ora di pranzo, tecnicamente è il tuo turno a servire i piatti alla mensa e, sempre tecnicamente, è lì a pararti il culo-

- Oh, è proprio un'amica perfetta - disse - e tu, piccolo Liam- e qui gli dette una pacca sulla schiena - sei bravo a difendere la tua amata-

Detto ciò si allontanò, allungando il passo verso il refettorio.

Alice, come preannunciato, stava tenendo testa - o quasi - alla signora Morgan che, come ovviamente accadeva tutti i giorni per molteplici motivi, stava sbraitando, le ciocche di capelli giallo paglia che uscivano senza pudore dalla cuffietta, sporca anche quella di salsa verde, mentre la povera Powell arretrava, decisamente intimorita.

- Scusi il ritardo signora Morgan, avevo da ultimare un compito di spagnolo- le tolse dalle mani il mestolo che la donna brandiva in aria- dia a me, dia qua- e, così facendo, si posizionò davanti al pentolone dietro il bancone.

Quando, pochi minuti dopo, Alice comparve di fronte a lei col vassoio, le passò di soppiatto il foglio rubato dalla presidenza.

- Guarda da cosa ci ho salvati- le disse soltanto, ammiccando.

L'amica distese la carta arricciata, leggendo interessata

 

Biblioteca comunale di Sacramento

Museo delle arti antiche di Bellflower

Museo della poesia duecentesca

 

- Allora?- chiese Juls.

- Per quanto ti dovrò ringraziare?- sospirò Alice.

- Mi accontenterò di un decennio. Io ho proposto una gita vera e propria a Sacramento, una agli Universal Studios e una al parco naturale dello Yosemite- le disse lei - Ora prendi la tua salsina e va avanti, c'è già la coda, qualcuno potrebbe ascoltare-

 

* * *

 

- Avviso a tutti gli studenti- l'altoparlante echeggiò nell'aula di pittura - Dopo un'attenta analisi il preside Wilson, per motivazioni varie, ha deciso che la gita di inizio Novembre si terrà agli Universal Studios. Da mercoledì, inizierà la raccolta fondi, il budget necessario per effettuare l'uscita vi sarà comunicato nella mattinata di domani. Buon proseguimento-

Turner, che stava lavorando a ciò che non poteva ancora essere definito un disegno, alzò lo sguardo, esaltato - Agli Universal Studios? Chi ha proposto le mete quest'anno?-

- Leticia Garcia- Juls scrollò le spalle, dandogli poca corda.

La ragazza appena nominata, intanto, si dimenava al banco del decupage, dicendo qualcosa di orribilmente simile a un " Ma non l'ho proposto io!".

- Ehi, Garcia!- Juls la chiamò. La tipa, paffutella e agitata, s'avvicinò paonazza in viso.

- Sì?-

- Ascolta, ho due biglietti per il Museo della poesia duecentesca e Turner mi ha confidato di volerci andare con te. Non vorrai mandarlo in bianco, vero?- le sorrise, calda e felice. Leticia diventò bordeaux, mentre Turner prese a boccheggiare.

- Domani ti porto i biglietti, okay? Scommetto che vi divertirete un mondo- concluse, allontanandosi.

Erano le sette ormai, il laboratorio era terminato e lei non vedeva l'ora di lasciare Leticia a fantasticare sulla sua vita matrimoniale con Turner, ormai poco interessati entrambi alla gita da fare, chi per un motivo, chi per l'altro.

 

 

 

 

 

CHIEDO VENIA

Davvero, chiedo IMMENSAMENTE venia, perchè sono sparita.

Ho avuto, come dire, un blocco, provavo a scrivere ma uscivano fuori schifezze forzate, poco interessanti, e non volevo rovinare questa storia per la fretta di postare.

Quindi, davvero, spero che leggerete e mi perdonerete, in caso contrario, capirò.

Scusate ancora, davvero tanto.

Un bacio

 

~Ellens

 

 

 

 

 

   
 
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