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Autore: Saerith    02/11/2011    7 recensioni
"Occhio per occhio, dente per dente" era in sintesi la logica dietro il codice di Hammurabi. Cosa succederebbe se Sanae iniziasse a ignorare Tsubasa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Yoshi-chan, tu sei mai stata a questa fantomatica villa a Palm Beach?- chiese Sanae, mentre toglieva dalla busta il costume nuovo che aveva comprato.

L’amica scosse la testa, impegnata a selezionare gli abiti da portare per quella che Cody aveva definito “gita fuoriporta”, anche se in realtà, e lei lo sapeva benissimo, era l’ennesima subdola manovra per conquistare le attenzioni di Sanae, dato che abiti firmati e auto di lusso non sembravano aver scalfito il guscio che la ragazza mostrava con ogni maschio che non rispondesse al nome di Tsubasa Ozora.

Quando l’amico le aveva invitate ad andare non aveva mancato di rivelare il valore monetario della sua “casa per le vacanze” al mare, che ammontava sui 14 milioni di dollari[1], rimanendo deluso dalla mancanza di reazione da parte della sua “futura conquista”.

Nakazawa sistemò un ultimo paio di pantaloncini di jeans sorridendo di fronte alla mole di vestiti che aveva comprato nel mese trascorso a New York: Yoshiko sembrava essersi messa in testa di cambiarle il guardaroba per fare in modo che avesse meno cose castigate e poco femminili. Buttò in valigia anche il top amaranto a fascia che aveva preso il giorno prima sulle bancarelle nella 6th Avenue e chiuse il trolley che le aveva prestato la sua amica.

Yoshiko fece appena in tempo a chiudere il suo bagaglio che Hachiro suonò alla porta, a cui andò ad aprire la signora Fujisawa. Il ragazzo e Christopher salirono al piano di sopra per prelevare galantemente le valigie delle ragazze che, salutata la madre di Yoshiko, uscirono per raggiungere le macchine parcheggiate nel vialetto. La ragazza scosse la testa notando la vistosa differenza fra l’anonima vettura di suo cugino e il fuoristrada di lusso di Cody [2] che, come al solito, non lesinava di ostentare i mezzi di cui poteva disporre. Ancora una volta, però, la reazione di Sanae fu come una mattonata in testa poiché, dopo averlo salutato, entrò nell’altra auto lasciandolo incredulo, con la mano ancora sulla manopola della portiera che stava lasciando aperta per lei. Dentro l’abitacolo, Jamal stava ridendo a crepapelle, mentre Christopher che li aveva raggiunti contorceva i lineamenti per non scoppiare a ridere a sua volta.

- Non osare metterti a ridere.- lo aveva ammonito Cody, sottolineando le parole sfilandosi gli occhiali da sole.

Scocciato mise in moto in direzione dell’aeroporto, dove avrebbero preso l’aereo per risparmiare tempo.

 

 

Dopo due ore e mezzo circa di volo arrivarono a Palm Beach, dove trovarono il custode della villa pronto a condurli a destinazione. Rimasero tutti di stucco di fronte alla facciata della lussuosa abitazione che nello spiazzo antistante l’entrata ospitava una Porsche Carrera e una Lamborghini Diablo.

- Ho pensato che potessero servirle se lei e i suoi amici voleste andare in giro la sera, signor Franklin.- spiegò l’uomo indicando le auto, mentre con delicatezza invitava le ragazze a scendere per poi occuparsi dei bagagli.

Sanae era confusa da tanto lusso, anche se non era mai stata una persona che si lasciava impressionare dalla ricchezza. Nella sua testa continuava a domandarsi come avevano fatto Yoshiko e suoi cugini a diventare amici di un ragazzo così benestante, per non parlare di Jamal e Chris che erano la semplicità fatta a persona.

Entrarono all’interno e ciò che vide non era niente a confronto di quel che si presentava dalla facciata della casa: ogni mobile, ogni oggetto era in stile raffinato e molto ricercato; ogni dettaglio minimamente curato, dalle tende di seta ai quadri pregiati appesi alle pareti. Cody fece accomodare i suoi ospiti, mostrando ogni ala dell’abitazione: la cucina in legno di palissandro e marmo di Carrara, le numerose stanze da bagno, il soggiorno con il maxischermo al plasma e, per finire, l’ampio patio colonnato che dava sulla piscina. Sanae si avvicinò al fusto di una colonna per ammirare l’enorme vasca dove l’acqua azzurra s’increspava lievemente scossa dal vento, quando una voce la richiamò alla realtà.

- Ti piace, Sunny?-

Cody era comparso alle sue spalle e le rivolgeva quel sorriso malizioso che aveva imparato a conoscere bene, così come il nomignolo che si era inventato per chiamarla in modo particolare e intimo, dato che il ragazzo, a differenza dei tipi che era solita frequentare, non aveva mai mascherato l’interesse nei suoi confronti.

Gli sorrise e annuì.

- Complimenti, Cody, avete una casa bellissima.-

Il ragazzo fece spallucce spiegando che l’artefice di tanto lusso era la sua viziata mammina che aveva speso una fortuna tra arredatori e decoratori d’interni per fare in modo che quel luogo divenisse la fiera delle vanità.

Yoshiko comparve sulla porta del patio con l’aria di un generale e le mani sui fianchi. Cody alzò lo sguardo al cielo: la sua amica stava diventando un incubo, nemmeno fosse il peggior mostro che esiste sulla faccia della Terra.

- Sanae-chan, vieni che disfiamo i bagagli?-

- Arrivo.- le rispose, poi la superò oltre la porta e uscì.

La ragazza incrociò le braccia sul petto e lo squadrò con occhi sottili.

- Ti tengo d’occhio.- e detto questo si congedò.

Cody sospirò, passandosi le mani tra i capelli: Yoshiko stava diventando una vera seccatura, doveva trovare il modo di distrarla in modo che la smettesse di interrompere i suoi tentativi di avvicinarsi a Sanae. L’unica persona adatta allo scopo era Christopher, che si era preso una cotta per la ragazza, ma aveva abbandonato l’idea quando aveva saputo che aveva un ragazzo in Giappone. Intuiva che toccando le corde giuste avrebbe spinto di nuovo l’amico a provarci con lei e, se non avesse comunque cavato un ragno dal buco, almeno gli avrebbe lasciato il tempo per avvicinarsi a Sanae.

Le ragazze nel frattempo stavano indugiando sulla raffinatezza dell’arredamento della camera. Di fronte alla porta due vetrate, che ricoprivano l’intera altezza della parete, davano sulla piscina e più in là si potevano vedere le spiagge con la loro sabbia dorata; sul muro portante stavano poggiate le testiere dei letti le cui curve morbide contrastavano con il rigore delle forme dei comodini e degli armadi, accomunati dal tenue colore pastello e dai decori floreali. Dalla parte opposta stava un’enorme specchiera illuminata da ogni lato con lampade in ferro battuto e alla sinistra stava l’entrata del bagno, grande quanto la stanza da letto e con una vasca dal diametro spropositato.

- Ho idea che questa “gita” sarà indimenticabile.- sospirò Yoshiko.

 

 

Chris non la perdeva un secondo d’occhio: Yoshiko gli piaceva molto, non riusciva a nasconderlo e nemmeno a non pensare a quanto fosse carina con il prendisole bianco e sensuale con il costume a due pezzi che aveva indosso in quel momento. Le parole di Cody gli avevano risvegliato quei sentimenti che aveva tentato di sopire per rispetto di lei e correttezza verso quel fantomatico fidanzato d’oltreoceano.

- Chi ti assicura che lui non sia a divertirsi con un’altra adesso?- gli aveva fatto notare l’amico.

Sinceramente non l’aveva mai pensata in questi termini o almeno, se gli era mai venuto il minimo sospetto, lo aveva ricacciato in qualche cassetto della sua mente, perché non avrebbe mai fatto soffrire la ragazza instillandole il dubbio del tradimento, era una cosa che andava contro i suoi principi. Eppure adesso era lì, pronto a rifarsi avanti con la cugina del suo migliore amico.

La ragazza andò a giocare con le onde assieme a Sanae, che lentamente cercava di vincere i brividi dello sbalzo termico ed entrare in acqua. L’amica la raggiunse alle spalle e l’invitò a contare fino a tre e poi buttarsi assieme.

- Non barare.-

Ma ancor prima di finire il conteggio, Hachiro arrivò correndo alle loro spalle alzando un’infinità di schizzi e buttandosi pesantemente in mezzo a loro due, che fradice e anche infuriate cominciarono a rincorrerlo in mezzo alle onde. Cody sbirciava Sanae da dietro gli occhiali da sole, ammirando la doratura della sua pelle acquisita al sole della piscina, che ben si accostava al rosso fuoco del suo seducente bikini.

Afferrò il pallone da beach volley e togliendosi gli occhiali invitò Chris e Jamal a seguirlo per andare a giocare in acqua. I tre iniziarono a palleggiare, poi resero i passaggi più difficili aggiungendo schiacciate e ricezioni in tuffo. Sanae e Yoshiko, che stavano tornando da una nuotata a largo si fermarono a guardarli, mentre Hachiro si univa a loro. La palla si alzò a campanile e Cody spiccò un bel salto per produrre una schiacciata talmente rapida da lasciare di stucco Jamal che rimase con le braccia tese in avanti come una statua.

- Però…è veramente bravo.- si lasciò sfuggire Sanae.

- E’ titolare nella squadra di pallavolo del suo liceo.- le rispose Yoshiko in tono piatto.

Vide la sua amica avvicinarsi e cercare spazio tra i giocatori, mettendosi tra Cody e Hachi.

 

Ok, sei sensibile al fascino dello sportivo.

 

Vedendo suo cugino che si sbracciava per invitarla a giocare, saltellò sulle onde e si unì al cerchio che avevano formato a due passi dalla battigia.

Sanae giocava divertita e dentro sentiva una gioia incontenibile, finalmente riusciva a vivere dei momenti sereni senza offuscarli con i pensieri dolorosi. Non che Tsubasa fosse sparito dalla sua testa, ma era riuscita a tramutarlo in un pensiero dolce, un ricordo di quello che di bello l’aspettava una volta tornata a casa, ma per rientrare in Giappone c’era tempo e lei, ora, aveva intenzione di godersi quella vacanza fino all’ultimo minuto. Ogni volta che si girava alla sua destra incrociava lo sguardo ammaliante di Cody che quel giorno sembrava particolarmente ispirato a far cadere ogni sua difesa. Poco prima, quando il pallone era caduto in mezzo a loro, lui lo aveva raccolto e, dopo averlo scosso per far scivolare via l’acqua, gliel’aveva porto come un pacco regalo; mentre lei afferrava la sfera, aveva avvertito le sue dita sfiorare il dorso della sua mano.

Yoshiko scrutava preoccupata gli ammiccamenti che si scambiavano, ignara che, proprio accanto a lei, una persona non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Chris continuava a fare i conti con i propri scrupoli, mentre la parte più meschina del suo animo lo martoriava con l’idea che il fantomatico Matsuyama non fosse lo stinco di santo che lei credeva e che magari, mentre lui si arrovellava nei dubbi, l’altro approfittava dell’assenza della ragazza per farsi i fatti propri. Distratto da quei pensieri non vide la palla arrivare e Yoshiko, presa dal gioco, si buttò nella sua direzione per prenderla. Entrambi caddero in acqua e Chris sentì il corpo di lei così aderente al suo, che tutti i suoi buoni propositi crollarono una volta per tutte.

 

 

La schiuma aveva formato delle nuvole deliziose sulla superficie dell’acqua e nella stanza si confondevano i profumi del bagnoschiuma e del pout-pourri. Sanae aveva trovato delle candele e le aveva accese per creare un’ulteriore atmosfera rilassante. Yoshiko era già immersa nell’acqua calda e la sua amica la raggiunse poco dopo, sfilandosi l’asciugamano di dosso. Mentre giocava con le bolle la voce inquisitoria di Fujisawa le fece sparire il sorriso dal volto.

- Che succede tra te e Cody?-

Sanae si rabbuiò, infastidita da quella domanda.

- Non succede proprio niente.- rispose stizzita.

- Ah sì? Non mi pare dagli sguardi che vi scambiavate oggi.-

La ragazza si voltò completamente nella sua direzione e si avvicinò per essere faccia a faccia con la sua amica.

- Faccio qualcosa di sbagliato se mi godo il corteggiamento di un bel ragazzo?- il suo viso aveva un’espressione quasi addolorata.

Yoshiko si rese subito conto che la situazione in cui era la sua amica non era delle più semplici: in Giappone c’era un ragazzo per cui aveva perso la testa, ma che non aveva mai dato il minimo segno di tenere a lei o almeno non in quel senso; lì c’era Cody, un ragazzo molto carino che la stava ricoprendo di attenzioni, anche se lui non era proprio il tipo da fare le cose sul serio. Sanae non aveva niente da rimproverarsi, non aveva nessuno a cui dover rispondere, lei era libera di fare quello che voleva.

- Scusami.- rispose contrita.

- Ma una cosa voglio dirtela: Cody non è un bravo ragazzo, non con le donne almeno. Le prende e le lascia come fossero oggetti, le vede alla stregua di una bella macchina o di una camicia firmata, all’inizio si appassiona, poi dopo poco si stanca.-

- Questo lo so.- le rispose spiazzandola.

- Ma non credo che sia talmente meschino da forzarmi a fare cose che non voglio.-

Annuì e si rilassò, parlare con sincerità era stata la scelta migliore, per entrambe.

 

 

I ragazzi erano pronti e le aspettavano all’ingresso per andare alla baracchina in spiaggia dove si teneva il solito festino con musiche caraibiche. Chris e Cody si scambiarono uno sguardo eloquente quando le videro scendere le scale fasciate dai vestitini da sera che indossavano.

Il ragazzo offrì il braccio a Sanae che con un sorriso accettò volentieri l’invito, mentre Chris fu preceduto da Hachiro, che prese per le spalle la cugina, squadrandolo pure in cagnesco. Hachiro Fujisawa non era un cretino, aveva capito che il suo migliore amico aveva ripreso gli antichi propositi e non gli avrebbe lasciato il campo libero, non gli avrebbe permesso di fare qualcosa che potesse far soffrire la sua preziosa cuginetta. Il ragazzo rimase un po’ deluso e seguì Jamal che con un cenno del capo lo invitava a raggiungere gli altri.

Cody lanciò la chiave della Porsche ad Hachiro, che con stupore gli chiese se si fidasse a fargliela guidare.

- Non posso guidarle entrambe.- sorrise alzando le spalle, poi si voltò e porse la mano a Sanae per aiutarla a salire nel basso abitacolo della Lamborghini. La ragazza si guardò attorno, osservando i particolari del cruscotto, fino ad arrivare al volante con al centro lo stemma del toro pronto ad incornare[3], Cody si sedette al suo posto e le fece l’occhiolino, suscitandole un sorriso alquanto civettuolo. Sul sedile posteriore Jamal sospirò: mai come in quel momento si sentiva di troppo.

 

 

La musica era talmente coinvolgente che Sanae si scordò la propria timidezza e iniziò a muoversi, aiutata da Jamal, che da bravo ballerino qual era conosceva tutti i passi base dei principali balli latinoamericani. Yoshiko si limitava a muoversi a tempo, scatenandosi con il cugino nell’imitazione di Uma Thurman e John Travolta in Pulp Fiction, provocando l’ilarità dei presenti. Cody stava a guardarli spalle allo steccato che delimitava la pista da ballo, mentre Christopher era girato dalla parte opposta con i gomiti posati sulla balaustra di legno intento a fissare le onde.

- Ehi, che faccia da funerale.-

- Fottiti! La colpa è anche tua. Potevi evitare di coinvolgermi nelle tue manovre.- rispose seccato.

- Potresti provare a parlarle.- gli suggerì.

- Secondo te Hachi me lo lascerebbe fare? Lo conosci, è il solito cazzone, ma toccagli suo fratello o sua cugina e sei fregato.-

Cody vuotò la bottiglia di birra[4] e la posò sullo steccato, poi si infilò tra la gente che ballava e chiese a Sanae se gli andava di fare una passeggiata. La ragazza rivolse uno sguardo a Yoshiko come alla ricerca di un pretesto per rifiutare, ma in quel momento qualcosa nel suo cervello fece scattare una molla quando, oltre le spalle della sua amica, vide una ragazza che portava dei braccialetti brasiliani come quelli che Kumi aveva regalato a Tsubasa. Lasciandosi prendere per mano lo seguì lungo la spiaggia lontano dalla confusione.

Yoshiko li seguì con lo sguardo, finchè la sua attenzione non fu catturata da Christopher che ora stava di tre quarti in modo da riuscire a vederla. Lei gli sorrise e lui alzò la mano per salutarla, poi vide che gli chiedeva di andare in pista, ma scosse la testa. A quel punto fu lei ad avvicinarsi, anche per riprendere fiato.

Sotto la luce del riflettore, i suoi occhi e la sua pelle sudata per il movimento brillavano come fossero di cristallo. Chris le sorrise malinconico, cosciente che lei non poteva sapere cosa avrebbe dato in quel momento solo per poterla abbracciare. Rivolse nuovamente lo sguardo al mare, ma sentì una mano calda posarsi sul suo braccio.

- Chris, qualcosa non va?- chiese sinceramente preoccupata.

Il ragazzo riflettè qualche istante, poi decise di chiederle di seguirlo per poter parlare con calma. Hachiro era immobile in mezzo alla pista con le mani occupate dalle birre che aveva comprato per sè e Jamal, ma quest’ultimo lo bloccò quando fece per mettersi tra i due.

- Lascia che se la sbrighino da soli, sono grandi abbastanza.-

 

Sanae e Cody intanto erano seduti sulla sabbia ancora calda e stavano rimirando il riflesso della luna sulle onde, non avevano parlato granchè fino a quel momento. Lei era in evidente imbarazzo, mentre lui aspettava tranquillo il momento giusto per per fare ciò che si era messo in testa. La ragazza sospirò per sciogliere l’agitazione attirando uno sguardo incuriosito del ragazzo.

- Come vi siete conosciuti tu e gli altri?- chiese sorridendogli.

Cody si sdraiò sulla sabbia con le mani incrociate dietro la nuca.

- Christopher è figlio della colf di mia madre, è stato lui a presentarmi gli altri.-

Sanae annuì, avrebbe voluto chiedergli di più, ma non voleva sembrare indiscreta. Lui si voltò con il gomito poggiato a terra e rise.

- Ti starai chiedendo come fa un ragazzino ricco e viziato a essere amico loro, vero?-

La ragazza arrossì colta in fallo, ma voltandosi per chiedere scusa, vide che lui le stava sorridendo dolcemente.

- E’ perchè loro non approfittano mai della mia amicizia. Sono diversi da tutti quei leccapiedi che si fingono miei amici per usufruire dei privilegi concessi dai soldi di papà.-

Quelle parole servirono a farle vedere quel ragazzo sotto un’altra luce: in realtà, era un ragazzino viziato e per lui le donne erano delle bamboline con cui giocare un po’ e poi relegarle in cantina, ma quante di loro si erano avvicinate a lui disinteressatamente?

Non si mosse quando sentì la sua mano che le sistemava una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le accarezzava il viso, nemmeno quando il suo volto si fece sempre più vicino per posare le labbra sulle sue.

 

Chris camminava con le mani in tasca, lasciando un po’ indietro Yoshiko. La ragazza, stufa di rincorrerlo, gli chiese di rallentare, ma lui si voltò di scatto e si parò di fronte a lei.

- Yoshiko, io voglio stare con te.-

Non si sarebbe mai aspettata una dichiarazione simile, erano d’accordo che sarebbero rimasti amici, perchè lei aveva già qualcuno.

- Chris, sai bene che io non posso darti quello che vuoi, c’è già un altro e non è un mistero che io non veda l’ora di tornare in Giappone da lui.-

Il ragazzo non aveva alternative, sicuramente non avrebbe tirato fuori la possibilità che la fiducia in quel lontano ragazzo fosse mal riposta, altrimenti si sarebbe giocato pure la sua amicizia, anche se in quel momento gli sembrò l’unico appiglio valido, ma si interruppe ancor prima di proferire parola con uno sbuffo rassegnato.

- Come un idiota volevo metterti in testa il dubbio che lui forse non ti è fedele come lo sei tu in questo momento...Ma non credo che sia quel tipo di persona, se lo hai scelto deve essere un tipo in gamba e se è così, sa bene che vale la pena aspettarti, eh, Yoshi-chan?- disse con voce tremante e gli occhi un po’ lucidi per la tristezza.

La ragazza sentì le lacrime pizzicarle gli occhi e mai come in quel momento avvertì la mancanza di Hikaru. Dispiaciuta si precipitò ad abbracciarlo e tra le lacrime continuò a ripetere quanto le dispiacesse.

- Dispiace anche a me.- bisbigliò al suo orecchio, mentre una lacrima prepotente scendeva lungo la sua guancia.

 

 

Tsubasa si sfilò la maglia e si passò la mano sul petto caldo: quel giorno era andato ad allenarsi ed era rimasto tutto il pomeriggio sul campo deserto a torso nudo, rimediando un principio di scottatura. Infilò i pantaloncini e la canotta e si stese sul letto. Il suo sguardo passò dai poster e gagliardetti che tappezzavano le pareti al calendario che stava proprio di fronte a lui. Sforzò la vista per distinguere il numero del giorno appena passato e alzando le mani contò sulle dita.

- Quindici giorni.- sospirò.

 

 

 

Sì sì, bravo Tsucoso sospira che intanto dall’altra parte del mondo sta succedendo il finimondo (ok, forse esagerato). Lo so che qualcuna di voi mi sta odiando…sono pronta a ricevere i vostri improperi. XD

Grazie a tutti per le vostre parole e per il tempo che dedicate alla mia fanfiction.

 



[1] Circa 9.883.572,54 euro.

[2] Cody e Hachiro hanno 16 anni, età sufficiente negli USA per ottenere la patente di guida

[3] Stemma della Lamborghini

 

[4] La questione sul consumo di alcolici in USA è controversa e ogni stato ha le sue leggi e un’infinità di eccezioni.

  
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