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Autore: Meme06    03/11/2011    6 recensioni
Si, sono di nuovo io con un'altra ffc su questo meraviglioso anime. Questo è il continuo di Siblings in love, spero solo che possa piacere come è piaciuta la prima ^ ^ Baci.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Siblings in love'
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In quel momento la porta si aprì e ne uscì fuori la madre.

- Allora Amu ti è piaciuto il pran… - stava dicendo la donna. I due si erano staccati all'istante, ma erano stati colti alla sprovvista e la madre aveva comunque visto tutto.

Cosa aveva detto prima? Se poteva andare peggio di così? A quanto pare si. La donna era rimasta a bocca aperta nel vedere quel bacio che seppur a stampo era pur sempre un bacio.

- A-Amu… - disse la madre. - E I-Ikuto… mi spiegate che cosa stavate facendo?

Tutti e due si scambiarono un'occhiata fugace. Dovevano rispondere qualcosa, ma inventarsi una scusa improvvisa non era certo una cosa semplice. Come potevano immaginare che li avrebbe scoperti? Ad Amu venne in mente il suo sogno, che fosse stato un sogno premonitore? Oddio era orribile pensarlo e se Ikuto adesso se ne sarebbe andato? E se sua madre avrebbe smesso di volerle bene com'era successo nella sua mente? Oddio.

Alzò lo sguardo verso la madre che più che arrabbiata li guardava confusi e quasi… delusa? No, non poteva essere.

- M-mamma senti… - provò a dire la ragazza, ma venne bloccata da Ikuto che le mise una mano sulla spalla e la guardò intensamente. - Che c'è?

Il ragazzo sbuffò.

- Guarda che tanto non ne sei capace è inutile che ti giustifichi con mamma. - le disse.

Capace di cosa? Capace di mentire? Intendeva questo forse. Ma perché aveva sbuffato e che cosa gli era venuto in mente? Accidenti a lui che cavolo gli passava improvvisamente in quella testa pervertita?

- Capace di cosa? - domandò con la voce che le tremava.

- Di baciare… - rispose lui. La ragazza arrossì talmente tanto che Ikuto per un attimo pensò che avrebbe iniziato a fumare dalle orecchie. - Beh lo so che ci tenevi a vincerla la scommessa ma mi dispiace hai perso!

Esclamò infine lui. Che cosa? Ma che gli prendeva tutto d'un tratto? Si sentiva forse male?

- Di cosa… - provò a dire la rosa ma fu preceduta dalla madre.

- Di cosa stai parlando Ikuto? - chiese la donna.

- Oh nulla di cui preoccuparsi mamma… - rispose il ragazzo. - Avevamo fatto una scommessa. Lei si stava lamentando perché ancora non aveva baciato e allora io l'ho presa in giro dicendo che tanto non sapeva fare e lei per scherzo mi ha dato un bacio a stampo sulle labbra.

Spiegò il ragazzo calmo, tanto che Amu invidiava la sua capacità di mentire così tranquillamente.

La madre ascoltò bene le parole del figlio.

- Dice la verità, Amu? - chiese la donna. Sapeva che sua figlia non sapeva mentire, se l'avrebbe guardata avrebbe capito subito se stava dicendo la verità.

La rosa tentò di placare l'agitazione che aveva dentro. Nella sua mente prese un bel respiro profondo e tentò di essere come il fratello per una volta e di non rovinare tutto.

- Certo che è la verità! Che cosa pensavi, scusa? - chiese ridendo.

La madre sorrise sollevata che non era quello che aveva immaginato vedendo la scena.

- Beh allora dimmi, ti è piaciuto il pranzo? - domandò sempre con il sorriso sulle labbra.

- Si mi è piaciuto molto! - esclamò la ragazza allegra. Ora lo era davvero, era riuscita a non rovinare tutto e a far passare tutto per una specie di gioco, per una specie di scherzo.

- Bene, ora vi lascio, scommetto che Amu deve fare i compiti. - disse.

- Già, matematica… - mormorò la ragazza abbassando lo sguardo a terra mentre la madre usciva dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. - Non ho voglia di fare matematica!

Sbottò guardando il fratello che le sorrideva compiaciuto.

- Ottima interpretazione… - le sussurrò all'orecchio per poi far l'occhiolino. - Vuoi un aiuto con matematica?

- Please! - fece lei arrossendo leggermente.

- Okay dai, ti aiuto… - rispose il ragazzo mettendosi seduto vicino a lei e aiutandola a risolvere i quattro problemi che aveva per compito. - Certo che sei proprio cocciuta! Guarda che l'area l'hai già calcolata, perché fai la formula inversa?

Il cervello di Amu stava letteralmente scoppiando.

- G-giusto… - tentò di capirci nuovamente qualcosa, ma l'ultimo problema era davvero complicato. - Allora forse devo… calcolare il perimetro?

- Era ora che ci arrivassi! - esclamò il ragazzo guadagnandosi una bella linguaccia da parte della rosa.

- Questo era difficile! - tentò di giustificarsi la ragazza.

- Certo e fortuna che è solo un ripasso degli anni scorsi! - la prese in giro il ragazzo. Altra linguaccia.

- Se a te riesce bene la matematica non posso certo farci niente! - disse ancora la sorella.

- Avrai preso da babbo, anche lui era un fiasco totale in quella materia… - disse Ikuto.

- Beh non mi risulta che mamma sia meglio. - concluse la ragazza.

- Beh a parte che a essere più bravi di te non ci vuole molto… - la prese in giro il ragazzo.

Lei gli rivolse un'occhiataccia.

- L'importante è che ci sia un genio in famiglia, giusto? - fece la ragazza stizzita.

- Giusto! - ribatté il ragazzo mantenendo il gioco. Poco dopo però scoppiarono a ridere entrambi. Era troppo divertente prendere in giro sua sorella e per lei era troppo bello vedere suo fratello guardo rideva o le sorrideva semplicemente.

- Beh ora che ho finito matematica posso rilassarmi… - disse la ragazza stiracchiandosi e alzandosi dal letto, dove si erano precedentemente seduti per fare i compiti.

- Rilassarti? - chiese curioso il ragazzo. - E in che modo?

- Beh… - fece lei girandosi verso di lui sorridendo. - Ho voglia di cucinare!

Esclamò contenta dirigendosi verso la porta della sua camera. Non fece in tempo ad aprirla però, perché si sentì afferrata da dietro.

- Io speravo che volevi fare qualcos'altro per rilassarti… - le sussurrò all'orecchio il ragazzo.

- Pervertito che non sei altro! - ribatté rossa in volto la ragazza mentre scioglieva la sua presa e correva in cucina. Però prima di sparire dietro la porta si girò un'ultima volta. Insomma, se lui doveva fare il pervertito perché lei non poteva lo stesso? - E poi cerca di aspettare almeno la sera brutto idiota!

Esclamò, rossa in viso certo, ma con un sorriso sornione che le spuntava in volto.


- Itadakimasu! - esclamò Amu prima di prendere in mano le bacchette e iniziare a mangiare la cena con grande appetito. - Finito!

Ikuto la guardava con un'espressione stupita.

- Wow se non avessi saputo che sei mia sorella avrei detto che eri un'ippopotamo. - le disse sarcastico.

La ragazza lo guardò storto, poi alzò le spalle e si alzò da tavola andando in cucina.

- Dove vai tesoro? - chiese la madre.

- Torno subito mamma… - rispose la ragazza mentre prendeva un vassoio e lo portava a tavola. - Ecco!

Esclamò contenta poggiando il vassoio sul tavolo. Il padre, che questa volta era a cena, tolse il tovagliolo da sopra il piatto.

- Wow Amu! - esclamò osservando compiaciuto e con l'acquolina i biscotti che sua figlia aveva preparato.

- Sono al cioccolato… - gli occhi di Ikuto diventarono due stelline a vederli e sentire che buon odore emanavano era ancora meglio.

- Già, visto che hai fatto bene a lasciarmi andare oggi pomeriggio? - gli chiese la sorella all'orecchio.

- Lo ammetto. - rispose il ragazzi prendendo un biscotto e portandoselo alle labbra.

Senza dirlo, i dolci di Amu erano fantastici e poi lei si divertiva a vedere l'espressione di Ikuto quando trovava un dolce al cioccolato da mangiare. Sembrava proprio un bambino quando faceva così. Certo che se pensava all'altra sera tutte le parole erano buone tranne che bambino. Ci stava benissimo la parla pervertito. Le stava per venire da ridere, ma preferì trattenersi, le avrebbero chiesto sicuramente il motivo.

- Beh… io vado a letto! - esclamò la ragazza felice come una pasqua, sapendo fin troppo bene chi l'avrebbe raggiunta. Infatti…

- Anche io vado. - annunciò il ragazzo alzandosi. - Grazie per il pasto.

E corse anche lui prima nella sua stanza, poi quando fu sicuro che i genitori fossero passati da tutti e due a dare la buonanotte, si alzò ed entrò nella camera della sorella. La ragazza sembrava già essersi addormentata, ma lui la conosceva troppo bene e aveva capito che stava fingendo. Le si avvicinò piano e altrettanto piano scostò le coperte del letto di lato e vi si infilò...


  
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