CAPITOLO13
Hermione salì
nel dormitorio, distrutta! Tutte le altre dormivano, e anche lei, non aspettava
altro. Si tolse i sandali, per non fare rumore.
Il pavimento era fresco, e si sentiva
finalmente rinascere i piedi, che le facevano non poco male, dopo tutti i balli
di quella sera.
Si
spogliò e ripose, accuratamente, il vestito nel baule. Poi prese la
camicia da notte leggera, grigio perla con le bretelline.
In bagno,
dopo una doccia veloce, si struccò, e sciolse i capelli, che
ricominciarono a respirare. Poi si mise, sul letto, e si lasciò andare,
cullata dai dolci pensieri, di quella fantastica serata.
Harry
invece era sul letto, intento nella contemplazione del soffitto.
Non
riusciva a togliersi dalla mente le immagini di quella serata.
La
visione di Hermione con quel vestito meraviglioso, l’entrata in sala
Grande, il sorriso di lei, quel sorriso semplicemente unico e inimitabile, e
poi…poi…ancora lei, il suo profumo, i suoi morbidi capelli sulla
pelle, La sua pelle liscia di rosa, era semplicemente stupenda.
Quello
sguardo, quei baci, quegli atteggiamenti, quello che dalla sua migliore amica
non si sarebbe mai aspettato, ma che quella sera era stato tutto.
Tutto quando di più dolce e bello
avesse mai osato sperare… tutto quello che non avrebbe mai sperato di
provare.
Tutto
quello, forse tutto quello era amore! Non ci era mai arrivato, ma ora gli
pareva chiaro, ora sapeva cosa significasse amare. Ora ne era certo.
Si
voltò su un lato, e chiudendo gli occhi… “ Hermione ti amo!!”
Solo una
volta chiusi gli occhi quelle immagini lasciarono il posto, a quelle
complementari, perché non si può sapere cos’è
l’amore senza aver conosciuto l’odio…
Iniziò
a sognare…
Lui era
sdraiato sulle rive del lago, su una coperta imbottita, accanto a lui il suo
amore, il suo corpo disteso e rilassato, i suoi morbidi capelli, la sua pelle,
il suo profumo, dolce e estivo…
Lui le dava un bacio, lei si voltava
ricambiandolo, poi lo abbracciava, poteva sentire il suo cuore battergli
accanto, mentre osservava le stelle in alto nel cielo, e quella fresca e
leggera brezza di fine maggio, sfiorava delicatamente i loro corpi…
Ad un
tratto, si sentì sferzare da una forte folata di vento, dischiuse gli
occhi, le stelle erano sparite,il cielo era oscurato da nuvole nere, che avevano
appena finito di dar giù tutto quello che avevano potuto, un lampo in
lontananza seguito dal rombo fragoroso di un tuono, il temporale si dirigeva
altrove, al suo fianco più nessuno, solo la fredda terra bagnata, niente
profumo di fiori.
Nebbia
… solo una fitta e intensa nebbia. Una voce glaciale… che diceva,,,
-
vieni
qui POTTER!- lui raggiungeva la voce con la bacchetta alla mano.- bene…
bene! Che hai intenzione di fare
con quella?
-
Ucciderti!
-
Ahahahah!
– quella sadica risata, gli provocò un brivido.- Questa si che
è buona ragazzo! Mettila via! Non vorrai che si rovini… tanto non
ne avrai bisogno… perché vedi mio caro… io ti
ucciderò! E lo farò prima che tu dica le tue preghiere!
-
Ah
si? E io ,,,pensi che non reagirei?- disse Harry avanzando verso l’oscura
figura di fronte a lui.
-
Non
te ne darò il tempo! CRUCIO! – il ragazzo cadde a terra preda di atroci spasmi. Appena si
alzò in piedi
-
CRUCIO!
– il ragazzo cadde nuovamente.- Te l’ho detto Potter non avrai il tempo di reagire. Ahah!
Dove credi di andare? CRUCIO!- Harry era a terra, non riusciva più a
sentirsi le gambe dal dolore che provava. Si appoggiò ad un masso e si
rialzò in piedi.- bene… molto bene… devo dire giovane Potter
che pensavo ti saresti arreso prima, non ti avrei dato tanto spago… ma
ora rimediamo… AVADAKE….- questa volta Harry non gli diede il tempo
di terminare la formula .
-
EXSPELLIARMUS!
– Voldemort fu scaraventato a terra abbastanza lontano dalla sua bacchetta. -Bene Hai smesso di fare l’ironico!
– disse Harry ansimando, con un filo di sarcasmo nella voce.
-
Ah!
Ragazzino! Bravo devo ammetterlo. Non l’avrei mai immaginato. So che sei
duro a morire. Ma non pesavo tanto!
-
Arrenditi…
avrai salva la vita.
-
No
grazie! – disse tranquillamente il signore oscuro, tornando a parlare col
suo tono ironico.- Non mi batterai mai!
Posso batterti Potter anche senza la mia bacchetta! Non ne ho bisogno!-
Voldemort gli saltò alla gola, dando inizio ad un corpo a corpo. Poi il
signore oscuro, pose il suo dito indice sulla cicatrice,- AHAHAH! –
riusciva a leggere i pensieri di Harry, il quale stava provando un dolore
atroce, cercava di opporsi con tutte le forse ma…
-
-
Bene… questa è… è
-
Non
parlare di mia madre, ne di Hermione! Non ne sei degno!
-
A
si?
-
Si!
Non osare chiamarle mezzosangue! Non ne hai il diritto! Proprio tu che sei in
prima persona uno SPREGEVOLE MEZZOSANGUE !
-
NON
OSARE CHIAMARMI A QUEL MODO IO …IO SONO IL Più Grande mago di
tutti i tempi!
-
NO
SILENTE LO ERA ! Tu sei solo l’inutile insulso falso ipocrita egocentrico
e razzista Tom Riddle!
-
Non
pronunciare quel NOME!
-
Perché
TI DA FASTIDIO TOM! È TOM…TOM TOM TOM. – Voldemort con le
orecchie coperte dalle mani, si alzò allontanandosi da Harry.
-
IO
NON SONO TOM RIDDE! IO NON SONO TOM
RIDDLE! – Poi riuscì a riprendere la sua bacchetta e gridare, con
tutte le sue forze – AVADAKEDAVRA- harry dal canto suo, allo stesso tempo
fece la stessa cosa.
-
AVADAKEDAVRA!-
Due fasci di luce verdi si
sprigionarono nel medesimo istante dalle due bacchette, figlie della stessa
fenice, per un attimo, si eguagliarono anche in potenza, poi però il
potere di uno iniziò a scemare in favore dell’altro. Una forte
esplosione un urlo straziante e poi il buio.
Harry spalancò
di colpo gli occhi. Si guardò intorno incredulo e spaventato! I letti di
Neville e Ron erano al loro posto, con i loro inquilini all’intenso
assopiti e occupati dai loro sonni.
Si voltò verso la finestra! Le stelle
c’erano, erano lì dove le aveva lasciate, illuminavano il cielo…
lui era vivo… lui aveva vinto!
Quello che aveva appena
rivissuto in quel sogno, non era altro che un elogio, alla sua grande vittoria.
Si alzò
aprì i vetri della finestra, quello che ne entrava non era altro che il
dolce anelito, della fresca brezza di maggio, che portava ancora con se il
profumo della sua Hermione…
Voldemort, il suo
passato era morto e sepolto, e ora c’era solo lei dovunque!
Lei, che dormiva serena
nel suo letto, respirando la stessa brezza!
Lei il suo presente e
il suo futuro! Lei tutta la sua gioia! Lei tutto il suo amore!
Lei che lo aveva amato,
e gli aveva spalancato il cuore sotto quelle luminose stelle, con quella fresca
brezza!
Harry lasciò
aperta la finestra, e si distese nel suo letto a baldacchino. Chiuse gli occhi
e
con quei dolci e sereni
pensieri, riuscì ad abbandonarsi al più dolce e pacifico dei
sogni.
Quello di poterla amare, ancora e ancora,
con quella brezza, e quelle stesse stelle, come quella sera!
ECCOLO QUI! Finalmente!
Direte… e sono d’accordo… ci ho messo una vita ad aggiornare,
ma questo capitolo è stato molto sofferto! Spero comunque che vi sia
piaciuto.
desdeus:
è vero! rileggendolo… mi sono resa conto che potevo dettagliare un
po’ di più il rapporto Harry Herm di quella sera… e qui, per
quanto limitatamente, ho cercato comunque di arricchire! Spero ti soddisfi un po’
di più… grazie comunque del commento e del consiglio!
lisepotter:
grazie per il commento precedente! Comunque ci sono, per ora almeno un altro
capitolo prima della fine! Poi non so...
marco: ok…
ho cercato di inserire la battaglia e facendolo con un sogno era l’unico
modo per mettercela ora,e poi devo dire che purtroppo non ho saputo renderla
più originale di così. è il meglio che ho saputo fare…
purtroppo non mi è venuto nulla di più in mente, e questo era il
meno patetico, pur essendolo. Comunque spero che non ti dispiaccia poi tanto…
e se è così mi scuso in anticipo!
Comunque come
sempre Grazie per la vostra pazienza! Alla prossima! ^*^baci^*^