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Autore: Shoreline    03/11/2011    5 recensioni
FANFICTION MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Dopo il tradimento Courtney ha chiuso le porte all'amore, credendo che così avrebbe smesso di soffrire. Ma qualcuno non approva questa decisione. Qualcuno crede che debba ripensarci. Cupido vuole aiutarla.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Courtney, Duncan | Coppie: Duncan/Courtney
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Thank you, Cupid
-2.In the past, now, in the future.

Non avrei mai pensato che una lezione di Storia potesse essere così noiosa. Sono nella classe di Courtney, ed è quasi un’ora che quel professore basso e mingherlino con due piccole fessure nere al posto degli occhi si ostina a spiegare. Intanto per la classe volano bigliettini e piccoli aeroplani di carta. Si vedono persone che usano il cellulare, ripassano altre materie o semplicemente non riescono a tenere gli occhi aperti. Perfino Courtney sta parlando a bassa voce con Bridgette!
La voce stridula e monotona dell’uomo mi penetra nelle orecchie:
-E fu così che nel 1533 Enrico VIII sposò in segreto Anna Bolena…
Sì, ricordo perfettamente quel matrimonio! Anche se, visto come è finito, non posso certo dire che sia stato uno dei miei lavori migliori. Beh, anche Cupido ogni tanto sbaglia! Ma non questa volta; Court e Duncan torneranno insieme, e sarà merito mio.

Dopo un’altra estenuante mezz’ora finalmente la lezione finisce e Courtney s’incammina verso la fermata del pullman. Sono un paio di giorni che seguo le sue mosse e quelle di Duncan, ormai potrei fare un dettagliatissimo quadro della loro tipica giornata.
Dopo scuola lei fa i suoi compiti ed esce con Bridgette oppure rimane in casa.
Lui getta in un angolo remoto della sua camera i libri ed esce.
Lei sta andando a prendere il bus in Kennedy Road.
Lui sta andando a prendere il bus in High Street.
Ma se fossero costretti a salire sullo stesso mezzo di trasporto?
In un battito di ciglia mi “teletrasporto” da Duncan. Il punk dall’inconfondibile cresta verde sta camminando con aria annoiata verso la fermata, tirando un calcio a qualche sasso ogni tanto. Dopo pochi minuti arriviamo a destinazione e osservo il ragazzo mettersi a sedere su una panchina ad aspettare. Nell’attesa tira fuori dal suo zaino un mp3 e si mette le cuffie nelle orecchie. Il volume è così alto che riesco a sentire anche io la batteria che tiene il tempo.
Appena vedo arrivare il lontananza il pullman schiocco le dita, e in men che non si dica sul display del mezzo appare la scritta “fuori servizio”. Il ragazzo dagli occhi cerulei si accorge dell’avviso e, alzatosi dalla sua postazione, si limita a sbuffare e a dirigersi verso la fermata più vicina. Ma non ho certo intenzione di rendergli la vita così facile.
Dopo pochi minuti vediamo arrivare l’autobus e il punk si avvicina al ciglio della strada per farsi notare dal conducente.  Invece a me basta un battito di mani per far sì che quest’ultimo non si fermi e lasci a piedi un ormai sorpreso e furente Duncan.
-Ehi fermo! Torna indietro brutto stronzo!!
Dopo una serie di pesanti insulti mi sento quasi in colpa nei confronti del povero autista e credo che, se mi potesse vedere, Duncan mi avrebbe squartato volentieri.
Il diciassettenne si toglie violentemente le cuffie dalle orecchie e si avvia con un’espressione adirata verso l’ennesima fermata. Arrivati guardo il cartello all’inizio della strada. Kennedy road. Perfetto.

Giuro che, se potessi, mi sentirei male. Questo pullman è pieno di gente e c’è una vomitevole puzza di sudore che impregna l’aria. Duncan non ha trovato posto a sedere e si è rassegnato a stare in piedi.
Ma dov’è lei? Dovrebbe essere qui! Mi guardo freneticamente intorno e finalmente la vedo: anche lei in piedi, i capelli leggermente arruffati e i grandi occhi che guardano in questa direzione, che guardano quelli del suo ex. Grandi occhi color dell’ambra pieni di ricordi, frustrazione, sofferenza e di un amore che non è stato cancellato. Il suo sguardo è ricambiato da due iridi color del ghiaccio ricolme di rimorso, che sembrano chiedere scusa, piene di un amore ancora indelebile.
Tutto ad un tratto Duncan si riscuote e si stampa sulla faccia un suadente, quanto falso, sorrisetto strafottente, dopo di che si dirige verso Courtney facendosi largo tra la gente con qualche spallata.
-Principessa! Quanto tempo!
-Non osare più chiamarmi così, brutto punk traditore da strapazzo, e spostati che voglio stare il più lontano possibile da te!!
-Andiamo Courtney è passato più di un anno, non sarai ancora arrabbiata con me!?
- No guarda mi sono buttata tutto alle spalle e ora non vedo l’ora di fare da damigella al tuo matrimonio con Gwen!!
-Io e Gwen non stiamo più insieme, Principessa.
Courtney spalanca per un attimo gli occhi sorpresa, poi si ricompone velocemente:
-Beh… non m’interessa!! E ti ho già detto di non chiamarmi Principessa!
No, così non va. A mali estremi, estremi rimedi. Schiocco le dita e il bus subisce una scossa abbastanza violenta perché Courtney si ritrovi tra le braccia di Duncan, i visi vicinissimi l’uno all’altro.
-Principessa, non ti ricordavo così intraprendente- dice il punk maliziosamente, le mani posate sui fianchi della ragazza nell’atto di sorreggerla.
-Ti ricordavi male, mio caro- la ragazza ha adottato un tono suadente e con la mano scarruffa leggermente la cresta verde di lui.
I due si avvicinano ancora di più, ad una distanza molto pericolosa. Io chiudo gli occhi orgoglioso, complimentandomi mentalmente; non avrei mai pensato che sarebbe stato così facile, avevo paura che il caratteraccio di Court avesse il sopravvento.
I miei pensieri vengono interrotti dalla voce di Duncan:
-Ahi!!
Ah, questa è musica per le mie… no, un attimo. Ahi? Non ditemelo. Apro gli occhi lentamente, quasi a voler rimandare la scena che mi si presenta davanti: il ragazzo si sta massaggiando con aria sofferente la guancia sinistra arrossata, mentre l’ispanica sta scendendo dal pullman con aria compiaciuta:
-Ciao ciao Duncan! E’ stato bello rivederti!
Decido di seguire la ragazza lasciando il punk visibilmente deluso.
Dopo qualche passo, l’espressione divertita e menefreghista di Courtney lascia spazio ad una faccia triste e sofferente. La sento sospirare e vedo scendere sulla sua guancia una lacrima solitaria, una delle tante che ha pianto per quel ragazzo, una delle tante gocce che formano una tempesta.
Ma questa volta la colpa è sua. Deve assolutamente lasciarsi andare. Altrimenti io sarò impotente davanti a questi due cuori che fanno di tutto per rifiutarsi, anche se così complici di quel legame che li ha legati e che li lega tutt’ora. E che probabilmente li legherà in futuro.

Angolo dell'autrice
Lo so, sono in ritardo epico!!
Scusatemi tanto, ma un po' la scuola, un po' gli impegni... e un grosso blocco d'idee che si è messo a rompere le scatole.
Comunque questo è il secondo capitolo, spero vi piaccia!
Recensite!!!
Baci
LittleShadow


   
 
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