Fanfic su artisti musicali > All Time Low
Segui la storia  |       
Autore: Josie_    03/11/2011    1 recensioni
Ora permettetemi di introdurvi i nostri personaggi, i protagonisti di questa storia semplice ma turbolenta, di amicizia e di amore. Due giovani ragazzi con una passione ed un taglio di capelli in comune che senza neanche accorgersene illuminarono pian piano l'uno il mondo dell'altro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La panchina del parco era sempre la stessa, quella che ormai Alex e Jack reputavano di loro proprietà. Andavano lì ogni giorno per pranzo (i tavoli della mensa della scuola non erano adatti ai loro voleri a quanto pare) e passavano la loro ora di libertà parlando di qualsiasi cosa, spesso e volentieri delle prove con la band del giorno precedente. Ma quel pomeriggio Jack aveva in mente qualcosa di diverso. Aveva notato lo sguardo perso nel vuoto dell'amico e i monosillabi che si limitava a pronunciare iniziavano a preoccuparlo. Perciò decise di fare lui il primo passo e domandargli cos'avesse di strano quel giorno. 
"Niente, Jack, sto bene..."
"Amico, ti vorrei proprio credere ma non sei stato abbastanza convincente. So che puoi fare di meglio ma vorrei ricordarti che ti puoi fidare di me."
Alex annuì come per dire che non era quello il problema. La realtà era un'altra, solo che Jack nella sua semplicità non riusciva a guardare oltre. "Tu sei la prima persona che mi è stata amica, non voglio che le cose tra noi cambino."
Jack non capiva proprio in che modo la loro amicizia sarebbe potuta cambiare e Alex, anche se aveva notato la sua confusione, non esplicò i propri pensieri. 
"Senti, parlare con qualcuno aiuta sempre,rimpicciolisce i problemi..."
"E' che... Non vorrei che poi tu mi trattassi come se ti facessi pena o mi parlassi perché ti sentiresti obbligato. Non lo sopporterei."
"E io non lo farei! Starò con te perché vorrò farlo e basta! E poi ti vorrei far notare che ora abbiamo una band in comune, mica ti lascio andare così! Su, sputa il rospo!" 
Sembrava tutto così semplice a sentire parlare Jack! Le sue parole erano talmente leggere da poter sembrare reali. E fu proprio per quello, probabilmente, che Alex decise di confidarsi con lui. Stava instaurando un rapporto di fiducia unico e con quello sguardo al cielo pregò di non doversene pentire.
"Allora...È tutto cominciato quando... Bè non è mai cominciato, è così da sempre. I miei genitori mi odiano. Mia madre mi odia. È semplicemente così. La nostra è una di quelle famiglie che devono essere sempre perfette, hai presente? Ed è effettivamente perfetta agli occhi di tutti, ma non ai miei. Per mia madre l'unica cosa che conta è il giudizio degli altri e impiega ogni minuto della sua vita affinchè questo giudizio sia positivo. Vedi, io non sono come mio fratello. Lui fa sempre quello che gli dicono, gli va bene così, ma io fin da piccolo mi sono ribellato a tutto ciò che non ritenevo giusto o che non volevo fare. A volte lo facevo perché volevo attirare l'attenzione, capisci? Io...io volevo solo che mi abbracciasse...che mi dicesse di volermi bene... Se facevo quello che voleva lei non mi degnava di uno sguardo, se facevo il contrario, mi sgridava...mi parlava, insomma mi considerava. Col passare degli anni però non si limitò più a dirmi: «Basta, Alexander! Vai in camera tua!»ma cominciò a rimproverarmi di essere il suo sbaglio più grande o di starle rovinando la vita. Perché il figlio perfetto di una famiglia perfetta suona il pianoforte, non la chitarra; impara a recitare poesie, non a cantarle; ascolta Beethoven, non i New Found Glory..." -fece una pausa alzando gli occhi lucidi su Jack - "Il figlio perfetto è mio fratello, non io." 
Jack lo guardava senza dire niente, con la bocca socchiusa per lo stupore. Era terribile quello che gli stava raccontando, come poteva anche solo minimamente essere vero? Non che stesse pensando che Alex fosse un bugiardo, ci mancherebbe, ma per Jack era inconcepibile che una madre potesse comportarsi realmente in quel modo con il proprio figlio.
"Hai idea di cosa voglia dire tornare ogni giorno a casa, non essere nemmeno guardati per errore e le uniche parole spese per te da tua madre sono: «perché sei così sbagliato»? Ma cosa c'è di così sbagliato in me, Jack? Io voglio solo essere amato da lei per quello che sono, non voglio che mi sorrida solo quando sarò diventato l'ombra del vero Alex..."
La voce tremante del ragazzo scatenò in Jack il bisogno di abbracciarlo, stringerlo forte e dirgli che ai suoi occhi lui era perfetto così. Eppure allungò solo una mano a prendere la sua. Il ragazzo, incoraggiato da quel gesto, ignorò le lacrime e continuò a parlare.
"Me l'ha ripetuto così tante volte che ho finito per crederci, Jack. Sono io quello che non si adatterà mai al corretto stile di vita della famiglia. È tutta colpa mia."
"Oh Alex..." -sussurrò Jack incapace di tacere un secondo di più- "Non hai nessuna colpa, cosa dici? Se tua madre vuole vivere una realtà che non le appartiene non è certo colpa tua! E soprattutto tu non sei costretto a viverla a tua volta! Capisco quanto tu senta il bisogno di essere amato per quello che sei, ma vuoi sapere una cosa? Dimostrale che il vero Alex è infinitamente migliore di quello che ha in mente lei. Dimostrale che anche tu sei un figlio perfetto e che è colpa sua se non se ne è accorta prima. Posso giurarti, Alex, che non c'è assolutamente nulla di sbagliato in te, devi credermi."
Alex non sembrava molto convinto di quelle parole anche se sentirle pronunciare dall'amico lo avevano rincuorato come nulla prima d'allora.
"E...come faccio?" domandò con un tono quasi disperato. E fu in quel momento che Jack gli sorrise illuminandosi, come se la risposta fosse più trasparente dell'acqua.
"Non è così difficile come credi. Dimmi, qual è l'unica cosa che ti fa stare veramente bene?"
"L-la musica...cantare." rispose lui incerto e sussultò appena quando Jack balzò in piedi simulando il suono delle slot machine quando si fa tris.
"Din din din! Risposta esatta! E ora la domanda da un milione di dollari! Mi raccomando, risponda correttamente e tutti quei soldi saranno suoi!" -disse Jack teatralmente fingendosi il conduttore di qualche quiz televisivo- "Cosa stanno facendo quei tre geniacci di Jack, Rian e Alex?"
Il ragazzo più grande sorrise, era diventato così facile farlo da quando aveva conosciuto Jack!
"Quei tre geniacci, come li ha chiamati lei, hanno messo su una band!"
"E -segua il filo dei miei pensieri, avanti- perché?"
"Per..stare bene?" rispose intonando l'affermazione come fosse una domanda e Jack alzò il pollice.
"Complimenti! Lei ha appena vinto un milione di dollari in gettoni d'oro!"
I due amici risero insieme godendo di quel momento tanto semplice e idillico da far dimenticare ad Alex il motivo di quelle lacrime che ancora gli bagnavano le guance.
"Adesso te la faccio io una domanda da un milioni di dollari!" -sorrise Alex alzandosi a sua volta per prendere il ruolo da conduttore davanti alla panchina- "Cos'è quell'altra cosa che fa stare bene Alex?"
Jack finse di pensarci per qualche istante, poi scosse lentamente la testa.
"Non credo di poter rispondere, sa? Siamo in fascia protetta! Dico solo che quello che ho in mente io fa rima con riga!"
Alex non riuscì a trattenere una risata e gli rifilò una spinta.
"Idiota! È qualcosa di più serio!"
"Oh bè, è seria anche la mia risposta!"
"Ma non è quella, in ogni caso! Mi riferivo a te..."
Jack si alzò apparentemente deluso.
"Questo significa che non ho vinto il milione di dollari?"
"Eh no, mi spiace. Ma se vuoi possiamo condividere il mio!"
"Troppo gentile!"
Inaspettatamente Alex si lanciò verso Jack e lo abbracciò più forte che potè.
"Grazie Jack Bassam Barakat per avermi restituito il sorriso."
"Grazie a te Alexander William Gaskarth, per avermelo regalato."
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > All Time Low / Vai alla pagina dell'autore: Josie_