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Autore: Nonoko    03/11/2011    0 recensioni
HellO! sono Nonoko , e questa è la mia prima Fic! Spero che vi piaccia e che commentiate il mio stile se vi va.
Allooora..questa storia vede come protagonista Macy Cole, una semplice Babbana capitata ad Hogwarts per un errore di cui sconterà lei stessa le conseguenze.
Ho " chiamato in causa" anche Albus-Severus Potter e Scorpius Malfoy, ritoccandone il carattere mai delineato, e aggiungendo sfumature in ognuno di loro.
Aspetto i vostri commenti
Nonoko :)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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 Se mai qualcuno è qui a leggere, mi possa scusare per il ritardo.
Mi possa scusare per queste mie idee confusionarie e distorte.
Mi possa scusare per il fatto che Macy non è perfetta.
Che Macy non assomiglia a nessuna protagonista depressa, di quei romanzi depressi che tanto sembrano piacervi.
E infine, mi possa scusare perchè se uscirete incolumi dalla lettura di quest'ultimo capitolo
sarete davvero, davvero fortunati .

WITH ALL MY LOVE:
Noko (:





È un grido isterico, quello che nella mente di Macy, si propagava per le mura di Hogwarts.
Lo stesso grido isterico di una notte in cui non si prende sonno, di una notte agitata, malata, infinita.

Era il grido silenzioso e isterico delle migliaia di ragazzi che si erano riversati nei corridoi del castello, ancora in pigiama, con ancora lo spettro degli ultimi sogni negli occhi, e delle facce pressoché da incubo.

E forse, quel grido isterico, era proprio da un incubo che proveniva.
Mentre la sala dei Tassorosso e dei Grifondoro erano perfettamente vuote, e i mezzosangue e non erano tutti intrappolati nella stanza  che scompare, ad eccezione dei primi due anni, a cui era stato intimato di rimanere “ a letto”,  le sale delle Serpi e dei Corvonero, si preparavano ad uscire, in file disordinate, e a riversarsi carichi di curiosità nei corridoi.
I Corvonero rimasti nella sala, erano svegli ormai da troppo, e pertano si erano riversati fuori insieme ai piccoli Tassi e i Grifoni, i Serpeverde ( quei pochi non appartenenti all’esercito dei Mangiamorte) invece, uscivano vigliaccamente e con fare circospetto dai sotterranei, nei panni di chi sa di essersi comportato da vigliacco, pertanto, di non essere più ospite gradito.
Una volta riversati tutti nei corridoi, erano partite le ricerche verso i professori, e i compagni spariti, ed insieme ai primi, erano continuate, avevano perlustrato ovunque, in cerca di qualunque studente.

Ma non ci avrebbero trovati , no.

Molti erano pronti a scommettere su qualunque nascondiglio in quel posto.
Pochi sapevano dell’esistenza della stanza.
Nessuno certamente, avrebbe provato a cercarci qua.
Il fuoco prese ad espandersi verso di noi con una velocità atroce, vidi le sue lunghe fiamme svettare più alte verso il soffitto, per prendersi tutti quelli che lassù erano rimasti imprigionati, ma quello, non mi faceva neanche più paura.

A fare paura, era l’esercito dei Mangiamorte riformato, e abbandonato dalla sua psicotica leader, e con Rachel a piede libero, la pericolosità raddoppiava.

E poi erano tutti più grandi di noi che eravamo gli unici a poter combattere, erano troppo più grandi, ammaestrati, dei segugi da caccia.
Diana , in un attimo, era stata addormentata con una fattura soporifera, e ora giaceva innocua, mentre l’ardemonio si espandeva, e Hugo tentava di trascinarla almeno un po’ più in là.
Una ragazzina bionda, dagli occhi verdi e l’aria trasognante, la osservava distratta, come se fosse una cosa curiosa.
Hugo finì di trascinarla poi corse verso di me e mentre riprendevamo a duellare fece avvicinare la ragazza che con aria trasognante aveva disarmato Diana.

  • Macy…questa…è…Fanny Lovegood…!-
  • Oh sì Hugo, mi sembra proprio il momento delle presentazioni! C’è qualcun altro che vorresti presentarmi?- urlai io disarmando un ragazzino tarchiato con la divisa dei Mangiamorte.
  • Sì…James!-
  • James?! Non fa ridere! Io conosco già James!-
  • No! Macy, c’è James!- urlò lui.
Spostai il mio sguardo dal grasso mangiamorte, al punto dove si erano fermati gli occhi di Hugo, e vidi James e suo fratello, con alle spalle una centinaia di ragazzi, che aiutavano a scendere altri dal soffitto.
  • Hugo Fanny, Macy! Correte! Correte verso di qua presto!- urlarono in un coro ritardato e pressoché macabro.
Sulle prime nessuno né dei mangiamorte, né di loro, capì quello che stavano iniziando.
Macy capì il piano iniziale di Albus e James dopo essere inciampata su un tappeto, essersi guardata intorno ed aver capito che il primo lato della stanza che scompare, si era perso di vista, era scomparso molto più in là.

Per precisare, erano loro che si erano spostati.

Avevano spostato una battaglia intera, procedendo a piccoli passi e colpi di bacchetta.
Il fuoco che si propagava lentamente, divorando tutto quello che poteva con una lenta degustazione, quasi goduria.
 Ma la porta sembrava irraggiungibile.
Si ritrovò ancora ALbus accanto, ma questa volta, fu attento a non farlo andare via.

  • Non si può continuare così! È troppo pericoloso combattere qua nella stanza, e poi dobbiamo andarcene!-
Non risposi, e sperai che continuasse a parlare e che mi fornisse una spiegazione necessaria a questo ultimo suo atto di folle vigliaccheria.
  • Rose è in pericolo! Dobbiamo andare nella foresta! Non so come mai, ma penso che sia in pericolo, e poi dobbiamo far finire questa cosa no? Diamo fuoco a tutto!- urlò quasi preso dall’euforia.
  • Diamo fuoco a tutto?!?!-
  • Sì! Facciamo esplodere tutto, se salta tutto il fuoco smette di bruciare! La follia è l’unica risposta all’ardemonio, capitolo 365 di incantesimi, paragrafo tre!- urlò ancora.
Sì , era decisamente matto.
  • Ma questo è…folle!- urlai.
  • Appunto, al mio via faremo saltare tutto in aria, siamo ormai abbastanza lontani dal centro del fuoco per evitare eventuali feriti! Beh ma in realtà se uccidessimo qualche Mangiamorte non sarebbe fatta male no?- Albus continuava a parlare euforico.
Poi vidi un anatema che uccide sfiorarlo sulla guancia, e per un momento mi tornò in mente Malfoy, i suoi occhi , la sua vita spezzata, e mi tornò la voglia di fare qualcosa, di lasciarmi trascinare nel folle, pur che funzionasse, pur di rendere giustizia al vecchio re delle Serpi.
  • Ok, diamo fuoco al tutto- dissi.
Albus si ritirò dal suo duello schivando ogni attacco del piccolo Mangiamorte che tentava di farlo fuori e dirigersi verso un punto che non mi era dato conoscere.
Poco dopo Hugo, Albus, James , Alicia, Shawn, e tutti i componenti delle squadre di Quidditch si elevarono in volo , in sella a scope ormai antiquate , gettate nella stanza per chissà quanto.
Ognuno di loro stringeva qualcosa in mano, forse un sacchetto, forse una pietra.
Strizzai gli occhi per vedere meglio, ma Albus mi planò velocemente accanto.

  • Mi ami vero?- urlò euforico ammiccando alla sua scopa e alla planata troppo fugace per essere sua.
  • Emh…sì. Penso di sì- balbettai mentre abbastanza soddisfatto della mia risposta tornava insieme a tutti gli altri sulle scope.
Fanny Lovegood mi fu accanto e mi prese per mano trascinandomi via dal mio duello.
  • Abbiamo qualche cosa da fare io e te!- commentò allegra e vagamente infastidita dalla situazione.
Mi spiegò il piano, mi disse che molti ne erano a conoscenza, e che tuttavia non tutti sarebbero stati salvati forse.
Però era un rischio da correre.
Ci unimmo ad un gruppo di alcuni ragazzini del primo anno, spaventati e senza protezione che erano nascosti dietro uno scaffale,e  poco distante da noi i più grandi corvonero si preparavano a proteggere un altro gruppo.

  • Vai…oh oh oh! Ora!- riecheggiò il grido di James sopra il soffitto a volta della stanza.
  • Protego!- riecheggiarono le nostre voci nell’aria.
E tutto esplose in un ammasso di cenere , detriti e brillantini.
Caddi a terra tra la polvere, non so, forse mi tagliai da qualche parte ma non ebbi il tempo di accurarlo.
Era crollato tutto , ma noi eravamo ancora in piedi.
Capii rialzandomi che Albus doveva aver rubato la polvere da sparo a Chloe dopo averla vista a contrabbandarla a Diagon Alley.

Aveva calcolato tutto!

Fanny Lovegood afferrò ancora la mia mano, e mentre i ragazzini si alzavano e si chiedevano tutto, si rialzavano doloranti, noi ci ritrovammo tutti da una parte.
Il fuoco era esploso.

  • Che facciamo?- urlai.
Nessuno mi rispose, ma Hugo e JAmes riuscirono a farci smaterializzare tutti, e la stanza scomparve davanti a me.
 
 
 
 
 
Camminando Hermione stringeva con due mani il mantello, ne assaggiava la morbidezza, cercava conforto mentre guardava impaurita e assorta il tappeto di foglie.
Poi osservò Ginny e si fermò.

  • Ginny, fai tu quello che dovrei fare io- disse.
Ginny si fermò, le chiese con premura se era sicura, e Hermione annuì.
Tutti si fidavano di Ginny, e la giudiziosa Hermione, aveva conservato le doti che l’avevano accompagnata nell’essere amica di Harry: Prudenza , giudizio, e lo scongiurare al più possibile le probabilità che qualcosa vada storto.
Non voleva che la paura per sua figlia le offuscasse la mente, non voleva mandare in pezzi il piano.
Ginny, era sicuramente una delle persone di cui Rose si fidava di più, e sicuramente, una mente più lucida della sua.
Non si scomponeva mai.
Hermione cedette il mantello a Ginny e lei lo indossò, camminando a passo svelto, giù per la discesa, fino al punto dove sua nipote levitava a mezz’aria innocua e ad occhi chiusi.
 Inghiottì ogni brutto pensiero e le fu accanto.

  • Tesoro. Rose sono la zia Ginny- sussurrò approfittando delle strane urla dei mangiamorte, del loro parlare e sparare incantesimi ovunque.
  •  
Rose non si mosse e Ginny cominciò a preoccuparsi.
Avvicinò una mano al corpo di Rose ma venne respinta da una strana barriera.
Provò con vari incantesimi a liberarla, ma i Mangiamorte avevano pensato proprio a tutto.
Riapparimmo dopo poco dietro agli alberi.
Scoprimmo che non c’era più niente da fare ormai da un bel po’.
Rose Weasley era morta ormai da molto, e il suo corpo galleggiava orribilmente immobile nell’aria, gli occhi chiusi, il volto corrucciato.
Hugo sussultò e il suo sguardo si pietrificò insieme a quello di James , Alicia e Albus.
Alicia corse a stringere Hugo , lo strinse così forte da farmi sperare di soffocarlo.
Fanny invece mormorava frasi sognanti a James e Albus…e io?
Io non facevo niente, ero là ferma.
Contavo su una mano i morti che erano passati sul mio cammino, gente che avevo visto e che avevo perso nello stesso lasso di tempo.
Forse ( lo so, è una brutta cosa da dire) non mi importava neanche molto di Rose, ma mi importava di Albus.
Scrutai il volto freddo di Albus, gli occhi che seguivano ogni movimento di Astoria Malfoy e gli altri Mangiamorte e poi tornava indietro, aritmicamente.

  • Sii Forte Hugo. Ora, ora lo devi fare- mormorò Alicia.
Hugo si morse il labbro fortissimo, e lo seguii con lo sguardo, incapace di fare un altro passo avanti e di sentire le foglie scricchiolare sotto i miei stivaletti, come le vite che si erano piegate a questa inutile battaglia.
Hugo frugò sotto la divisa e ne estrasse un oggetto piccolo, una sorta di clessidra agganciata ad una catenella dorata che tintinnava deliziosamente nell’oscurità.
James e Albus si avvicinarono a Hugo, e Fanny mise su un’aria deliziata e incuriosita.

  • Ooh! È un Giratempo quello? Veramente raro! A dir poco magnifico, direi…-
Hugo annuì mentre si metteva al collo la collana e cominciò a girarla freneticamente …una…due  volte.
Albus mi afferrò frettolosamente la mano , e così fece James con Alicia e Hugo con Fanny e vidi il bosco di fronte a noi sbiadire come acquerelli di un quadro e le foglie si alzarono in un vento improbabile formando una spirale attorno a noi.
 
 
Hogwarts era là , di fronte ai miei occhi.
Avevo studiato tutti gli oggetti magici a lezione con scarso interesse, e ora me ne pentivo amaramente.
Se fossi sopravvissuta alla fine di tutto, avrei sicuramente iniziato a studiare oggettistica magica.
Hugo mi aveva spiegato poco tempo prima che era stata sua madre a donargli la catenella, e che nonostante tutto lui non l’aveva mai usata.

Ma non mi aveva mai detto che fosse un Giratempo.

  • Dobbiamo sbrigarci!- urlò Hugo gettandosi a rotta di collo nella salita verso il portone di Hogwarts.
Il vento tirava contro di noi, gli stivaletti affondavano nell’erba umida, la fatica era tanta, il terrore e la confusione regnavano ormai da troppo.
Corremmo tantissimo per la salita, e quel che ci ritrovammo di fronte fu uno spettacolo che non ci eravamo ancora sentiti di affrontare.
Tutti gli abitanti di Hogwarts erano riversati in giardino, i pigiami contro l’aria fredda, le bacchette alzate.
Ci stavano cercando tutti, e non ci avrebbero trovati.
 
 
Hugo suggerì di  evitarli passando da uno dei tanti passaggi segreti, e correndo ci ritrovammo in un corridoio deserto e buio.
Ci fermammo e io sentii il rumore di alcune flebili voci che venivano dall’angolo.
Ma certo.
Eravamo al terzo piano, vicino ai bagni.
Corsi per prima questa volta e gli altri mi furono dietro, fin quando non vidi le macerie di un bagno distrutto e la polvere che cadeva pacificamente.

  • Scorpius…- mormorai.
Percepii Hugo avvicinarsi dietro di me Albus dentro il bagno con un’espressione indecifrabile.
La polvere cadeva davanti a me insieme alle macerie, danzava nell’aria di un bagno ormai distrutto e se era stato difficile affrontare una volta la morte di Malfoy, la seconda non fu meno dolorosa.

  • Non puoi fare più nulla per lui- disse indicandomi il corpo di Scorpius dove accanto non c’era più nessuno, nessuna me a piangere sui suoi occhi.
  • Ma che è successo?- chiese James.
  • Ma se io non sono più qua…allora devo già essere alla stanza! Muoviamoci!- urlai correndo freneticamente fino alle scale e salendole a grandi balzi.
In fondo, era una scena che avevo già visto e vissuto, sapevo che cosa dovevo fare.
Al quinto piano vedemmo chiaramente un’altra me camminare tranquillamente nei corridoi e accanto la luminosa figura di Candace.

  • Ma che…è Candace?- sussurrò Alicia in un sussulto.
Io annuii e le feci cenno di tacere, andandomi a nascondere dietro una colonna, e fissando l’altra me, e la figura di Candace.
  • Come…?-
  • Scorpius aveva la pietra della resurrezione. È stato grazie a Candace se sono entrata da dietro, così che nessuno mi vedesse- sussurrai.
Seguimmo l’altra me velocemente ed entrammo con lei nel buio della stanza.
Gli occhi di tutti noi erano puntati sulla figura luminescente di Candace, la guardavamo con tenerezza.

  • L’importante è fare in fretta tutto quanto- disse Hugo brancolando nel buio, gli occhi fissi sul fantasma.
Mi stava accompagnando una strana serenità, mi sentivo quasi tranquilla nel sapere perlomeno un barlume del mio futuro.
Fanny mi sorrise nel buio e poi si fermò, quando Candace sparì.

  • Perfetto…ora tu entri…- disse Hugo scrutando la mia me che entrava nel cuore della stanza.
  • Ancora non vi ho liberati- continuai io.
  • Ora James, ora- concluse Alicia.
  • Accio scope!- sussurrò Albus.
Salimmo tutti sulle scope, velocemente  e Fanny ci distribuì la polvere da sparo magica e ci librammo all’altezza delle scaffalature, nel buio del soffitto a volta.
Fanny aveva uno sguardo affascinato quando James gridò “ ora!”.
Vidi il tutto esplodere velocemente, mi preoccupai un po’ per chi era sul soffitto a volta ma Fanny mi disse di non preoccuparmi.
Ci avvicinammo di nuovo.
Eravamo talmente vicini al fuoco e agli altri dal sentire il pericolo netto come una seconda pelle.

  • Cosa facciamo?- chiesi.
  • Facciamo ora quello che abbiamo fatto tardi- disse Albus estraendo qualche sacchettino e dandomi la polvere da sparo.
Il mio pensiero andò subito a tutti quelli imprigionati sul soffitto a volta, e incrociai lo sguardo di Hugo e Fanny; lassù ora c’erano anche loro.
  • Si farà male qualcuno, non è così?- dissi seria.
Hugo mi guardò e annuì.
  • Non ti preoccupare del passato, è già stato fatto tutto, prenditi cura del futuro invece, quello è tutto da scrivere- disse il rosso.
  • Ma se noi…diamo fuoco al tutto è ovvio che tutti quelli imprigionati sul soffitto si faranno male! Io…io non posso permettere che altri muoiano! – dissi.
  • Tu non lo puoi permettere eh? E allora non succederà- disse Albus.
Osservai i suoi occhi verdi e non potei far a meno di pensare che qualcosa era sparito da quegli occhi e aveva lasciato spazio ad una strana consapevolezza che non li aveva mai attraversati.
  • Come ?- chiesi scettica.
  • Il patto è questo: tantissima polvere ed uno sparo più che violento dovrebbero impedire alle fiamme di protendersi verso l’alto, ma questo è il fatto…dobbiamo essere sincroni , veloci ed avere abbastanza polvere…-


Okay, direi per adesso basta così (:
Avevo intenzione di continuare e disperdermi ancora e ancora e agganciare tre capitoli insieme, ma penso che adotterò un metodo più schematico che inizia con " cancelliamo almeno tre capitoli" e finisce con " facciamone un riassunto, fino a farlo diventare solo un capitolo"
In attesa di ultimare il mio scellerato piano:
Noko.
  
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