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Autore: Dina91    03/11/2011    1 recensioni
Due vite che si incontrano e si scontrano per dimenticare. Tante domanda e una grande passione da vivere. Ma la fine da decidere…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sentiva il più bello del mondo, o almeno sperava lo fosse per la sua Charlotte. Sorrideva, felice nello specchio dinanzi  a sé mentre si aggiustava nervosamente la cravatta e si rassicurava di avere in tasca l’astuccio contenete, sperava, il suo “ miracolo ”. Temeva una risposta negativa da parte di lei, ma si augurava che quell’anello, che lei desiderava, le facesse cambiare idea. Non era un tranello o inganno, o piano subdolo per un “ si ” costretto, ma un suo alleato.

Immaginava  che tutto sarebbe andato bene e che quella sera avrebbero festeggiato per la seconda volta nel suo appartamento e pensando ciò si diede un’occhiata fugace in giro, guardando se tutto fosse in ordine.

Prese le chiavi della macchina a volo, quelle di casa dietro la porta e si precipitò fuori rendendosi conto che era in anticipo di venti minuti. Minuti perfetti per passare a prenderle un mazzo di fiori.

Dopo quindici minuti era al loro tavolo pronto, con il cuore che gli batteva all’impazzita. Si guardo intorno, tutto era perfetto: il tavolo apparecchiato con una tovaglia dal ricamo oro, bicchieri per il vino, rigorosamente rosso, e quelli per l’acqua. Le posate allineate, due su un lato e una sull’altro del piatto. L’atmosfera intorno era stupenda grazie anche ai riflessi della luna piena nella piscina e alle candele che emanavano un profumo di pesca.

All’improvviso fu distratto da una luce che lo fece girare di colpo. Sbatte le palpebre per capire cosa fosse, e si accorse che era la luce della luna a illuminare una figura slanciata con un vestito bianco e celeste lungo. I capelli raccolti in una lunga treccia, gli occhi delicatamente truccati quando basta per esaltarli ancora di più e le labbra, quelle labbra perfette ma ora colorate con un rosa leggero.

Bellissima - penso - anzi di più, perdutamente meravigliosa.

Il sorriso di lei lo tranquillizzò. E con questo le si avvicino e da gentiluomo che era le bacio la mano prima di donarle quei fiori meravigliosi, il quale profumo, non superava o poteva mettersi in contrasto con quello di lei.

«Charlotte, amore mio, sei meravigliosa! Davvero non ci sono parole.» la condusse al tavolo, e le sposto la sedia per farla accomodare.

«Oh no, tesoro. Io non ho parole per ciò che mi circonda.» e gli fece l’occhiolino, sottolineando, con tono più forte le parole “ ciò che mi circonda ” che era chiaramente una provocazione.

«Solo ciò che ti circonda? Mi ritengo offeso, si dia il caso che abbia io stesso programmato tutto. Ogni minimo dettaglio.» le disse scherzosamente offeso, aprendo la bottiglia di vino.

«Mi sei sempre piaciuto quando fai l’offeso. Ma sai bene che ho occhi solo per te.» lo rispose a tono ridendo, prima di assaggiare un sorso di vino, rilassarsi e godersi quella stupenda serata.

La serata trascorse allegramente e lui noto che lei apprezzò molto anche la cena. Lo leggeva negli occhi e pensò che fosse arrivato il momento giusto. Con molta lentezza si alzo, sotto gli occhi di lei, poso il tovagliolo sul tavolo e s’inginocchio. Prese il cofanetto nella tasca della giacca e con un brivido di emozione e il cuore che gli batteva forte, aprendolo disse:

«Charlotte, io ti amo. Ti amo davvero tanto, un amore bellissimo che mi spinge a fare il grande passo con te» disse tutto di un fiato, prima della fatidica frase «Mi concedi l’onore di diventare tuo marito?»

La guardo negli occhi, cercando una risposta o almeno un accenno di approvazione mentre le sue mani gli sudavano e lui si sentiva mancare il terreno sotto i piedi. Lei non si mosse, lo guardo sorpresa e anche un po’ delusa. E sbottò.
«Se avrei immaginato che questa serata era preparata per questa proposta allora ti avrei fatto cambiare idea. Tesoro, non posso accettare qui su due piedi. Perché non me ne hai parlato prima? Perché non hai chiesto il mio parere prima di procurarti da solo questo dolore?» i suoi occhi le si riempirono di lacrime e lui non capiva dove avesse sbagliato. Chiuse l’astuccio, profondamente turbato e scosso.

Si alzo e parlo:
«Non capisco ora il tuo comportamento, la tua disapprovazione, il tuo rifiuto. Eppure pensavo eri felice con me e volessi continuare a esserlo. Ma si vede che desideri altro nel tuo futuro. Io sono semplicemente uno qualunque.»

Con queste parole ripose l’astuccio, sospese la cena e pago mentre le parole di lei gli rimbombavano nella testa. Intanto Charlotte cerco di spiegare il suo punto, sapendo comunque di aver esagerato. Aveva solo paura di quel passo seppur volesse.
«Nicholas, ascoltami ti prego. Ho sbagliato con quelle parole. Io ti amo e non sei uno qualunque. Tu sei quello che davvero voglio. Ma ho paura, paura di fare un passo falso. Se mi ami, capiscimi.»

«Oh no, capisco solo di essere stato uno stupido. Dovevo capirlo dall’inizio che tu non volevi nessun matrimonio, nessuna famiglia, nessun figlio. Anche per me è un grande passo, ma era con te. E quella paura svaniva. Avresti potuto almeno accettare l’anello, dirmi che ci avresti pensato, ma non distruggermi con quelle parole. Mi hai ferito!  Ti riporto a casa.»

Charlotte si alzo e s’incammino verso la macchina con lui. Sembravano due estranei o semplici amici: camminavano a distanza di due metri uno dall’altro. Ognuno con le proprie buone ragioni, ma certamente entrambi soffrivano.
Giunto sotto il portone di lei, Charlotte si rivolse verso di lui che guardava fuori il finestrino.

«Grazie della serata. Allora ti chiamerò domani per sapere come stai.» disse.

«Evita, ho bisogno di capire delle cose. Comunque non voglio nessun grazie, ma solo che tu capisca il male che stasera mi hai fatto.» rispose Nicholas, senza nemmeno guardarla mentre le lacrime lo sorpresero.

«Allora  meglio un periodo di pausa per entrambi. Scusa Nicholas. Buonanotte.»

Charlotte si chiuse la portiera alle spalle e corse verso il protone. Lui riparti, ripensando a quella serata. Si sentiva deluso, triste. Aveva bisogno di riposare, magari era solo un brutto sogno, penso.                             
Poi si accorse che gocce di pioggia bagnavano il parabrezza della macchina.

No, era tutto vero. Cielo nero e pioggia fitta facevano da atmosfera perfetta al suo umore. 

***
   

Grazie A Hiphipcosty e Nicosia per le loro recensioni e per apprezzare questo lavoro.  
  
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