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Autore: Samvise    05/07/2006    1 recensioni
In un futuro non molto lontane, Harry e company si ritrovano a riaffrontare le paure del passato...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Probabilmente, in questi 3 giorni, aggiornerò in ognuno di essi, perché poi dovrò partire al mare, per due mesi, e ci rivedrem

Probabilmente, in questi 3 giorni, aggiornerò in ognuno di essi, perché poi dovrò partire al mare, per due mesi, e ci rivedremo a settembre…siccome non mi va di lasciare la serie in sospeso, cercherò di finirla in queste 72 ore…come al solito ringrazio le recensioni di Jericho, di Loryrocker, di Giulia e di Neko-tensai…per fortuna, tutt’altro che negative, grazie mille, e spero di non deludervi con questo capitolo! Buona lettura!

 

L’uomo delle profezie

 

Harry, con Neville, Draco, Percy, Piton sotto il Mantello dell’Invisibilità (anche se con una mano sporgente, tenuta ben stretta da Draco) e con Cho Chang camminava nel corridoio che conduceva all’Ufficio Misteri, nel Ministero della Magia.

“Quanto tempo è passato, quando siamo ci siamo intrufolati in quella stanza, al nostro quinto anno a Hogwarts, vero, Harry?” disse Neville, indicando l’Ufficio.

“Sì, sembra un’eternità” disse Harry, fissando la porta, che una volta sognava quasi ogni notte.

Lì era avvenuta anche la morte di Sirius, e non gli piaceva affatto ritornarci. Ma doveva, proprio per impedire che tragedie del genere potessero ripetersi.

 

Il Ministro della Magia aprì la porta, cautamente. A quanto pare anche a lei faceva paura, quel posto. Harry notò che era cambiata molto, quella stanza, da quanto si era infiltrato con i suoi compagni. Ora non era più circolare, ma quadrata, e c’erano due maghi per ogni porta esistente. Probabilmente al nuovo ministro non piaceva quel metodo di difesa.

“Finalmente una cosa che condivido, Ministro” disse Harry, osservandosi intorno.

“Tutte le volte che entravo qui mi veniva un tale mal di testa, e poi trovare la porta che volevo non era mai facile. E comunque , dopo la scomparsa di Voldemort, chi altro vorrebbe entrare qui dentro?” disse Cho, mentre si dirigeva verso la porta di fronte a loro.

Due massicci maghi li guardarono. Sembravano molto annoiati.

E ci credo…con un lavoro come questo!” pensò Harry, quasi dispiaciuto per loro.

Maximus, Teodus, potreste farmi passare?” disse Cho.

“No” risposero in coro i due maghi, alquanto frustrati.

Perché mai?”.

Perché non siamo sicuri che tu sia il ministro” risposero in coro.

A vedere le loro facce, si capiva che avevano provato quella scenetta fino alla nausea.

“Bene…vedo che vi ricordate la procedura, ora…Stanza delle Necessità!” esclamò Cho.

Harry la guardò stupefatto, che diavolo c’entrava? Ma poi, vedendo i due maghi discostarsi, capì che era solo una parola d’ordine. Alquanto strano, in quel luogo era avvenuto il suo primo…

Harry, veloce, cosa aspetti?” lo chiamò Cho, strattonandolo per un braccio.

“Ehm…sì, sì, arrivo…” disse Harry, seguendola.

 

Si ritrovarono in una stanza, piena di scartoffie. Fogli svolazzavano qua e là, e poi volavano verso un cassetto, posandosi sopra la fila di fogli già depositatasi.

Che diavolo è questo posto?!” esclamò Piton, uscendo da sotto il mantello.

“In questa stanza viene registrata ogni singola compra-vendita che avviene tra un mago e l’altro” spiegò Cho.

“E a noi che ci serve essere venuti qui?” chiese Draco.

“Non ci arrivi? La lista è stata venduta, qualche mese fa, poco dopo la mia elezione. Volevo liberarmi di inutili dati” disse ancora Cho.

“Inutili dati? Ma quella lista porterà Voldemort allo splendore di un tempo!” esclamò Harry, irritato.

“Mi spieghi come facevo a saperlo?” rimbeccò Cho.

Harry zittì. In effetti, aveva ragione.

“Ora…guardate questi scaffali? Ogni giorno se ne crea uno. Ricordo che ho incaricato di vendere quella lista, tre giorni dopo la mia elezione, quindi nel mese di aprile, il 28, quindi…dobbiamo cercare tra i fogli del 28 Aprile” ordinò Cho, cercando subito lo scaffale interessato.

 

Impiegarono una bella ora, per trovare lo scaffale e il foglio della vendita, mentre decine di altri fogli bianchi svolazzava sopra di loro. Ma per fortuna non erano pochi, e collaborarono tutti.

“Eccola!” esclamò Neville, reggendo in mano un foglio bianco.

“Allora? Leggi! A chi è stata venduta la lista?” chiese Harry, euforico.

Vendita della lista delle vittime di Lord Voldemort/Tom Riddle…dal mago Dedalus Lux alla strega…”.

“Allora? Continua!” lo incitò Draco.

Sibilla P. Cooman”.

 

Sibilla Cooman, dopo aver perso la sua camera, ad Hogwarts, si era trasferita in uno di quei quartieri malfamati di Londra. Per Harry e i suoi compagni non fu facile trovarla, mentre qualche barbone cercava di avere soldi, e quando riceveva un galeone, si infuriava e iniziava a sbraitare con un coltello, contro di loro. Per fortuna Draco si limitava a legarlo magicamente, trattenendo l’impulso di fargli del male. Arrivarono alla casa, o per meglio dire catapecchia, della ex-professoressa Cooman, il numero 13.

“13? Strano…non si direbbe da una come la Cooman!” esclamò Draco, sorpreso, mentre stringeva sempre di più la mano di Piton da sotto il mantello.

Harry bussò. Una signora piuttosto invecchiata, negli ultimi sette anni, con occhiali ancora più grandi di quelli di una volta, si presentò davanti a loro.

“Ci conosciamo?” domandò confusa.

“Ehm…professoressa…sono io…Harry Potter”.

Harry Potter! Il mio bersaglio pref…ehm…il mio soggetto preferito! Entrate, entrate!” disse la Cooman, con una voce piuttosto rauca e debole.

 

“Questa casa cadrà da un momento all’altro” sussurrò Draco, mentre si guardava intorno.

In effetti il tetto era piegato verso il basso, e dei muri si poteva vedere chiaramente il tufo che iniziava a sbriciolarsi.

“Per la sua collaborazione, signora Cooman, riceverà una casa molto più confortante!” promise Cho Chang.

Ma la reazione della padrona di casa non fu quella che si aspettava.

“Oh no! Rimarrò qui fin quando la mia VERA casa non sarà pronta…e poi, so che è importante questo posto, lo sento…” disse la Cooman, guardandosi intorno, quasi ad annusare l’aria, che dopotutto puzzava di pesce.

“Ehm…professoressa…sa niente di una lista, che ha comprato tre mesi fa? Che riguardava le vittime di Voi-Sapete-Chi?” domandò Neville, arrivando subito al dunque.

“Ah, quella, la ricordo…beh…no…mi pare di averla buttata via” disse, indifferente.

Per Harry era come se il cielo gli fosse caduto addosso.

E se Voldemort la trova, prima di noi? Se trova il modo di cercarla?” pensò, frustrato, sentendosi inerme.

Le facce di tutti i presenti si demoralizzarono. Non poteva accadere, dovevano trovare quella lista, distruggerla.

“Beh…Harry, dopotutto, se non la troviamo noi, non vedo come possa trovarla lui” disse Cho, mettendogli una mano sulla spalla.

Harry la toccò, e annuì. Guardò la Cooman, che si dirigeva in camera da letto, a passo lento.

“Ehm…vado…vado a salutarla…” disse, mentre la raggiungeva.

La camera da letto della veggente aveva un grosso buco verso l’esterno. Harry provava quasi pena per quella donna, mentre la vedeva sdraiarsi sul letto, tremendamente stanca.

“Professoressa Cooman…le prometto…le prometto che le farò avere una stanza, nella Nuova Hogwarts” la rassicurò Harry.

“Oh, grazie, ragazzo. Non vedo l’ora che sia pronta” disse, e per la prima volta sorrise.

“Non si ricorda proprio dov’è quella lista, eh?”.

“No, mi dispiace ragazzo. Ma sai, sono vecchia, e non ho una grande memoria”.

Ma poi il suo viso cambiò espressione, e così anche la sua voce.

Solo colui che ha dato il nome alla lista potrà trovarla…solo colui che l’ha denominata potrà vederla” poi chiuse gli occhi, e si addormentò.

“Una…una profezia?” pensò Harry, a occhi sbarrati.

Aveva appena assistito a un’altre delle profezie veritiere della Cooman? Guardò l’enorme buco nel muro, il vento era impetuoso, quel giorno, tanto da far cadere un cassonetto della spazzatura, a terra…mille rifiuti si dispersero sul terreno, tra bucce di banane e cartacce…cartacce…

Harry sgranò gli occhi. Poteva…poteva mai essere?

Si tuffò fuori, in quel vicolo, raccogliendo la grossa pergamena ingiallita, in mezzo a tutti quegli avanzi di cibo. La aprì…non ci credeva…lui le aveva dato il nome…stringeva nella mano la Storia del Male?

“Bravo Harry, ce l’hai fatta, ora me la puoi dare” disse una voce, dietro di lui.

Ad Harry parve molto familiare. Si girò di scatto.

A guardarlo, con la mano aperta, davanti a lui, c’era Percy Weasley.

 

 

 

  
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