Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: _StayStrong    04/11/2011    4 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Azkaban sembrava ancora più tetra della prima volta in cui ci aveva messo piede, le faceva sempre uno strano effetto, tra quei corridoi aveva camminato i peggiori maghi del Mondo Magico, i peggiori assassini di tutti i tempi, tra cui anche sua madre.
 

Si voltò verso Harry che si era offerto di accompagnarla e l’amico le mise una mano sulla spalla sorridendole, chiaro invito ad andare avanti per la sua strada. Non aveva voluto Draco con se, l’avrebbe protetta troppo, avrebbe fatto innervosire di più Bellatrix e avrebbe portato la situazione ad una portata quasi fuori controllo. Harry invece, sarebbe stato più discreto e tranquillo, sarebbe rimasto nascosto nell’ombra, glielo aveva promesso.
 

Non avrebbe interferito.

“Vorrei entrare nella cella della Lastrange” si ritrovò a chiedere Hermione ad una delle guardie del settore ovest, l’uomo robusto e di almeno un mezzo metro più alto di lei la guardò interdetto, a nessuno era permesso di entrare nelle celle, neppure ai famigliari.

“Mi dispiace Signorina, non posso permetterglielo” rispose l’uomo con una serietà degna del suo lavoro, Harry allora fece scivolare il cappuccio della mantella dalla sua testa e la ragazza fece lo stesso, il mago davanti a loro impallidì.

“Dovevate identificarvi subito, non negato la proposta” disse trovandosi davanti e riconoscendo due dei salvatori del Mondo Magico, tra cui Harry Potter, Hermione sorrise compiaciuta, c’erano dei luoghi in cui la loro fama li precedeva e poteva veramente essere utile a qualcosa.


“Allora possiamo sicuramente sperare in un si e anche per la richiesta di entrare con la bacchetta” azzardò un Harry insolitamente audace e che si stava abituando ad usare a proprio vantaggio la propria posizione.

“Certo, non sarò io ad impedirvelo, vero è che la prigioniera è tra le più pericolose...” tentò di avvertirli, ma Hermione aveva già fatto un passo avanti e aveva messo una mano sul braccio dell’uomo, delicatamente, come per rassicurarlo.

“Abbiamo affrontato di peggio, non correremo nessun pericolo” disse, poi l’uomo chinò leggermente il capo in segno di rispetto e li lasciò passare, Harry si fermò appena dove il muro faceva angolo ed Hermione, prendendo fiato, si diresse verso l’entrata della cella, dove Bellatrix la strava fissando con aria di sfida.

Bellatrix soffocò un ringhio quasi animalesco alla vista di Hermione, non pensava che quella Mezzosangue potesse veramente osare tanto, di nuovo e per giunta questa volta, entrando persino nella sua cella, che ormai era diventata una sorta di casa.

“Che ci fai qui, Feccia?” chiese sprezzante, Hermione però non si scompose, quella volta era preparata, sapeva che cosa doveva fare o dire, sapeva esattamente come comportarsi, ne aveva discusso allungo con Draco e la Mc. Granitt, persino con Narcissa.

Nessuna provocazione le avrebbe fatto fare marcia indietro e non avrebbe pianto per parole che era sempre stata abituata a sentirsi dire da gente come lei, come sua madre.

Era a quattro metri di distanza dalla donna, prese dalla tasca della mantella la foto che le aveva donato Narcissa e gliela scaraventò contro, in un’irruenza che non era mai stata la sua, una sicurezza che veniva dal fatto che Harry era appena li fuori, che la sorvegliava da vicino.

Bellatrix prese la fotografia tra le mani e dopo averla guardata un attimo posò gli occhi sulla ragazza, alzandosi di scatto e avvicinandosi quasi pericolosamente a lei con passo di marcia e gli occhi roventi, lo specchio di quelli di Hermione.

“Chi ti ha dato questa? Rispondi!” le ordinò facendole sventolare la foto appena sotto il naso, lo poteva vedere anche lei e la sua mente malata che la ragazza che aveva davanti e quella nella foto, la lei di troppo tempo fa avevano delle caratteristiche comuni, ma c’era una parte del suo cervello, quella più vasta e più oscura che non voleva ammetterlo.

“Narcissa” rispose Hermione secca, senza garbo, la donna scaraventò l’immagine a terra e ci posò sopra un piede, non staccando gli occhi dalla giovane strega dai capelli ricci.

“Come osi, Stupida! Devi portare rispetto, lei è la Signora Malfoy, per te” disse sputando sul mantello della ragazza, Hermione cercò di contenere un moto d’ira stringendo i pugni, prese la bacchetta e la sventolò in aria e in una frazione di secondo davanti alle due donne apparve un piccolo pensatoio, una bacinella piena d’acqua, che Hermione prese tra le mani.

Poi con un incantesimo non verbale fece immergere parte del volto della donna nell’acqua magica e aspettò, era una delle poche chance che aveva, se non fosse cambiato nulla dopo che Bellatrix avesse visto i due ricordi che erano stati fatti vedere anche a lei, Hermione avrebbe gettato semplicemente la spugna, nessuno avrebbe potuto obbligarla a ritornare in quella cella, davanti ad una dona ch neppure la riconosceva.

Non poteva combattere contro un nemico che non conosceva e che era persino sua madre, non poteva riportare a galla la Luce da una donna che si era innamorata della personificazione del Male, facendolo diventare una delle sue poche ragioni di vita.

Lei non poteva fare della sua vita una Profezia, non voleva essere obbligata ad un destino che forse non le apparteneva del tutto, si era innamorata di Draco, l’ultima persona al mondo che sarebbe dovuta venire dopo Ron, non era già abbastanza?

Non avrebbe compiuto lo stesso il suo destino? Che c’entrava la donna davanti a sé con la testa immersa nell’acqua e che l’aveva torturata facendole del male e basta?

Aveva ucciso Sirius, i genitori di Neville, centinaia e centinaia di persone innocenti.

Era possibile che dentro di se ci potesse essere un barlume di Luce, ancora?

Poi la donna riemerse da quei ricordi che in parte erano anche suoi e si lasciò cadere sulle ginocchia, ai piedi di Hermione che fece evanescere la bacinella e la guardò senza sapere che fare, il volto di Bellatrix era coperto dalle sue mani, non le lasciava intravedere nessuna espressione.

Poi la vide smuoversi, un singulto, poi un altro.

“Erin”disse alzando il volto verso Hermione.

Bella stava piangendo.


 

 

ANGOLO DELLA FRANCY:
Ragazzi vi ricordo di pessare a leggere l'altra mia DRAMIONE, che verrà aggiornata una volta la settimana--->  

If you only knew.  
 

 

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: _StayStrong