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Autore: MollieRMS    05/07/2006    11 recensioni
Ron ed Hermione scoprono quanto tengono l'uno all'altra durante l'ultima settimana di vacanza alla Tana prima dell'inizio della scuola.
Come reagiranno gli altri, familiari, amici, compagni di scuola, a questa evoluzione del loro rapporto?
Seguitemi in questo viaggio e lo scoprirete...
Per kickers doc ^_-
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione, Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi prima del previsto col VI capitolo di questa bella storia di MollieRMS.
Mi permettete di dire che quello che state per leggere è uno tra i miei capitoli preferiti? (Forse battuto solo dal'ultimo...)

Come sapete Harry sta per arrivare alla Tana, e ovviamente non sa di Ron ed Hermione: riusciranno i nostri a rivelargli quello che è successo senza rischiare un esaurimento nervoso? Harry capirà qualcosa da sè? E, soprattutto, come reagirà?

La risposta a queste e altre domande, tra qualche riga.

Buona lettura,
ramona55 alias patsan ^_^

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They Found Out


6. Parlare con Harry


Ron ed Hermione passarono la loro ultima mattinata da soli vicino al lago. Ron stava appoggiato contro un albero ombroso con Hermione addosso, le sue braccia la circondavano.

Lei appoggiò la testa sul suo petto e chiuse gli occhi. “A cosa pensi?” gli chiese pigramente.

“Mmm…” Ron le posò un bacio sul capo. “Mi stavo domandando quando potremo stare ancora così. Sarà difficile a scuola.”

Hermione sorrise. “Troveremo un modo.” Girò la testa e lui le posò un bacio leggero sulle labbra.

“Ti amo” sussurrò lei.

“Ti amo.”

Il rumore di un’auto ruppe il loro idillio. “Harry è qui!”

Ron aiutò Hermione a mettersi in piedi e si tornarono lentamente verso casa, le spalle che si sfioravano.

“Allora, glielo diciamo insieme?” chiese Hermione guardando verso Ron.

Le orecchie di Ron si tinsero di rosso. “Sì, credo. Voglio dire, immagino di sì.”

“Immagini?” Hermione lo fermò poggiandogli una mano sul braccio. “Pensavo avessimo deciso così!”

“Senti, penso solo che dovremmo essere sicuri, sai? Vediamo cosa fa lui. Potrebbe essere meglio se lo faccio da solo. Vedremo.”

“Perché tu da solo? Perché non io?”

Hermione cominciava ad arrabbiarsi. Ron arrossì un pò di più.

“E’… è solo che io sono un ragazzo, capisci, e bè, lui è il mio migliore amico.”

“Ed io non sono la sua migliore amica?” Hermione stava cominciando ad agitarsi. Vedeva gli occhi di Ron lampeggiare pericolosamente, ma lui sollevò semplicemente una mano.

“Non voglio litigare con te.”

Questo fece passare subito la rabbia ad Hermione. Anche il cipiglio di Ron si diradò leggermente. “Lo so che è anche il tuo migliore amico. Questo lo so. Non sto sostenendo il contrario. Sto solo dicendo che certe volte è più facile parlare di certe cose con un altro ragazzo. Non ci sono cose che diresti a Ginny, ma non diresti ad Harry e a me?”

“Non a te” rispose lei prontamente, poi arrossì.

Ron sorrise largamente. “Se Harry non stesse venendo verso di noi proprio ora ti bacerei fino a stordirti, Hermione Granger.”

Lei rise.

“Comunque, non sto dicendo che andrà così, sto solo dicendo che dovremmo pensarci.”

Hermione annuì. “Va bene. Mi fido di te.”

Ron la fissò. “Ti fidi?”

Lei lo guardò di rimando dritto negli occhi. “Sì.”

Gli occhi di lui sorrisero ed inconsciamente si appoggiò a lei. Gli occhi di lei si allargarono e si mossero in direzione di Harry. Ron si raddrizzò subito, le orecchie di un’adorabile sfumatura di rosa.

***

Non fu così orribile come Hermione aveva temuto. Per prima cosa fu contentissima di rivedere Harry. Dopo tutto, era uno dei suoi migliori amici. Il primo giorno passò in fretta, ad aiutare Harry a sistemarsi, a raccontarsi come avevano passato l’estate e con lauto banchetto a cena.

A mezzanotte erano tutti in camera di Ron, Harry disteso sul suo solito lettino, Ron poggiato alla testiera del proprio letto ed Hermione seduta al sicuro sulla sedia della scrivania di Ron. Sapeva che non avrebbe potuto sedersi sul letto di Ron senza toccarlo. Guardava i due ragazzi muovere i pezzi sulla scacchiera posta sul pavimento in mezzo a loro. Ron vinse per la terza volta e lei cercò di nascondere uno sbadiglio. Ron però la vide.

“Hermione, va’ a letto.” Ignorò il fatto che lei scosse la testa. “Sei esausta. Non parleremo di niente di importante senza di te. Te lo prometto.”

Harry sorrise ed iniziò a stiracchiarsi vistosamente. “Sì, Hermione. Parleremo solo di Quiddich e questo ti farà addormentare di sicuro. Non vorrai dormire qui, comunque.”

Lo stiracchiamento impedì ad Harry di vedere il sorriso che si scambiarono i suoi due migliori amici.

Hermione si alzò e si stiracchiò a sua volta portando le braccia sulla testa. “Penso di essere stanchissima. Andrò a letto, allora. Sapete, la mia solita vecchia routine.”

Lanciò un’occhiata significativa a Ron, che fece un sorriso di comprensione. Lei lasciò la stanza augurando la buonanotte ad ognuno di loro.

Ron rimase seduto sul letto per un attimo prima di dichiarare “Ho una sete bestiale. Ti va un succo di zucca?”

Harry alzò le spalle e Ron saltò su. “Torno in un attimo.”

Scese pian piano i gradini e trovò Hermione proprio vicino alla porta della cucina. Lei si buttò tra le sue braccia e lo baciò con passione. Ron la strinse di più a sé e ricambiò il bacio con la stessa passione.

Si allontanò, respirando pesantemente. “Devo tornare. Sono sceso solo per un succo di zucca.”

Hermione fece il broncio, rubando a Ron un altro bacio. “Gielo dirai stanotte?”

Ron alzò le spalle, facendo scorrere le dita nei capelli di Hermione. “Non lo so. Forse se ne parla lui. Vediamo come va.”

Hermione annuì e lo baciò ancora una volta prima di allontanarsi da lui, ignorando il suo gemito di protesta. “Vado su adesso o non lasceremo più la cucina. Buonanotte.” Baciò le proprie dita prima di posarle piano sulle labbra di lui.

Lui afferrò la sua mano e ne baciò il palmo. “Buonanotte, amore.”

Lei sospirò e risalì i gradini. Ron rimase da solo in cucina sorridendo come uno scemo finchè l’abbaiare di un cane nel viottolo non lo distolse dalle sue fantasticherie. Finalmente recuperò il succo di zucca.

***

Harry non accennò a nulla quella notte e Ron pensò che non c’era motivo per tirare fuori l’argomento se Harry non aveva notato niente, così un altro giorno iniziò con Ron ed Hermione che fingevano di non essere innamorati. Hermione pensava che ci riuscissero piuttosto bene. Lei e Ron erano in grado di tenere le mani lontane l’uno dall’altra. Per la maggior parte del tempo almeno.

Dopo colazione, quando Harry salì per una doccia, Hermione fu strattonata dentro la dispensa. Una mano le fu sulla bocca prima che lei potesse gridare ed un braccio forte le circondò la vita. Hermione sorrise contro quella mano familiare e si rigirò nelle braccia di Ron.

“Che fai?” sussurrò mentre Ron iniziava a baciarle il collo.

“Si chiama baciare, Hermione. E’ piuttosto piacevole.”

Lei sorrise di nuovo. “Capisco,” disse, facendo scorrere le sue dita nei folti capelli di lui e premendo il proprio corpo contro il suo. “Harry è di sopra. Vuoi che lo scopra così?” Nonostante le sue parole faceva scorrere lentamente le mani dalla schiena al petto di Ron, godendosi la sensazione dei suoi muscoli che si tendevano sotto le sue dita.

Ron gemette. “Hai ragione, come al solito. Ed io non posso stare qui con te ancora a lungo o non uscirò più.”

Hermione amava il fatto di avere questo effetto su di lui.

“Solo che mi mancavi.” L’abbracciò stretta. Hermione sospirò felice. Ron si allontanò bruscamente e le diede un rapido bacio sulle labbra. “Okay, andrò per primo.”

Sorrise e la baciò di nuovo, un pò più a lungo stavolta. “Va bene. Ora vado.”

Si abbassò per baciarla ancora, le braccia che la cercavano. Lei rise e lo spinse fuori dalla porta.

***

Le cose trascorsero piuttosto normalmente per il resto del giorno. Ron ed Harry uscirono per giocare un po’ a Quiddich, e, con grande sospresa di Harry, Hermione li raggiunse fuori. Si sedette all’ombra di un albero vicino al recinto del giardino, circondata da libri e pergamene. Tuttavia, non sembrava concentrarsi molto sui compiti. Ogni volta che Ron faceva qualche manovra pericolosa con la scopa Hermione lo guardava preoccupata. Ron rideva e le diceva di stare tranquilla. Quando lui ed Harry iniziarono a tuffarsi rincorrendosi Hermione urlò e ordinò loro di smetterla immediatamente. Harry guardò Ron con aria interrogativa. Ad Hermione non era mai davvero importato di quello che facevano in aria. Ron alzò le spalle e volò via, facendo un avvitamento dopo l'altro.

A cena Harry si sedette di fronte a Ron ed Hermione. Ron, ovviamente, divorava il cibo come un tornado. Hermione, ovviamente, sbuffava sdegnosamente e commentava le sue maniere. Harry stava iniziando a pensare di aver solo immaginato che ci fosse qualcosa tra i suoi due migliori amici quando Hermione si alzò in piedi, portò al tavolo una brocca fresca di succo di zucca e riempì il bicchiere di Ron.

E’ strano, pensò Harry. Hermione di solito non fa cose del genere. Perchè Ron di solito fa qualche battuta sugli Elfi domestici.

“Azie, more.” Borbottò Ron con la bocca piena.

Le sopracciglia di Harry si alzarono. Ha appena detto ‘Grazie amore?’ Ha appena chiamato Hermione ‘amore’? Guardò Hermione, aspettando la sua reazione.

Il suo volto era neutrale, disse solo un “Prego”, mentre oltrepassava Ron per sedersi di nuovo.

Stavolta Harry lasciò cadere la forchetta. I suoi occhi lo avevano ingannato? Le dita di lei avevano appena sfiorato il collo di Ron?

Guardò a bocca aperta Ron che lo guardava con aria innocente. Ron inghiottì con difficoltà e chiese “Stai bene, amico? Sembri un pò pallido.”

Harry cercò di riprendersi. “Ehm… sì. Sto bene. Mi è solo caduta la forchetta.” Ron alzò le spalle e tornò a pulire il suo piatto. Hermione continuò il suo pasto. Harry scosse la testa. Sto diventando paranoico...

Non accadde altro durante la cena ed Harry cominciò a dimenticare la strana sensazione che aveva avuto per tutto il giorno. Lui, Ron ed Hermione erano soli nel salotto. Una scacchiera stava tra i due ragazzi ed Hermione leggeva “Il libro standard degli incantesimi: Livello 7”.

Harry era seduto sopra una vecchia sedia di fronte al divano che era occupato da Ron ed Hermione. I piedi di Hermione erano sollevati dal pavimento, ma non li teneva rannicchiati vicino a lei. Era quasi completamente sdraiata sul divano ed Harry avrebbe potuto giurare che i suoi piedi fossero sotto la coscia di Ron. Ron sembrava non averlo notato.

Gli occhi di Harry scrutavano le gambe di Ron. Dove sono i piedi di Hermione? Pensò. Voglio dire, sono sotto le gambe di Ron? Perchè lui non si è lamentato del fatto che lei occupa tutto il divano? E dove sono i piedi di lei?

Era così immerso in questi pensieri che trasalì all’ “Ah!” di Ron e al suo sorriso compiaciuto. Guardò verso il basso in tempo per vedere il proprio re colpito in testa. Ron si adagiò comodamente sul divano e la sua mano destra finì sopra... sopra la caviglia di Hermione!

“Potter, questa partita è stata terribile. Non hai mai giocato così male in tanti anni. Harry?”

Harry non riusciva a togliere gli occhi dalla mano di Ron sopra la gamba di Hermione. Nessuno dei due sembrava aver realizzato che stava ancora là sopra.

“Cosa c’è che non va, amico?”

Harry riportò gli occhi sul volto di Ron. “Ehm...” Si ritrovò ad arrossire.

“Harry, stai bene?” Hermione si era seduta dritta adesso, un’espressione preoccupata sul viso.

“Se sto bene?” le fece eco Harry incredulo. “Per la miseria, ho le allucinazioni? La stai davvero toccando, Ron?”

Ron divenne di una delicata sfumatura di rosso. “Io sto facendo cosa?”

Harry guardò Hermione, anche lei stava diventando di un bel rosso acceso. Harry aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia. “Va bene, chi di voi mi dice cosa diavolo sta succedendo?”

Hermione scivolò verso Ron e una delle sue piccole mani finì in quella di lui. Harry pensò che le sue sopracciglia gli sarebbero arrivate dietro la testa. Ron si schiarì la gola e guardò Harry negli occhi. La faccia di Harry si rilassò quando vide lo sguardo sincero che Ron gli rivolgeva.

“Va bene, amico, le cose stanno così. Tu sai che mi piace Hermione da, bè, da sempre.”

Harry non poteva credere che Ron lo stesse ammettendo ad alta voce, per di più davanti ad Hermione. Hermione non guardava neanche Harry. I suoi occhi erano posati su Ron, un sorriso aleggiava agli angoli della sua bocca. Ron continuò, ignorando la mascella aperta di Harry.

“Ed è venuto fuori che anche a lei piacevo io, ma forse questo già lo sai.”

Hermione arrossì a questo, ma non spostò gli occhi da Ron. Harry annuì piano, senza sapere esattamente cosa rispondere.

“Bene. Così, la scorsa settimana… bè.” Ron indicò le loro mani unite. “Così ora lo sai.”

Ron sprofondò nel divano, mandando fuori un sospiro di sollievo. Hermione aggrottò le sopracciglia e gli diede una piccola gomitata.

“Cosa?” chiese lui guardandola.

Lei indicò con la testa Harry.

“Cosa? Gliel’ho appena detto! Non l’ho fatto, Harry?”

“Ehm, sì.” Harry non sapeva cosa si aspettasse Hermione, ma la spiegazione di Ron aveva abbastanza senso per lui.

“Ti va un’altra partita, allora?”

Harry raccolse velocemente i pezzi, la tensione dimenticata. Hermione sbuffò e bofonchiò “Può essere più facile, da uomo a uomo…”

***

Così Ron ed Hermione non dovevano più nascondere la loro relazione. Anche se, come Harry si divertiva a puntualizzare, non erano stati molto più bravi a nasconderla di come avevano nascosto precedentemente i loro sentimenti inespressi. Non cambiò molto tra loro tre. Quando passeggiavano lungo il recinto del giardino o attorno al laghetto, Hermione teneva la sua mano in quella di Ron. A volte Ron trascinava Hermione in un bacio, con grande imbarazzo sia di Harry che di Hermione stessa. Ron semplicemente sorrideva e alzava le spalle come se non potesse trattenersi.

All’inizio Harry pensò che sarebbe stato geloso. Aveva paura che non avrebbe più avuto nessuno dei due vicino e poi, anche se detestava ammetterlo, anche lui voleva qualcuno da abbracciare.

Soprattutto, però, era confortante. Litigavano ancora, ma anche i litigi erano compensati da qualcosa di nuovo, amore, decise infine. Poteva vedere Ron mettersi a fare i compiti di Pozioni senza che qualcuno lo obbligasse, un sorrisetto che gli aleggiava sulle labbra quando Hermione lo vedeva. Poteva vederlo quando Hermione massaggiava le spalle indolenzite di Ron, anche se nel frattempo lo sgridava perché volava in modo pericoloso e per troppo tempo.

Una notte, Ron rientrò silenziosamente nella loro camera dopo aver finalmente augurato ad Hermione la buonanotte. Harry lo sentì sospirare felice e mettersi a letto. Harry guardò Ron che stava fissando il soffitto con un sorriso pigro sul volto. Sapeva cosa voleva chiedergli, ma non era sicuro sul come arrivarci.

“Ron?”

“Mmm?”

“Sei felice di averlo fatto?”

Ron si voltò su un lato per guardare Harry. “Felice di aver fatto cosa?”

Harry si guardò le mani. “Sai, qualsiasi cosa tu abbia fatto... con Hermione.”

Ron aggrottò le sopracciglia. “Non abbiamo fatto niente, amico, solo pomiciato, davvero.”

Harry rise. “No! Voglio dire, sei felice di averle finalmente detto cosa provi? Sei felice del fatto che adesso state insieme?”

Il cipiglio di Ron si trasformò in un sorriso che lui cercò di reprimere senza riuscirci. “Diamine, sì!”

Risero tutti e due, e Ron ricadde sul letto per mettersi a fissare di nuovo il soffitto. Ci fu un silenzio abbastanza lungo per Harry da fargli pensare che forse Ron si stesse per addormentare quando lui parlò.

“Per molto tempo ho temuto che sarebbe accaduto qualcosa di brutto e la nostra amicizia non sarebbe più stata la stessa.”

Harry annuì nell’oscurità. Immaginava che quello fosse stato uno dei problemi di Ron.

“Inoltre” aggiunse Ron “non avrei mai pensato che le sarei davvero piaciuto. Ma ora...” Harry potè sentire Ron sorridere.

“Ora le cose vanno bene?” chiese prontamente Harry.

“Ora le cose vanno bene” chiarì Ron. “Litigheremo sempre immagino. E’ il modo in cui siamo fatti. E lei mi fa ancora diventare pazzo a volte, ma la amo e adesso che è mia, me la tengo stretta.”

Harry guardò di nuovo Ron. Solitamente questo tipo di dichiarazione avrebbe fatto bruciare Ron di imbarazzo, ma non quella notte. Quella notte Harry sapeva che era serio. Annuì ancora una volta.

“Buonanotte, Ron.”

“Notte, amico.”

Continua…


  
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