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Autore: mirmominkia    04/11/2011    1 recensioni
Un brutto litigio tra Sam e Dean, Sam alle prese con un bambino misterioso, un demone in grado di saltare dal 1992 al 2008. Queste sono le basi di una nuova avventura per i Winchester, in una storia che li porterà a riflettere sul proprio legame, e su ciò per cui vale la pena lottare.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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  Ecco il nuovo capitolo :)
scusate se questo rispetto al primo è molto più breve, ma lo studio richiede il suo impegno e ho avuto poco tempo per scrivere.. ma vi prometto che mi rifarò al terzo capitolo!!                                                                                                       

                                             Capitolo 2
 

23 settembre, 2008. Discarica delle auto: officina di Bobby.

Dean era rimasto immobile per tutta la spiegazione dei fatti. Cass non l' aveva visto muoversi di un millimetro dal suo posto. Era lì, di fronte a lui, voltato chiaramente, nascondendo il volto, e gli occhi sopratutto, sicuramente appannati dalle lacrime. L' angelo era stato in silenzio tutto il tempo, voleva solo ascoltare quando Dean aveva da dirgli. Eppure, in cuor suo, sentiva una sorta di pulsazione, che, in qualche modo andava a tempo con la tremolante voce del ragazzo. Non sapeva il perchè, ma se stava male Dean, stava male anche lui.
Dean continuava a dire di dover tornare a casa, di andare da Sam e di parlargli.

" Non troverai tuo fratello in casa!" esclamò l' angelo.

Dean si era ormai fatto coraggio. Aveva preso un lungo respiro, e nella sua testa continuava a pensare di dover andare a parlare con Sam. Si alzò velocemente dalla sua postazione, e con un cenno fece segno all' angelo di andarsene. Doveva affrontare suo fratello guardandolo negli occhi, dicendogli tutto ciò che aveva i mente, senza insultarlo, o prendendosi a pugni: sarebbe stata una conversazione come le altre. Si vergognava all' idea di dover cercare lui Sam, ma quella situazione era troppo estnuante per lui, era come se dei coltelli lacerassero il suo cuore. Ricordava ogni istante di quelo che era successo precedentemente, anche se in quel momento era vittima dell' ira. Pensò come aveva potuto essere così coglione da dire certe cose a Sam, conoscendo la sensibilità del fratello. Ma dopotutto il fratello lo aveva stuzziccato, sapeva bene che certi argomenti erano meglio non trattarli con Dean.
Fece alcuni passi avanti, sempre più intento nella sua missione, quando la voce di Castiel gli risuonò nelle orecchie. Sam non era in casa? E dove si era diretto, allora?
Si girò di scatto, osservando l' angelo.

"Che vuol dire che non è in casa? Dov'è?" chiese.

"Ora hai davvero voglia di scusarti? pensavo che fino a poco fà non l' avresti mai fatto." rispose con un tono di superiorità l' angelo. " Fammi indovinare, ora tu andrai da lui, parlerete, vi chiederete scusa, e poi.. e poi?"

"Bhè, sulle lunghe il piano è questo. Poi avremmo il rapporto che avevamo fino a un'ora fà!"

"No, Dean. Poi niente.. Arriverà domani, e continuerete a parlare del solito argomento, delle solite questioni, e dei soliti problemi che vi avviliscono. Non cambierà niente!" urlò Castiel avvicinandosi velocemente verso il ragazzo.
Dean non rispose. Stava cercando di capire dove Cass volesse arrivare. Sentiva il suo respiro addosso, ma non si mosse.

"cosa vuoi che faccia?" sussurrò. "Che vuoi che faccia con Sam? Lui.. è mio fratello! Io ci sarò sempre e comunque per lui, nonostante quel che succede.!" terminò arrivando a toni molto più alti della voce.

" Questo non vi porterà a nulla. Dovete imparare, dovete affrontare una prova."
A quelle parole Dean si impietrosì. Di che prova parlava? Era convinto del fatto che Cass aveva in mente altre punizioni per Sam, sapeva che lo riteneva responsabile della sua debolezza, ma che poteva fare?

"Io vado da Sam, voglio parlarci! E ci vado ora." disse, mentre con uno spintone allontanò Castiel.

"Te l' ho detto,Dean: Sam non c'è!"
Dean tornò velocemente indietro con uno sguardo omicida, e afferrò l' angelo per il suo impermeabile.

"E allora cosa cazzo aspetti a dirmi dov'è, maledizione?" disse sfogandosi con l' angelo.
Ma Castiel non rispose. Era lì, di fronte a lui, in silenzio, accennando a un sorrisino compiaciuto. Osservava lo Sguardo da incazzato di Dean, e gli piaceva: adorava quello sguardo.

"E va bene, te lo dico. Tu e Sam dovete imparare. Pensate di conoscervi, ma non è così. Ci sono davvero tante cose che dovete ancora comprendere voi due."

"Cass, rispondimi." urlò Dean con quanto fiato aveva in gola. "Dove cazzo è mio fratello?"

"Non è il caso che ti scaldi Dean!" disse l' angelo con tono sicuro e tranquillo. "Lui sta facendo una gita.. una gita nel 1992!"
Dean non rispose. Lasciò l' impermeabile di Cass che aveva tenuto stretto nelle sue mani fino a poco prima, e iniziò a riflettere. Perchè Sam era nel 1992? Ma la risposta era chiara come l' acqua.

"Brutto bastardo, perchè hai mandato mio fratello nel 1992? Cos' è che hai in mente?" urlò minacciosamente.
Cass si girò dal lato opposto, e iniziò a camminare.

"Considerala una sorta di prova. E questo non vale solo per lui, presto anche tu avrai una visita." così parlò scuotendo la mano. Poco dopo Dean era rimasto solo, Castiel era sparito magicamente.
Il ragazzo si passò la mano fra i capelli più volte, sospirando. Non ci stava capendo più niente, perchè quella situazione si era sorprendentemente complicata.

"Cass, maledizione. Non puoi lasciarmi così! Devi spiegarmi cosa succede! Cass!" urlò. "Vaffanculo!"
Dean non sapeva come sfogarsi. Inavvertitamente tirò un pugno contro il primo rottame che trovò sotto tiro, poi tirò fuori il cellulare dalla tasca.

"Rispondi, Sam. Ti prego, rispondi!" farneticava. Fece il numero di suo fratello, curioso di capire dove fosse, eppure il numero risultava inesistente. In preda alla collera scaraventò lontano il cellulare.
Cosa doveva fare? Chi doveva aspettare? Dov' era suo fratello?
Perchè quel maledetto angelo continuava a mettersi in mezzo tra loro due, e perchè nonostante tutto non riusciva a odiarlo?


Flashback: 2 ore prima..

Sam era seduto sulla sedia, nella cucina di Bobby. Mille pensieri sfrecciavano nella sua mente. Ricordava ogni singola cosa di ciò che Dean gli aveva raccontato la sera prima riguardo al suo sogno, e non sapeva davvero come interpretare la cosa.
Come doveva comportarsi con suo fratello ora che conosceva tutta la verità su ciò che lui pensava? Era sempre più confuso, ma doveva affrontare Dean, pur sapendo che certi argomenti lo turbavano. Sentiva il bisogno di parlargli e di dirgli ciò che pensava anche lui.

"Tutto bene, Sam?"
La sua riflessione fu interrotta dall' arrivo di Bobby, che era intenzionato a distrarlo da quel mare di pensieri che lo affliggevano. Sam ingogiò a vuoto.

"Si, Bobby. Grazie, va tutto bene!" rispose.

"Sei sicuro? Mi sembri turbato!"

"No ti giuro, sto bene!" ribbattè alzandosi in piedi. "Voglio solo parlare con Dean!"

Bobby si scansò dalla sua postazione, rendendo possibile il passaggio a Sam.
"D' accordo. Lo troverai nella discarica d'auto, stà cercando alcuni pezzi riutilizzabili da usare per aggiustare l' impala." aggiunse poi il vecchio cacciatore con tono rassegnato.

"Grazie mille, Bobby."
Con un  sottile sorriso Sam si diresse lungo la porta, a grandi passi. Era intenzionato di ricevere delle risposte dal fratello riguardo a tutte le domande che si era posto la notte precedente.
Non riusciva a togliersi dalla testa le parole del fratello, anzi riusciva quasi ad immagginare una situazione del genere. Dean aveva sognato se stesso.. aveva sognato di lottare con se stesso; questo poteva solo significare, da quel che Sam riusciva a comprendere, che Dean temeva sè stesso. Si, ne era sicuro: suo fratello era spèaventato all' idea di dover andare all' inferno, era spaventato di ciò che sarebbe diventato, e temeva che se ne sarebbe andato senza sistemare le cose con suo fratello. Eppure ora Dean era con lui.. era tornato dall' inferno. Erano insieme, proprio come 4 mesi fà.
Nonostante tutto Dean non aveva dimenticato quel sogno, quelle immaggini, che solo dopo tutto questo tempo aveva deciso di dire a suo fratello. Sam non faceva altro che pensare alle parole di Dean, che mostravano tutta la frustrazione raccolta in quegli anni di caccia, e di sofferenza passati con John.

"Ho sbagliato tutto!" disse tra sè e sè.
Il suo passo si faceva sempre più lungo. Dean era lì, poteva comparire in qualsiasi momento, da qualsiasi parte.

"Ho sbagliato fin dall' inizio.." continò sussurando. "Ne sono consapevole, devo aggiustare questa storia, e chiedere scusa per gli errori che ho fatto!"

"Di che errori parli?" disse Dean con un sorrisetto malizioso comparendo vicino al fratellino.

"Dean?" sobbalzò il più piccolo. "Mi hai fatto prendere un colpo."

Dean inavvertitamente scoppiò a ridere, senza un valido motivo. Lo divertiva sempre prendere in giro il fratellino.

"Ti stavo cercando!" aggiunse Sam.

"Bhè mi hai trovato! Che ti serve?"
Sam rimase per un momento in silenzio. Dean sembrava felice, forse la chiacchierata della sera precedente gli erano serviti da sfogo. Sam si compiasse di questo; era bello dopo tanto vedere un sorriso sul volto di Dean, anche se si trattava di malizia.

"Allora?" ribattè Dean impaziente.

"Ecco.. ha a che fare con ciò che mi hai detto ieri."
Dean si voltò, smettendo di guardare il fratello in faccia. Sam se lo aspettava che avrebbe reagito così. Era chiaro che non voleva riaffrontare la uestione sull' inferno e sui periodi passati, ma Sam aveva il desiderio di chiedere spiegazioni.

"Dean, te la senti di affrontare l' argomento?"

Il maggiore sbuffò.
"Certo, su! Togliamoci il pensiero" terminò. 

  
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