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Autore: drusilla87    05/07/2006    0 recensioni
Ho scritto questa ff molto molto tempo fa, quando ero piccolina... parla di un incontro casuale, di un salvataggio, di una nuova amicizia e di un nuovo amore, ma non vi anticipo niente di più... baci baci. PS: mi scuso in anticipo se notate somiglianze con qualcosa che avete già letto... ve l'ho detto, ero piccola...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La ragazza vagava senza meta lungo le strade della città vuota

 

 

 

La ragazza vagava senza meta lungo le strade della città vuota; troppo sconvolta per capire dove andava, troppo stanca per scegliere la giusta direzione, troppo triste per fermarsi a pensare. Quasi non si accorse dei due vampiri che in pochi secondi le furono addosso, ebbe solo il tempo di urlare prima che uno dei due affondasse le zanne nella tenera carne del suo collo. In quel momento passava di lì una figura alta, bionda, vestita di pelle che, afferrata la situazione, fu addosso agli assalitori, polverizzandoli. La vittima dei due, cadde, priva di sensi, ai piedi del biondo; egli si chinò e poggiò la testa sul suo petto constatando che il cuore batteva ancora, debole ma batteva. Rimase per un momento a guardarla: i lunghi capelli scuri, la pelle chiara, la bocca socchiusa. Doveva avere si e no, l’età della cacciatrice pensò il vampiro, ma non era mai stato bravo a identificare l’età della gente. –Su, bimba, su!- disse prendendola in braccio. La testa le si riversò all’indietro e lui notò la ferita, dai bordi slabbrati –Maledetti!- ringhiò. Quando poteva ancora mordere, almeno lo faceva con cura, lo si sarebbe potuto definire un morso da manuale il suo. Ma ora c’era il chip a fermarlo, era proprio un cagnolino costretto al guinzaglio, ma aspettava con ansia di potersi sbarazzare dell’artificio che teneva in catene il demone dentro sé. La portò nella cripta e l’adagiò sul divano, poi prese la bottiglia del vecchio Jack, si sedette in poltrona e, sigaretta tra le dita e bicchiere in mano, attese il suo risveglio. Dopo un po’, lei aprì gli occhi e si guardò intorno, non riconoscendo il luogo in cui si trovava. Si voltò verso il vampiro e chiese – Chi sei? E cosa mi è successo?- -Sei stata attaccata da due vampiri, per fortuna il sottoscritto passava di lì e ti ha portata via appena in tempo-. -Non è possibile!- esclamò mettendosi a sedere. –Ma cosa diavolo ci facevi in giro da sola in piena notte? Te la sei proprio cercata!- -Io… non mi ricordo bene, posso?- disse, indicando il bicchiere, pieno a metà del liquido ambrato. –Non sarebbe meglio un bel bicchiere di latte caldo?- chiese, stupito per la richiesta –Oh, io non credo, un po’ di alcool in corpo non ha mai fatto male a nessuno, anzi! E poi chi sei per dirmi quello che devo fare?- ribatté. Le passò il bicchiere leggermente irritato –Non scherzare col fuoco, ragazzina!- la ammonì. Per tutta risposta, lei, in un sorso vuotò quasi del tutto il contenuto del bicchiere, subito sentì la gola e il petto infiammarsi. Resa audace dall’alcool disse in direzione del vampiro –Altrimenti che fai? Mordi? Come i tuoi amichetti là fuori?-. Sentendosi apostrofato, il vampiro si voltò, nei suoi occhi si poteva leggere l’odio, per quella sfida, lanciata così apertamente e ingenuamente, alla quale sapeva di non poter tenere testa, almeno finché aveva quel chip nel cervello.   –Maledetta impertinente! Forse era meglio se non ti salvavo e ti lasciavo là a crepare dissanguata!!!-.-Non lo faresti mai!-…

Mentre parlava, la ragazza s’alzò e s’avvicinò al vampiro e, seria, gli disse sottovoce –Non lo faresti mai, e sai perché? Perché tu non sei come gli altri-. –Sei ubriaca tesoro!- rispose lui, togliendole di mano il bicchiere, ma sapeva che stava dicendo la verità: era diverso dagli altri vampiri, aveva uno stramaledetto chip nel cervello che gli impediva di uccidere. Ma era veramente solo quello che gli impediva di ammazzare? O stava cambiando veramente? Decise di non dare peso alle parole della ragazza e la rimise a sedere sul divano –Ora te ne stai qua tranquilla, riposa e poi decideremo cosa fare, dovrai tornare a casa prima o poi?- e uscì dalla stanza.  –Io… io non sono sicura di volerci tornare- la sentì dire, e s’affacciò nel “salotto”-E perché mai?-  -Ricordi- -Di che genere?- -Crisi amorose, quelle di cui tutti prima o poi siamo vittime, sai: amori non corrisposti, cose così. Pensavo di avercela fatta, di averla superata e invece guarda dove sono: a piangermi addosso dentro una tomba! Con uno che probabilmente non gliene frega niente delle mie farneticazioni- Silenzio.

-Il fatto è che mi è entrato nella mente, nel cuore, che senza pietà, ha dilaniato, tra i suoi rifiuti e i suoi silenzi, eppure non mi sono ancora arresa; ma è sempre peggio, ogni nuova speranza … spazzata via in un attimo-. “Mi sembra di conoscerla, questa storia” pensò il vampiro avvicinandosi nuovamente. –Non è vero che non me ne frega niente! So come ci si sente-. –Si, dicono tutti così-; e così le raccontò la sua storia, raccontò di Cecily, della poesia, di Drusilla, di Harmony e infine anche di Buffy e del suo ennesimo rifiuto. –Siamo messi proprio male, eh? E io che pensavo di aver toccato il fondo, non c’è proprio mai fine al peggio-. –Ma grazie! Io cerco un po’ di sostegno e tu sfotti?- -Dai che scherzo! Scusa!- . 

 

A questo punto era fin troppo facile non resistere all’impulso di cercare riparo, uno tra le braccia dell’altra. Troppo facile perdersi nel calore di un bacio, di un abbraccio, di una carezza. Cercare in qualche modo di sanare almeno parte di quelle ferite provocate da orgoglio, testardaggine, follia, amore.

Il vampiro sentì il cuore di lei accelerare quando il suo abbraccio si fece più audace –No- gli disse, respingendolo –Non voglio essere un rimpiazzo, e non voglio considerarti tale-.   –Cosa stai dicendo?- le chiese incontrando il suo sguardo deciso. –La ami?- -E tu?-

-So di non essere la persona più fedele di questo mondo, però non credo di essere in errore dicendo che non stiamo facendo la cosa giusta, le nostre strade si sono incontrate perché il fato ha deciso così, ma non è destino che succeda! Certo, l’idea non mi dispiacerebbe ma…-.-Ma?....- -Oh, insomma! Tu vorresti che ci fosse la cacciatrice al mio posto e…e non si può e basta!- e così liquidò la conversazione, si sistemò sul divano e si addormentò. “In bianco anche stasera, eh, Spike!” pensò il vampiro accendendosi un’altra sigaretta “Cosa  faccio io alle donne, che mi evitano o mi abbandonano tutte?”

Durante la notte il sonno leggero della ragazza fu interrotto da una terribile imprecazione e da un tonfo, incuriosita e allarmata, si alzò a controllare: il vampiro, avvilito, stanco e sbronzo, si era accasciato sul sarcofago in mezzo all’ingresso, lei sentì che inveiva contro le sue precedenti frequentazioni: Cecily, che l’aveva denigrato davanti a tutta la sua famiglia, Drusilla, che l’aveva fatto rinascere, Harmony, con la quale aveva avuto una breve storia di sesso e Buffy, la sua mortale nemica, della quale si era inspiegabilmente innamorato e dalla quale era puntualmente stato respinto.

Si avvicinò a lui e gli si inginocchiò accanto -Ti ha preso proprio male! Eh?- -Lasciami in pace, ragazzina!- lei non l’ascoltò, gli asciugò una lacrima che, malgrado le proteste, stava rotolandogli lungo il viso. –Non fare così…- -Siete tutte contro di me!... Cosa vi ho fatto?... prima o poi mi mollate tutte, quando te ne andrai sarò di nuovo solo, proprio come un cane…- -Guardami!- gli disse, prendendogli il viso fra le mani –Se tu non lo vorrai, io     non me ne andrò… rimango qui, va bene? Fino a che non ti sarà passata, o ti sarai stancato di avermi tra i piedi- -Anche se ho tentato di saltarti addosso?- chiese tirandosi un po’ su  di morale. Lei annuì, sorridendo. Poi le sue labbra pronunciarono una parola, che, in tutti quegli anni di vampiro, non aveva mai sentito il bisogno di usare –Grazie-. Poi, come due bambini, si addormentarono. Il vampiro, finalmente tranquillo, poggiò la testa sulla spalla di lei, che gli prese una mano nelle sue, riscaldandola. All’alba si risvegliarono, -Posso farti una domanda?- gli chiese lei stirandosi –Spara!- -Ok, che mi hai salvato la pelle, che mi ospiti nella tua “casa”, ma come ti chiami?- -Oh, cavolo, hai ragione, nelle foga non ci siamo neanche presentati- poi si diedero la mano ridendo –Piacere, Spike!- -Haziel!- il vampiro rifletté un istante –Haziel? Ma che razza di nome è?- -Proprio tu parli….Spike!-

-Haziel è l’angelo della misericordia, che perdona tutti gli errori e le dimenticanze- gli spiegò. –Senti, ma ieri sera mi dicesti che sono diverso, eri ubriaca e basta o sapevi cosa stavi dicendo?- -Non sono mai stata più seria-.

  
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