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Autore: MaxT    04/11/2011    3 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian'
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Ad personam

Cara Atlantis Lux, grazie per la regolarità con cui segui e commenti Profezie. Il tuo commento è graditissimo.
Invero, Midgale non è la città delle WITCH, che risiedono tutte ad Heatherfield, ma è la città in cui le gocce hanno abitato per un anno e mezzo prima dell'impresa di Meridian. Taranee era lì in trasferta occasionale con tutta la sua squadra di danza.
Elyon, una mossa sciocca? Forse... comunque era ben motivata. Le sciocchezze grosse sono state e saranno fatte in altri momenti.
Tieni conto del fatto che l'Oracolo potrebbe non autorizzare un intervento a favore di Elyon, se non ha buoni motivi per farlo. Portare democrazia eccetera nei vari mondi non risponde alle priorità di Kandrakar, che verranno spiegate meglio tra qualche capitolo.
Cara Scarlettheart, come al solito sei rapidissima a recensire, e te ne ringrazio molto.
Ammetto che il mio Tibor ci fa la figura del tonto più di quello del fumetto, ma poverino, te l'immagini che noia passare gran parte delle sue giornate davanti a un bacile d'acqua?
Lo so, il mio Endarno ha un modo di fare non troppo lontano da quello della quarta serie, quando era posseduto da Phobos. Ho supposto che se il suo modo di fare fosse cambiato troppo quando era in quello stato, tutti si sarebbero accorti del cambiamento. 
In un capitolo precedente di Profezie, Endarno aveva maltrattato Elyon anche quando lei era stata 'convocata' a Kandrakar per imporle di recuperare il Cuore, e l'aveva minacciata di rinchiuderla. E' una classica tecnica dei poliziotti: uno fa il cattivo, così l'arrestato si butta tra le braccia del 'buono' per essere protetto e confessa.
Più avanti spiegherò meglio le finalità di Kandrakar, e si capirà anche perchè personaggi diversi come Himerish e Endarno si trovino accomunati nella stessa congrega, sia pur con ruoli diversi.

Qualche parola su questo capitolo. Essendo piuttosto mosso, scriverlo è stato piacevole e relativamente rapido, almeno per i miei standard. Quello che non è stato rapido è il disegno, in particolare la parte sulla città di Meridian, di cui potrete ammirare il centro in tutta la sua magnificenza (anche questa molto relativa) nel disegno completo a fine capitolo. Naturalmente si immagina che la città si estenda molto ai lati e alle spalle del punto di vista. Si immagina, sottolineo. Se avessi più tempo e più pazienza potrei lavorarci ancora, togliendo il balcone che copre parte del centro e dettagliando anche i quartieri sottostanti, ma vi prego di credermi, una settimana di lavoro su quel disegno è stata abbastanza pesante, per me.
Qualcuno potrebbe obiettare che non somiglia molto alla Meridian proposta dal fumetto. Il guaio è che, su W.I.T.C.H., la città cambia non poco a seconda della mano che la disegna, cioè da numero a numero. In alcune parti sembra una città medievale nordeuropea, in altre mediorientale, in altre ancora un paesino di campagna o di montagna. Ho dovuto mediare dicendo che l'architettura è disomogenea e cambia a seconda del quartiere, della data e dei gusti di chi ha costruito ogni singolo edificio. Comunque questo disegno è ben in accordo con la descrizione del luogo che do nelle mie storie: una città in un ampio vallone, sovrastata da un altipiano. Spero vi piaccia comunque. 

Buona lettura
MaxT

 


PROFEZIE
 


Riassunto delle puntate precedenti 

Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi a Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. 
A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura;  pur avendo assunto il potere, si 
rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. 
A Heatherfield, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, che prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza.
Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica, screditandola, poi Vera la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e  le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi, un anno di Meridian. 
Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità, o con l'aspetto di aquile. 
Come dal piano di Vera, le false Guardiane imprigionano Galgheitha e altri personaggi importanti, che potrebbero rendersi conto che la sempre più tirannica Regina e le Guardiane sono state impersonate da controfigure; la principessa Vera fa la parte della buona, facendo fuggire questi prigionieri dalla città.
Passano i mesi, e la situazione a Meridian si fa sempre più pesante. La falsa Elyon diventa sempre più tirannica e incoerente, perdendo ogni simpatia tra la popolazione, l'establishment e perfino l'esercito. La principessa Vera, per contro, finge di mitigare le conseguenze della follia della regina e delle Guardiane e si guadagna sempre più approvazione nella città.
Infine, si arriva allo scadere dei dodici mesi dall'arrivo delle Gocce e da quello che a molti appare come l'inizio della tirannia. La montatura arriva al suo culmine: Vera parla in consiglio criticando Elyon, poi affronta le false guardiane e infine la falsa Elyon, sconfiggendoli tutti e venendo proclamata Regina.
Informata da Caleb, la vera Elyon decide di proseguire col piano iniziale, aspettando altri sei mesi per intervenire; inoltre preannuncia alle guardiane che intende farlo da sola. Queste, preoccupate, si chiedono se dovranno intervenire in qualche modo per aiutarla.
Nel frattempo Vera fa sperimentare nuove armi segrete, come fruste capaci di iniettare narcotici e sistemi per materializzare armi pesanti in vista del confronto finale.
Cinque mesi dopo, la situazione precipita improvvisamente per un casuale ma burrascoso incontro di Taranee con Carol e Diana a Midgale. L'Oracolo acconsente a chiudere la muraglia per precauzione e ne fa dare preavviso a Elyon, che però decide di dover assolutamente parlare con Vera al più presto.

 


 

Capitolo 67
Sortita a Meridian



Kandrakar, sala del passaggio

Nella sala del passaggio, i sacri gong sono già stati allineati in due file ai lati del bacile, e ora Tibor sta disponendo attorno alla parete i piccoli bracieri per il rito di attivazione della muraglia. Manca poco, ormai; solo la conferma da parte di Yan Lin si fa attendere.
D’improvviso, le fiammelle fluttuanti ai lati del recipiente virano per un breve istante dall’azzurro ghiaccio al giallo vivido; un suono come di diapason vibra nel silenzio, e poi si smorza lentamente.
Tibor, accigliato, si avvicina al sacro bacile: il passaggio è stato di nuovo attraversato, in spregio ai loro avvertimenti? Con un gesto della mano, il saggio fa visualizzare chi ha osato violare la decisione annunciata.
L’immagine che appare fa approfondire le rughe attorno ai suoi vecchi occhi in una maschera di perplessità: sembra una giovane contadinella del metamondo, dal modesto saio di ruvida stoffa grigia e la pelle verdastra e striata, con una gran gerla vuota sulla schiena. Osservando i simboli astronomici che contornano l’immagine, lo stupore aumenta: il passaggio è stato percorso dalla Terra al metamondo, non viceversa.
Pian piano, la verità appare a Tibor in tutta la sua ovvietà: Elyon sta tornando nel suo mondo prima che la barriera venga attivata.
Prima che l’anziano possa uscire per cercarlo, l’Oracolo è già sull’ingresso della sala del passaggio. “Mio buon Tibor, ci sono novità?”.


Heatherfield, casa Vandom-Collins, camera di Will

“Sono le sette, signorina Will”, sollecita, con una vocina sintetica che solo la Guardiana del Cuore può udire, la radiosveglia appoggiata sulla testata del letto.
“E non dare la colpa a noi, se ti riaddormenti a colpo”, aggiunge burbero il cellulare dalla scrivania.
“E chi dà…”, brontola la ragazza, rigirandosi nel letto.
“Persona avvisata, mezza salvata!”, ribadisce caparbio il telefonino.
“Va bene, va bene”, si arrende Will, tirandosi a sedere sul letto ancora con gli occhi chiusi. Stamattina ce l’ha con il suo cellulare. Ha sognato tutta la notte un incrocio di chiamate allarmate di Taranee, di Hay Lin e perfino dell’Oracolo… come se anche lui usasse il telefono! Ma quelle che l’hanno più turbata sono state le telefonate mute, cariche di minaccia. Lei sentiva che erano della sua ex goccia, ma non udiva alcuna parola, solo un lontano respirare carico d’odio.
Mentre tenta di mettere a fuoco i dettagli di questi sogni inquietanti, comincia a percepire un formicolio ben noto al palmo della mano destra: una chiamata di Kandrakar!
Alza il palmo, e il talismano si materializza davanti a lei, ferendole gli occhi semichiusi col suo sfavillare.

“Will, parli da sola?”, le chiede sua madre, entrando in camera di sorpresa. “Ma… cos’hai in mano?”.
La Guardiana è riuscita appena a chiudere le dita sul Cuore, mascherando che stava levitando sul palmo. “Uh… questo... è un regalo di Matt, mamma. L’ha comprato da… sì, da una vecchia cinese. Una vecchia cinese con una bancarella”. Poi aggiunge, come per rassicurarla: “E’ a pile, mà”.
Susan storce la bocca ed esce senza commentare: si sarebbe aspettata che Matt dimostrasse più buon gusto nella scelta di un regalo per una ragazza di diciott’anni.

Poco dopo, trascinatasi nel bagno ciabattando sulle sue pantofole raniformi, Will torna a evocare il Cuore.
Nello specchio sopra il lavello le appare, tra gli spazzolini e la schiuma da barba, l’immagine di Yan Lin, che scandisce compunta: “Will, siete tutte convocate a Kandrakar. Ci sono novità”.
Lei si morde il labbro, combattuta. “Saggia Yan Lin, in questo momento non posso liberarmi senza dare nell’occhio. E neanche le altre, penso. Ci vedremo a scuola alle…”.
Il viso dell’anziana lascia trasparire una lieve smorfia addolorata. “Il tempo stringe, Will. La tua amica Elyon potrebbe già essere in pericolo”.
“Oh, cavolo, ora non posso proprio…”: Si guarda attorno alla ricerca di idee, ma né la doccia né la tazza del water sono in grado di ispirare grandi colpi di genio. Alla fine decide: “Uscirò di casa al più presto, e sparirò nel primo angolo appartato”.
“Brava. Non preoccuparti per le altre…”.
Un educato bussare alla porta interrompe la conversazione interuniversale. “Will?” chiama da fuori la voce di Dean, “Scusa, puoi lasciarmi libero il bagno, intanto che telefoni?”.

Poco più tardi Will, vestita in tutta fretta, passa in cucina, dove Dean, ancora in pigiama, è seduto al tavolo davanti al suo caffè, intento a imburrare le sue fette biscottate mentre ascolta assorto un notiziario alla televisione.
“Buon appetito”, augura lei distrattamente; poi, senza neanche sedersi, si versa una tazza di caffelatte e inizia a trangugiarla, mentre divora a grandi morsi una ciambella e al tempo stesso cerca pure di respirare. La catastrofe è invitabile: dopo il terzo sorso inizia a tossire, spruzzando mezzo tavolo di caffelatte e ciambella semimasticata.
“Ehi, ehi, non strozzarti!”, le dice lui, voltandosi preoccupato mentre copre il proprio piatto con le mani.
“Che disastro”, piagnucola desolata Will, alla ricerca di macchie marroncine sui propri vestiti. Per miracolo, però, non c’è niente di troppo vistoso.
Dean la osserva con sonnolenta curiosità, poi guarda l'orologio alla parete. “Come mai così di fretta? Sei ancora in largo anticipo”.
“Voio fare una pashejjata shahattina uentr uado a hhola”, gli risponde tornando a mangiare con un po' meno foga. “Ha uene”.
Lui guarda la luce plumbea della mattina che proviene dalla finestra a quadroni. “Proprio oggi che piove? Prenditela comoda, ti darò un passaggio in macchina”.
“Hhove?”, risponde scolando l’ultimo sorso di caffelatte ancora sopravvissuto. “Che problema c’è? Prenderò un ombrello. A te non piace camminare sotto la pioggia?”.
“Un sacco”, risponde lui poco convinto, e torna a imburrare la sua fetta senza più insistere.

Mentre in cucina risuona il grido di Susan: “Chi ha lasciato questo disastro sul tavolo?”, Will sta già chiudendosi alle spalle la porta di casa. Bene, il pianerottolo è deserto, constata prendendo il suo ombrello verde rana, poi allarga il palmo.
L’apparizione del Cuore e il salto dimensionale si fondono in un unico lampo, vivido e rosato.


Kandrakar, sala del consiglio

Esaurito il lampo, Will si ritrova nella sala del Consiglio di Kandrakar, circondata dal chiarore azzurrino di pareti dello stesso colore delle nuvole. Assieme all’Oracolo e a Yan Lin che la attendono imperturbabili, c’è anche Hay Lin, che l’ha preceduta.
La sua amica la guarda con curiosità insolita. Che siano le macchie di caffelatte?
“Grazie di essere venuta, Guardiana del Cuore”, la saluta l’Oracolo con un sorriso serafico, “Ma ti assicuro che non ho intenzione di farti una lavata di capo. Perciò il tuo parapioggia è fuori luogo”.
Will si guarda, perplessa: ha addosso il suo costume da guardiana, come si aspettava, ma curiosamente l’ombrello verde rana, anziché essere sparito con zaino e vestiti nella trasformazione,  è ancora appeso al suo gomito. Misteri della magia!
Nel giro di pochi secondi, anche Cornelia e Irma appaiono dai grandi lampi bianchi del salto dimensionale.
“Ehilà, eccoci tutte!”, esclama allegra la Guardiana dell’Acqua, poi guarda meglio e chiede: “Non c’è Taranee?”.
“Lei non è ancora riuscita a liberarsi”, le risponde Yan Lin. “Ma ha promesso di fare il possibile”.
L’oracolo fa un gesto d’invito verso un’apertura sull’esterno che sembra dare accesso a un balcone. “Potrebbe volerci tempo. Nel frattempo vi spiegherò qualcosa sulle informazioni che abbiamo raccolto, e su come muovervi a Meridian”. Facendo strada, continua: “Quella città a prima vista può sembrare un luogo libero e sereno, ma in realtà è tra le più sorvegliate di tutti gli universi. Oggi più che mai”.
Appena le Guardiane varcano la soglia del balcone, non riescono a trattenere esclamazioni di stupore. “Ma… ma questa è Meridian!”, esclama Irma, osservando il panorama urbano sul quale si affaccia.
“Ci aspettavamo le nuvole, e invece…”, aggiunge Hay Lin sgranando gli occhi.
“Ma è un’illusione?”, chiede Cornelia, “E’ così perfetta…”. 
“La vicinanza è un’illusione, ma l’immagine è reale”. Il saggio osserva la città ai loro piedi, brulicante di vita. Alla stessa altezza del loro balcone, in distanza, il palazzo reale domina la città dall’alto della scarpata rocciosa percorsa da una strada a zigzag. “Se fossimo fortunati, potremmo anche riconoscere la vostra amica Elyon da qui, ma probabilmente questo sarebbe chiedere troppo alla buona sorte”.
“Cosa le è successo?”, chiede Cornelia in apprensione.
“Si è teletrasportata a Meridian circa due ore fa, prima che chiudessimo la Muraglia”. L’Oracolo tende il braccio verso l’esterno, e oltre la balaustra appare a mezz’aria, come solida eppure immobile, l’immagine olografica di una contadinella dalla pelle verde, miseramente vestita. “Questo era l’aspetto che dimostrava al suo passaggio, ma potrebbe anche averlo cambiato”.
“Dalle stelle alle stalle”, commenta Irma storcendo il naso. “Ci manca solo la coda”.
“C’è anche quella, invece”, la contraddice Cornelia, indicando una sporgenza che crea pieghe sul didietro della veste.
“E’ completamente irriconoscibile”, constata Will.
“Niente a che fare con le nostre ex-gocce con la pelle tinta di azzurro”, concorda Hay Lin.
“E come faremo a trovarla?” chiede Cornelia.
L’Oracolo si rivolge a Will: “Guardiana, per piacere, evoca nuovamente il Cuore di Kandrakar”.
Lei si libera le mani passando a Irma il suo ombrello verde, poi tende il palmo. Un attimo dopo, il prezioso talismano emerge rutilante e comincia a inclinarsi verso la figura della contadina fluttuante oltre la balaustra, avvicinandosi lentamente a lei come se ne fosse attratto.
“Ehi, ho bisogno di un guinzaglio!”, esclama Will afferrandolo appena prima che esca dalla portata delle sue braccia.
“Lo avrai”, risponde l’Oracolo, “Apri la mano”.
Will esegue, e scopre con sorpresa che ora il suo talismano fluttuante è assicurato all’anulare con una catenella d’argento terminante in un anello. “Questa poi…”.
Irma le batte su una spalla: “Non è che ora dovrai portarlo a passeggiare cinque volte al giorno?”. 

Prima che qualcuno possa darle una salutare gomitata, un lampo all’interno della fortezza richiama la loro attenzione, e rientrano.
Nella sala si è materializzata Taranee. Visibilmente seccata, viene a passi lunghi verso di loro.
“Oracolo, sappiate che io  sono impegnata tutta la mattina, il pomeriggio e la sera. E’ uno spettacolo che la Jensen Academy prepara da mesi. Tutti i ballerini sono indispensabili e insostituibili, e io non faccio eccezione. E poi, la notte dovrò dormire in camera con altre persone, e il giorno dopo viaggiare in corriera con loro. Io non posso mancare, capito? Né allontanarmi senza essere notata!”.
L’Oracolo annuisce, adombrandosi appena a quel diniego. “Capisco le tue ragioni, Guardiana del Fuoco. Però sappi che le tue compagne stanno per partire per un luogo sorvegliatissimo dove si può a mala pena sperare che l’invisibilità basti a passare inosservate, e in molti momenti parlare sarà fuori questione. Il tuo dono della telepatia servirebbe a tutte per poter comunicare senza tradirsi”.
A questa prospettiva, Taranee esita un attimo, poi ribatte: “Ma che senso ha correre lì in tutta fretta? Elyon è tornata nel suo mondo da sola per sua scelta, o no? Significa che avrà pure un suo piano! E se non ci ha chiamate, è perché non ci vuole con sé. Perché tutta questa urgenza di mandarci allo sbaraglio, quindi?”.
Sforzandosi di mantenere la sua calma abituale, l’Oracolo risponde: “La decisione di Elyon di partire è stata certamente affrettata dalla nostra decisione di chiudere la muraglia al più presto. In queste condizioni, temo che non abbia un piano adeguato, visto che il momento per tornare non è quello propizio che aveva scelto in origine”.
Irma si fa avanti, dopo aver appeso con nonchalance l’ombrello alle alette della contrariatissima  Cornelia: “Taranee, lo sai bene anche tu. La piccoletta ha sempre avuto bisogno che noi la tirassimo fuori dai guai in cui si era cacciata da sola. E ora…”.
“E ora io non posso! In che lingua ve lo devo dire?”, la interrompe la Guardiana del Fuoco con un bagliore di fiamma nelle pupille; poi, con un po’ più calma: “Figurati che per venire qui mi sono chiusa in un gabinetto durante una pausa, e sono certa che ora c’è già la fila di gente che batte sulla porta stringendo le gambe! Voi non mettetevi in pericolo, domani pomeriggio andremo tutte insieme a cercarla”.
“E se la catturassero nel frattempo?”, insiste Irma melodrammatica.
“Allora non le farebbe male vedere dall’interno, per una notte, una delle bolle in cui mi ha ospitata anni fa!”. Detto questo, Taranee scompare in un lampo dalle insolite sfumature di un irritato rosso fuoco.

Le altre restano abbattute per un momento.
“E’ triste”, constata Hay Lin, “Se non avessimo avuto queste gocce astrali, ora non avremmo un così disperato bisogno di averne altre”.
“Tua cognata ci ha piantate in asso”, brontola Irma a Cornelia, che la ricambia con un’occhiataccia delle sue.
“Però non ha tutti i torti”, ammette combattuta la Guardiana della Terra, “Forse, davvero potremmo esserle d’intralcio. Andando lì impreparate a cercarla, rischiamo di richiamare l’attenzione su di lei”.
“Ma dici sul serio, Corny?”, si meraviglia Irma guardandola con gli occhioni fuori dalle orbite. “Ma li sai fare i conti? Quante volte l’abbiamo messa nei guai, in passato, e quante volte l’abbiamo tirata fuori? ”. Comincia a enumerare sulle dita: “Una, dalle sue stesse guardie. Due…”, finché l’altra non le rimette l’ombrello in mano.
L’Oracolo, sempre imperturbabile, le richiama: “Venite, Guardiane. Dovrete fare di necessità virtù. Ci sono altre risorse, e ancora tanto da spiegare”.


Meridian, periferia sud

Quella che sembra una giovane contadina si sta avvicinando a Meridian da sud, dove la città, costruita sul pendio di un ampio vallone, incontra la fertile pianura ai suoi piedi.
Ha evitato la strada lastricata, utilizzata soprattutto dai mercanti e dai viaggiatori: il sentiero di campagna si sposa meglio con il suo modesto look agreste.
Si ferma un attimo a guardare il suo bellissimo castello in distanza che, da questa prospettiva, sembra coronare la città come un diadema sfavillante posto sul suo capo.
Alle sue spalle, sul sentiero scricchiola il carretto di un contadino, carico di ortaggi per il mercato. Elyon saluta con un cenno cortese e lascia passare, accodandosi dietro: in questo modo, spera di passare ancora più inosservata.
Cammina, meditando il da farsi. Deve assolutamente far avere un messaggio a Vera, ma presentarsi da lei di persona senza aver ricevuto garanzie d’impunità sarebbe come offrirsi volontaria per la prigione; è indispensabile trovare un metodo che la esponga meno. L’idea più promettente sembra il viaggio extracorporeo, infatti il corpo astrale può attraversare ogni barriera conosciuta come un fantasma, è invulnerabile e inintercettabile, e può manifestarsi a volontà. Insomma, è l’ideale per un’ambasciata in un ambiente ostile.  Non è così per il suo corpo fisico, purtroppo: privo dello spirito, è inerte e vulnerabile, e dev’essere nascosto in un luogo sicuro.
Ma dove? Forse negli immensi sotterranei della città infinita? Lì è pieno di corridoi, cavità e locali di ogni tipo, alcuni delle quali abbastanza accoglienti e vicini al palazzo, una condizione preferenziale per un’impresa extracorporea. Lo ha già utilizzato nella sua riuscitissima sortita per recuperare il Cuore di Kandrakar. Ma avranno capito come era passata di lì?

Ormai sta già superando le prime case della periferia. Guardando alla sua sinistra, lungo la strada lastricata, nota un edificio nuovo e insolito. Dev’essere il nuovo mercato coperto di cui le ha parlato Caleb.
Vinta dalla curiosità, si addentra nel primo vicolo sulla sinistra finché, dopo qualche svolta, sbocca sul nuovo piazzale, e osserva. Nonostante riprenda all’esterno alcuni elementi architettonici tipici di Meridian disposti in un allegro disordine, si capisce che questi sono solo degli ornamenti posticci per dissimulare la ripetitività, sgradevole per i gusti dominanti nella capitale. Il vero edificio è una galleria fatta con elementi modulari di grandi dimensioni, sui cui lati si trovano, a intervalli regolari, portoni di legno e vetro dai motivi tutti diversi, ma chiaramente intercambiabili.
Mentre uno dei capi dell’edificio sembra ancora, in qualche modo, in lavorazione, all’altro capo c’è un certo movimento di gente, soprattutto donne che sciamano con borse e fardelli di ogni tipo.
Vincendo la titubanza, Elyon entra: all’interno della galleria, diversi negozietti sono alloggiati in nicchie laterali ben illuminate da lucernari. Molti hanno ancora gli stessi carretti e banchetti con cui tenevano mercato in centro, ma qualcuno ha già fatto costruire una struttura chiusa permanente, un vero negozio.
La zona accessibile è delimitata da una parete amovibile di legno; al di là,  alcune voci stanno discutendo di… Impianti elettrici?!? Possibile? E per giunta, non escluderebbe che la voce femminile che viene dal cantiere fosse proprio quella di Pao Chai. Anzi, ne è certa!
Preferisce allontanarsi: anche se è certa di essere irriconoscibile, sa che tutte le gocce sono ben addestrate alla telepatia, e non è certo il caso di cercarsi una complicazione così. E poi, ora ha ben altro da fare.


Meridian, altopiano a nord

Appena svanito il lampo, la penombra si riempie di schiamazzi, frullare di ali, scalpicciare di zampe, ragli, muggiti e altri versi d’animali intraducibili nella loro lingua. L’odore dolciastro di stalla e di sterco prende alla gola.
Will si sforza di guardarsi attorno. “Una stalla. Benissimo, ha nascosto la luce”, sussurra alle amiche.
“Benissimo?”, bisbiglia Cornelia con una nota quasi di pianto nella voce. “Guardate cos’ho sotto i piedi!”.
“Qualcosa che un giorno sarà terra”, la consola Irma, senza seguire l’invito a guardare.
“Ci siamo tutte?”, chiede Will.
“Tutte e quattro”, risponde Hay Lin, un po’ triste per l’assenza di Taranee. “Will, tu hai empatia per gli animali, vero? Prova a calmarli un po’”.
“Ci provo”. Will allunga i palmi delle mani, in un gesto che vorrebbe essere rassicurante, verso un grosso bovide. “Buono… lo sai che siamo amiche, vero?”.
Pare proprio che l’ottuso animale non lo sappia per niente. Quando vede avvicinarsi la mano dal colorito insolito, si agita ancora di più, tirandosi indietro nello stallo e strillando (Will non ha idea di come definire altrimenti quel verso) come se stesse giungendo il suo momento di reincarnarsi sotto forma di bistecche.

“C’è qualcuno nella stalla”, grida allarmata una voce di donna dall’esterno. “Presto, prendete i kostlapp”. Per chissà che miracolo, il meridiano è abbastanza comprensibile alle guardiane, che però sono tutt’altro che impazienti di scoprire cosa sono questi kostlapp.
“Svelte, tutte invisibili!”, sussurra Will.
Un momento dopo, il portone di legno  si apre cigolando. Una donna e due bambini esitano sull’ingresso, brandendo forconi appuntiti ad altezza di stomaco. “Chi c’è qui dentro?”, chiede minacciosa la contadina.
“Uscite subito, o farete i conti con noi”, ribadisce il bambino più piccolo, tentando di fare la voce grossa mentre resta nell’ombra di sua madre.
Gli animali sono ancora nervosi: non vedono più le guardiane, ma forse ne sentono ancora l’odore alieno che si insinua tra quello rassicurante del letame.
La donna entra con prudenza, sventolando le punte del forcone davanti al viso di Will senza notarla.  Questa la aggira con prudenza cercando di guadagnare la porta, solo per trovarsi sfiorata dalle punte del forcone del bimbo che la segue. Per fortuna l’agitazione degli animali copre il fruscio dei suoi passi sul pavimento coperto di paglia.
Ormai alle spalle di Will, la donna scruta in tutti gli angoli, e conclude: “Forse era solo un kottor”.

Poco dopo, le quattro guardiane sono ormai sgusciate fuori dalla stalla. L’abbaiare di un botolo da cortile che annusa l’aria le accompagna mentre, restando invisibili, si portano a rispettosa distanza dalla fattoria.
Will si guarda attorno, schermandosi il sole con una mano. Attorno a loro il terreno, mosso e un po’ roccioso, è punteggiato da alcuni edifici agricoli, un paio di piccoli villaggi e, più in distanza, il palazzo reale.
“Dov’è la città?”, si chiede Hay Lin. Si alza in volo, sostenuta dal suo elemento, facendosi schermo agli occhi per guardare controsole, poi torna giù a riferire: “Eccola là, in basso oltre il palazzo. Ora siamo sull’altopiano”.
“Allora, cerchiamo di capire dov’è Elyon”, esorta Cornelia.
Will fa cenno di abbassare la voce; quindi evoca il Cuore di Kandrakar, che subito prende a tirare verso il palazzo.
“E’ arrivata al castello?”, si stupisce Irma, “L’avranno già presa?”.
“Non è esattamente la direzione del palazzo”, corregge Will traguardando lungo la catenella tesa dal Cuore, “E’ un po’ più a destra e in basso. Forse in città, forse oltre. Dobbiamo avvicinarci e fare qualche triangolazione”.
 “E’ un bel po’ di strada”, commenta Cornelia storcendo il viso. “Non dovremmo mica farla a piedi?”.
“Non ti sapevo così pigra”, la schernisce Hay Lin volteggiandole attorno a mezz’aria.
Will storce il viso. “A piedi? Temo di sì. Non credo che l’invisibilità riesca a schermare i lampi del teletrasporto”.
“Non temete”, risponde Cornelia, “Sarò il vostro nocchiero”.
“Il vostro… cocchiere?”, chiede Irma sollevando un sopracciglio.
“Cosa vuoi dire?”, chiede Will.
“Che io so teletrasportarmi anche al modo dei meridiani, senza fare lampi, e posso portarvi con me se mi state vicine”. Conclude con un sorrisino soddisfatto: “Me l’ha insegnato Elyon, naturalmente”.
Will annuisce pensierosa, rinunciando per il momento a chiedere cosa Cornelia abbia insegnato in cambio alla sua ambigua amica. “Va bene. Allora, sonda lo spazio, prima. Non vorrei proprio incappare in qualcuna delle loro trappole”.
“Subito”. Cornelia tende i palmi, facendo apparire…
“L’’ombrello di Will?”, chiede stupita Hay Lin.
“Non era questo che volevo!”, sbotta Cornelia, passandolo a Irma con stizza; riapre i palmi, e questo secondo tentativo è coronato dal successo: in mano le si è materializzata una piccola gabbia d’ottone con un beccuccio simile a una teiera. Dall’oggetto proviene un fastidioso ronzio di mosca.
“Ecco la nostra sonda”.
Irma commenta, passando l’ombrello ad Hay Lin: “L’Oracolo avrebbe potuto trovare qualcosa di più silenzioso di una gabbietta con una mosca, come sonda”.
Cornelia sbuffa: “Avrebbe potuto anche trovare qualcuna più silenziosa di te, come guardiana”.
“Basta!” , comanda Will, “Piuttosto, facciamo una prova a breve raggio, prima di avvicinarci alla città”.
Cornelia annuisce, traguarda la direzione in una specie di mirino, poi preme un opale incastonato sul suo strumento.
Dall’interno della gabbia si sente un breve schiocco, come una scintilla, e il fastidioso ronzio cessa. Cinquanta metri davanti a loro, un brillio visualizza l’arrivo della mosca. Un attimo dopo, una nuova scintilla nella gabbia e la ripresa del fastidioso ronzio rimarcano il ritorno della loro piccola esploratrice.
“Via libera”, constata Cornelia osservando il calmo lampeggiare dell’opale, “Ora, stringetevi attorno a me”.
“Perfetto”, si compiace Irma con un’inavvertibile punta di sarcasmo, “Siamo sopravvissute brillantemente a una contadina e due bambini. Soldati e gocce saranno una passeggiata”.



 

  
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