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Autore: irene862    04/11/2011    2 recensioni
2015 --> REVISIONATA E CORRETTA!
Dal IX capitolo..
“Hai perfettamente ragione, sei stato uno stronzo. Un emerito, grandissimo stronzo! Non ti permettere mai più di rifare o ridire quello che hai detto e fatto. Perché te ne pentiresti! “ Non so dove presi il coraggio di minacciarlo. Ma fui contenta di avercelo ficcato da qualche parte.
“Non so con chi hai a che fare quotidianamente, nel tuo mondo patinato di super divi miliardari, ma qui è diverso. Siamo nel mondo reale bello! La gente merita rispetto!” Eravamo talmente vicini che i nostri abiti si sfioravano. Gli puntai un dito sul petto e lo pungolai. ” E non mi importa un fico secco se sei un attore Hollywodiano o che altro. Non credo ad una sola parola delle tue scuse di poco fa quindi non starmi tra i piedi ed andremo d’accordo! Non sono venuta fin qui da casa mia per farmi insultare da un maledetto idiota borioso, come te!”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dolce e delicata come il miele'
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Cap. 32A

 

XXXII Capitolo (prima parte)

 

 

Mi sdraiai sul suo letto nell’attesa che finisse di fare la doccia.

Avrei dovuto pensarci prima e stare più attento. Avevo dovuto aiutarla a spogliarsi perché la pelle le bruciava e le doleva molto.

“Mi sento meglio” annunciò con un sorriso tirato uscendo dal bagno. Aveva legato i capelli sul capo ed era avvolta in un asciugamano azzurro.

“Sdraiati e togliti quell’asciugamano. Ricorda cosa ha detto la dottoressa. Niente tessuti” mi alzai e presi il gel appena comprato.

“Prometti di comportarti bene?”

“Farò il bravo, giuro” risposi scoccandole un sorriso biricchino.

A quelle parole lasciò cadere l’asciugamano ai suoi piedi ed io mi ritrovai a dover deglutire rumorosamente; non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso e, senza nemmeno pensarci, mi avvicinai. Mi chinai a baciarla ed accarezzarla ma dovetti mettere da parte ogni pensiero licenzioso quando notai lo stato in cui versava la sua pelle. Era arrossata e screpolata, quasi gonfia, soprattutto sulle gambe e sulla schiena. Il viso e la pancia un po’ meno.

“Ti prego amore fai piano. Mi fa male da morire” disse vedendomi avvicinare col gel

“Sarò il più delicato possibile, Soph” risposi versando una generosa dose di gel sulle mani.

Cominciai dal viso ma appena arrivai alle spalle lei si scansò … le avevo fatto male. Sospirai e mi diedi mentalmente dell’idiota. La sfiorai appena, lei sussultò ma tenne duro.

Le sfiorai appena la schiena, dovetti inginocchiarmi, e con altrettanta attenzione le passai il gel su gambe e cosce, sia davanti sia dietro. Era una tortura doverla solo sfiorare e non poterla toccare, baciare, stringere come invece desideravo fare. L’unica cosa che feci, non riuscì a controllarmi, fu baciarle e mordicchiarle delicatamente il fondoschiena per tutto il tempo che rimasi inginocchiato dietro di lei.

Impiegai molto tempo a spalmargliela su tutto il corpo e quando finì aveva la pelle lucida ed un poco oliata.

Si sdraiò a pancia in giù sul lenzuolo ed io assieme a lei. Non poterla stringerla tra le braccia mi infastidì parecchio, infatti l’unica cosa che potei fare fu prenderle la mano e intrecciare le mie dita alle sue. Chiusi gli occhi e con un respiro profondo mi rilassai completamente.

 

 

 

 

 

Sentì la vibrazione del cellulare di Soph. Voltai il viso e guardai irritato l’orologio: avevo dormito poco più di un ora. Mi sporsi oltre il letto e con la mano raggiunsi il cellulare. Sophie stava ancora riposando accoccolata al mio petto, non volevo svegliarla ma ero curioso di sapere chi fosse.

Guardai e il nome di Luca brillò sullo schermo. Con un moto di stizza rifiutai la chiamata. Non volevo che si svegliasse, soprattutto non per lui.

Non sapevo come fosse fatto fisicamente questo Luca e neppure lo conoscevo, ma Sophie mi aveva detto che erano molto amici, migliori amici. E il fatto che fossero così uniti m’irritava.

Voltai il viso per poterla guardare. Era nuda, completamente nuda. Bellissima.

Con delicatezza le scostai i capelli dal viso. Cominciai ad accarezzarla con gesti lenti e lei, forse a causa del mio tocco, si mosse posizionandosi di lato. Aveva le gote leggermente arrossate. Il suo corpo mi faceva fremere di desiderio ma anche d’amore. Mi fidavo di lei ma sapere che qualcun altro la conosceva come o forse più di me mi faceva impensierire.

Continuai ad accarezzarla beandomi di quello splendore, ma ancora una volta il cellulare prese a vibrare e con uno sbuffo lo afferrai di nuovo. Era sempre lui. Sempre Luca.

“Gerard? Cos’è?” domandò Sophie ancora assonnata

Il rumore l’aveva svegliata e la cosa m’infastidì.

“E’ solo il cellulare, Soph. Non preoccuparti richiameranno” la rassicurai continuando a toccarla dolcemente

“Mmh” mugolò

Le piaceva quando l’accarezzavo. Si stiracchiò ma poco dopo gemette di dolore

“Mi tira la pelle e mi brucia” aggiunse con una smorfia

“Dovremmo fare degli impacchi, amore, oppure dovresti rinfrescarti sotto la doccia”  asserì alzandomi dal letto e con una mano l’aiutai a fare altrettanto.

Qualche secondo dopo sentì lo scrosciare dell’acqua della doccia. Presi nuovamente in mano la crema e mi preparai ad una seconda applicazione. Il telefono vibrò ancora e alzando gli occhi al cielo lo lasciai dov’era.

“Gerard mi porteresti l’asciugamano. Ho dimenticato di recuperarlo” la sua voce mi giunse lontana

Aprì la porta ed entrando l’avvolsi con delicatezza. Non strofinai ma glielo tamponai sul corpo facendo attenzione. Uscimmo dal bagno e il cellulare riprese a vibrare.

“Oh, che palle” esclamai spazientito “E’ insistente!”

“Chi?” domandò avanzando verso il comodino e prendendo il cellulare

“Pronto? Luca!”

Un sorriso le nacque all’istante il volto, io mi rabbuiai senza però darlo a vedere. Si voltò a guardarmi e una muta domanda riempì i suoi occhi.

Luca aveva già chiamato?

Annuì con la testa e con in mano il gel le indicai di sdraiarsi sul letto. Lei annuì ma continuò a parlare con Luca … sfortunatamente in italiano.

Mi versai sul palmo una generosa dose di gel e cominciai dalle gambe, ma con un mugolio Soph si ritirò. Forse ero stato poco delicato.

“Gerard, per favore. Mi fai male” si lamentò guardandomi

“Scusa” le sussurrai sollevandomi a baciarla  “Non l’ho fatto di proposito” aggiunsi tornando a spalmarle la crema con più delicatezza

All’improvviso lei proruppe in un gridolino di gioia. Alzai il capo e la vidi sorridere raggiante.

“Gerard, vengono a trovarmi!” esclamò ridendo felice

“Chi?” domandai confuso

“Luca e Ilaria. Possono, vero? Possono venirmi a trovare? ” domandò ancora sorridente

Non volevo rifiutare ma il pensiero di averlo per casa non mi faceva saltare di gioia.

“Mah, non saprei…” risposi cercando di temporeggiare

“Ti prego! Sono i miei migliori amici. Ti prego, ti prego” mi supplicò

“E va bene” acconsentì sorridendo dell’espressione del suo viso

Lei urlò di gioia e mi abbracciò con forza. Quando si staccò continuò a parlare in Italiano con Luca. Era felice, almeno questo lo capivo. Quando concluse la conversazione si rilassò e mi sorrise.

“Arriveranno domani” annunciò allegra

“Domani??!!” domandai quasi scioccato.

Avrei tanto voluto ritirare l’invito ma oramai era troppo tardi. La vedevo raggiante ed ero felice. Ma il pensiero di avere quel Luca tra i piedi non prometteva niente di buono. Non per me!

  
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