. Ad anna, per mille motivi. Perché è stata tanto folle, a giugno, da propormi di fare un contest insieme prima che vedesse il mio lavoro di giudicia. Perché scrive su Eileen, praticamente quanto ci scrivo io. E perché, all'unica amica efpiana che sia nata in Svizzera, una storia gliela devo proprio dedicare. :)
Una donna
spezzata
“Sev,
mangia un po’ di banana, tesoro.” Cerchi di
imboccare maldestramente il piccolo
che, con le manine scarne, rifiuta il cucchiaio stringendo i pugnetti.
Hai
voglia di piangere, Eileen. Ti sembra che anche una semplice merenda
non
mangiata sia un fallimento per te e per la tua vita.
Porti
lontano la scodella e la sciacqui, togliendone la pappetta gialla da
dentro.
Ti bagni
il viso, tamponandoti poi le guance con un asciugamano pulito. Non stai
piangendo, ma hai l’impressione di starlo per fare.
Come tutti
i giorni, come tutte le volte che qualcosa va male.
Ti curvi
sul tuo bambino e
lo prendi in braccio.
A volte non ti consola nemmeno lui. Ha poco meno di due anni e
già nei suoi
occhi s’intravvede una luce cupa, fosca.
Lo
stringi al petto, senti i suoi muscoli fragili contro al torace. Ancora
una
volta credi di star piangendo, ma hai gli occhi asciutti.
Cerchi di
ninnare il piccolo. Vuoi che dorma, prima che rincasi tuo marito. Vuoi
che non
senta gli schiaffi, le urla, i tuoi gemiti di dolore ed il rumore dei
cocci che
si frangono per terra.
Non vuoi
che il tuo bimbo veda la sua mamma con la faccia e le braccia coperte
di ematomi
viola, non vuoi che suo padre gli si scagli contro solo
perché esiste.
A volte nascondi
il bambino con la magia. Non la usi mai, la bacchetta. Ma quando lui
è troppo
ubriaco per controllare i propri movimenti, la tiri fuori e rinchiudi tuo figlio nella
sua camera,
blindandola con un incantesimo che pronunci a bassa voce.
Non
proteggi mai te stessa, Eileen. Sopporti sputi, insulti e botte senza
replicare.
Ti sei
spezzata il giorno in cui l’hai sposato, quando si è presentato al matrimonio mezzo ubriaco.
Non ti
eri mai innamorata di lui, non l’hai mai amato. Cercavi solo
di dimenticare.
Di
lasciarti alle spalle una giovinezza amara, buttandoti fra le braccia
di un
uomo che, lo sapevi da sempre, non ti avrebbe mai dato nulla.
E poi è
nato lui. Lui, frutto di un disamore, lui, che non è stato
voluto da suo padre.
Non lo volevi nemmeno tu, Eileen. Poi l’hai amato tanto, ma
ti sei maledetta
mille volte per averlo lasciato crescere con quel
genere di padre.
Severus
si sta addormentando piano sulle tue ginocchia. Si stropiccia gli
occhietti con
le mani; in quel
momento, l’espressione
assonnata e stanca si sostituisce a quel viso imbronciato.
Ti alzi
con cautela per non svegliarlo. Sali le scale, tenendolo fra le
braccia. Arrivi
alla sua cameretta e lo adagi piano nel lettino. L’hai voluto
costruire con le
sponde alte, perché suo padre non potesse picchiarlo nella
foga del momento.
Giù senti
una porta sbattere. È tornato, e canta.
Esci in
fretta e furia dalla camera, chiudendo la
porta dietro di te.
Tiri
fuori la bacchetta dalla cintura e mormori:
“Colloportus.” Subito la porta si
sigilla, e tu speri che possa bastare.
“Dove
sei, strega?” la voce roca ed impastata di tuo marito si fa
vicina. Dovrà
essere sulle scale, ormai.
Chissà
perché ti ha sempre chiamata strega. Lui non
lo sa che sai usare la magia. Lo deduce, forse.
Ed eccolo
lì, a stagliarsi vicino al bagno. Ingobbito, grasso, con una
birra attaccata
alla bocca e un pugno teso.
La botta
ti colpisce il ventre. Annaspi, poi cadi. Schiaffi, calci, sputi e
bestemmie.
Ecco cosa ti sta colpendo, ma tu quasi non lo senti.
“Dio,
fa che non si
accorga di Severus.” Preghi in silenzio.
**
Note:”
Dio, fa
che non si accorga di Severus.”
Mi è
stato fatto gentilmente notare che, “Dio”
è un’espressione molto Babbana.
Eileen vive fra i Babbani, e “Merlino” è
molto poco implorante!
Altre
piccole cose.
Visto che
non è stato chiaro in uno dei contest a cui ho iscritto la
storia, lo spiego
meglio.
Eileen
non usa mai la bacchetta, tranne per nascondere Severus. Lei lo
pronuncia,
l’incantesimo, con la bacchetta.
Bene, mi
sembra tutto chiaro!
Quarta
Classificata
bethpotter con Una donna
spezzata
(40 punti)
Grammatica e ortografia: 8/10
Rispetto del regolamento: 5/5
Importanza data al tema: 12/15
Caratterizzazione personaggi: 8,5/10
Sviluppo della trama: 4/6
Gradimento personale: 2.5/4
argomento delicato e preso abbastanza bene, forse un po’ troppo poco sviluppata visto che la materia c’era.
Qualche frase che non tornava ha intralciato la lettura.
Totale: 40/50
Ecco una delle poche che si è salvata con la grammatica. Direi che è andata piuttosto bene, solo qualche errore:
1. Per te, e per la tua vita. {La virgola non serve.}
2. Due anni, e già… {Anche qui non serve anche perché rompe il ritmo della frase.}
3. Scagli contro, solo perché… {Come sopra. Gli togli tutta la magia.}
4. Che non è stato voluto da suo padre. {E’ una bellissima frase, ma aggiungerei u “lui” prima del “che”, per rimarcare il concetto.}
5. Si Stropiccia… {Argh, mangiati le mani. E’ ovvio che qui non serve la maiuscola, neanche te lo dico. Presumo sia un errore di distrazione.}
6. Dalla camera, e chiudi la porta. {Qui ci sta un bel gerundio, per alleggerire la frase.}
7. Lui non lo sa, che sai… {Qui non ci vuole la virgola.}
8. Ed eccolo lì, a stagliarsi vicino al bagno. {Non torna.}
Per quanto riguarda il resto voglio farti solo qualche appunto. Il tema era il disagio, ma questa è più violenza. Sì, c’è una situazione intollerabile o scomoda, ma non è disagio al 100%.
Hai caratterizzato molto bene Eileen, una donna spaventata e sposata con un mostro. E’ un tema difficile, questo, che hai saputo prendere abbastanza bene – forse appena un po’ superficialmente.
Comunque, è una storia che merita. Brava!
Baci
Beth