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Autore: samek    05/11/2011    5 recensioni
Ci sono giorni, come quello, in cui James ha l’impressione di aver passato tutta la propria vita ad aspettare.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin | Coppie: James Sirius/ Teddy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fandom: Harry Potter

Fandom: Harry Potter.

Pairing: James Sirius/Teddy.

Rating: Pg.

Genere: Introspettivo, Romanico.

Warning: Flash-Fic, Post 7° libro (con epilogo), Slash, Relazione implicita.

Words: 321 (fiumidiparole).

Summary: Ci sono giorni, come quello, in cui James ha l’impressione di aver passato tutta la propria vita ad aspettare.

Note: Scritta per il prompt: sguardo oltre un vetro di nefene per la Notte Bianca di maridichallenge.

 

DISCLAIMER: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla ù_ù

 

 

Ticking clock (then suddenly not)

 

Tutti gli dicono che è impaziente, ma non è vero. Ci sono giorni, come quello, in cui James ha l’impressione di aver trascorso tutta la propria vita ad aspettare; aspettare che suo padre tornasse a casa da una missione, aspettare di essere abbastanza grande per entrare a Hogwarts, aspettare che Ted si accorgesse di lui. O meglio, aspettare che Ted aprisse gli occhi e si rendesse conto che lui aveva smesso di considerarlo un semplice amico e – Merlino non voglia! – un fratello maggiore già da tempo.

Anche ora, con lo sguardo rivolto oltre il vetro della finestra ed una tazza di caffè ormai tiepido tra le mani, James sta aspettando. Aspettando, stavolta, che sia Ted – il suo Teddy – a tornare da una missione. E lo sta facendo da mesi, sta aspettando di finire l’Accademia e poter finalmente entrare all’Ufficio Auror come recluta, per poter guardare le spalle al suo uomo, per poter dare una mano a suo padre e a suo zio, per fare qualcosa di utile, maledizione.

E poi lo vede, un puntolino blu in mezzo alla neve, quando Teddy finalmente si Materializza all’angolo della strada ed il vento cattura le ciocche colorate dei suoi capelli come dita avide.

I seguenti minuti, James li vive come istantanee babbane – la tazza che cade a terra e si frantuma, il caffè che si sparge sul pavimento, la porta spalancata quando la supera, le scale, la strada –, ogni fotogramma un battito di cuore, finché non getta le braccia attorno ai fianchi di Ted – il suo Teddy, del quale non ha notizie da un’intera settimana – e se lo tira addosso.

«Jamie, non hai preso il mantel-» comincia lui, preoccupato come suo solito. E se è per quello, James non ha nemmeno le scarpe, è uscito in pantofole, ma non ha alcuna importanza. Almeno finché non strattona il compagno per i capelli blu e preme la propria bocca sulla sua.

 

FINE.

 

   
 
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