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Autore: _CodA_    05/11/2011    4 recensioni
Sono passati due anni dalla fine del liceo e purtroppo le strade di Santana e Brittany si sono separate, ma non i loro cuori...
Ritrovandosi, riusciranno a mettere da parte il passato e gli errori commessi? Ogni capitolo è accompagnato da una o due canzoni che rispecchiano, con le loro parole, la situazione delle due protagoniste.
Spero vi piaccia! :)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi e ritrovai lei.
Dormiva placidamente con la testa sul mio braccio, accoccolata accanto a me.
I nostri corpi nudi si riscaldavano a vicenda sotto quelle poche lenzuola.
Chissà perché la mattina sembrava tutto così poco poetico, poco romantico..
Le lenzuola ci coprivano scompostamente mentre attorno a noi c’erano tutti i nostri indumenti gettati per aria, un po’ su ogni mobile; le tende erano chiuse male, e ora filtrava prepotentemente la luce del sole per destarci.
Solo guardando lei la pace sembrò tornarmi nel cuore, il caos che ci circondava sembrava non toccarmi più, eravamo solo io e lei, nude nelle braccia l’una dell’altra.
Il mio braccio addormentato sotto il suo viso non sentiva né dolore né fastidio, avrei solo voluto che durasse per sempre quell’immagine di noi due, completamente rilassate, libere, innamorate.
Ma pecca chi desidera l’eternità, chi ha aspettative troppo grandi che rendono miserabile la realtà.
Ignara ancora di quello che sarebbe potuto accadere non riuscì a resistere alla tentazione e soffiando sui suoi capelli scompigliati, li baciai e lei si destò.
Stiracchiò lentamente le braccia ancora piegate sul mio petto e poi sbadigliò.
Non potei che sorridere a quella vista così tenera.
E anche se per un secondo aprì gli occhi e mi sorrise, fu solo un attimo, e d’improvviso la vidi scattare seduta sul letto, gridando ansiosamente.
“O mio Dio! Che ore sono? Non dovevo dormire tanto! I miei pantaloni, mi servono i pantaloni!”
La vidi agitarsi senza concludere nulla, mentre mi lasciava allibita sul letto, sotto lenzuola già fredde e dimenticate.
Non era certo questo il risveglio che speravo e aspettavo, non dopo una notte così.
“Ehi calmati.. li troveremo..”
Il mio tono non sembrò tranquillizzarla o fermarla.
Continuò la ricerca dei suoi pantaloni dopo aver già infilato le mutandine.
“D’accordo.. ti aiuto a cercarli..”
Mi alzai trascinandomi le coperte per avvolgermi in esse e una volta che fui in piedi sul letto dalle lenzuola cadde il suo cellulare, doveva essere caduto mentre…
Lo raccolsi e senza pensarci cliccai uno dei tasti per illuminarlo e poter leggere l’orario.
Non trovai subito i numeri digitali che dovevano indicarmi l’ora. Piuttosto il mio sguardo fu catturato da altro.
10 chiamate perse e 3 messaggi non letti, tutti di Brandon.
Sapendo già cosa mi aspettava, sapendo perfettamente, ancora prima di leggerli, cosa vi avrei trovato e cosa mi avrebbero provocato, sfidai la sorte e cliccai –leggi-.
Non appena io ebbi finito lei riemerse da dietro alla poltroncina sul lato del letto. Guardò me, poi il cellulare tra le mie mani e poi di nuovo me, terrorizzata, incapace di dire qualcosa.
Mi sentì improvvisamente presa in giro, tradita, io stessa, per quello che mi aveva fatto, per come mi aveva ingannata. Eppure non potevo incolparla: avevo voluto credere a qualcosa che non mi era stato detto.
Avevo preferito mentire a me stessa, convincermi che andasse tutto bene, che quello che stavamo facendo fosse giusto, quando sapevo perfettamente che non era così.
Avevo voluto credere che quello che più speravo al mondo fosse vero, mi aveva fatto comodo credere così e non il contrario, avevo scelto la via più semplice e avevo semplicemente chiuso gli occhi.
Ora riaprendoli, mi toccava affrontare la realtà. La dura realtà.
 
It’s like one of those bad dreams
When you can’t wake up
 
“Io…”
La fermai, senza poterla guardare negli occhi, fissando lo schermo del cellulare non più illuminato.
“Credevo avessi rotto con lui.. ci avevo davvero sperato..”
“San..”
“Vai via”
La sua voce tremante rese ancora più difficile la mia decisione, le mie parole.
Ma il mio cuore ferito non riusciva a placare la rabbia, la frustrazione, la gelosia.
Sanguinavo per colpa sua, ancora, e stavolta la ferita avrebbe bruciato così tanto e per così tanto tempo.. che non sapevo se sarei stata in grado di perdonarla.
Avevo sbagliato.
Ce l’avevo con me stessa per essere stata così fragile, così debole, ed aver ceduto sin dall’inizio.
Dovevo rimproverare me stessa per l’ottimo lavoro e il risultato raggiunto.
Eppure mi sentivo così umiliata.
Pensavo davvero che almeno lei mi amasse e potesse capirmi.
Non credevo sarebbe riuscita a ferirmi così, senza pietà e con una tale forza da lasciarmi indifesa.
Ero lì, in piedi sul letto, coperta solo dal lenzuolo e sostavo davanti a lei, immobile e in silenzio, priva di ogni difesa.
E fu come se mi avesse gettato addosso pietre e coltelli, sentì le gambe tremare, lo stomaco stringersi forte e le mani contrarsi.
Il suo sguardo bastonato non faceva che peggiorare la situazione.
“San, ti prego.. posso..”
Come se non bastasse le lacrime che mi stavano bagnando il viso bagnarono il letto e io mi sentì umiliata ancora di più, ancora una volta esposta e indifesa ai suoi occhi, dopo ciò che mi aveva fatto.
Sentivo che aveva giocato con i miei sentimenti.
Mi voltai per non guardarla, per negarle alcun tipo di replica.
E mentre la sentì rivestirsi tra le lacrime e andare via, così com’era venuta, nella mia mente si fecero vivide le immagini di quella notte d’amore che avevamo appena passato insieme, una delle notti più belle della mia vita: le nostre dita intrecciate mentre una scossa ci pervadeva e sentivo il nostro sudore mescolarsi, e ci univamo ancora, più di prima. Potevo sentire ancora il suo profumo, il suo seno contro il mio, il suo cuore battere con il mio: la notte migliore della mia vita.
Era un peccato scoprire che era stata tutta una grande menzogna.
 
 
And I won’t forget you, my friend
what happened. 


Piccola nota:
Non uccidetemi!  Ve ne prego >___________<   Ma non poteva essere tutto così semplice...


Canzoni:  "I don't believe you"  e  "Who knew" di P!nk



  
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