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Autore: marty3721    05/11/2011    3 recensioni
“TOORIIIIII!!!!!!”
La mia testa fece capolino da uno sbuffo di nuvola: “Sì?”
“E’ mezz’ora che ti chiamo!”, protestò Kaila, la mia amica.
“Perché? Stavo ascoltando la musica…”
“Bene, e io ti sto aspettando per andare a scuola!”
“Oh, cielo, di già?”
Semplice e strana storia che parla di folletti, antenati dei Puffi, nuvole e Sole... mescolati ad abbondante fantasia!
Spero vi piaccia, è la mia prima storia andata su internet
buona lettura!! ;)
marty3721
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I Poffix!”, esclamò turbato il sindaco di Nuvolandia. Ogni volta che appariva una nuvoletta azzurrina, sulla mappa sul display del Poffrivelatore appariva un pallino azzurro lampeggiante, e quel giorno era proprio… “Dal Maestro della Menta!”, sussultò. “Ma come hanno fatto a scoprire il codice segreto?!?” Scrisse in fretta e furia un biglietto, dicendo che lo si poteva trovare nel Laboratorio della Menta, e corse via.           
                                                                                                                                                                                 ***
“Come, tre mesi??” “Ma come si permettono?” “Quei Poffix!! Li riduco in polpette!” Dicevamo così perché i Poffix, brutti tonti, dopo le normali piogge comandate da Madre Natura, facevano altre piogge, molto lunghe, per distruggerci.
“Calmatevi, ragazzi, calmatevi! Lo so, sono preoccupata anch’io, ma troveremo un modo per resistere anche stavolta!” Noi però guardavamo la prof affranti. “Va bene,” concesse, “per oggi niente lezione. Ma se fate troppo caos, vi faccio fare un tema a sorpresa, non importa quanto tempo rimanga!”
                                                                                                                                                                                 ***
Dopo aver bussato invano per un bel po’, il sindaco si fiondò nel Laboratorio. “Maestro, dove siete?”, chiamava. Sentì un debole “Aiuto!” soffocato, proveniente da uno degli armadi che contenevano le foglie incantate. ‘Ma come, si è incastrato nell’armadio?’, si chiese stupefatto, aprendone le ante. Un luogo meraviglioso gli si parò davanti: dentro l’armadio si nascondeva una stanza tonda, grande e luminosa. Davanti a lui, metà della circonferenza era occupata da scaffali altissimi, contenenti boccette, provette e alambicchi; libri, volumoni e libriccini; e quant’altro possibile. Gli scaffali salivano e salivano, fino a sparire nella nebbia, ma di sicuro ce n’erano ancora chissà quanti… A metà, longitudinalmente, c’era un’altalena altissima, dove si saliva in piedi, con due cestini di vimini ai lati. Anch’essa saliva chissà quanto e spariva nella nebbia. In un angolo (eppure credeva che fosse tonda, quella stanza!) c’era un scrivania enorme, piena di cassetti e cassettini, alcuni aperti e straripanti, altri chiusi a chiave. Il piano della scrivania era interamente coperto da foglie di menta, libri, alambicchi, lacrime di Follix in ciotoline e gocce di pioggia in barattolini. In un altro angolo si stava formando la nuvoletta azzurrina, e al centro della stanza c’era l’artigiano che piangeva. Proprio lui, il sindaco si ricordava ancora quando il Maestro accarezzava le guanciotte rotonde ai bambini, guardando quanto eri simpatico con le tua ali nuove. All’epoca il sindaco era ancora piccolino, mentre il Maestro era di poco più giovane…  Poi un giorno aveva smesso di sorridere. Certo, era ancora bravo come prima, ma non ti accarezzava più le guance, non ti applaudiva quando ti sollevavi in volo, non ti coccolava quando sbattevi la capoccia contro il soffitto. Era assente, sembrava che gli mancasse qualcosa o qualcuno. Era stano vederlo piangere per la prima volta!
D’un tratto si senti qualche urlo. La nuvoletta, sentite le urla, sembrò attardare un po’ il processo di trasformazione, ma poco dopo lo completò, trasformandosi in un orrendo Poffix. Stava per cominciare a parlare, quando si sentì un urlo terribile, spacca timpani, e il Poffix, coprendosi le orecchie con le mani, gracchiò: “E va bene, volete distruggermi i timpani? Tranquilli che torneremo tutti insieme, un giorno…” e scomparve nella nuvola azzurrina.
“Maestro, state bene?”
“Certo, ragazzo mio! Se mi aspetti qui un secondo…” Poi salì sull’altalena e sfrecciò in aria. Quando si fermò lo si vedeva poco, ma il sindaco lo distingueva ancora: stava scegliendo un ampolla contenente un liquido rosso e un librone verde, li metteva in un cestino al lato dell’altalena e tornava giù a velocità supersonica. “Qualche domanda?” chiese al sindaco.
“In effetti… Due: perché avremmo dovuto distruggergli i timpani?”
“Perché il loro unico difetto è quello di sentire troppo. Certo, riescono a sentire i sussurrii, ma con urla come quella di prima corrono seri pericoli… E grazie alla voce noi possiamo combatterli.” Poi si fermò. “Non erano due domande?”
“Sì! La due è: a che cosa serve quel liquido rosso?”
“A cancellare la memoria…” notando lo sguardo stupito del sindaco, spiegò: “Se per sbaglio accennasse a qualcuno del mio retro, questo qualcuno potrebbe farsi sentire dai Poffix mentre racconta qualche segreto!” Il Maestro borbottò qualcosa che lesse dal librone, tracciando una grande ‘X’ sulla fronte del sindaco con il liquido rosso.



 

 

  
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