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Autore: EllenJenkins    05/11/2011    2 recensioni
Ben, sopraffatto dal senso di abbandono e solitudine, cade in un profondo sonno. Di chi è quella voce che lo chiama nei suoi sogni? Potrà mai svegliarsi? Vorrà mai svegliarsi?
Bevin (KevinxBen) - Shounen-Ai
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - … et Amo

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Amo, as, avi, atum, are, 1 tr., 1 amare 2 amare essere innamorato

Amare [a-mà-re] v.tr. 1 nutrire profondo affetto, voler bene 2 provare inclinazione affettiva e attrazione fisica per qlcu.

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Kevin aveva un piano. Visto che facevano a turno per fare in modo che qualcuno fosse sempre al fianco di Ben, lui avrebbe preso quei particolari intervalli in cui gli somministravano i farmaci. Avrebbe circuito le infermiere convincendole che, essendo lui suo amico, avrebbe accettato da lui con meno restio le medicine. In realtà avrebbe intascato le pillole sperando che nessuno si accorgesse di niente

E così fece

-Kevin, sei sicuro?- Chiese Sandra. Lo ammetteva, all’inizio non aveva visto di buon occhio il ragazzo corvino, ma in più occasioni, come quella che stavano vivendo ora, aveva dimostrato di essere fortemente attaccato a suo figlio. E di questo non poteva far altro che ringraziarlo

-Sicuro- Rispose soltanto, sperando di sembrare più innocente possibile

-Ma come farai con il lavoro? Non lavoravi in una officina?- Nonostante il suo tono fosse solo preoccupato, in quella situazione Kevin era talmente paranoico da scambiarlo per incriminatorio

-Non si preoccupi, Signora Tennyson- Fece un sorriso che sperò non sembrasse troppo forzato

-Sandra- Disse la donna e Kevin si sentì onorato di poterla chiamare per nome

-Ok, ehm Sandra. Con il secondo lavoro di plumbers ho messo da parte abbastanza soldi. In un futuro forse non troppo prossimo ho intenzione di aprire un’officina tutta mia- Non sapeva perché le stava raccontando cose che non aveva confessato a nessuno, nemmeno a sua madre.

Forse era a causa di quella strana situazione in cui si trovavano. Forse era per il fatto che il suo Benji non lo guardava neanche negli occhi. Forse in quel momento l’espressione di Sandra Tennyson era tale e quale a quella di suo figlio quando voleva che ti confidassi con lui. Era talmente incantato che stava per confessare i sentimento che provava per il ragazzo a sua madre

-Oh, è una cosa meravigliosa. Sono contenta che stai facendo dei progetti per il futuro. Spero che riuscirai a realizzarli- Gli sorrise, poi raccolse le sue cose, diede un bacio sulla guancia del figlio che dormiva beato e fece per uscire dalla stanza. Era ormai arrivata alla porta quando Kevin disse

-Riporterò il sorriso sul volto di Benji- Sandra si fermò e si girò a guardare il ragazzo. In quella frase, in quegli occhi determinati vide delle emozioni talmente forti da essere inconfondibile. Era lo stesso modo in cui suo marito la guardava ogni giorno. Sorrise. Ben aveva tante persone che lo amavano, perché non riusciva a capirlo?

-Conto su di te- Fu l’ultima cosa che disse prima di lasciare definitivamente la stanza.

Kevin sorrise. Chissà perché in qualche modo aveva capito che la donna aveva capito. Questo significava l’approvazione materna? No, non era il momento di pensarci. Ora doveva togliere Benji da quello stato comatoso.

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Il giorno successivo iniziò a mettere in atto il piano.

-Sono sicuro che se sono io a somministragli le medicine Benji sarà meno riluttante- Kevin cercava di convincere l’infermiera ma fino ad ora non aveva avuto successo. Si sarebbe preoccupato del contrario

-Non credo proprio sia il caso- Rispose la donna ma Kevin sentì una nota di cedimento. Sapeva che Benji era un paziente poco collaborativo, e non aveva tutti i torti visto che non era malato, ma se la convinceva che lui era in grado di convincerlo forse avrebbero smesso di dargli tutti quei sedativi

-So che lei sta facendo il suo dovere, ma Benji sa essere davvero testardo-

-Ahhh, lo so. È davvero difficile- Fece una pausa -Per oggi le farò vedere io quali pillole dargli e in quali momenti- Kevin esultò nella sua testa. Anche se in ritardo di un giorno il suo piano stava per iniziare

-Ok, grazie-

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Dopo pochi giorni ci furono i primi miglioramenti. Dormiva di meno, anche perché avevano tolto i sedativi, o, per meglio dire, dormiva il giusto. Il suo comportamento era sempre meno aggressivo ma sempre più triste. Faceva molti incubi e quando si svegliava piangeva in silenzio.

Dopo una settimana era pienamente cosciente ma ancora si rifiutava di parlare a chiunque, anche ai genitori. Kevin sapeva che Ben aveva capito chi non gli somministrava le medicine, ma se ne stava zitto per non attirare l’attenzione. I medici pensavano ad una guarigione miracolosa. Il ragazzo non nominava più quel nome, visto che non parlava Kevin si chiese come facevano a sapere che non la vedeva più

Se non la vedeva più allora perché si svegliava piangendo? No, lui la sognava e ci stava male. Voleva fare qualcos’altro per lui, ma non sapeva cosa. L’unica soluzione era dimostrare che Alice era vera, che era reale. Ma come?

Un’idea gli venne all’improvviso, come un’illuminazione. Avrebbe dovuto fare delle ricerche, ma se la sua intuizione era giusta aveva trovato un modo per ridare vita al ragazzo.

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Erano passati quindici giorni da quando aveva impedito che Ben prendesse le medicine e ora si trovava seduto su una sedia di fianco al letto in cui dormiva il ragazzo. Come al solito il suo sonno era disturbato e lacrime scendevano libere dai suoi occhi chiusi. Allungò una mano e gli accarezzò una guancia, con il pollice interruppe il corso di quelle stille salate, ma il suo passaggio fu solo una mera distrazione dal loro corso originale, che continuava infinito.

Fu forse il gesto o forse qualcos’altro, ma in quel momento Ben si svegliò. Sbatté gli occhi un paio di volte e si guardò intorno come se stesse cercando qualcuno. Poi la sua espressione si fece triste. Sapeva che ogni volta che di svegliava cercava inconsciamente Alice

-Benji …-

Il ragazzo lo guardò per giusto un istante con la coda dell’occhio, poi si mise su un fianco dandogli le spalle. Ci fu un lungo silenzio. Era così tutte le volte. Non sopportava più quella situazione, le memorie che aveva di un Benji allegro erano così lontane che il solo ricordarle gli faceva male. Gli faceva realizzare di quanto in realtà non conoscesse così bene il giovane eroe

-Benji, ascoltami. Non puoi ignorarmi per sempre. Non parli nemmeno con tuoi genitori! Sono preoccupati per te! Lo siamo tutti!- Le sue parole sembrarono non sortire alcun effetto perché il ragazzo non si mosse di neanche un millimetro. Ora iniziava ad arrabbiarsi -Non puoi fare la vittima per sempre! Devi accettarlo! Non potevamo lasciarti in quello stato per sempre! Lo so che fa male, ma devi superarlo!-

Kevin fu preso alla sprovvista di veloci movimenti di Ben. Il ragazzo si alzò di scatto con una fluidità impressionante per uno che fino a pochi giorni prima era in uno stato catatonico. Probabilmente la lieve percentuale di sangue alieno che aveva in corpo lo aveva aiutato a riprendersi prima del dovuto

-Non sai niente!- Urlò Ben, i suoi occhi era così arrabbiati e tristi e delusi e avevano in essi mille altre emozioni che non sapeva descrivere -Cosa significa perdere una persona importante! Come posso superarlo, lei era tutto. Era parte di me e aveva bisogno di me! Ora è di nuovo sola, ha paura, piange! Voglio solo rivederla!- Strinse le mani a pugno e iniziò a colpirlo al petto

-Benji!- Urlò afferrandogli i polsi bloccandogli i movimenti -Non sai quello che stai facendo. Calmati!-

-No, lasciami andare!- Rispose divincolandosi per sfuggire alla presa ferrea, ma senza risultati. Kevin in quanto forza bruta lo batteva sempre -Lasciami andare! Non sai niente!-

Con un veloce movimento Kevin lasciò la presa sui polsi del ragazzo e gli circondò le braccia dietro la schiena schiacciandolo contro di se. Sapeva che stava soffrendo e che quello che stava dicendo non lo pensava davvero. Lui sapeva cosa voleva perdere qualcuno

-Benji …- Questa volta parlò piano cercando di calmarlo

-No! Lasciami andare!-

-… Benji lo so. So cosa vuol dire perdere qualcuno-

All’improvviso Ben si fermò. I suoi occhi si spalancarono. Le mani con cui prima cercava di staccarsi dall’amico prima caddero come prive di vita ai sui fianchi, poi lentamente si alzarono fino ad afferrare la maglia di Kevin all’altezza delle scapole, ricambiando così l’abbraccio. I suoi occhi si inumidirono

-È solo che mi manca. Vorrei rivederla, riabbracciarla- Lacrime presero a scendere. Per quanto piangesse tutti i giorni le lacrime non sembravano finire mai

-Lo so Benji, lo so. Sfogati quanto puoi, ti farà bene- Disse Kevin abbracciandolo ancora più forte per fargli sentire che c’era per lui, che non lo avrebbe abbandonato un’altra volta. Per una volta i ruoli si erano invertiti, era compito suo rimettere insieme i pezzi di un cuore spezzato

Passarono minuti, forse ore, Ben non seppe dirlo davvero. Le uniche cose di cui era sicuro erano quelle dannate stille salate che continuavano a scendere imperterrite e quel corpo caldo, solido strettamente premuto contro il suo. E per la prima volta in giorni si sentì di nuovo al sicuro. Per quante volte si fosse sfogato, fino a quel momento nessuno aveva mai condiviso con lui il suo dolore.

Piano piano i singhiozzi si fecero più radi e gli spasmi diminuirono fino a smettere del tutto. Ma anche se le lacrime si erano definitivamente fermate Ben non si stacco dal ragazzo. Ora che aveva trovato, ritrovato, qualcosa di sicuro non la voleva lasciare andare

-Benji, stai meglio?- Gli chiese passandogli una mano tra i capelli. Ben non rispose a parole ma annuì soltanto. Kevin sapeva che in realtà voleva dire qualcosa così aspettò che si sentisse pronto, nel frattempo si godeva la sensazione di avere il giovane eroe stretto tra le sue braccia

-K-Kevin?- La sua voce era così fioca e parzialmente smorzata, visto che Ben aveva ancora il volto premuto contro il suo petto, che fece fatica a sentirlo

-Sì?-

-M-Mi dispiace- Anche senza che ci fosse il bisogno di specificare Kevin capì che si sentiva in colpa per essersi dimenticato che anche lui aveva sofferto molto da bambino per la morte di suo padre, e forse per molte altre cose

-Va tutto bene Benji- Per tutte le volte che lui lo aveva perdonato e offerto un’altra possibilità, questo in confronto non era niente. Ben si staccò di scatto e quando negli occhi, quelle iridi verdi scintillavano di paura, paura di non essere davvero perdonato

-Mi dispiace! … Davvero- Il corpo del ragazzo improvvisamente sembrò cedere, forse per il brusco movimento o forse per il consumo di energie appena speso. Kevin lo afferrò prima che si potesse fare del male e lo aiutò a sdraiarsi di nuovo sul letto

-Puoi stare certo che non ce l’ho con te, Benji- Disse accarezzandogli di nuovo i capelli, in un gesto che iniziava ad essere quasi inconscio. Il ragazzo non sembrava convinto, ma le carezze lo sciolsero fino a far morire eventuali proteste

-Kevin?- Il suono uscì molto simile alle fuse che avrebbe fatto un gatto se coccolato dal padrone

-Dimmi- Rispose l’osmosiano che iniziava sempre di più ad amare quella situazione

-Non sono pazzo. Lei è davvero reale. Devi credermi- Il suo tono era a metà tra la supplica e un gemito di piacere per le coccole ricevute

-Ti credo Benji- I suoi occhi si spalancarono e se non fosse stato così stanco si sarebbe di sicuro alzato di scatto come suo solito

-Davvero?-

-Sì. Forse nessuno te l’ha detto, ma prima che venissimo a prenderti, quella bambina ci è apparsa come un ologramma dell’Omnitrix. Come dire … ti assomiglia troppo per essertela inventata. E poi … una mamma?- A quel commento Ben sorrise lievemente, forse ricordando Alice, ma Kevin era troppo felice di rivederlo sorridere, anche se di poco, per farsi molte domande

-All’inizio sembrava strano pure a me. Ma poi … non so, più passava il tempo più mi sembrava di conoscerla da sempre. Non importa cosa dicono gli altri, per me lei è reale ed è mia figlia-

-Troverò il modo per farvi rincontrare. Anzi, ho già una mezza idea- Kevin si stupì quando gli occhi di Ben presero a brillare di una luce ancora più accesa

-Davvero? E dimmi, di cosa si tratta- In quel momento era molto simile ad una cane che scodinzolava perché è felice

-Ecco … come dire … non te lo posso dire-

-Che significa che non me lo puoi dire? Avanti parla- Insistette

-Non posso, ti arrabbieresti!- L’espressione di Ben si fece un po’ scocciata

-Avanti, non puoi saperlo finché non me lo dici- Ci fu un lungo silenzio in cui Kevin valuto tutti i pro e contro mentre Ben continuava a guardarlo in cerca di una risposta

-Come dire … potremmo provare a craccare di nuovo l’Omnitrix e…-

-Te lo puoi scordare!- Nonostante il lieve mal di testa e la stanchezza fisica Ben si alzò di scatto, il suo sguardo pieno di disapprovazione -Tutto, tutto ma non questo!-

-Te l’aveva detto che ti saresti arrabbiato!- Disse in sua difesa

-Ovviamente! Non ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che ci abbiamo provato?-

-Certo che me lo ricordo, ma tecnicamente solo la prima volta è andato storto, la seconda è filato tutto liscio-

-Non è questo il punto! Potrebbe ricapitarti e non voglio correre questo rischio-

-Starò attento, non mi succederà nulla. Fidati di me- Ben scosse la testa

-Non puoi saperlo, potrebbe davvero ricapitare. Il solo pensiero …- Il suo corpo tremò al solo pensiero, si ricordava quando Kevin avesse sofferto

-Ascoltami, Benji …- Cerco ancora di convincerlo ma fu interrotto

-Perché?- Il suo volto era rivolto verso il basso e Kevin non poteva vedere la sua espressione

-Cosa perché?- Chiese confuso

-Perché?! Perché lo fai?!- Urlò alzando di scatto la testa e guardandolo negli occhi -Quando eravamo piccoli non ti ho dato abbastanza fiducia. Quando ti sei trasformato io era troppo preso da me stesso e non ti ho dato la giusta attenzione quando avevi bisogno di qualcuno! Quando hai perso di nuovo il controllo per via dei tuoi poteri ho cercato di ucciderti! Come puoi voler rischiare la tua umanità di nuovo solo per aiutarmi?!- Gridò quasi con le lacrime agli occhi

"No Benji, per te farei questo ed altro" Prese un profondo respiro. Era da tempo che voleva dirgli tutto ma improvvisamente gli mancava il coraggio -È vero queste cose sono successe, ma è anche vero che è grazie a te se sono una persona migliore oggi. Nonostante tutte le stronzate che ho fatto, tu mi hai dato sempre un’altra possibilità-

-K-Kevin?- Ma il ragazzo non si fermo, non ora che aveva iniziato

-Benji, tu sei la persona più importante nella mia vita. Più importante di Gwen, dei miei genitori, di mio padre. Sai … io non ti ho mai davvero considerato mio amico- Il giovane eroe era combattuto tra l’arrossire per la prima parte della frase o mettersi a piangere per la seconda. Calò il silenzio. Da un lato Kevin cercava di racimolare le ultime gocce di coraggio e finire la sua confessione mentre Ben iniziava ad odiare quella tensione palpabile nell’aria mentre una tremenda morsa di ansia lo assalì fino a non lasciargli respiro

-Kevin …- Questa volta il suo tono era una supplica a non tenerlo così sulle spine, mentre Kevin pensava che il suo Benji era proprio ingenuo se dopo avergli detto che era la persona più importante della sua vita non avesse ancora capito niente. Fece un profondo respiro

-Forse non ti ho considerato mai mio amico perché … in fondo … sono sempre stato innamorato di te, fin da quando avevo undici anni, anche se allora non me n’ero accorto- Per tutto il tempo aveva tenuto la testa bassa così non vide l’espressione di Ben ed era deciso a non vederla, finché un singhiozzo non lo colse alla sprovvista

-D-Dav-vero?- Kevin alzò lo guardo e vide le guance del ragazzo inondate da un’altra serie di lacrime

-P-Perché stai piangendo?- Chiese con il panico che aumentava in maniera stellare ogni secondo che passava. Ben si portò una mano al volto nel vano tentativo di fermare le lacrime, in un gesto che Kevin poté descrivere solo come adorabile

-P-Perché sono felice- Un altro singhiozzo gli scosse il debole corpo -Non pensavo … non avrei mai immaginato … che tu … … … cavolo …-

-H-Hey, non piangere. Non sopporto di vederti piangere. S-Se sei davvero felice allora sorridi- Ben usò un lembo della coperta per asciugarsi il volto ma quando sorrise a Kevin alcune lacrime scendevano ancora imperterrite. Comunque era una dei più bei sorrisi che il ragazzo gli avesse mai visto fare -Q-Quindi Benji, se sei felice vuol dire…-

-Stupido- Disse ridendo -Se dopo che ti sei confessato ti dico che sono felice vuol dire che ti amo anch’io, stupido- Concluse abbracciandolo

-Hey non chiamarmi stupido due volte nella stessa frase. Io … volevo solo sentirtelo dire- Rispose Kevin ricambiando l’abbraccio, il volto appoggiato alla spalla del più piccolo mentre ne inspirava il profumo.

Era tutto così surreale per entrambi i ragazzi, qualcosa di così irreale nelle loro menti che sembrava loro solo un bel sogno dal quale non avrebbero mai voluto svegliarsi. Ma non era un sogno. Ne ebbero la conferma quando, dopo essersi staccati dal loro abbraccio, unirono le loro bocche in un semplice, casto bacio. Solo labbra che si sfioravano, ma trasmesse loro un’intensità tale da stordirli. Quando si staccarono si guardarono negli occhi per diversi secondi, poi scoppiarono a ridere all’unisono, finché Ben non si sentì di nuovo troppo stanco per stare seduto e si rimise sdraiato

-Riposati, ora- Disse Kevin mentre lo aiutava a sistemarsi meglio

-Quando mi sveglio sarai qui, vero?- All’improvviso aveva paura ad addormentarsi, paura di essere di nuovo da solo

-Sì, sarò qui ad aspettarti- Disse dandogli un bacio sulla fronte. Ben gli sorrise, afferrò con una mano quella di Kevin e poi chiuse gli occhi, lasciandosi scivolare dolcemente nel mondo dei sogni.

*Owari Cap.6*

-Eccoci, con un po’ di ritardo, ma siamo qui!- ndRan
-Abbiamo avuto qualche contrattempo con l’università e poi visto che gli ultimi capitoli avevano avuto poche recensioni, volevamo tenervi sulle spine- ndJane
-Stranamente concordo con Jane per una volta. Ero triste per le poche recensioni. Ma tornando a noi e al capitolo … … … Ohohoh, ma cosa abbiamo qui? Una confessione! Ecco che si sono dichiarati e messi insieme. Speriamo di aver reso bene la situazioni, odio le cosa banali e scontate. Per chi ha studiato latino avrò notato che i titoli di questo e del 5° capitolo sono una poesia di Catullo esattamente "Odi et Amo" così, tutta qui. Ben passa dall’odiare coloro che gli hanno portato via Alice ad ammettere di amare Kevin e … sto parlando troppo- ndRan
-Il prossimo capitolo non è ancora terminato, anzi è appena iniziato, quindi non sapremo proprio quando lo posteremo, dipende dagli impegni- ndJane
-Detto questo vi salutiamo e mi raccomando, RECENSITE!!!- ndRan
-Baci- ndRan&Jane

   
 
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