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Autore: Klaineinlove    05/11/2011    9 recensioni
Kurt e Blaine sono sempre stati amici d'infanzia ma a sedici anni si dividono.
Dopo anni di separazione improvvisamente Blaine ritorna ma Kurt sa bene che nel suo migliore amico c'è qualcosa che non va. Ormai grandi entrambi capiranno che l'amicizia non è solo quello che vogliono l'uno dall'altro
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Kurt ci mise un bel po’ di tempo a rendersi conto di quello che gli era successo. Capii di aver fatto un incidente solo dopo aver alzato la testa dal volante dell’auto per vedere di fronte a se del fumo provenire dal cofano anteriore dell’auto. Batté gli occhi per cercare di vedere meglio: aveva schivato quell’auto che gli veniva contro per poi però schiantarsi in un albero della strada.
La testa gli girava violentemente e si sentiva pizzicare la fronte. Quando si toccò e vide le sue mani sporche di sangue per poco non svenne dalla nausea.
Improvvisamente venne spaventato dal picchiettare sul vetro dell’auto, si voltò per poi vedere un uomo che tentava di aprire la portiera. Ancora stordito Kurt ci riuscì da solo; sentiva l’uomo parlare con lui ma non riusciva a capire cosa stesse realmente dicendo, desiderava soltanto che questo sconosciuto smettesse di parlare perché la testa gli faceva veramente male.
Ad un tratto tutto quello che Kurt voleva fare era: dormire. Chiudere gli occhi e riposarsi perché era realmente stanco e così fece. Si accasciò al suolo mentre sentiva provenire da lontano il suono dell’ambulanza.
 
Quando si svegliò si ritrovò disteso su una barella, costatò di avere ancora i suoi vestiti addosso e quando fece per alzarsi sentii la testa pesante così dovette riabbassarsi. Accanto a lui c’era un medico che reggeva una cartella tra le mani e quando vide Kurt sveglio subito prese la lucina dal taschino del camice per puntargliela negli occhi per controllare i riflessi.
“Signor Hummel mi sente?”
Kurt sembrava ammutolito voleva seriamente parlare, dirgli a quel medico che signor Hummel era troppo formale e chiedergli soprattutto da dove avesse scoperto il suo nome. Poi capì che probabilmente avevano rovistato nel suo portafogli così da trovare i documenti.
Il medico continuò a parlare a Kurt ma quest’ultimo non rispondeva.
“Probabilmente è sotto uno stato di shock” disse il medico all’infermiera prima di comunicargli qualche altra cosa per farla allontanare.
“Kurt hai avuto un incidente ricordi?” provò a chiedere il medico e Kurt si voltò per guardarlo ma senza parlare.
“Abbiamo contattato qualche tuo familiare. Abbiamo preso il numero dal tuo cellulare dall’ultima telefonata che stavi facendo.”
Kurt si voltò a fissare il soffitto bianco dell’ospedale mentre rifletteva a ciò che era successo un attimo prima di calare in un sonno profondo o meglio, svenire.
Dopo qualche minuto finalmente riuscì a ricordare: era scappato da Ethan e aveva telefonato a Blaine solo che al telefono aveva risposto Joe e poi la ricerca disperata del cellulare caduto e quei fari dell’auto che gli avevano abbagliato la vista. Senza accorgersene ora sul suo volto rigavano lacrime ma lui era silenzioso non singhiozzava ne tanto meno si doleva.
Più tardi riuscì a scendere dalla barella, il dottore gli aveva detto di non muoversi da lì perché dovevano fare un urgente Tac e aveva incaricato ad un’infermiera di controllarlo che non si addormentasse, perché fin quando non avevano prove certe di non aver subito un potente trauma al cervello, cadere in un sonno profondo poteva portargli il coma.
L’infermiera provò a farlo parlare ma Kurt non la guardava nemmeno; era concentrato chissà perché a fissarsi le scarpe mentre pensava alla fronte e ai punti che gli avevano cucito e che sicuramente gli sarebbe rimasto una bella cicatrice che avrebbe rovinato il suo volto.
Improvvisamente alzò la testa quando sentii una voce familiare: Blaine.
Blaine lo stava cercando perché sentiva la sua voce dal corridoio e quando il ragazzo passò davanti alla porta aperta dove si trovava Kurt, si immobilizzò.
Si fissarono per un infinito istante, poi Blaine iniziò a correre verso di lui e Kurt riuscì, con chissà quale forza, a scendere dalla barella per raggiungerlo. Blaine lo abbracciò forte a se mentre piangeva e Kurt era scioccato perché Blaine stava veramente singhiozzando sulla sua spalla. Non era lui ad aver fatto l’incidente? Pensò Kurt. Non era lui a dover essere consolato?
“Oddio Kurt. Io…tu…come ti senti?” Blaine si spostò da lui per guardalo bene sul volto: aveva gli occhi arrossati e non smetteva di fissare la fronte di Kurt. Quest’ultimo gli prese la mano ma non parlò, aveva soltanto bisogno del contatto del suo migliore amico.
Quando erano piccoli e spesso Kurt veniva spintonato da alcuni ragazzini, finiva sempre con il sbucciarsi un ginocchio e Blaine dopo essersi assicurato che fosse incerottato per bene, lo teneva sempre per mano per fare in modo di trasmettergli la sua forza così da non farlo piangere.
Kurt si irrigidì quando vide dal corridoio apparire Joe. Blaine notò la freddezza negli occhi di Kurt.
“Gli ho chiesto io di farmi compagnia. Abbiamo preso un taxi ma ero troppo fuori di me per ragionare quindi gli ho chiesto di venire.”
Kurt non rispose ma si voltò per tornare a sedersi sul lettino, Blaine lo seguì senza mai staccare il contatto dalle loro mani, Joe rimase a distanza.
“Credo che per stanotte resterà qui.” Disse il medico appena tornò nella camera dove era sistemato Kurt “Dopo la Tac abbiamo bisogno di tenerlo sotto sorveglianza, ci vorrà qualche ora per le risposte delle analisi e abbiamo bisogno di tenerti sveglio Kurt”
“Voglio tornare a casa” ribatté Kurt al medico. Finalmente le parole gli uscirono di bocca ma a parlare sembrava un bambino imbronciato.
“Signor Hummel credo che questa sia la scelta sbagliata. Sei ovviamente stanco e  non puoi addormentarti senza sapere cosa hai subito con l’incidente. Potresti andare in coma se hai avuto un forte trauma” provò a spiegargli il medico ma Kurt era solo infastidito dal modo in cui alternava il suo nome con Signor Hummel.
“Voglio tornare a casa Blaine” Kurt non stava fissando il suo amico, anzi aveva gli occhi fissi in un punto qualunque del pavimento.
Blaine si avvicinò a lui dolcemente posandogli l’altra mano sul volto accarezzandolo. Non gli importava che in quel momento si trovassero in un ospedale con dei medici e pazienti che li osservavano, tutto quello che a Blaine importava ora era dare sicurezza al suo migliore amico.
“Kurt è meglio che resti sotto controllo, rimango io con te, non me ne vado via.”
“Portami a casa Blaine.”
“Kurt..ma”
“Ti prego”
A quella supplica Blaine non resistette soprattutto dopo che Kurt finalmente si era voltato per guardarlo fisso negli occhi.
Lasciò Kurt solo per qualche minuto mentre si mise a parlare in disparte con il medico e solo in quell’istante Joe si avvicinò a Kurt.
“Come ti senti?” provò a chiedere il ragazzo ma Kurt non si degnò nemmeno di guardarlo in volto e non perché fosse l’ex del suo migliore amico che ora si era innamorato ma perché non era capace di concentrarsi su niente e nessuno.
Joe lo fissò per qualche altro minuto poi si avvicinò a Blaine per sentire cosa avesse da dire il medico. Blaine aveva convinto al dottore a mandare a casa Kurt affinché lui si assicurasse di tenerlo sveglio fino a quando non ricevevano le risposte dalla tac.
Gli vennero dati degli antidolorifici perché presto l’anestesia sarebbe scomparsa e sarebbe subentrato il dolore ai punti che Kurt aveva sulla fronte.
“Vieni Kurt, ti porto a casa” Blaine lo aiutò a scendere e Kurt sentì le sue gambe tremare tanto che si aggrappò alla camicia del suo amico per sorreggersi.
“Il vostro taxi è arrivato” gli fece notare Joe fuori dall’ospedale. “Il mio arriverà tra pochi istanti”
Blaine annuì mentre Kurt tremante si infilava in macchina. Appena Blaine chiuse la portiera e comunicò al tassista la via di casa, Kurt gli si avvicinò e poggiò la testa sul suo petto. Blaine lo accolse calorosamente tra le sue braccia mentre gli sussurrava “va tutto bene Kurt, ora sei con me”
 
Quando arrivarono sulla soglia di casa, Blaine sorreggeva ancora Kurt mantenendolo per i fianchi ma Kurt un po’ infastidito e con quell’atteggiamento da bambino che aveva avuto anche in ospedale, gli diede una leggera gomitata per poi camminare da solo dritto in camera sua. Si chiuse dentro e non ebbe il coraggio di guardarsi allo specchio. La testa gli faceva male, l’anestesia aveva finito il suo effetto e il dolore sembrava allucinante. Riuscì a cambiarsi dopo un veloce bagno e mettersi un comodo pigiama. Quando tornò in salotto vide Blaine con le mani in volto di nuovo in lacrime.
“Blaine?”
Appena il ragazzo si sentì chiamare, tirò su con il naso asciugandosi le lacrime e mostrando un sorriso. “Vieni Kurt, ti prendo una coperta”
Kurt un po’ preoccupato decise di non dire nulla e si sedette sul divano, buttò l’occhio sull’orologio e vide che era appena 01.00 quindi avrebbe passato una notte molto lunga.
Blaine tornò con una coperta e Kurt se la sistemò da solo sulle gambe mentre con un cuscino si distendeva sul divano. Dietro di se verso la cucina sentii Blaine smanettare qualcosa; probabilmente stava preparando del caffè ma la cosa che sorprese di più Kurt fu il suono del campanello.
Scattò all’in piedi impaurito ma Blaine arrivò subito a tranquillizzarlo.
“Credo sia Ethan. L’ho chiamato io” spiegò il moro a Kurt che lo guardava terrorizzato.
Quando Ethan entrò si gettò subito sul divano ad abbracciare Kurt, quest’ultimo non si aspettava una reazione del genere soprattutto dopo averlo lasciato solo scappando via.
“Come ti senti Kurt?” gli chiese Ethan accarezzandolo i capelli. Kurt si sistemò di nuovo sul divano e socchiuse gli occhi.
“Ethan, io vi lascio soli, ma per favore non farlo addormentare” disse Blaine prima di poggiare due tazze di caffè sul tavolino di fronte al divano.
“Hey Kurt, parlami ti prego” si disperò Ethan. Kurt si costrinse ad aprire gli occhi per assicurarlo.
“Sto bene, voglio…ho solo bisogno di riposare.”
Rimasero un po’ in silenzio fin quando Ethan non confessò ciò che aveva in mente da un po’.
“Lo so che non è il momento giusto e nemmeno l’ora. Ma io credo che tra noi la cosa non può continuare” Ethan non guardava Kurt ma teneva gli occhi fissi sulle sue mani che si stritolavano tra di loro.
“Io sono innamorato di te, ma è palese che tu non mi vuoi..”
“Mi stai dicendo questo solo perché non sono venuto a letto con te?” chiese con un filo di irritazione Kurt fissandolo in volto. Ethan lo guardò.
“No, Kurt. Ma tu non mi ami come io amo te e sinceramente non voglio continuare così. Non voglio essere preso in giro”
“Quindi mi stai lasciando!” sbottò Kurt, ma infondo non era arrabbiato, la sua ira era solo perché Ethan glielo stava dicendo in quel momento dopo aver subito un incidente.
“Mi dispiace”
“Ethan..lasciami riposare”
Il ragazzo non aggiunse altro e dopo avergli accarezzato l’ultima volta il volto se ne uscì.
Pochi istanti dopo apparve Blaine sulla soglia della porta del salotto che fissava Kurt mentre si risistemava sul divano.
“Perché non sei rimasto con lui?”  Chiese Blaine senza girarsi troppo intorno
“Perché non volevo concedermi a lui.” Kurt lo fissò negli occhi. “E tu perché mi hai chiamato?”
Blaine lo guardò per qualche istante rimanendo a distanza. “Perché non volevo che ti concedessi a lui”
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Avete visto? Kurt sta bene. Vi comunico che siamo quasi alla fine. Ovvero il prossimo potrebbe essere l'ultimo capitolo o lo divido in due non sono  ancora sicura. In tal caso se non mi faccio più viva dopo martedì e perchè sono deceduta a causa della 3x05 di Glee...
   
 
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