Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: LuluXI    05/11/2011    3 recensioni
Disclaimer: personaggi di Masami Kurumada (con delle eccezioni)
Il Saint del Cancro si è sempre portato appresso dolore e distruzione, tanto da meritarsi il nome di Death Mask, la maschera della morte. In lui di buono, forse, non c'è niente. Potrebbe dunque, diventare padre?
Un'idea talmente illogica da poter apparire addirittura plausibile.
Come si sarebbe comportato Death Mak se avesse avuto un erede?
E, soprattutto, cosa sarebbe cambiato nella sua storia?
(OOC per sicurezza, non si sa mai. Rating Arancione, per lo stesso motivo)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cancer DeathMask, Nuovo Personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Una figlia per la morte'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nelle due settimane che seguirono alla conversazione tra Death Mask e Aletto il Saint non ebbe l’occasione di ripensare ai loro ragionamenti; infatti, il Sacerdote lo spedì in missione.
L’organizzazione della casa venne lasciata nelle mani di Sara, così come la cura della bambina. Le riparazioni degli alloggi della servitù vennero completate e tutto tornò alla normalità e quando il Saint fece ritorno a casa, tutto era sotto controllo.
I giorni si susseguirono lenti e noiosi: ormai era estate e al Grande Tempio il caldo si faceva sentire più del solito.
 
“Papà? Papà, sei sveglio?”
“Ora si!” grugnì Death Mask, voltandosi verso la figlia ferma accanto al suo letto.
“Posso andare al mare?”
Death Mask non rispose subito e si limitò a scrutare la figlia per un po’: ormai aveva sette anni ed era diventata più alta e, per fortuna, i suoi capelli erano ricresciuti e, anche se non erano lunghissimi, le arrivavano alle spalle.
“Va bene, ma sappi che se muori annegata io non me ne assumo la responsabilità...”
“Grazie papà…E dopo posso andare all’arena? Shaina e Marin si allenano e vorrei partecipare”
“Va bene, ma non usare il Sekishiki Meikaiha.”
La ragazzina annuì e uscì dalla stanza. “Speriamo davvero che non lo usi” pensò il Saint alzandosi: aveva appena iniziato ad istruire sua figlia sull’uso di quella tecnica, limitandosi a fargliela vedere e a fargliela sentire sulla pelle, spedendola nel mondo dei morti, dove la aveva seguita per tenerla d’occhio e dove lei si era trovata perfettamente a suo agio. E la bambina aveva provato subito ad usare la tecnica, con pessimi risultati: non aveva le basi e per questo Death Mask alla fine si era arreso ed aveva affidato alle Sacerdotesse l’istruzione di sua figlia, sebbene, di tanto in tanto, fosse sua premura controllare il suo operato.
 
Affamato si trascinò in cucina, dove batteva il sole: sbuffando, tirò fuori dal frigo una bottiglia di birra e un pezzo della torta, che era stata cucinata da Sara per Aletto e andò a sedersi in corridoio consumando la sua decisamente poco salutare colazione. Non appena ebbe finito abbandonò la bottiglia a terra e iniziò a vagare per la quarta casa, senza una meta precisa. Distrattamente controllava l’operato della servitù e questo suo vagare senza meta lo portò all’uscita dal quarto tempio, quella che portava alla scalinata per accedere al tempio del Leone. Stava per tornare sui suoi passi quando una figura che scendeva le scale attirò la sua attenzione e non ci mise molto a riconoscere in quella figura Sara.
Si nascose dietro ad una colonna e rimase ad osservarla mentre rientrava nella quarta casa: sembrava turbata e preoccupata. La ragazza non si accorse di lui e, correndo, cercò di attraversare l’ingresso, il più in fretta possibile, ma la sua corsa venne bloccata da Death Mask che la afferrò per un braccio e la sbattè contro la colonna dove era stato nascosto fino ad un istante prima, premendo tutto il suo corpo contro di lei per impedirle di muoversi.
 
“Buon giorno Sara… come mai da queste parti?” domandò, mentre sul suo volto compariva il suo inconfondibile ghigno.
“Cavaliere io…”
“Non mi pare di averti dato il permesso di uscire dalla quarta casa…” la interruppe, senza darle il tempo di spiegare “Perciò ti conviene avere una buona scusa per questa tua presa di iniziativa, se non vuoi passare guai seri.”
“Il Sacerdote mi ha fatto chiamare…” disse Sara in un sussurro e tra i due scese il silenzio.
“Il Sacerdote?Che cosa poteva volere da lei?”
“Ah, bella scusa Sara, per un attimo c’ero quasi cascato… E sentiamo, perché mai ti avrebbe fatto chiamare?” domandò Death Mask, senza mutare espressione: quella storia non gli piaceva, ma non aveva intenzione di farlo capire alla sua ancella.
“Mi  ha ordinato di non dirvelo…”
Death Mask ringhiò e premette la ragazza ancora di più contro la colonna.
“E io ti ORDINO di dirmi che cosa ti ha chiesto il Sacerdote.” Disse in un sibilo, senza accennare a voler mollare la presa “Altrimenti ti assicuro che sarai costretta a tacere per sempre, perché non solo ti strapperò la lingua ma ti farò fuori io personalmente… Quindi ti conviene parlare e parlare ADESSO!” affermò risoluto Death Mask, cercando di tenere a freno il suo cosmo.
 
“Mi…mi ha chiesto di voi e…di…di come vi comportate con la bambina…” iniziò Sara, continuando a balbettare “Voleva sapere se..se vi siete affezionato, se le fate del male e la picchiate, se la trattate bene o…”
“E tu che cosa gli hai risposto, stupida sguattera?” domandò Death Mask sempre più alterato.
“Gli ho risposto che voi la trattate come trattate coloro che entrano nelle vostre grazie… Che la trattate esattamente come trattate il nobile Aphrodite o il nobile Shura…” rispose Sara, prima di mordersi un labbro, fino a farselo sanguinare, e Death Mask sorrise. “Sicuramente riservo un trattamento speciale a quei due, ma non si può dire che io li tratti in modo gentile ed educato.”  Pensò, leggermente più calmo: il Sacerdote stava cercando il suo punto debole e non aveva mai considerato quei due Saint come un possibile punto di appiglio per soggiogare il Saint del Cancro e perciò forse non avrebbe cercato di sfruttare sua figlia. In fondo, ci aveva provato ed aveva fallito e per quanto potesse essere cocciuto il Sacerdote non avrebbe perso altro tempo cercando di attaccare Death Mask su quel fronte visto che la stessa Aletto non sembrava provare simpatia per lui.
 
“E ti ha chiesto altro dopo?” domandò Death Mask, sorridendo soddisfatto.
“Si…m-mi ha c..c…chiesto come vengo trattata io…” proseguì Sara, tremando “Se ricevo un trattamento speciale rispetto agli altri paggi e alle altre ancelle…”
Death Mask si rabbuiò: “Allora è proprio vero che sta cercando un mio punto debole…” pensò il Saint del Cancro, concedendosi una smorfia. Da quando si era tenuto Aletto, Arles non sembrava fidarsi più come prima del Gold Saint della quarta casa. “Sta cercando un modo per incastrarmi…”
“E io gli ho detto che no…non ricevo trattamenti speciali sebbene…” i pensieri di Death Mask vennero interrotti da Sara che aveva ricominciato a parlare “…voi mi trattiate in modo differente rispetto al resto della servitù…Perché io mi occupo di dirigere tutto e se sbaglio ricevo punizioni più esemplari rispetto alle altre e…” la giovane ancella si concesse la possibilità di riprendere fiato, abbassando lo sguardo per fissare il suolo “E mi ha chiesto se volevo essere trasferita all’ottava casa, ma io ho risposto di no... Se quanto ho detto vi ha arrecato danno o disturbo, vi prego di perdonarmi io non…”
Death Mask la interruppe, posandole una mano sulla bocca, per poi costringerla a guardarlo negli occhi.
“Oh no, ciò che hai detto al Sacerdote è stato perfetto.” Disse Death Mask, sporgendosi ancora di più in avanti, andando a posare le sue labbra vicino all’orecchio dell’ancella “Ma la prossima volta che il Sacerdote ti convoca, avvisami prima di andare…altrimenti il Sommo Arles sarà l’ultima persona con cui parlerai…” concluse il Saint, staccandosi dalla colonna, lasciandola libera di muoversi.
Non le lasciò nemmeno il tempo di replicare: in un istante le aveva già voltato le spalle. Espandendo il suo Death Mask fu avvolto da un lampo di luce e si recò nella valle della morte: aveva bisogno di riflettere da solo.
 
Rimase a lungo a riflettere, mentre seduto su una roccia fissava le anime andare incontro al loro destino. Alla fine il Sacerdote aveva perso la sua fiducia in lui, ma la cosa non lo preoccupava minimamente: ad Arles non conveniva mettersi contro di lui, perché se c’era qualcuno che sapeva molte cose sul suo contro, quello era proprio Death Mask.
Istintivamente il suo pensiero passò dal Sacerdote ad Aletto. La bambina non andava a genio ad Arles, tanto quanto ad Aletto non andava a genio Arles. Tuttavia, dopo la vacanza Arles non aveva più mostrato interesse per la bambina quindi Death Mask ritenne inutile preoccuparsi eccessivamente per Aletto: sua figlia stava crescendo in fretta ed ogni giorno che passava, anche grazie a Shaina, diventava più forte.
Il suo problema in quel momento era Sara, quell’ancella che lo serviva fedelmente da molto tempo: Arles era arrivato fino a lei e visto che era l’unica che era sopravvissuta all’istinto omicida del Gold Saint, aveva sospettato che lei potesse essere il suo punto debole e così le aveva proposto un trasferimento, che la stessa Sara aveva rifiutato.
“Che idiozia pensare che una banale ragazzina possa essere il mio punto debole… Semmai IO sono il suo punto debole: come dice Aletto, basta vedere come mi guarda…”
Forte di quelle convinzioni Death Mask lasciò la valle della Morte.
 
La prima cosa che fece fu andare a controllare Aletto, che dormiva già. L’orologio battè la mezzanotte mentre Death Mask si avviava verso la sua stanza, quando una luce proveniente dall’ala adibita per la servitù lo fece fermare. “Possibile che uno di quegli idioti sia ancora sveglio? Ecco perché lavorano poco: non dormono!”
Silenziosamente Death Mask percorse i pochi metri che lo separavano da quella stanza e si accorse che quella luce non proveniva da una stanza qualsiasi, bensì da quella di Sara.
Silenziosamente si avvicinò alla porta e guardò dentro: la ragazza indossava una camicia da notte vecchia e sgualcita che un tempo probabilmente era stata bianca. Purtroppo per lei però, Death Mask non aiutava la sua servitù a rimediarsi dei vestiti decenti perciò la ragazza doveva accontentarsi di quel vecchio indumento decisamente troppo piccolo per lei, ma che doveva bastarle.
 
“Atena, ti prego, ascolta la mia preghiera…” sussurrò Sara, ma Death Mask riuscì a sentirla comunque. “Ti prego Atena fa che i miei gesti siano sempre conformi al suo volere, fa che io non debba mai più disobbedire ai suoi ordini, fai in modo che io possa essere una sua serva fedele.”
Senza accorgersene Death Mask era scivolato all’interno della stanza, proteso in avanti, in ascolto.
“Fai in modo che io possa sempre servire lui e nessun altro tuo Cavaliere. Fa in modo che lui possa portare giustizia e uccidere chi cerca di distruggere la perfezione e la purezza del mondo che tu desideri. Fa in modo che Death Mask possa continuare a combattere per te…”
“Aletto aveva ragione” pensò Death Mask sorridendo: Sara lo adorava, lo venerava, arrivava addirittura a pregare Atena affinchè lui potesse agire indisturbato “Mi vede come un redentore del mondo… Lei la pensa come me, pensa che la forza sia la vera giustizia e che io non possa far altro se non adempire al mio compito di Saint. Io, con la mia forza devo purificare il mondo da chi è debole e tenta di opporsi al volere divino: lei COMPRENDE! Si, lei sa che i deboli, se ribelli, devono essere eliminati affinchè regni la giustizia”
Quella consapevolezza lasciò Death Mask leggermente perplesso: lei, una stupida sguattera, era arrivata a comprendere ciò che nessuno dei Gold Saint aveva capito. Lei aveva compreso i suoi ideali lei, che non era nient’altro che una persona debole destinata ad obbedire o a soccombere.
“…e fai in modo che il mio amore per lui possa sempre proteggerlo.”
Death Mask trattenne a stento una risata: lei lo amava così come un fedele fanatico ama il suo Dio. Tutto il potere che aveva su di lei lo faceva sentire bene, lo faceva sentire forte.
Con un rapido gesto chiuse la porta annunciando così la sua presenza.
 
 
 
 
 
 
 
NOTE: Si, vi ho fatto aspettare un po’ per questo capitolo, lo so… E vi chiedo scusa… E nel frattempo vi ringrazio perché non sarei arrivata al 12esimo capitolo senza voi che leggete, seguite, ricordate, preferite e recensite. Un ringraziamento speciale a Gio Tanner, per il semplice fatto che mi ha messo la pulce nell’orecchio per scrivere. L’idea all’inizio era quella di arrivare al massimo a 10-11 capitoli, parlando di un evento in ogni capitolo e facendo crescere Aletto molto più in fretta rispetto a quanto cresca adesso (l’idea era: ogni capitolo passa un anno). Invece sono già al 12esimo capitolo e ne avrò ancora per un po’… Non so quanto ma ancora per un po’. Quindi grazie a tutti, perché sapere di essere in qualche modo apprezzati o anche solo ricordati è una cosa bellissima e invoglia sempre più a scrivere. Spero che questo capitolo e la storia in generale siano di vostro gradimento e vi piacciano tanto quanto piace  a me scriverla: fino a poco tempo fa non avrei mai pensato di poter scrivere qualcosa di così lungo su Death Mask, con così tanta passione. Quindi grazie a tutti.
 
E passiamo alle note serie: come avrete notato tutti Sara sta assumendo un ruolo sempre più importante. Lei era nata come semplice comparsa ma, pian piano, ha iniziato a farsi spazio nella storia (della serie “Quando i tuoi personaggi ti sfuggono di mano” xD)… Ed ha iniziato a piacermi sempre di più descriverla e farla agire e spero che voi possiate apprezzarla nella sua Mary-Sueaggine. Amatela ù.ù
In questo capitolo torna a fare la sua comparsa Arles: era stato tranquillo e nel suo brodo fin troppo a lungo così l’ho fatto tornare in azione. Forse vi ho lasciato un po’ sulle spine alla fine ma… pazienza. Mi aspetto, ancora una volta, uova, pomodori & Co. se vado OOC e magari una bella torta (da mangiare, non in faccia) se invece avete apprezzato.
Ogni recensione, positiva o negativa che sia, è sempre gradita… Rispondo alle recensioni e smetto di parlare a vanvera.



 Gio Tanner: Si, Death Mask sta lentamente diventando “normale”, diciamo così. E’ ancora da vedere quanto lo diventerà. Se Sara ti stava simpatica dall’inizio, allora forse questo capitolo in cui lei compare più del solito sarai riuscita ad apprezzarlo (lo spero vivamente). Quanto ad Aletto è una bambina e in alcuni casi il suo comportamento infantile esce più di una volta. Tuttavia, cresce a contatto con Death Mask e quindi non può che crescere un po’ più in fretta e con delle idee forse un po’ “strane”
 
Essence_infinite: Il Macbeth” è ricco di riflessioni sulla vita e sulla morte e quella parte mi sembrava calzasse a pennello con la situazione così ho preso spunto. Il cambiamento di Death Mask è lento ma inevitabile: anche un cuore di pietra come lui non può non volere bene a sua figlia! Per quanto riguarda la madre di Aletto, è ancora presto… Diciamo che questa è una sottospecie di anticipazione ;)
Quanto a Sara… bhe, ecco il capitolo! E poi ci sarà il prossimo… E lì vedrai se si trova una compagna o no è.è

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: LuluXI