Dai
che non sono morta!!!!! :D (quasi, ma ci vuole qualcosa di più per uccidere un
Cactus u.u)
Solito
delirio senza capo né coda
Ci
si vede sotto, ok?
Buona
lettura :D
“Christ!
Io ti uccido!” “Ma dai Chris…. Per un paio di biscotti e un po’ di shampoo…”
“Un paio di biscotti? Avevo appena aperto il pacco e quelli sono i MIEI
biscotti! E lo shampoo sai benissimo che è off limits. Non mi pare abbia mai
usato il suo dopobarba!” “Ci mancherebbe…” a quel punto, Chirs, livida di
rabbia, afferrò il brik del succo di frutta poggiato sul tavolo e lo scagliò
con tutta la potenza di cui era capace contro la testa del ragazzo che però lo
evitò poco prima che si scontrasse col suo naso.
Il
succo andò diritto sulla parete, lasciando una macchia arancione che spiccava
sul bianco della parete.
“Merda…..”
sussurrarono insieme, poi si guardarono negli occhi “Sam!”
"Che
cazzo è successo al muro?!?!?!?!” sbottò incazzata la riccia che al suo risveglio
aveva trovato quello schifo sul muro. I due colpevoli avevano provato a
rimediare, ma la macchia era rimasta lo stesso.
“Beh
ecco… ieri sera Johnny era ubriaco e allora dal pub lo abbiamo portato qui, te
lo ricordi, no?” disse la rossa, torcendosi le mani “Si, e allora?”
“Ecco…
stamattina prima si è scolato il mio shampoo dopo che gli avevo detto di non
farlo e poi si è mangiato tutti i miei biscotti. Mi sono incazzata e gli ho
tirato il succo di frutta dietro…” Sam guardò il muro, poi l’amica/coinquilina
e la fulminò con lo sguardo.
“Ci
tocca ridipingere, lo sai?” Chris sbruffò. Era più volte che rimandavano, ma
questa volta dovevano per forza: quella parete era indecente.
“Ok,
andata. Ridipingiamo la cucina-barra- sala da pranzo-salotto”
“Fra
l’altro quel coglione oggi parte in vacanza e non può nemmeno
aiutarci a ridipingere…. Tu però cazzo! Ma come ti viene?” “Sam porca puttana!
Il mio shampoo e i miei biscotti! Se l’è cercata!” “Mah, lasciamo perdere và….
Dopo vado a comprare la vernice, tu comincia a spostare i mobili e mettere lo
scotch sul battiscopa” la rossa sbruffò, ma non obbiettò: era stata lei a
tirare il succo, doveva solo starsi buona e zitta “Va beeeene….”
“Porca
prostituta, quanto cazzo pesa sto coso di m…” “Sam!” La ragazza alzò la testa e
si trovò davanti il ragazzone sorridente e rasato di cui era diventata grande
amica.
“Ciao
Matt” “Vuoi una mano?” “Magari…” il ragazzo sorrise e prese la grossa latta
(che la ragazza si trascinava dietro imprecando) come se pesasse si e no due
chili.
“Ridipingete
casa?” “Si, diciamo che c’è stato un incidente. Chris incazzata non si
controlla, per di più con Johnny di mezzo…..” “L’ha squartato e ha macchiato il
muro di sangue?” disse ridendo, mentre la accompagnava alla sua macchina per
darle un passaggio.
La
riccia sorrise “Beh, qualcosa di simile….” “Lo dico che quella ha qualcosa che
non va” disse divertito, voltandosi verso la ragazza e prendendole anche la
seconda latta, lasciandole così solo busta con i pennelli.
“Oh,
ma che cavaliere….” Lui scrollò le spalle “Vorrei evitare di doverti
accompagnare all’ospedale con una spalla lussata o qualcosa di simile…” “Beh,
mi ci accompagnerai per una rianimazione…” “Sai che ho fatto un corso di pronto
soccorso?” disse lanciandole uno sguardo malizioso “Immagino fosse bravo con la
respirazione artificiale…” “Eccezionale, oserei dire” disse Matt, soddisfatto.
Anche se forse la lingua non centrava molto con al respirazione artificiale….
Vabbè, dettagli.
Sam
rise divertita “Il problema è che ci tocca fare tutta da sole, una rottura”
“Ehi, se vuoi vi do una mano” “Lo faresti davvero?” chiese l’altra adorante
“Certo!” disse l’altro ovvio e la riccia gli si buttò al collo, rischiando di
farlo cadere, viste le latte di vernice.
“Potresti
ripetermi perché lo stiamo facendo?” “Perché ho detto a Sam che le avremmo
aiutate” “Ribadisco: perché lo stiamo facendo?” si guardò un attimo attorno, ma
in casa c’erano solo loro due, alle prese con il ritinteggiamento delle pareti.
Chris e Sam erano andate a comprare un altro pennello e qualcosa da mangiare,
quindi erano soli.
“Devo
ripeterti ancora una volta che mi piace Sam dall’esatto momento
in cui
l’abbiamo conosciuta?” “Ok, bellissimo, vuoi
conquistarla a suon di pennellate
e bei sorrisi, ma in tutto questo che centro io?!” “Andiamo
Bri! Sei il mio
migliore amico!” “Chissà perché te ne ricordi
solo quando ti serve una mano a
rimorchiare qualcuna…” “Non mi pare abbia mai fatto
una roba del genere per una
ragazza” “Non se scudi Val…” “Quella
lasciamola perdere, ok? Se l’è passata
mezza Huntington quando stava con me, te compreso” “Ehi non
è colpa mia! Ero
ubriaco…” “Chissà perché tu sei sempre
ubriaco…” scrollò le spalle, continuando
a ridipingere.
“E
poi… credi che non abbia notato come guardi Chris?” Brian con molta
disinvoltura accelerò appena il ritmo del pennello (oltre che quello cardiaco,
ma involontario), mentre le guance si tingevano di un vago ma presente rosso.
“P-perché?
C-come guardo Ch-Ch-chris?” “Ecco appunto. Tu non balbetti più da quando hai
otto anni, tranne quando t’innervosisci e ti torna la balbuzie” “Non tirare in
campo i miei problemi infantili. Ero un piccolo bambino disadattato, dovresti
compatirmi” “Beh, adesso sei un chitarrista alcolizzato e disadattato, quindi
più o meno siamo lì” “Vallo a chiedere a Val quanto sono disadattato…” Matt lo
fulminò con lo sguardo mentre l’altro continuava a ridipingere col solito
sorrisetto soddisfatto.
“Ma
tu non eri ubriaco?” “Dipende dal caso, se serve ero ubriaco, se non serve, no”
“Brutto figlio di puttana!” disse Matt divertito, schizzandolo tutto con la
vernice del rullo “Bastardo figlio di carpa!” urlò l’altro prima di rispondere
nello stesso modo, con la pennellessa.
Continuarono
un po’ così, fin quando non arrivarono le ragazze, proprio quando i due stavano
per tirarsi addosso proprio il secchio di vernice (sempre giocando, eh).
“Wow,
che imbianchini provetti!” commentò Sam “Più che imbianchini, io direi
imbiancati” aggiunse Chris, ridendo mentre guardava quei due in pantalone della
tuta e canotta (Matt bianca, Syn nera), pieni di macchioline lilla.
“E
stato lui!” dissero in coro indicandosi reciprocamente con la propria “arma” e
aumentando il numero di schizzi.
“Dai,
lasciate perdere e continuate” fece Sam, autoritaria “Zi badrone” commentò Brian
prima di voltarsi e tornare a lavorare.
Matt
sorrise alla ragazza e poi si voltò anche lui per continuare.
“Dai
mettiamoci all’opera anche noi due”
Per
ora di pranzo, avevano finito con la prima passata e stavano mangiando dei
panini, accampati nel salotto completamente imballato.
“E’
venuto niente male….” Commentò Chris, osservando il lavoro svolto “Si, se con
il gruppo falliamo, abbiamo sempre una carriera da imbianchini” commentò Brian
divertito, seduto vicino ai piedi della rossa. “Allora vedrò di scagliare più
succo di frutta sul muro” disse divertita, mentre beveva dalla sua birra, senza
distogliere lo sguardo da quello del ragazzo che era a metà fra l’adorante e
l’“adesso ti salto addosso”.
“Gates?
Ci sei?” chiese Matt battergli un colpo su una spalla, visto che si era
imbambolato a guardare la ragazza. Il bruno si riscosse, provocando la risata
della rossa e sorrise fra sé.
“Uh?
Si, alla grande” Riderai ancora poco,
dolcezza, pensò mentre riprendeva a guardarla mentre beveva e osservava le
pareti lilla.
“Però
un’altro colore….” Commentò lui, distogliendo appena lo sguardo dalla ragazza
“Magari rosso” annunciò Matt, beccandosi occhiatacce da tutti e tre.
“Rosso”
disse Sam, lapidaria “Si… che c’è di male nel
rosso? È un bel colore…” “Si, ma
una stanza…” aggiunse Gates “ Tu stai zitto che la
tua camera era viola e nera”
“Si, ma era una figata della miseria, ammettiamolo. faceva
colpo” asserì
convinto “Su chi? Susan che doveva entrare a recuperare i tuoi
panni sporchi? O
faceva colpo pure su di loro che se la davano a gambe levate”
“A me viene un
nome con
Bah, è un po’ coglione, ma è bono e pure
simpatico, pensò la rossa osservando
il ragazzo che stava seduto a gambe incrociate, vicino ai suoi piedi.
“Dai,
abbiamo finito…” “Si, finalmente, non ce la facevo più” commentò il ragazzo più
alto, mentre lavavano i pennelli usati, nella doccia.
“Beh,
c’è venuto davvero bene, devo ammetterlo” disse l’altro soddisfatto del proprio
operato. “Si, complimenti Sanders, ahi una carriera da imbianchino assicurata”
“Io speravo di continuare a fare il cantante ancora per un po’, ma male che
vada ho già un altro lavoro pronto” “Oh, se continuate a schizzarvi e
schizzarmi in continuazione come avete fatto oggi non so quanto vi pagheranno”
“Beh, allora fatti una doccia” e girò la doccia diritta sul collo della
poveretta.
“Brutto
bastardo!” si tuffò su si lui e gli strizzò in testa la spugna ancora zuppa,
mentre con l’altra mano provava ad afferrare la “cornetta” della doccia.
“Ahahaha!
Sarai più alta della nana di là, ma di certo non più di me” “Brutto stronzo…”
solo a quel punto si rese conto di quando fossero vicini. Rimase a fissare gli
occhi del ragazzo per un tempo interminabile, distogliendo ogni tanto lo
sguardo solo per posarlo sulle labbra piene e con quello spettacolare piercing
di lato. Matt, d’altro canto, era nella stessa situazione, continuando a
guardare quegli occhi scuri e quelle labbra spettacolarmente carnose. Dovevano
essere morbidissime. E poi quel piercing… Matt adorava i piercing sulle labbra
e adorava giocarci fra un bacio e l’altro.
Si
chinò appena e la ragazza si spinse sulle punte, ci fu un leggerissimo contatto
e sarebbe continuato se non fossero
stati interrotti dall’urlo terrorizzato di Brian, nel salotto/soggiorno/sala da
pranzo.
“Uff,
siamo stati davvero in gamba” osservava quel muro come se fosse una tela di
Caravaggio. La rossa gli batté un colpo su una spalla. “Ok, Bri, ma è un muro
lilla, mica un affresco” “Ehi! Per me è tanto” “Devi proprio essere una sega a
disegnare, eh?” Il bruno voltò la testa verso la ragazza per rimettere, quando
notò una chiazza rossa sul collo e alcune sulle braccia.
“Ehi,
che c’è?” “Niente, mi sono grattata. Prude in maniera allucinante. Dicevi?”
“Che voglio proprio vedere come disegni tu” “Ci tieni tanto ad essere
smerdato?” “Taaaaanto” si voltò e andò in camera sua per un secondo. Recuperò
il suo blocco da disegno e lo mollò nella mano del ragazzo.
Brian
rimase stupefatto a fissare le immagini, una dopo l’altra. La maggior parte
erano a matita e estremamente precisi e particolareggiati, altri a china e con
forme più innaturali, altri molto schizzati e rapidi.
Occhi,
labbra, mani, ritratti, qualcuno di Sam, altri di persone che non conosceva,
fiori, strani mostri contorti e agghiaccianti, frutto della mente della
ragazza. Una chitarra mai vista e semplicemente spettacolare. C’era anche un
Death Bat!
“Wow…..
Chris sono stupendi!” c’era una serie di sezioni di viso, ma si soffermò un uno
che gli sembrava di riconoscere. Era a matita, molto preciso. La una
particolare di un viso, si vedeva un occhio con tanto di sopracciglia, lo
zigomo, un po’ del naso e un angolo delle labbra.
Gli
occhi grandi e scuri, contornati da una spessa striscia di Eyeliner, il naso
con un cerchietto di metallo laterale, lo zigomo che spuntava fuori,
quell’angolino di labbra piegato in un sorrisetto strafottente.
Rimase
un bel pezzo ad osservare se stesso raffigurato dalla ragazza, compiacendosi un
po’ d quanto fosse figo lui e di quanto fosse brava la rossa.
“Ma….
Sono io vero?” “Uhm? Si…” biascicò l’altra e si voltò stancamente di spalle.
Brian ebbe un moto di orgoglio e felicità. Non gli era sembrato di riconoscere
Matt o gli altri lì dentro. C’era solo lui. Che significasse qualcosa? E che
quel qualcosa era quello che frullava nella sua mente?
Chris
se ne stava, girata di spalle, con una mano poggiata su una sedia, come se non ce la facesse a a mantenersi in piedi da
sola. Brian, sospettoso, le girò attorno e la trovò improvvisamente con un
colorito pallidissimo e gli occhi vuoti, assenti e febbricitanti. Aveva il
respiro affannato, le mancava, l’aria, si sentiva soffocare, non ce la faceva,
girava tutto.
“Chris,
che succede?” chiese preoccupato il bruno alla ragazza che non lo guardava e
sembrava fare fatica a respirare.“Io… non credo di stare…. Molto bene” Chris
roteò ancora gli occhi a vuoto prima di piegarsi in due e non andò a terra solo
perché si aggrappò al braccio muscoloso e tatuato che si era buttato in avanti
per sorreggerla. “Non riesco… a.. respirare….” Fu l’ultima cosa che riuscì a
dire prima di svenire del tutto.
“Oh
merda! Ragazzi! Chris s’è sentita male!” urlò l’altro, che si era ritrovato fra
le braccia il corpo della ragazza, che continuava ad ansimare.
“Signorina?
Mi sente?” “Mmmmm….” “Signorina Chris? Apra gli occhi, su. So che può sentirmi”
la ragazza li roteò un po’ a vuoto, poi riuscì a riprenderne il controllo e li
sbatté più volte prima di riuscire a mettere a fuoco l’immagine davanti a sé.
Un
uomo sulla cinquantina, con dei folti baffi, i capelli tirati indietro e gli
occhiali la scrutava attentamente e appena riuscì a guardarlo per bene,
sorrise.
“Oh,
bene. Ricorda cosa è successo?” “No… chi
è lei?” si tirò sopra e si trovò su un
lettino di pelle finta, con attorno, a debita distanza Brian, Matt e
Sam, tutti
alquanto preoccupati.
“Io
sono il dottor Magness, Ha avuto un mancamento dovuto ad una reazione
allergica” “Reazione allergica?” “Si, quasi sicuramente polvere e unita alle
inalazioni della vernice le hanno scatenato questa crisi” “Ah….. ma adesso sto
bene?” “Si, ma le converrebbe passare almeno la nottata fuori casa. Per non
sentirsi male di nuovo e quando domani torna, apra tutte le finestra” “Ok, ma
allora dove vado?” chiese lei, ancora completamente intontita, guardando i suoi
amici.
“E te lo chiedi pure? Casa mia è enorme” si
affrettò a rispondere Brian, con quel mezzo sorriso che la ragazza adorava.
Ogni volta che sorrideva gli venivano fuori una sorta di fossette, non come
quelle del cantante, ma la rossa le adorava decisamente di più.
“No
ma..” “Niente ma, stanotte stai a casa mia” “E’ un ordine” aggiunse Sam
facendomi l’occhiolino e un sorriso complice che tanto Brian non avrebbe potuto
vedere, trovandosi un paio di metri dietro la riccia.
La
rossa annuì tranquilla “Ok, dormo da te”.
Dopo
che il medico si fu accertato della salute della ragazza li lasciò andare via
dalla guardia medica e tornarono alla casa delle ragazze con la macchina di
Matt.
Salirono
all’appartamento e Sam attraversò di fretta il soggiorno/salotto/sala da pranzo
per andare in camera sua e afferrare un paio di cose e metterle a caso nel
borsone.
Mentre
afferrava giusto il minimo indispensabile, si trovò Sam appoggiata sulla soglia
della sua stanza e la osservava.
“Vedi
di concludere qualcosa…” “Quello è stato mosso a compassione, mica gli piaccio”
disse stancamente l’altra passandole vicino per andare in bagno a recuperare lo
spazzolino, la spazzola e il famigerato shampoo (ricomprato) che aveva dato
inizio a quella storia.
“Mah,
mi sembrava troppo entusiasta di aprirti casa sua” “Bah, sarà. Io vado. Ci
vediamo domani mattina” “Ricordati le chiavi, sennò domani mattina rompi”
“Okkk, bye bye” le diede un bacio sulla guancia e tornò nella cucina dove prima
c’erano Matt e Brian ad aspettarle e adesso c’era solo Matt.
“E
il mio prode cavaliere?” “E’ già sceso. La carrozza aveva i cavalli freddi, pensava
bene di riscaldarli” “Sai Matt, sei forte. Dici che sono io quella strana, ma
non mi pare tu sia tanto meglio di me” “No, sono almeno tre punti peggio,sai?”
“Lo dubitavo” fece per salutarla, ma approfittando del fatto che Sam era
scomparsa si avvicinò al ragazzo.
”Ehi
bell’imbusto, senti un po’. Sam ha paura di rimanere da sola. Questa è la volta
buona per farti vanti” e gli strizzò l’occhio. Il ragazzo rimase completamente
interdetto e boccheggiante, come un povero babbeo. Prima che chiedesse
qualcosa, la ragazza lo precedette, guardandolo diritto negli occhi, con un
mezzo sorrisetto furbo.
”Non
fare domande di cui non avrai mai una risposta, ma segui i tuoi insegnamenti:
Seize The Day, bro, Seize the day” gli diede una pacca su una spalla e se ne
andò.
Uscì
dal portone e si trovò davanti la macchina di Brian, pronta per partire alla
volta della casa del bruno.
Brian,
poggiato alla macchina le prese il borsone e lo buttò sui sedili di dietro,
mentre lei si sistemava davanti.
“Ehi,
bonne soire. Andiamo?” chiese dopo
essersi agganciata al cintura, quando lui stava entrando “Certamente” rispose il chitarrista, con un
mezzo sorriso prima di uscire dal parcheggio e partire.
“Come
mai tutta questa ospitalità?” Fu lei a spezzare il silenzio, quasi a metà
strada.
“Mh?”
rispose l’altro, evidentemente riscosso dai suoi pensieri. “Come mai…?” “No, ho
capito, tranquilla” la interruppe con un mezzo sorriso, prima che ripetesse la
domanda.
“Allora?
Perché?” insisté lei e lui sbruffò, “Perché non sapevi dove andare, ti sei
sentita male e di certo non potevo farti dormire sotto un ponte. Molto poco
galante” “Ah si?” “Ehmm…. Si, perché altrimenti?” rispose lui, facendo il vago
e lei scrollò le spalle. “Non saprei…”
Erano
due emeriti coglioni, l’uno più cotto dell’altra e non erano in grado di
dichiarare i propri sentimenti.
Di
questo passo non sarebbero arrivati a niente.
“Cosa?”
“Si insomma… che ne pensi di passare la nottata a casa mia? Ho una camera degli
ospiti, tranquilla” si giustificò lui, alzando le mani “Ma…” “Tutta sola mi
preoccupo….” Certo, perchè poi Chris è
una body guard pronta all’attacco in qualsiasi momento, pensò Sam
divertita.
“Ehm…
ok. Dammi un attimo” sparì in camera sua e come aveva fatto poco prima l’amica,
butto un paio di cose a caso in una borsa.
“Ok,
andiamo” disse sorridendo quando uscì dalla sua stanza. Matt poggiato allo
stipite della cucina che aspettava, fissando il soffitto, quando riapparì la
ragazza, si aprì un sorriso stupendo sul suo viso.
La
tensione in quella macchina era tangibile. Non era un silenzio tranquillo,
ognuno perso nei suoi pensieri come i coglioni innamorati di poco prima. Loro,
se possibile, erano ancora più andati della prima coppia e rimanevano a
torcersi le mani e guardare davanti a sé, continuando a pensare a cosa dire o
fare.
Sarebbe
stata una serata molto lunga.
“Hai
finito?” “Si, libero!” aprì la porta del bagno e si trovò il ragazzo davanti
che aspettava il suo turno per fare la doccia. Si spostò di lato e lo fece
entrare, quando la porta si chiuse se ne andò in soggiorno, in “pigiama” :
pantaloncini corti della tuta e maglietta abnorme e semidistrutta dei Kiss.
Si
piazzò sul divano e accese l’enorme televisore al plasma.
Era
stanca, era stata una giornata davvero lunga e così, mentre fissava
distrattamente il televisore sul quale trasmettevano un documentario sugli squali
bianchi, si addormentò.
“Allora,
dicevamo?” entrò nel salotto quasi urlando, quando si rese conto che la sua
ospite si era completamente addormentata. Rimase per un secondo a guardarla
distrattamente, poi sorrise e la prese in braccio. Appena la sollevò dal
divano, la rossa aprì gli occhi e dopo aver appena incontrato il suo sguardo
sorrise e li richiuse, stringendosi a lui e mettendogli le braccia attorno al collo.
Brian
sorrise fra sé, constatando che era completamente cotto di lei e si avviò alla
camera degli ospiti. Appena uscito dal salotto però, si rese conto che la
ragazza continuava a bisbigliare all’infinito il suo nome.
Tralasciando
il fatto che lui si sciolse completamente, la sistemò nel letto e lei oppose
appena resistenza per mollare il collo del ragazzo, ma poco dopo mollò la
presa.
Le
spostò una ciocca di capelli, ancora umidiccia e se ne andò in camera sua.
“Ahahahaha!
Tanto vinco io!” “Prega il tuo dio, dolcezza!” “Forse a te conviene pregare il
tuo! Ahahahaha! Vintooooooooo!” il ragazzo mollò il joystick, stufo di essere
continuamente stracciato dalla ragazza che adesso stava esultando.
Era
la quarta partita a Need for Speed – Pro street e c’era un totale di tre
vittorie (per lei) a una (per lui).
“Ho
vinto ho vinto ah-ah! Io ho vintoooooo!” continuava a canticchiare con
motivetti inventati quella cazzo di frase, uccidendo i poveri timpani del ragazzo
con la sua “ugola d’oro”.
Come
zittirla? La risposta arrivò nella sua mente come un fulmine a ciel sereno e
senza pensarci troppo, prima di cambiare idea si spinse in avanti e baciò la
ragazza, mettendo fine a quelle stupide dimostrazioni di gioia.
Inutile
dire che l’effetto fu immediato e la ragazza smise all’istante di ciarlare,
troppo impegnata a rispondere al bacio del povero cantante torturato che adesso
sembrava troppo impegnato a muovere le labbra insieme a quelle della ragazza,
estremamente morbide.
Ohhh…
Matt ohhh…bacio… piercing… ohhh Matt…
Dopo
un bacio semplicemente da record, si separarono e, come se nulla fosse,
ripresero a giocare.
Si
addormentarono verso le tre, con ancora il televisore acceso, quasi
abbracciati.
E
almeno loro avevano risolto. Per quanto riguarda gli altri due…
Che
fare? Aveva voglia di portarla nel suo letto e nella peggiore delle ipotesi
(ovvero in cui non so fosse svegliata) dormire abbracciato a lei, ma come
glielo avrebbe spiegato la mattina dopo? E se si fosse svegliata mentre la
portava in camera sua?
Ancora
a farsi seghe mentali, la porta si aprì e lui scattò seduto nel letto.
“Chris?”
La ragazza, con gli occhi sbarrati e dei movimenti non molto armonici entrò
nella stanza e si voltò verso il letto. Continuava a parlare, lo sguardo fisso
sul vuoto. Cazzo. era sonnambula.
“Chris?”
“Bri Bri Bri… non voglio stare sola. La vernice… il pennello….che schifo….
Brian…. Non voglio stare sola… il disegno…che schifo che schifo… Brian” “Chris?
Sei per caso sonnambula?” chiese, sperando magari in una risposta “Bri Bri Bri…
si, un po’…. ma non voglio stare sola”
Brian
si alzò e la strinse fra le braccia. Lei lo abbracciò e posò la testa sul suo
petto.
“Ma
vedi tu che cazzo di situazione.. altro che scopata” disse divertito fra se,
mentre faceva scivolare la ragazza sotto le coperte e che sembrava essersi
calmata. Appena si sistemò anche lui la strinse a sé e lei sia accovacciò fra
le braccia dell’altro. Beh, alla fine non era andato poi così male…
“Mmmm….
Buongiorno” “Buongiorno, riccia. Comoda?” “Comodissima, grazie” disse
affondando meglio il viso nel petto del ragazzo. Lui le posò un bacio sulla
testa e la strinse meglio a sé, spendendo a giocare con i lunghissimi capelli
di lei.
“Vuoi
fare colazione?” “Nah, sto troppo comoda così…” “Lieto di farle da cuscino
vivente” sorrise e gli posò un bacio su una spalla. Alzò il viso per incontrare
lo sguardo le ragazzo e lo trovò tutto pacifico e sorridente, mentre ancora
giocava con i suoi ricci.
“Ok,
andiamo a fare colazione”, disse dopo un
po’ sollevandosi e tirandosi sopra pure lui (o almeno così le sembrò: n verità
Matt si era alzato da solo).
Finirono
a biscotti e latte, visto che nessuno dei due aveva voglia di fare qualcosa di
meglio.
“Allora…..
come mai così terrorizzata dal rimanere sola?” “Cosa?” chiese lei,
completamente stranita. Che diamine stava dicendo?
“Ma
com…. non hai paura di rimanere da sola a casa?” “……No……..” Matt rise
divertito, dando un altro morso al biscotto che aveva in mano.
“Perch….
Chris. Io la uccido” “Io invece devo farle un monumento” il ragazzo si sporse e
fece incontrare le labbra con quelle della ragazza vicino a lui che non si fece
pregare e rispose al bacio, intrecciando le labbra con le sue. Sapevano di
biscotti.
“Si,
forse anche io….” Sussurrò appena la riccia, prima di mettere entrambe le mani
sul viso del ragazzo e baciarlo.
E
loro erano a posto……
Torniamo
a quei due, i chitarristi (perché è sempre così complicato quando si tratta di
due chitarristi? Troppo egocentrici, ragazzi).
“Perché
mai?” mugugnò lui tranquillamente, volendo continuare a dormire. Chris, un
tantino imbarazzata, non sapendo come muoversi, poggiò la testa sul petto del
ragazzo e rispose.
“Non
mi ero addormentata sul divano?” “Si, poi ti ho portato nella camera degli
ospiti e tu sei venuta qui, da sola. Sai di essere sonnambula?” Chris diventò
dello stesso colore di capelli. Oddio che figura di merda…..
“Ehm….
Si, ma non mi capitava da parecchio” “Forse mi volevi troppo” disse posandole
un bacio sul collo, scoperto e facendole venire la pelle d’oca. La ragazza
rimaneva nel silenzio più assoluto.
“Vedi?
Ho ragione….” Disse soddisfatto, continuando e cominciando a torturare il collo
bianco e perfetto della rossa.
“Beh,
non mi pare tu mi abbia cacciato. Non ti faccio poi tanto schifo, vero?” lo
disse sicura, anche se non lo era per
niente. Brian sorrise contro la sua pelle.
“Decisamente
no, tutt’altro” separò le labbra dalla sua pelle e, senza alzare lo sguardo,
parlò, soffiando sul suo collo e, se possibile, aumentando ancora di più la
pelle d’oca della rossa.
“Mi
piaci, sai? E pure parecchio. Sappi che è un miracolo il fatto che tu sia
ancora vestita” la rossa s’irrigidì per un secondo, poi sorrise e si sciolse “Devo
prenderti seriamente?” Brian alzò la testa e fissò i suoi occhi scurissimi in
quelli altrettanto scuri della ragazza davanti a lui.
“Credo
di si, per una volta sto parlando seriamente” Sembrava impossibile persino a
lui, ma era vero. Per una volta non stava ammassando stronzate su stronzate da
rifilare alla ragazza che aveva fra le braccia (terrei a sottolineare il
fattore: VESTITA).
Chris
sorrise e gli passò le braccia attorno al collo, prendendo a giocare con i
capelli sul collo, leggermente più lunghi, passandoseli fra le dita. Erano così
morbidi e lisci. Il moro sorrise e le rotolò sopra.
“Beh,
meno male perché siamo in due” a quel punto Brian nona spettò altro e si tuffò
sulle labbra sottili e delicate della rossa, senza aspettare un minimo invito o
altro.
“Comunque,
bello il disegno, sai? Sapevo di essere un figo, ma sul tuo foglio sembro un
dio” “Stà zitto e baciami, coglione” “Ai suoi ordini”
Ehi,
che pretendete. È un(A) chitarrista.
Fa
cagare v.v
Questo
succede quando ti mettono a ritinteggiare la classe e la tua JD ti aiuta con
gli scleri (praticamente questa raccolta abbiamo preso a scriverla insieme v.v
più divertente, dai xD)
Okok,
adesso non mi resta altro da fare che ringraziare quella ragazza-angelo magnifica
che è _diable_ che non vedendomi più si era preoccupata *^* (ti adoro, te lo
giuro) e la piccolamelarossa2 più carina
e dolce del globo che ha fatto lo stesso (ragazze mi avete migliorato la
giornata *-*)
E’
sabato e io sono a casa .___. La mia socia mi ha dato buca
Vabbè,
alla prossima! :D
The
Cactus Incident