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Autore: The Cactus Incident    05/11/2011    2 recensioni
Raccolta dedicata alla mia compagna di avventure fra i banchi di scuola
Buona lettura
Oh merda, quella ci resta secca, pensò il leader degli Avenged Sevenfold. Doveva fare qualcosa, di certo non poteva restare a guardare mentre passavano addosso a quella povera ragazza. L’aveva già notata prima lei e la sua amica, una con i capelli blu e neri e l’altra rossi e neri, con delle magliette degli stessi colori, ma inverse dei capelli. In mezzo a tutto quel nero si notavano.
Genere: Generale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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paint and drawings

Dai che non sono morta!!!!! :D (quasi, ma ci vuole qualcosa di più per uccidere un Cactus u.u)
Solito delirio senza capo né coda
Ci si vede sotto, ok?
Buona lettura :D

 

“Christ! Io ti uccido!” “Ma dai Chris…. Per un paio di biscotti e un po’ di shampoo…” “Un paio di biscotti? Avevo appena aperto il pacco e quelli sono i MIEI biscotti! E lo shampoo sai benissimo che è off limits. Non mi pare abbia mai usato il suo dopobarba!” “Ci mancherebbe…” a quel punto, Chirs, livida di rabbia, afferrò il brik del succo di frutta poggiato sul tavolo e lo scagliò con tutta la potenza di cui era capace contro la testa del ragazzo che però lo evitò poco prima che si scontrasse col suo naso.
Il succo andò diritto sulla parete, lasciando una macchia arancione che spiccava sul bianco della parete.
“Merda…..” sussurrarono insieme, poi si guardarono negli occhi “Sam!”

 
"Che cazzo è successo al muro?!?!?!?!” sbottò incazzata la riccia che al suo risveglio aveva trovato quello schifo sul muro. I due colpevoli avevano provato a rimediare, ma la macchia era rimasta lo stesso.
“Beh ecco… ieri sera Johnny era ubriaco e allora dal pub lo abbiamo portato qui, te lo ricordi, no?” disse la rossa, torcendosi le mani “Si, e allora?”
“Ecco… stamattina prima si è scolato il mio shampoo dopo che gli avevo detto di non farlo e poi si è mangiato tutti i miei biscotti. Mi sono incazzata e gli ho tirato il succo di frutta dietro…” Sam guardò il muro, poi l’amica/coinquilina e la fulminò con lo sguardo.
“Ci tocca ridipingere, lo sai?” Chris sbruffò. Era più volte che rimandavano, ma questa volta dovevano per forza: quella parete era indecente.
“Ok, andata. Ridipingiamo la cucina-barra- sala da pranzo-salotto”

“Fra l’altro quel coglione oggi parte in vacanza e non può nemmeno aiutarci a ridipingere…. Tu però cazzo! Ma come ti viene?” “Sam porca puttana! Il mio shampoo e i miei biscotti! Se l’è cercata!” “Mah, lasciamo perdere và…. Dopo vado a comprare la vernice, tu comincia a spostare i mobili e mettere lo scotch sul battiscopa” la rossa sbruffò, ma non obbiettò: era stata lei a tirare il succo, doveva solo starsi buona e zitta “Va beeeene….”

 

“Porca prostituta, quanto cazzo pesa sto coso di m…” “Sam!” La ragazza alzò la testa e si trovò davanti il ragazzone sorridente e rasato di cui era diventata grande amica.
“Ciao Matt” “Vuoi una mano?” “Magari…” il ragazzo sorrise e prese la grossa latta (che la ragazza si trascinava dietro imprecando) come se pesasse si e no due chili.

“Ridipingete casa?” “Si, diciamo che c’è stato un incidente. Chris incazzata non si controlla, per di più con Johnny di mezzo…..” “L’ha squartato e ha macchiato il muro di sangue?” disse ridendo, mentre la accompagnava alla sua macchina per darle un passaggio.
La riccia sorrise “Beh, qualcosa di simile….” “Lo dico che quella ha qualcosa che non va” disse divertito, voltandosi verso la ragazza e prendendole anche la seconda latta, lasciandole così solo busta con i pennelli.
“Oh, ma che cavaliere….” Lui scrollò le spalle “Vorrei evitare di doverti accompagnare all’ospedale con una spalla lussata o qualcosa di simile…” “Beh, mi ci accompagnerai per una rianimazione…” “Sai che ho fatto un corso di pronto soccorso?” disse lanciandole uno sguardo malizioso “Immagino fosse bravo con la respirazione artificiale…” “Eccezionale, oserei dire” disse Matt, soddisfatto. Anche se forse la lingua non centrava molto con al respirazione artificiale…. Vabbè, dettagli.
Sam rise divertita “Il problema è che ci tocca fare tutta da sole, una rottura” “Ehi, se vuoi vi do una mano” “Lo faresti davvero?” chiese l’altra adorante “Certo!” disse l’altro ovvio e la riccia gli si buttò al collo, rischiando di farlo cadere, viste le latte di vernice.

 

“Potresti ripetermi perché lo stiamo facendo?” “Perché ho detto a Sam che le avremmo aiutate” “Ribadisco: perché lo stiamo facendo?” si guardò un attimo attorno, ma in casa c’erano solo loro due, alle prese con il ritinteggiamento delle pareti. Chris e Sam erano andate a comprare un altro pennello e qualcosa da mangiare, quindi erano soli.

“Devo ripeterti ancora una volta che mi piace Sam dall’esatto momento in cui l’abbiamo conosciuta?” “Ok, bellissimo, vuoi conquistarla a suon di pennellate e bei sorrisi, ma in tutto questo che centro io?!” “Andiamo Bri! Sei il mio migliore amico!” “Chissà perché te ne ricordi solo quando ti serve una mano a rimorchiare qualcuna…” “Non mi pare abbia mai fatto una roba del genere per una ragazza” “Non se scudi Val…” “Quella lasciamola perdere, ok? Se l’è passata mezza Huntington quando stava con me, te compreso” “Ehi non è colpa mia! Ero ubriaco…” “Chissà perché tu sei sempre ubriaco…” scrollò le spalle, continuando a ridipingere.

“E poi… credi che non abbia notato come guardi Chris?” Brian con molta disinvoltura accelerò appena il ritmo del pennello (oltre che quello cardiaco, ma involontario), mentre le guance si tingevano di un vago ma presente rosso.
“P-perché? C-come guardo Ch-Ch-chris?” “Ecco appunto. Tu non balbetti più da quando hai otto anni, tranne quando t’innervosisci e ti torna la balbuzie” “Non tirare in campo i miei problemi infantili. Ero un piccolo bambino disadattato, dovresti compatirmi” “Beh, adesso sei un chitarrista alcolizzato e disadattato, quindi più o meno siamo lì” “Vallo a chiedere a Val quanto sono disadattato…” Matt lo fulminò con lo sguardo mentre l’altro continuava a ridipingere col solito sorrisetto soddisfatto.
“Ma tu non eri ubriaco?” “Dipende dal caso, se serve ero ubriaco, se non serve, no” “Brutto figlio di puttana!” disse Matt divertito, schizzandolo tutto con la vernice del rullo “Bastardo figlio di carpa!” urlò l’altro prima di rispondere nello stesso modo, con la pennellessa.
Continuarono un po’ così, fin quando non arrivarono le ragazze, proprio quando i due stavano per tirarsi addosso proprio il secchio di vernice (sempre giocando, eh).

“Wow, che imbianchini provetti!” commentò Sam “Più che imbianchini, io direi imbiancati” aggiunse Chris, ridendo mentre guardava quei due in pantalone della tuta e canotta (Matt bianca, Syn nera), pieni di macchioline lilla.
“E stato lui!” dissero in coro indicandosi reciprocamente con la propria “arma” e aumentando il numero di schizzi.  
“Dai, lasciate perdere e continuate” fece Sam, autoritaria “Zi badrone” commentò Brian prima di voltarsi e tornare a lavorare.
Matt sorrise alla ragazza e poi si voltò anche lui per continuare.
“Dai mettiamoci all’opera anche noi due”

 

Per ora di pranzo, avevano finito con la prima passata e stavano mangiando dei panini, accampati nel salotto completamente imballato.
“E’ venuto niente male….” Commentò Chris, osservando il lavoro svolto “Si, se con il gruppo falliamo, abbiamo sempre una carriera da imbianchini” commentò Brian divertito, seduto vicino ai piedi della rossa. “Allora vedrò di scagliare più succo di frutta sul muro” disse divertita, mentre beveva dalla sua birra, senza distogliere lo sguardo da quello del ragazzo che era a metà fra l’adorante e l’“adesso ti salto addosso”.

“Gates? Ci sei?” chiese Matt battergli un colpo su una spalla, visto che si era imbambolato a guardare la ragazza. Il bruno si riscosse, provocando la risata della rossa e sorrise fra sé.
“Uh? Si, alla grande” Riderai ancora poco, dolcezza, pensò mentre riprendeva a guardarla mentre beveva e osservava le pareti lilla.
“Però un’altro colore….” Commentò lui, distogliendo appena lo sguardo dalla ragazza “Magari rosso” annunciò Matt, beccandosi occhiatacce da tutti e tre.

“Rosso” disse Sam, lapidaria “Si… che c’è di male nel rosso? È un bel colore…” “Si, ma una stanza…” aggiunse Gates “ Tu stai zitto che la tua camera era viola e nera” “Si, ma era una figata della miseria, ammettiamolo. faceva colpo” asserì convinto “Su chi? Susan che doveva entrare a recuperare i tuoi panni sporchi? O faceva colpo pure su di loro che se la davano a gambe levate” “A me viene un nome con la V….” “Haner, dì di nuovo quel nome e ti castro, intesi?” “Ma come sei suscettibile…” disse ridendo, evitando lo sguardo curioso di Chris.
Bah, è un po’ coglione, ma è bono e pure simpatico, pensò la rossa osservando il ragazzo che stava seduto a gambe incrociate, vicino ai suoi piedi.

 
“Dai, abbiamo finito…” “Si, finalmente, non ce la facevo più” commentò il ragazzo più alto, mentre lavavano i pennelli usati, nella doccia.
“Beh, c’è venuto davvero bene, devo ammetterlo” disse l’altro soddisfatto del proprio operato. “Si, complimenti Sanders, ahi una carriera da imbianchino assicurata” “Io speravo di continuare a fare il cantante ancora per un po’, ma male che vada ho già un altro lavoro pronto” “Oh, se continuate a schizzarvi e schizzarmi in continuazione come avete fatto oggi non so quanto vi pagheranno” “Beh, allora fatti una doccia” e girò la doccia diritta sul collo della poveretta.
“Brutto bastardo!” si tuffò su si lui e gli strizzò in testa la spugna ancora zuppa, mentre con l’altra mano provava ad afferrare la “cornetta” della doccia.

“Ahahaha! Sarai più alta della nana di là, ma di certo non più di me” “Brutto stronzo…” solo a quel punto si rese conto di quando fossero vicini. Rimase a fissare gli occhi del ragazzo per un tempo interminabile, distogliendo ogni tanto lo sguardo solo per posarlo sulle labbra piene e con quello spettacolare piercing di lato. Matt, d’altro canto, era nella stessa situazione, continuando a guardare quegli occhi scuri e quelle labbra spettacolarmente carnose. Dovevano essere morbidissime. E poi quel piercing… Matt adorava i piercing sulle labbra e adorava giocarci fra un bacio e l’altro.
Si chinò appena e la ragazza si spinse sulle punte, ci fu un leggerissimo contatto e sarebbe continuato se  non fossero stati interrotti dall’urlo terrorizzato di Brian, nel salotto/soggiorno/sala da pranzo.

 ***
“Uff, siamo stati davvero in gamba” osservava quel muro come se fosse una tela di Caravaggio. La rossa gli batté un colpo su una spalla. “Ok, Bri, ma è un muro lilla, mica un affresco” “Ehi! Per me è tanto” “Devi proprio essere una sega a disegnare, eh?” Il bruno voltò la testa verso la ragazza per rimettere, quando notò una chiazza rossa sul collo e alcune sulle braccia.
“Ehi, che c’è?” “Niente, mi sono grattata. Prude in maniera allucinante. Dicevi?” “Che voglio proprio vedere come disegni tu” “Ci tieni tanto ad essere smerdato?” “Taaaaanto” si voltò e andò in camera sua per un secondo. Recuperò il suo blocco da disegno e lo mollò nella mano del ragazzo.

Brian rimase stupefatto a fissare le immagini, una dopo l’altra. La maggior parte erano a matita e estremamente precisi e particolareggiati, altri a china e con forme più innaturali, altri molto schizzati e rapidi.
Occhi, labbra, mani, ritratti, qualcuno di Sam, altri di persone che non conosceva, fiori, strani mostri contorti e agghiaccianti, frutto della mente della ragazza. Una chitarra mai vista e semplicemente spettacolare. C’era anche un Death Bat!

“Wow….. Chris sono stupendi!” c’era una serie di sezioni di viso, ma si soffermò un uno che gli sembrava di riconoscere. Era a matita, molto preciso. La una particolare di un viso, si vedeva un occhio con tanto di sopracciglia, lo zigomo, un po’ del naso e un angolo delle labbra.
Gli occhi grandi e scuri, contornati da una spessa striscia di Eyeliner, il naso con un cerchietto di metallo laterale, lo zigomo che spuntava fuori, quell’angolino di labbra piegato in un sorrisetto strafottente.
Rimase un bel pezzo ad osservare se stesso raffigurato dalla ragazza, compiacendosi un po’ d quanto fosse figo lui e di quanto fosse brava la rossa.

“Ma…. Sono io vero?” “Uhm? Si…” biascicò l’altra e si voltò stancamente di spalle. Brian ebbe un moto di orgoglio e felicità. Non gli era sembrato di riconoscere Matt o gli altri lì dentro. C’era solo lui. Che significasse qualcosa? E che quel qualcosa era quello che frullava nella sua mente?
Chris se ne stava, girata di spalle, con una mano poggiata su una sedia, come se  non ce la facesse a a mantenersi in piedi da sola. Brian, sospettoso, le girò attorno e la trovò improvvisamente con un colorito pallidissimo e gli occhi vuoti, assenti e febbricitanti. Aveva il respiro affannato, le mancava, l’aria, si sentiva soffocare, non ce la faceva, girava tutto.

“Chris, che succede?” chiese preoccupato il bruno alla ragazza che non lo guardava e sembrava fare fatica a respirare.“Io… non credo di stare…. Molto bene” Chris roteò ancora gli occhi a vuoto prima di piegarsi in due e non andò a terra solo perché si aggrappò al braccio muscoloso e tatuato che si era buttato in avanti per sorreggerla. “Non riesco… a.. respirare….” Fu l’ultima cosa che riuscì a dire prima di svenire del tutto.
“Oh merda! Ragazzi! Chris s’è sentita male!” urlò l’altro, che si era ritrovato fra le braccia il corpo della ragazza, che continuava ad ansimare.

 

“Signorina? Mi sente?” “Mmmmm….” “Signorina Chris? Apra gli occhi, su. So che può sentirmi” la ragazza li roteò un po’ a vuoto, poi riuscì a riprenderne il controllo e li sbatté più volte prima di riuscire a mettere a fuoco l’immagine davanti a sé.
Un uomo sulla cinquantina, con dei folti baffi, i capelli tirati indietro e gli occhiali la scrutava attentamente e appena riuscì a guardarlo per bene, sorrise.
“Oh, bene. Ricorda cosa è successo?” “No… chi è lei?” si tirò sopra e si trovò su un lettino di pelle finta, con attorno, a debita distanza Brian, Matt e Sam, tutti alquanto preoccupati.

“Io sono il dottor Magness, Ha avuto un mancamento dovuto ad una reazione allergica” “Reazione allergica?” “Si, quasi sicuramente polvere e unita alle inalazioni della vernice le hanno scatenato questa crisi” “Ah….. ma adesso sto bene?” “Si, ma le converrebbe passare almeno la nottata fuori casa. Per non sentirsi male di nuovo e quando domani torna, apra tutte le finestra” “Ok, ma allora dove vado?” chiese lei, ancora completamente intontita, guardando i suoi amici.
“E te lo chiedi pure? Casa mia è enorme” si affrettò a rispondere Brian, con quel mezzo sorriso che la ragazza adorava. Ogni volta che sorrideva gli venivano fuori una sorta di fossette, non come quelle del cantante, ma la rossa le adorava decisamente di più.
“No ma..” “Niente ma, stanotte stai a casa mia” “E’ un ordine” aggiunse Sam facendomi l’occhiolino e un sorriso complice che tanto Brian non avrebbe potuto vedere, trovandosi un paio di metri dietro la riccia.
La rossa annuì tranquilla “Ok, dormo da te”.

Dopo che il medico si fu accertato della salute della ragazza li lasciò andare via dalla guardia medica e tornarono alla casa delle ragazze con la macchina di Matt.
Salirono all’appartamento e Sam attraversò di fretta il soggiorno/salotto/sala da pranzo per andare in camera sua e afferrare un paio di cose e metterle a caso nel borsone.
Mentre afferrava giusto il minimo indispensabile, si trovò Sam appoggiata sulla soglia della sua stanza e la osservava.

“Vedi di concludere qualcosa…” “Quello è stato mosso a compassione, mica gli piaccio” disse stancamente l’altra passandole vicino per andare in bagno a recuperare lo spazzolino, la spazzola e il famigerato shampoo (ricomprato) che aveva dato inizio a quella storia.
“Mah, mi sembrava troppo entusiasta di aprirti casa sua” “Bah, sarà. Io vado. Ci vediamo domani mattina” “Ricordati le chiavi, sennò domani mattina rompi” “Okkk, bye bye” le diede un bacio sulla guancia e tornò nella cucina dove prima c’erano Matt e Brian ad aspettarle e adesso c’era solo Matt.

“E il mio prode cavaliere?” “E’ già sceso. La carrozza aveva i cavalli freddi, pensava bene di riscaldarli” “Sai Matt, sei forte. Dici che sono io quella strana, ma non mi pare tu sia tanto meglio di me” “No, sono almeno tre punti peggio,sai?” “Lo dubitavo” fece per salutarla, ma approfittando del fatto che Sam era scomparsa si avvicinò al ragazzo.
”Ehi bell’imbusto, senti un po’. Sam ha paura di rimanere da sola. Questa è la volta buona per farti vanti” e gli strizzò l’occhio. Il ragazzo rimase completamente interdetto e boccheggiante, come un povero babbeo. Prima che chiedesse qualcosa, la ragazza lo precedette, guardandolo diritto negli occhi, con un mezzo sorrisetto furbo.
”Non fare domande di cui non avrai mai una risposta, ma segui i tuoi insegnamenti: Seize The Day, bro, Seize the day” gli diede una pacca su una spalla e se ne andò.

 Adesso toccava a lei vedere di combinare qualcosa. Uff…. era sempre stata una sega quando si trattava di agire per sé. Quando bisognava aiutare degli amici in difficoltà amorose era sempre pronta e poi per gli affari suoi era completamente negata.
Uscì dal portone e si trovò davanti la macchina di Brian, pronta per partire alla volta della casa del bruno.
Brian, poggiato alla macchina le prese il borsone e lo buttò sui sedili di dietro, mentre lei si sistemava davanti.
“Ehi, bonne soire. Andiamo?” chiese dopo essersi agganciata al cintura, quando lui stava entrando  “Certamente” rispose il chitarrista, con un mezzo sorriso prima di uscire dal parcheggio e partire.

“Come mai tutta questa ospitalità?” Fu lei a spezzare il silenzio, quasi a metà strada.
“Mh?” rispose l’altro, evidentemente riscosso dai suoi pensieri. “Come mai…?” “No, ho capito, tranquilla” la interruppe con un mezzo sorriso, prima che ripetesse la domanda.
“Allora? Perché?” insisté lei e lui sbruffò, “Perché non sapevi dove andare, ti sei sentita male e di certo non potevo farti dormire sotto un ponte. Molto poco galante” “Ah si?” “Ehmm…. Si, perché altrimenti?” rispose lui, facendo il vago e lei scrollò le spalle. “Non saprei…”
Erano due emeriti coglioni, l’uno più cotto dell’altra e non erano in grado di dichiarare i propri sentimenti.
Di questo passo non sarebbero arrivati a niente.

 

“Cosa?” “Si insomma… che ne pensi di passare la nottata a casa mia? Ho una camera degli ospiti, tranquilla” si giustificò lui, alzando le mani “Ma…” “Tutta sola mi preoccupo….” Certo, perchè poi Chris è una body guard pronta all’attacco in qualsiasi momento, pensò Sam divertita.
“Ehm… ok. Dammi un attimo” sparì in camera sua e come aveva fatto poco prima l’amica, butto un paio di cose a caso in una borsa.

“Ok, andiamo” disse sorridendo quando uscì dalla sua stanza. Matt poggiato allo stipite della cucina che aspettava, fissando il soffitto, quando riapparì la ragazza, si aprì un sorriso stupendo sul suo viso.
La tensione in quella macchina era tangibile. Non era un silenzio tranquillo, ognuno perso nei suoi pensieri come i coglioni innamorati di poco prima. Loro, se possibile, erano ancora più andati della prima coppia e rimanevano a torcersi le mani e guardare davanti a sé, continuando a pensare a cosa dire o fare.
Sarebbe stata una serata molto lunga.

 
“Hai finito?” “Si, libero!” aprì la porta del bagno e si trovò il ragazzo davanti che aspettava il suo turno per fare la doccia. Si spostò di lato e lo fece entrare, quando la porta si chiuse se ne andò in soggiorno, in “pigiama” : pantaloncini corti della tuta e maglietta abnorme e semidistrutta dei Kiss.
Si piazzò sul divano e accese l’enorme televisore al plasma.
Era stanca, era stata una giornata davvero lunga e così, mentre fissava distrattamente il televisore sul quale trasmettevano un documentario sugli squali bianchi, si addormentò.

“Allora, dicevamo?” entrò nel salotto quasi urlando, quando si rese conto che la sua ospite si era completamente addormentata. Rimase per un secondo a guardarla distrattamente, poi sorrise e la prese in braccio. Appena la sollevò dal divano, la rossa aprì gli occhi e dopo aver appena incontrato il suo sguardo sorrise e li richiuse, stringendosi a lui e mettendogli le braccia attorno al collo.
Brian sorrise fra sé, constatando che era completamente cotto di lei e si avviò alla camera degli ospiti. Appena uscito dal salotto però, si rese conto che la ragazza continuava a bisbigliare all’infinito il suo nome.
Tralasciando il fatto che lui si sciolse completamente, la sistemò nel letto e lei oppose appena resistenza per mollare il collo del ragazzo, ma poco dopo mollò la presa.
Le spostò una ciocca di capelli, ancora umidiccia e se ne andò in camera sua.

 
“Ahahahaha! Tanto vinco io!” “Prega il tuo dio, dolcezza!” “Forse a te conviene pregare il tuo! Ahahahaha! Vintooooooooo!” il ragazzo mollò il joystick, stufo di essere continuamente stracciato dalla ragazza che adesso stava esultando.
Era la quarta partita a Need for Speed – Pro street e c’era un totale di tre vittorie (per lei) a una (per lui).
“Ho vinto ho vinto ah-ah! Io ho vintoooooo!” continuava a canticchiare con motivetti inventati quella cazzo di frase, uccidendo i poveri timpani del ragazzo con la sua “ugola d’oro”.

Come zittirla? La risposta arrivò nella sua mente come un fulmine a ciel sereno e senza pensarci troppo, prima di cambiare idea si spinse in avanti e baciò la ragazza, mettendo fine a quelle stupide dimostrazioni di gioia.
Inutile dire che l’effetto fu immediato e la ragazza smise all’istante di ciarlare, troppo impegnata a rispondere al bacio del povero cantante torturato che adesso sembrava troppo impegnato a muovere le labbra insieme a quelle della ragazza, estremamente morbide.

 Non mi ha respinto! La nana rossa aveva ragione… Basta pensare…
Ohhh… Matt ohhh…bacio… piercing… ohhh Matt…

Dopo un bacio semplicemente da record, si separarono e, come se nulla fosse, ripresero a giocare.
Si addormentarono verso le tre, con ancora il televisore acceso, quasi abbracciati.
E almeno loro avevano risolto. Per quanto riguarda gli altri due…

Brian era le dormiveglia, continuava a pensare alla ragazza a pochi metri e qualche parete da lui.
Che fare? Aveva voglia di portarla nel suo letto e nella peggiore delle ipotesi (ovvero in cui non so fosse svegliata) dormire abbracciato a lei, ma come glielo avrebbe spiegato la mattina dopo? E se si fosse svegliata mentre la portava in camera sua?

Ancora a farsi seghe mentali, la porta si aprì e lui scattò seduto nel letto.
“Chris?” La ragazza, con gli occhi sbarrati e dei movimenti non molto armonici entrò nella stanza e si voltò verso il letto. Continuava a parlare, lo sguardo fisso sul vuoto. Cazzo. era sonnambula.
“Chris?” “Bri Bri Bri… non voglio stare sola. La vernice… il pennello….che schifo…. Brian…. Non voglio stare sola… il disegno…che schifo che schifo… Brian” “Chris? Sei per caso sonnambula?” chiese, sperando magari in una risposta “Bri Bri Bri… si, un po’…. ma non voglio stare sola”
Brian si alzò e la strinse fra le braccia. Lei lo abbracciò e posò la testa sul suo petto.
“Ma vedi tu che cazzo di situazione.. altro che scopata” disse divertito fra se, mentre faceva scivolare la ragazza sotto le coperte e che sembrava essersi calmata. Appena si sistemò anche lui la strinse a sé e lei sia accovacciò fra le braccia dell’altro. Beh, alla fine non era andato poi così male…

 

“Mmmm…. Buongiorno” “Buongiorno, riccia. Comoda?” “Comodissima, grazie” disse affondando meglio il viso nel petto del ragazzo. Lui le posò un bacio sulla testa e la strinse meglio a sé, spendendo a giocare con i lunghissimi capelli di lei.
“Vuoi fare colazione?” “Nah, sto troppo comoda così…” “Lieto di farle da cuscino vivente” sorrise e gli posò un bacio su una spalla. Alzò il viso per incontrare lo sguardo le ragazzo e lo trovò tutto pacifico e sorridente, mentre ancora giocava con i suoi ricci.
“Ok, andiamo a  fare colazione”, disse dopo un po’ sollevandosi e tirandosi sopra pure lui (o almeno così le sembrò: n verità Matt si era alzato da solo).

Finirono a biscotti e latte, visto che nessuno dei due aveva voglia di fare qualcosa di meglio.
“Allora….. come mai così terrorizzata dal rimanere sola?” “Cosa?” chiese lei, completamente stranita. Che diamine stava dicendo?
“Ma com…. non hai paura di rimanere da sola a casa?” “……No……..” Matt rise divertito, dando un altro morso al biscotto che aveva in mano.

“Perch…. Chris. Io la uccido” “Io invece devo farle un monumento” il ragazzo si sporse e fece incontrare le labbra con quelle della ragazza vicino a lui che non si fece pregare e rispose al bacio, intrecciando le labbra con le sue. Sapevano di biscotti.
“Si, forse anche io….” Sussurrò appena la riccia, prima di mettere entrambe le mani sul viso del ragazzo e baciarlo.
E loro erano a posto……

Torniamo a quei due, i chitarristi (perché è sempre così complicato quando si tratta di due chitarristi? Troppo egocentrici, ragazzi).

 “Aaaaahhh!” “Chi?! Cosa?!” “Bri, Cristo Santo, mi è preso un infarto” il moro ributtò la testa sul cuscino e, poco, dopo, tirò di nuovo giù anche la rossa, stringendola a sé.
“Perché mai?” mugugnò lui tranquillamente, volendo continuare a dormire. Chris, un tantino imbarazzata, non sapendo come muoversi, poggiò la testa sul petto del ragazzo e rispose.
“Non mi ero addormentata sul divano?” “Si, poi ti ho portato nella camera degli ospiti e tu sei venuta qui, da sola. Sai di essere sonnambula?” Chris diventò dello stesso colore di capelli. Oddio che figura di merda…..

“Ehm…. Si, ma non mi capitava da parecchio” “Forse mi volevi troppo” disse posandole un bacio sul collo, scoperto e facendole venire la pelle d’oca. La ragazza rimaneva nel silenzio più assoluto.
“Vedi? Ho ragione….” Disse soddisfatto, continuando e cominciando a torturare il collo bianco e perfetto della rossa.
“Beh, non mi pare tu mi abbia cacciato. Non ti faccio poi tanto schifo, vero?” lo disse sicura, anche se non lo  era per niente. Brian sorrise contro la sua pelle.
“Decisamente no, tutt’altro” separò le labbra dalla sua pelle e, senza alzare lo sguardo, parlò, soffiando sul suo collo e, se possibile, aumentando ancora di più la pelle d’oca della rossa.

“Mi piaci, sai? E pure parecchio. Sappi che è un miracolo il fatto che tu sia ancora vestita” la rossa s’irrigidì per un secondo, poi sorrise e si sciolse “Devo prenderti seriamente?” Brian alzò la testa e fissò i suoi occhi scurissimi in quelli altrettanto scuri della ragazza davanti a lui.
“Credo di si, per una volta sto parlando seriamente” Sembrava impossibile persino a lui, ma era vero. Per una volta non stava ammassando stronzate su stronzate da rifilare alla ragazza che aveva fra le braccia (terrei a sottolineare il fattore: VESTITA).
Chris sorrise e gli passò le braccia attorno al collo, prendendo a giocare con i capelli sul collo, leggermente più lunghi, passandoseli fra le dita. Erano così morbidi e lisci. Il moro sorrise e le rotolò sopra.
“Beh, meno male perché siamo in due” a quel punto Brian nona spettò altro e si tuffò sulle labbra sottili e delicate della rossa, senza aspettare un minimo invito o altro.
“Comunque, bello il disegno, sai? Sapevo di essere un figo, ma sul tuo foglio sembro un dio” “Stà zitto e baciami, coglione” “Ai suoi ordini”
Ehi, che pretendete. È un(A) chitarrista.

 

 

Ta daaaaaaan!
Fa cagare v.v
Questo succede quando ti mettono a ritinteggiare la classe e la tua JD ti aiuta con gli scleri (praticamente questa raccolta abbiamo preso a scriverla insieme v.v più divertente, dai xD)
Okok, adesso non mi resta altro da fare che ringraziare quella ragazza-angelo magnifica che è _diable_ che non vedendomi più si era preoccupata *^* (ti adoro, te lo giuro) e la piccolamelarossa2  più carina e dolce del globo che ha fatto lo stesso (ragazze mi avete migliorato la giornata *-*)
E’ sabato e io sono a casa .___. La mia socia mi ha dato buca
Vabbè, alla prossima! :D
The Cactus Incident

 PS: se a qualcuno interessa, andate sulla mia pagina: ho inserito il link della mia pag FB creata per quei cari lettori di EFP :D (se volete farvi ogni tanto un giro per la mia testa, vedere come me la passo, urlarmi “brutta troTa aggiorna! È lì per voi v.v)

  
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