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Autore: Silvia_sic    06/11/2011    8 recensioni
Un'interesse aggiunto all'iniziale piano di conquista...
Anni passati a nascondersi, organizzando un piano d'attacco e pochi attimi per distruggere ciò che era stato costruito con amore e sincerità reciproca... Era riuscito a far crollare tutto come un castello di carte...
Tutto per colpa di quell'inganno, pianificato con infamia... c'era solo un modo per fermarlo.”
Nuova ficcy per il mondo di Iron Man! Buona lettura!
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Nuovo personaggio, Tony Stark, Un po' tutti, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Iron Future'
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Capitolo 10: Un barlume di speranza

 

Tony scese in laboratorio, sfogando la sua rabbia scagliando qualunque oggetto gli passasse a tiro. Dentro di sé provava un senso di rabbia profonda... qualcuno lo aveva ingannato. Era stato attirato in una trappola e ora lei lo odiava.

 

Come poteva trovare delle prove a favore della sua versione? Quel tipo che si spacciava per Tony Stark era la sua fotocopia, due gocce d'acqua! E prendendo in considerazione il fatto che lui un tempo si comportava in quel modo, Pepper di sicuro aveva pensato che il “vecchio Tony” era tornato per un motivo ignoto.

 

Doveva trovare una soluzione! Scoprire chi l'aveva messo nel sacco e soprattutto perchè.

 

C'era un problema: Tony non riusciva a reagire, davanti ai suoi occhi si proiettava lo sguardo di Pepper... quei bellissimi occhi azzurri, che erano stati luce di sorrisi per anni, in soli cinque minuti erano stati distruttivi.

 

Perchè quegli occhi avevano specchiato tutta la delusione, lo sconforto e la sofferenza, che provava verso di lui in quel momento.

 

Ora era lì, seduto sul gelido pavimento del laboratorio, osservandosi il palmo della mano dove posava il grazioso anello, che rappresentava la loro unione nel matrimonio... E davanti a sé ritrovava il suo sguardo afflitto.

 

Strinse gli occhi, passandosi una mano sul volto e mettendo la fede della compagna in tasca.

 

Non ce la faceva più... continuava a vederla e continuava a soffrire...

 

Si alzò da terra, dirigendosi verso il punto cucina, aprì l'anta di un armadietto. Voleva dimenticare quello sguardo e c'era solo un modo per farlo... Afferrò la bottiglia mezza piena di vodka, bevendone un sorso.

 

La bevanda gli bruciò in gola, si sentì ardere lo stomaco, però continuò a ingurgitare ancora dell'alcool.

 

Si era rassegnato... ormai l'aveva persa. Non c'era modo per farle scoprire la verità... non gli avrebbe mai creduto.

 

Si accasciò sulla sedia davanti alla scrivania, cominciò a bere sorso dopo sorso, mandando giù gocci di vodka, continuando a guardare la foto incorniciata appoggiata sul tavolo: lui, Anthony e Pepper, in quell'immagine i suoi occhi erano felici... era così che voleva ricordarli.

 

*******************************************************************************

 

Pepper col figlio era andata a casa dei suoi genitori, doveva prendere un po' di tempo e poi avrebbe deciso come agire nel migliore dei modi.

 

Con Anthony era tutto più difficile, lei non voleva assolutamente mettere il piccolo contro il padre e aveva deciso di non affrontare ancora quell'argomento.

 

Però stava soffrendo, soffrendo molto... non riusciva a spiegarsi il comportamento di Tony, l'aveva tradita. Vedendo quelle immagini in tv, le era sembrato come che il cielo le stesse cadendo sulla testa e soprattutto era doloroso come una pugnalata al cuore.

 

Lei lo amava davvero con tutta l'anima...

 

Ora si sentiva vulnerabile e cercava di non pensare a Tony o a quello che era successo. Non pensare a Tony era la cosa più difficile... infatti poteva vedere il suo ritratto nel figlio, che ancora non capiva cosa fosse accaduto.

 

Pepper davanti a Anthony indossava come una maschera, non voleva farlo preoccupare e ad ogni domanda posta dal piccolo rispondeva: “Va tutto bene...”

 

Era riuscita perfino a calmare il padre, che era su tutte le furie. Con quel caratterino che si trovava, la prima cosa che avrebbe voluto fare era stata uccidere Tony! Mancava poco che montasse in macchina!

 

Tony, anni prima, gli aveva testualmente giurato che non avrebbe fatto soffrire Pepper. Ed invece era successo...

 

James continuava a camminare per la casa, borbottando: “Io lo uccido!”. Alla fine Pepper era riuscito a convincerlo di smetterla per il bene di Anthony.

 

Venne sera e Pepper mise a dormire Anthony, che però non aveva alcuna voglia di andare a letto.

 

-Ma io non ho sonno!- protestò, stando in piedi sul letto.

 

-Stai tranquillo, che sicuramente ti verrà!- esclamò Pepper, sorridendogli e infilandogli la maglietta del pigiama, prima facendo sbucare la testolina e poi le braccia.

 

-Ma non posso dormire! Io devo fare la guardia alla casa, qui non c'è Jarvis!-

 

-Ah! Ora ho capito! Hai ragione! Qualcuno deve fare la guardia!- disse, stando al gioco, mantenendo un comportamento normalissimo. -Però quel qualcuno non sarai tu! Forza, cucciolo, sotto le coperte!- esclamò, ridendo per il broncio comparso sul visetto del bimbo.

 

Anthony rise, felice di aver sentito la risata della sua adorata mamma. Le saltò in braccio, abbracciandola. Pepper scostò le lenzuola, mettendo il piccolo sul materasso e rimboccandogli le coperte, poi si sedette sul bordo del letto.

 

Osservò il suo angioletto così somigliante al padre... Quel bambino era il frutto del loro amore e colui che li avrebbe tenuti uniti nel bene e nel male.

 

-Mamma...- disse Anthony, interrompendo i suoi pensieri.

 

-Dimmi...- enunciò Pepper, sorridendogli e sistemandogli la zazzera di capelli castani.

 

-...io devo proteggerti... gliel'ho promesso a papà. E adesso lui non c'è...- Il piccolo aveva capito che i genitori avevano litigato e temeva che non tornassero più insieme.

 

Pepper sentì gli occhi inumidirsi di lacrime. Non doveva piangere davanti a lui... Fece un sorriso forzato e gli ripeté: -Va tutto bene!- Anche se non era la verità...

 

La verità era che faceva fatica ad andare avanti con quel peso, ogni volta che guardava Anthony vedeva Tony. Era difficile!

 

Sentì le lacrime farsi più pungenti... Si alzò e diede un bacio sulla fronte al piccolo.

 

-Buona notte, cucciolo.-

 

-Notte, mamma.- rispose, guardando la madre uscire dalla stanza.

 

Pepper chiuse la porta della stanza e scoppiò... le lacrime cominciarono a sgorgare copiose sulle sue guance, corse nella sua stanza, chiudendosi dentro.

 

Scivolò lentamente con la schiena contro la porta. Accovacciata a terra, nascondendo il visto tra le mani, proruppe tutta la sua sofferenza.

 

*******************************************************************************

 

Intanto Tony sfogò il suo dolore nell'alcool, ingurgitando vodka goccio dopo goccio, aspettando che la bevanda gli desse completamente alla testa.

 

Guardò il contenuto della bottiglia, l'aveva quasi finito. A lui si avvicinò Sonny, il robottino costruito da Anthony e lo osservava con quei grandi occhioni luminosi.

 

-E tu che vuoi, lattina?- gli chiese infastidito, non sapendo con chi parlare se non con quell'assurdo robottino che lo fissava.

 

-Blip-Blop- Sonny emise quel suono, d'altro canto non poteva dire altro!

 

-Tu credi che si sistemerà tutto come prima?- domandò, stupendosi di parlare con un robot che non capiva niente, forse l'alcool aveva cominciato a circolare! -Io lo spero... non posso vivere così...- enunciò, bevendo un altro sorso di vodka.

 

-Blip- Sonny si avvicinò di più a Tony, prendendo la bottiglia e sfilandogliela dalle mani. Tony lo guardò stranito, possibile che avesse capito cosa stava succedendo? Lo lasciò fare poi si abbandonò completamente sulla sedia, guardando il soffitto.

 

Vedeva delle strane luci intorno a sé, poi vide i muri oscillare. L'alcool era in circolo.

 

-Non posso vivere così...- sussurrò, passandosi una mano sul viso. -Jarvis!- richiamò il computer.

 

-Signore...- rispose l'altro, attendendo ordini.

 

-Credi che il miglior modo per morire sia l'impiccagione!?- ora non era nelle facoltà mentali per dire cose sensate!

 

-A parer mio... la morte non è una delle soluzioni migliori. C'è una spiegazione a tutto quello che è successo, non può arrendersi in questo modo!- disse Jarvis, cercando di spronarlo.

 

-Potrei pure aspettare di entrare in coma etilico, se mi scolo ancora una bottiglia non dovrebbero esserci problemi... oppure potrei usare l'armatura e volare fino a schiantarmi da qualche parte... non è una brutta idea!- Adesso c'era da preoccuparsi, non lo stava nemmeno ascoltando! Qualcuno doveva intervenire prima di un disastro irreparabile.

 

-Chiamo qualcuno che venga ad aiutarla...- affermò il computer, temendo le pazze idee del padrone.

 

-Sì... chiama Pepper... dille che ritorni da me...- implorò disperato, cercando di alzarsi in piedi, ma senza alcun successo.

 

*******************************************************************************

 

Aveva compiuto il suo sporco e perfido lavoro. Era riuscito ad allontanarla da lui e ora Ryan era più che felice. Aveva il campo libero.

 

Mediante spie aveva scoperto che Pepper si trovava a casa dei genitori, perciò il prossimo passo, che si era imposto di fare, era andare da lei...

 

Il suo desiderio iniziava a prendere forma... Doveva essere fermato, non si sarebbe arreso facilmente, avrebbe usato ogni mezzo a sua disposizione per arrivare alla sua meta. E dopo averla conquistata, sarebbe iniziata l'invasione. Mancavano pochi dettagli e poi la terra poteva arrendersi ai voleri degli Skrull. I Vendicatori non avrebbero potuto fare niente, il loro intervento sarebbe stato invano...

 

-Neanche Tony Stark può nulla contro la mia astuzia! Lei sarà mia... Lei è tutto!- ghignò soddisfatto, camminando per i corridoi del suo stabilimento.

 

*******************************************************************************

 

Jarvis aveva subito pensato di chiamare soccorsi e pochi minuti dopo il salvatore di Tony arrivò a controllare cosa fosse successo.

 

Tony era ancora seduto alla scrivania, continuando a fissare la foto incorniciata. Sentì la porta del laboratorio scattare e si girò per vedere chi fosse.

 

Era il colonnello Rhodes, nonché migliore amico di Tony.

 

-Vaffanculo, Jarvis! No... Rhody no! Dovevi chiamare Pepper!- protestò Tony, riprendendo il computer, perchè non aveva obbedito agli ordini imposti.

 

Rhody si avvicinò a lui, che guardava un punto fisso davanti a sé. Anche il colonnello aveva visto quelle immagini in tv ed era convinto, come la maggior parte delle persone, che quello fosse realmente Tony. Era rimasto stupito di vedere quelle immagini, una mossa così stupida non se la sarebbe mai aspettata, anche perchè lo vedeva felice con Pepper e Anthony. Era cambiato.

 

-Si può sapere in che casini vai a metterti!? La cazzata l'hai fatta! E adesso sfoghi la tua rabbia nell'alcool perchè sei stato scoperto!?- disse abbastanza irato, avendo notato Tony poco lucido e Sonny con una bottiglia di vodka tra le mani.

 

Tony sbatté un pugno sul tavolo, alzandosi di scatto anche se a stento manteneva l'equilibrio.

 

-Secondo te quel coglione ero io!? Ieri sera ero alla base dei Vendicatori! Quello non ero io! Perchè avrei dovuto farlo, poi?! Io senza di lei non posso vivere, non vivo! Non ho nessuno a parte lei e Anthony, adesso sono solo e attaccato da tutti per una cosa che non ho fatto!- urlò incazzato, guardando Rhody dritto negli occhi.

 

L'amico rimase stupito per quella reazione. Ora era convinto che non fosse stato lui, la sua voce era afflitta e arrabbiata. Non lo aveva mai visto così distrutto, uno sguardo arreso e si poteva vedere tutto il dolore che stava provando. Aveva pianto...

 

-Non so chi cazzo fosse quel bastardo! Ma non c'è niente da fare... lei non mi crederà mai!- esclamò, tirando un calcio al tavolo e riprendendosi la bottiglia di vodka.

 

-Basta! Non bere, questo non ti porterà da nessuna parte.- enunciò, strappandogli la bevanda dalle mani e andando a gettarla nel lavello. -Ora ti credo. Ti si legge negli occhi, quello non eri tu. Adesso però dobbiamo capire chi era il tipo di ieri sera...-

 

Tony si andò a sedere sul divano, seguito da Rhody che lo fissava, attendendo una risposta.

 

-Senti... non sono in grado di ragionare, ho bevuto mezza bottiglia di vodka e l'alcool sta entrando in circolo a meno che tu non abbia indosso un sombrero...- disse Tony, lanciando un'occhiata all'amico per vedere i suoi occhi sgranare... la risposte era: no. -Lo immaginavo.-

 

-Comunque... come procediamo!?- domandò Rhody.

 

-Non lo so... proprio non lo so!- esclamò, scuotendo il capo e cercando di concentrarsi per trovare una soluzione a quel seccante problema.

 

-Potrebbe essere stato un tipo con una maschera, che voleva solo farsi passare per te...- propose il colonnello, guadagnandosi un'occhiata scettica da parte di Tony.

 

-Una maschera!? Cazzate! Le immagini le hai viste o hai fatto finta? Quello sembrava il mio gemello!- affermò Tony, stupefatto dell'ipotesi appena fatta dall'amico.

 

-Giusto... Non è una maschera. Potrebbe essere un matto che si è fatto fare una plastica facciale oppure si è sottoposto a raggi X e ha acquisito il tuo aspetto!- enunciò, proponendo la cosa più assurda che potesse passargli per la testa.

 

Tony si illuminò. Aveva capito tutto! -Gli Skrull!-

 

-I... che!?!?!- domandò Rhody, non avendo capito la parola.

 

-Gli Skrull! Cap me ne ha parlato questa mattina! Sono degli alieni che hanno la capacità di cambiare aspetto a loro piacimento. Ha pure detto che ce ne sono sulla terra, ma non li hanno ancora individuati. Sono quelli!- esclamò, alzandosi in piedi, ma subito ricadde seduto, poiché gli girava la testa.

 

-Fa' piano! Sicuro che sono alieni?!- chiese, sperando che le parole dell'amico non fossero dovute dall'alcool.

 

-Più che sicuro!- affermò convinto, nella sua voce si poteva avvertire un barlume di speranza. Cercò di rimettersi eretto, sorreggendosi alla mobilia intorno, dopo si diresse verso l'ascensore che portava al piano di sopra. -Jarvis, avverti la base dei Vendicatori. Non dare la mia disponibilità per l'intervento... devo sistemare un paio di cosette...-

 

-Dove vai!?- chiese Rhody preoccupato.

 

-A vomitare... e poi ad ingurgitare una quantità elevata di aspirine!- rispose come se fosse la cosa più normale del mondo. -Dimenticavo! Jarvis!-

 

-Signore...- rispose il computer cordialmente, attendendo ordini.

 

-Se trovano quel figlio di puttana, avverti Fury di tenermelo da parte... Ho intenzione di farlo fuori con le mie stesse mani!-

 

 

Continua...

 

 

 

 

 

NdA: Salve a tutti miei cari lettori!

Allora?! Che ne pensate di questo capitolo?!

Intanto mi scuso per il colorito linguaggio di Tony in certe parti, ma molte ipotesi sono a suo favore: è arrabbiato, non sa cosa fare, è ubriaco e poi io volevo assolutamente mettere l'ultima frase che leggete qua sopra (non potevo farne a meno! Da' effetto, vero!? Spero di sì! ^^)

Cmq Tony ancora una volta ha capito cosa sta succedendo, xò manca un piccolo tassello al puzzle... Chi è lo Skrull che ha fatto tutto questo disastro? Naturalmente noi lo sappiamo, ma il nostro eroe no! Perciò, mi raccomando, continuate a seguirmi per sapere come andrà lo scontro faccia a faccia! ;)

Ringrazio Ale, Herry, Nico, Miri, Glu e Mary per aver lasciato una recensione allo scorso chappy! Grazie 1000!

Ci sentiamo la prox settimana per l'undicesimo capitolo! ;) nn dimenticatevi di dirmi che ne pensate di qsto chappy! ^^ Un bacione!

 

Sic

   
 
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