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Autore: pervancablue    06/11/2011    1 recensioni
"Sfrecciò per i corridoi freddi di dura pietra dei sotterranei diretto nella Sala Grande. Mai, mai si era sentito tanto in imbarazzo e punto nell'orgoglio.Come aveva osato quella piccola mocciosetta viziata..."
Non bastano i buoni sentimenti se non sono accompagnati da un buon utilizzo della Ragione.
Hogwarts è nuovamente in pericolo. Ma questa volta anche i sentimenti proveranno a mettere i bastoni tra le ruote alla vincita del bene.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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-Per me dovresti rimanere ancora un pò qui in Infermeria, per essere sicura di stare bene.-
Ginny guardò pietosamente il suo ragazzo, finendo di allacciarsi la camicetta della sua divisa, finalmente pronta a lasciare il regno di Madama Chips.
-Harry, non iniziare anche tu per favore! Ho finito neanche dieci minuti fa di convicere la Chips che non rischio la morte partecipando alle lezioni.-
Il ragazzo alzò un sopracciglio, attirandola a sè per baciarla.
-E da quando a Hogwarts non si rischia la morte anche solo andando alle lezioni?-
-Ma falla finita, deficiente!-
Harry si morse la lingua fingendo di non notare una nota isterica nella risata di Ginny e le prese la borsa, diretto verso la Sala Grande per la colazione prima delle lezioni.
-Chi hai in prima?-
-Mmm Pozioni, sto in coppia con Luna. Speriamo che Lumacorno non mi tenga il muso per non aver partecipato alla cena del Lumaclub venerdì sera.-
Harry ridacchiò pensando che nemmeno lui aveva partecipato a quella pallosissima cena dato che entrambi avevano ben pensato di rimanere a rotolarsi nelle lenzuola più a lungo di quanto avrebbero dovuto.
-Beh, a me ha piantato una grana sulla correttezza delle persone. Che essendomi preso un impegno avrei dovuto portarlo avanti e bla...bla...bla.-
-Oddio no! Non sopporterei una piantata così! Quasi quasi me ne torno dalla Chips!-
Harry sospirò, divertito, prendendole la mano e sorridendo del contatto della sua pelle con il freddo anello della ragazza.
-Ginny, mi dimentico sempre di chiedertelo, ma perchè hai un anello da Serpeverde?-
La ragazza dondolò la testa di lato, portandosela a grattarsi un orecchio con la spalla, sorridendo divertita.
-Ma ovviamente è perchè sapevo che tu sotto sotto sei un Serpeverde mancato!-
-Ma falla finita piccola deficiente!- Rise lui, passandole un braccio attorno alle spalle e facendole perdere l'equilibrio, tanto che lei dovette aggrapparsi al suo mantello per non capitolare a terra. -Dai, va bene! È della Black, me l'ha dato lei!-
-Ah ecco! Brava, mi tradisci! Con una ragazza! Sono scandalizzato, ecco!-
Risero, continuando a camminare, felici di recitare uno squarcio di vita interamente pacifico. -Ehi Ginny!-
-Luna!-
La ragazza si avvicinò a loro, dondolando consolante la testa, con un sorriso mite stampato sulle labbra carnose.
-Ho saputo che sei stata male.-
La rossa annuì, energica, lasciando il braccio di Harry e afferrando la mano della compagna.
-Beh, ora sto bene, stai andando in Sala Grande?-
-No a lezione, e dovresti venire anche tu, siamo un pò in ritardo.-
-Ma no! Di già! Beh, Harry, ci vediamo dopo!-
Rise allontanandosi e rise ancora di più quando gli arrivò la voce fintamente oltraggiata del fidanzato.
-Adultera! Sei un'adultera!-
Si guardò la mano, dove il suo anello riluceva.
Chissà perchè aveva sentito il bisogno di dire una bugia ad Harry. E chissà perchè non aveva alcuna voglia di dirgli la verità.



-Più ci penso più mi sembra strano...Fred e la Black...-
Hermione alzò gli occhi al cielo, già stufa dei continui ed increduli commenti di Ron.
-Ronald, smettila di ripensarci e vedi di seguire Vitius, non credo che ai M.A.G.O. Tu possa addurre come scusa alla tua inettitudine le relazioni sentimentali tessute da tuo fratello.-
-Ma che parole usi?- si schifò Ron. -Comunque Harry, tu ne avevi idea?-
Il magico trio si trovava ad una noiosissima lezione di incantesimi, l'unica puramente teorica, probabilmente a memoria d'uomo. Da quando al sesto anno si erano trovati a dover scegliere le materie da seguire nell'ultimo biennio, il repentino scemare di studenti nelle varie classi aveva reso necessario un accorpamento tra case durante le lezioni così, Hermione, non fece fatica a notare, alla lezione di quella mattina mancavano non solo la Black, ma anche Malfoy e il suo amico Zabini.
Ron, comunque, dopo aver scagliato un incantesimo Muffiato su loro tre, continuava imperterrito a chiacchierare ininterrotto.
-Ron, ma secondo te il medaglione della Black è maledetto?-
La riccia smise di prendere appunti, girandosi curiosa verso Ron, impaziente di conoscere la risposta alla domanda che Harry aveva appena posto.
-Sai amico che non ne ho idea? Voglio dire è stato stranissimo, faceva paura ma se ci ripenso non mi sembrava maledetto, mi sembrava più un'esistenza a sè. Così, a freddo, mi sento di dire che forse quella voce che ho sentito proveniva da lui e non dalla Black.-
-Non ha senso.-
-Cosa di grazia?-
Hermione schioccò la lingua, spiccia. -Se le voci fossero provenute direttamente dal medaglione, per quale motivo Elizawin sentiva il bisogno di trattenersi la testa? Il suo battersi le orecchie aveva senso, il cercare di levarsi il gioiello aveva senso, non lo stringersi il capo. Però anche secondo me quel medaglione ha qualcosa che non va. Non ho mai sentito parlare di medaglioni benigni che prendono vita da sè o bruciano la pelle di chi li tocca. Non sono effetti tipici di un talismano. Inoltre la frase che vi è incisa sopra, mi ricorda qualcosa, anche se ora così, su due piedi non ho idea di cosa.-
Ron alzò le spalle, perplesso.
-Bah, non ne ho idea e francamente non è che mi interessi tanto, ma Harry perchè questa domanda?-
-Ginny ha un anello. Un anello bellissimo, mi ha detto che gliel'ha dato la Black.-
-Maddai che collegamento assurdo! Da quando sei così nevrotico? Così la farai scappare a mia sorella!-
Harry rise, seguito dall'amico, ma sapeva che Hermione, come lui, non condivideva il disinteresse di Ron per quella faccenda.



Daphne chiuse gli occhi, ispirando l'aria fredda ed umida del mattino. Quando si era svegliata si era resa conto che qualcosa non andava nel dormitorio di Serpeverde: l'aria che vi si respirava era talmente pesante e densa che gli studenti avevano quasi timore di parlare, inoltre la chioma platinata di Draco non spuntava baldanzosamente dallo schienale della sua amata poltrona di pelle. Anzi, il loro amato tappeto, il loro angolo di pace, era completamente sgombro dei suoi compagni, non fosse per un'inquietante presenza. Solo Zabini, infatti, camminava avanti ed indietro sul loro candido tappeto, con un'aria a metà tra l'afflitto e il preoccupato. Al tavolo della colazione poi, nessuno dei suoi compagni le aveva saputo fornire eventuali spiegazioni, Nott non di certo dato che ultimamente aveva preso il vizio di passare la notte in camera loro con Pansy.
Così, iniziando la mattinata già stressata, aveva ben pensato di farsi una passeggiata per i gelidi corridoi di pietra di Hogwarts, ma se il buongiorno si vede dal mattino, forse, la biondina avrebbe fatto meglio a restarsene nel suo letto.
Quel giorno aveva Incantesimi, con i Grifondoro. Aveva preso in considerazione l'idea di andarci ma poi l'immagine di una saltellante e gongolante Granger tronfia di sè e della buona riuscita dei suoi incantesimi le aveva fatto salire un pelino di ansia e disgusto e aveva deciso che non ce l'avrebbe proprio fatta.
Sospirò, muovendo leggermente la testa per godere dell'effetto che le facevano i suoi capelli sulle guance e non si accorse di qualcuno che le veniva incontro per il corridoio fino a che non si scontrarono violentemente.
-Oh Weasley, ma guarda dove vai!-
Si sorprese del silenzio che le giunse in risposta e alzò gli occhi per controllare che la ragazza stesse bene.
Ginny Weasley si ergeva tronfia davanti a lei in un atteggiamento che era tutto fuorchè il suo. E Daphne, forse per la prima volta in vita sua, si ritrovò a pensare che quella ragazza, quella ragazza pallida e dai capelli rossi, non sembrava molto una Weasley. L'espressione solitamente dolce, ma decisa, che solcava il viso di Ginevra era completamente scomparsa. Un'espressione di tracotanza, fierezza, malizia e desiderio aveva preso il suo posto. Sembravano le sue labbra più carnose, le sue ciglia più lunghe, i suoi capelli più voluminosi e le sue forme più accentuate. Sembrava meno bambina insomma.
-Weasley? Che hai fatto?-
La rossa non rispose subito. Guardò la Serpeverde come se non l'avesse notata fino a quel momento e sorrise, ghignò anzi.
-Greengrass buongiorno.-
La bionda inarcò le sopracciglia perplessa. La Weasley si era evidentemente bevuta il cervello. Si mise una mano davanti alla bocca per nascondere uno sbadiglio e fece per superare la Grifondoro. Certo non si sarebbe mai aspettata quello che accadde.
Ginevra le afferrò una spalla costringendola, con una leggera pressione, a fermarsi, poi senza dire nulla le si avvicinò col viso al collo e le annussò i capelli dietro la nuca, come avrebbe fatto un amante.
Daphne sentì un brivido percorrerle la schiena e quando si riprese, pronta ad affrontare la Weasley e il suo comportamento strambo, quella era già sparita, come volatilizzatasi.



Si sedette in biblioteca, già esausta. Aveva passato tutto il giorno ad evitare contatti con Anthony. Il suo Anthony. E si sentiva tremendamente in colpa. Il problema era semplice: quel ragazzo era una distrazione troppo grande per lei. Non per studiare, per carità. Nello studio era il compagno ideale: diligente, organizzato, preparato e quant'altro. Ma per il resto, per l'altra Hermione Granger, quella che non studiava sempre, quella che aveva sconfitto Voldemort accanto ai suoi migliori amici e che era in grado di aggirare con tanta maestria le regole scolastiche da non farsi neanche sospettare, quella che all'inizio dell'anno aveva deciso di sapere tutto il possibile sulla Black, per quella Hermione Granger insomma, beh, i riccioli neri, le mani calde, gli occhi dolci e le labbra saporite di Goldstein erano decisamente troppo distrattivi.
E insomma, non le piaceva affatto farsi distrarre.
Erano passati diversi giorni dall'attacco ai danni di Asteria ed ancora di più dal primo, criptico messaggio lasciato dai Mangiamorte sulla fredda parete di pietra e già tutti parevano essersene dimenticati, perfino lei stessa.
Ma la notte prima era accaduto qualcosa che le aveva fatto ricordare tutto.
Di Elizawin sospettava, non c'era nulla da fare, che la Black fosse intricata con tutte quelle oscure faccende era una certezza che aveva avuto sin dalla prima volta che l'aveva vista sogghignare perfidamente. Ma affermare semplicemente che la ragazza fosse pazza e che se era la causa delle intimidazioni e dell'agguato alla Greengrass lo fosse solo per la sua pazzia le sembrava fin troppo pretenzioso. E indubbiamente facile.
E lei era Hermione Granger, la migliore amica di Harry Potter e se c'era una cosa che aveva imparato in sette travagliati anni di amicizia era che nulla era facile o scontato quando si trattava di Magia Oscura.
Ecco cos'era: si trattava di Magia Oscura e c'entravano i Mangiamorte.
Ma come poteva la Black avere contatti con i Mangiamorte?
Con suo sommo stupore si era resa conto che le retate al di fuori delle mura scolastiche da parte della Black c'erano state ed erano anche state piuttosto frequenti, ma la meta non era quella che si sarebbe mai aspettata: il letto di Fred Weasley.
Niente incontri extrascolastici con Bellatrix Lestrange.
E allora? Chi poteva essere? Malfoy?
In fondo Malfoy era una persona malvagia, una persona cattiva, subdola, irrispettosa, montata, arrogante, triste, sola, spaventata....
No, neanche Malfoy poteva essere.
Si accasciò sullo schienale della sedia, buttando la testa all'idnietro e posandosi i palmi aperti sulle tempie. Quasi le venne da ridere immaginandosi Ron accanto a sè che probabilmente avrebbe tentato di far cadere nuovamente le colpe sul povero Piton.
"-Ma perchè proprio con Harry? E poi perchè farlo sapere quando di solito non dici niente?-
-Volevo capire perchè mio padre lo preferisce tanto a me...poi volevo vendicarmi di Draco e Zabini.- "
Spalancò gli occhi tornando in posizione eretta e ricordandosi improvvisamente delle loro ricerche abbandonate sulle vecchie Gazzette del profeta.
"Volevo capire perchè mio padre lo preferisce tanto a me."
Come aveva potuto dimenticare quel particolare? Quella frase che l'aveva tanto sconvolta la prima volta che si erano parlate nella Stanza delle Necessità? E se il perno della faccenda si trovasse proprio in quell'espressione?
Si alzò precipitosamente, arraffando le sue cose e tentando si sistemarsi il mantello con una mano sola.
La Guferia, doveva andare in Guferia.
E se la povera, piccola, triste orfana cresciuta dai Malfoy non fosse stata poi così orfana? Se da qualche parte vi fosse stato un padre di cui lei faceva menzione che aveva un qualche rapporto con i Mangiamorte? E se proprio quel suo fantomatico ed assente padre la stesse guidando nella sua impresa terroristica all'interno delle mura di Hogwarts?
Doveva mandare un gufo a Fred ed uno a Sirius, qualcuno le avrebbe saputo dire qualcosa.
Altrimenti, e si ritrovò a rabbrividire a pensarlo, avrebbe dovuto ricorrere alla sua arma segreta: la donna capace di scoprire tutte le cose che nessuno dovrebbe mai scoprire. Rita Skeeter.



Si sentiva stanco, affranto, indisposto.
Da quando Draco era rientrato nel dormitorio, dopo l'incontro con la Granger, aveva cominciato a dare di matto. Tiger e Goyle non se ne erano accorti, ma non se ne era stupito. Quei due scimmioni non si svegliavano neanche quando lui e Nott, ubriachi come scimpanzè, si divertivano a centrarli con le noccioline da sopra il letto di Draco, in assoluto il più lontano dai due primati.
Nott non c'era, l'ultimo pettegolezzo di casa lo vedeva impegnato in un'effervescente storia di puro sesso con la libertina Pansy.
Quindi, a dover sopportare lo scoppio di nervi della bionda serpe non era rimasto che lui.
Peccato che Blaise Zabini non fosse affatto famoso per la sua pazienza. Forse perchè di pazienza peccava in maniera quasi indecente. Per questo all'alba delle sei di mattina aveva malamente svegliato i due gorilla e li aveva cacciati a calci dalla loro stanza, aveva chiuso Draco in bagno, sbarrato l'accesso ai dormitori a Nott e si era diretto a sbollire sul suo adorato tappeto.
Solo da solo, a tu per tu con i suoi pensieri, si era infine reso conto della realtà della faccenda. E se ne era sentito schiacciato.
Nel loro bagno c'era un Draco stravolto, il viso irriconoscibile dalle lacrime e dalle smorfie che faceva per trattenerle, dall'altro la consapevolezza che forse Elizawin, la sua, la loro Elizawin non ci sarebbe più stata. O meglio, lei ci sarebbe stata comunque ma la sua lucidità l'avrebbe lentamente abbandonata facendola cadere in stati di depressione e pazzia sempre più ampi e devastanti. Quello non voleva che accadesse. Quello non sarebbe mai dovuto accadere.
Con quei pensieri aveva vagato senza meta per il castello, sentendosi un animale per aver abbandonato Draco nel bagno, senza assicurarsi che quello non potesse in alcun modo tentare il suicidio. Con queste preoccupazioni in quel momento, stava rientrando ai suoi dormitori, sperando di non dover piangere la sanità mentale di due suoi amici.
Solo che davanti alla famosa parete che portava alla loro Sala Comune, rannicchiata in quello che sembrava un brutto maglione fatto a mano troppo grande per lei, c'era una piccola figurina tremante.
Non era pronto a quello, non lo era affatto.
Fece dei passi, lasciandosi poi cadere con le spalle lungo al muro fino a sedersi accanto a quel cumulo di stoffa e capelli.
-Elizawin.-
Quella sussultò appena, alzando il viso dal suo riparo di braccia e lana. Gli enormi occhi gonfi per il pianto e circondati dalle occhiaie violacee del suo viso infossato dallo stress gli ricordarono in maniera indecente quelli di una civetta spennacchiata.
Non era mai stata brutta in vita sua la piccola Elizawin. Fino a quel momento, si ritrovò a pensare il ragazzo.
La ragazza si mosse appena, allungando il maglione che si era tirata sopra le ginocchia, sformandolo, fino a coprirsi i piedi nudi. Alzò le spalle a mo di scusa.
-Non sapevo la nuova parola d'ordine. -
Blaise annuì poggiando i gomiti sopra le ginocchia e la tempia sopra le mani incrociate, col viso rivolto verso la ragazza.
-Avrebbe potuto vederti qualcuno.-
Quella sorrise, un sorriso così strano e vuoto che non aveva niente del ghigno che di solito le illuminava inquietantemente il viso. Tirò fuori il suo medaglione dal maglione, prendendo a rigirarselo tra le dita, dopo avervi posato un leggero bacio sulla superficie. -E avrebbe importanza ora come ora?-
Il ragazzo sorrise scostando una ciocca di capelli dal viso della Grifondoro.
Gli era sempre piaciuto il contrasto della sua pelle cioccolato con quella eburnea di lei, ma in quel momento quel contrasto così forte fece sembrare la ragazza ancora più insana.
-Cielo Elizawin, sei una Black. Ha sempre importanza.-
la ragazza poggiò la testa all'indietro chiudendo gli occhi, esasperata.
-Già lo sapete, eh? Te e Draco intendo. Scommetto che è stata la Granger, quella ragazza ha quell'insopportabile senso del dovere...-
Tacque Elizawin, aspettandosi una risposta da parte del ragazzo e trovandone una affermativa nel suo silenzio.
-Io non sto diventando pazza, sai? Cioè lo so che probabilmente tutti i pazzi pensano la stessa cosa, ma....io non sto diventando pazza.-
Blaise si alzò, facendosi pressione su un ginocchio e poi porse la mano alla ragazza.
-Che dici, andiamo da Draco?-
Quella sorrise dolcemente afferrando la mano che le veniva porsa e usandola per tirarsi in piedi.
Blaise arricciò il naso scoprendo che il maglione portato dalla ragazza le arrivava poco sotto la metà della coscia e lei non indossava altro.
-Ma non hai nemmeno le scarpe?-
Quella alzò le spalle sembrando ancora più piccolina in quel maglione troppo grande.
-Prima di venire qui mi sono avvicinata al Lago Nero e siccome le scarpe e le calze bagnate mi davano fastidio, me le sono levate.-
Che avrebbe avuto anche senso se lei fosse stata Luna Lovegood. Peccato fosse Elizawin Black.
Blaise alzò le sopracciglia, trattenendosi dal commentare e pronunciò la parola d'ordine facendola entrare.



Afferrò il rotolo di carta igenica che si trovava vicino al suo viso e lo lanciò all'altro lato del bagno.
Faceva tutto schifo. Quello che era accaduto a Elizawin, il suo scoppio davanti a quella piaga della Granger e quel deficiente di Zabini che l'aveva chiuso in quello stramaledetto cesso senza la sua bacchetta.
-Fanculo. Fanculo, fanculo, fanculo fanculo!-
Diamine non poteva avere una vita normale come uno qualsiasi dei suoi compagni di Hogwarts? Combriccola autolesionista di Potter a parte.
-Draco! Dove sei?-
Ah, ecco il deficiente di ritorno. Si catapultò sulla porta del bagno sbattendovi le nocche furiosamente.
-Zabini apri questa cazzo di porta!-
Sentì dei movimenti sl di furoi della porta e poi il rumore delle molle di un letto che si abbassavano.
-Ah giusto, il bagno.-
La porta si aprì di scatto e lui potè uscire. Ora l'avrebbe ucciso. L'avrebbe scorticato e gli avrebbe staccato uno per uno quei suoi stupidissimi denti bianchi. Oh sì, gli avrebbe fatto talmente male che...
-Lili.-
Elizawin era seduta sul suo letto, i capelli neri sparsi per tutta la schiena e un maglione troppo grande e sciatto per lei le nascondeva malamente il corpo magro.
-Dado.-
Draco si passò una mano sul viso, ricordando improvvisamente di non avere un bell'aspetto. Si avvicinò al suo letto, salendovi carponi e avvicinandosi ad Eliza, stringendosela poi al petto come poche ore prima aveva fatto la Granger con lui.
-Sei una stupida Lili, una grandissima stupida.-
La ragazza mosse la testa sul petto del ragazzo, afferrandogli poi le scapole con le mani.
Chiuse gli occhi Draco, sentendo di nuovo le lacrime pungerglieli. Aspirò un bel pò d'aria allontanandosi dalla cugina.
-Dove hai preso quel maglione orrendo?-
La ragazza si guardò il petto dove una enorme F gialla faceva sfoggio di sè su un maglione color prugna. Sorrise, pensando di adorare quel brutto maglione.
-é proprio brutto, vero?-
Blaise si sedette sul bordo del letto, carezzandole fraternamente una mano.
-Black dire brutto per quel coso è un eufenismo, sembra uno degli orridi maglioni che i Weasley sfoggiano a Natale.-
Eliza sorrise, volgendo la sua attenzione sul suo ex.
-Zabini, non prenderti tanta confidenza solo perchè ti ho permesso di essere gentile con me!-
Il ragazzo sorrise, alzandosi e andandosi a sdraiarsi sul suo letto.
Draco aspirò l'aria, riempiendosi i polmoni e poi appoggiandosi con i reni sul bordo del letto nel silenzio più totale e teso.
-Io non sono pazza Draco, non sto impazzendo, te lo giuro.-
Il biondo sorrise, amaro.
-Lili, senti le voci. Me l'ha detto la Granger, senti parlare persone che non ci sono, è...insomma non è una cosa da persone sane.-
Elizawin si alzò di scatto dal letto, quasi inciampando sulle lenzuola e si diresse verso la porta della camera dandole un calcio per sfogarsi. E facendosi piuttosto male, essendo senza scarpe.
-No, non capisci! Ero spaventata anche io, te l'assicuro! Pensavo sul serio di stare impazzendo, ma poi, a freddo, me ne sono resa conto! Non sentivo delle voci che non c'erano, quelle voci c'erano, ne sono sicura! Solo che ero l'unica a sentirle!-
Draco scosse la testa, avvicinandosi a lei e afferrandole le spalle, stringendosela nuovamente al petto.
Odiava le sue spalle così magre, la sua statura così minuta e la sua estrema fragilità che facevano venire voglia a chi le stava intorno di proteggerla con tutte le forze.
-Elizawin, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Io, sai, la affronteremo questa cosa, se la prendiamo in tempo, possiamo prendere i rimedi e gli unguenti giusti. E poi papà ha fatto tante di quelle offerte al San Mungo, ha addirittura finanziato l'apertura di un intero reparto per lo studio dei disrturbi come questi.-
-No! Devi ascoltarmi!- Eliza lo spinse via andando a sedersi sul letto, vicino a Zabini. -Non sono matta, sul serio.-
Zabini si mise a sedere, accogliendola tra le braccia mentre lei prendeva a singhiozzare.
-Forse dovremmo calmarci tutti eh Draco? -
Il biondo sospirò, chiudendo gli occhi e tentando di calmarsi. Tutta quella situazione lo stava destabilizzando.
-Draco...- Annuì sentendo la voce delicata della ragazza giungergli dal riparo delle braccia del suo migliore amico, odiato da lei tra parentesi. -...non facciamo nulla. Per ora, non facciamo nulla, ti assicuro che non sono pazza. Se poi più avanti riterrai che io lo sia davvero non mi opporrò, ma fidati di me. Io lo so com'è quando non ci si sta con la testa e io non sono pazza.-
Draco sospirò sedendosi sul suo letto e allargando le braccia in cui Eliza si catapultò tempestivamente lasciando Zabini solo sul suo letto. -Va bene, per ora va bene.-
Sentì la ragazza ridacchiare tristemente. -Tanto se qualcosa non dovesse andare la Granger se ne accorgerebbe subito. Non sono stupida eh, me ne sono accorta di essere la nuova affascinante avventura del trio di Potter...-
Sorrise su quei capelli morbidi e scuri Draco, abbracciandola stretta e facendosi cullare tra le braccia amorevoli e calde di morfeo.



   
 
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