Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: QueenVLondon    06/11/2011    7 recensioni
Una piovosa serata autunnale. Un ragazzo e una ragazza si incontrano. Degli sguardi rubati in un pub. Scatta qualcosa. Ma, qualche mese dopo, lui viene scritturato per il ruolo del celebre vampiro Edward Cullen in “Twilight”.
Riusciranno i due a resistere alla pressione dei media, della Summit e al fascino che Kristen Stewart sembra esercitare su di lui?
Uno sguardo su Robert Pattinson dal 2007 ad oggi, ovviamente anche se mi riferisco almeno in parte a fatti reali, il resto è frutto della mia immaginazione... o forse no?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il volo Firenze-Londra fu abbastanza tranquillo, tuttavia le due ore di viaggio trascorsero fin troppo velocemente... Una volta atterrati a Gatwick, mi diresse verso la fermata del treno per far ritorno a casa.

Scesa dal treno, presi la metro, dopodiché camminai per un paio di isolati prima di raggiungere il mio appartamento.

Appena svoltai l'angolo, la prima cosa che notai fu Rob.

Il suo volto si illuminò non appena mi vide e camminò sorridente verso di me.

Era una giornata nuvolosa, ma portava comunque il suo solito cappellino da baseball. L'avevamo comprato insieme al mercatino di Portobello qualche settimana prima.

Non capii davvero quanto mi fosse mancato, finché non fu a due passi da me.

Come avevo potuto esitare, anche se solo per un istante?

Rob afferrò la mia valigia e poi mi baciò. Quel contatto fu come una scarica elettrica, non avrei più voluto staccarmi da lui. Restammo avvinghiati per qualche minuto, poi si allontanò da me, mi prese per mano ed insieme entrammo nell'appartamento.

Lì con lui mi sentii davvero a casa.

 

Due settimane dopo.

Io e Rob eravamo a cena da Pizza Hut, lo stesso locale in cui eravamo andati la prima volta e stavamo chiacchierando del più e del meno quando il suo cellulare squillò. Appena lo afferrò e vide il display, osservai la sua espressione da rilassata farsi improvvisamente preoccupata. Mi guardò per un attimo, dopodiché uscì senza dire una parola.

Dal modo in cui se n'era andato, immaginai che dovesse trattarsi di qualcosa d'importante.

Non avevamo più parlato del suo provino, ma sapevo che ci stava pensato comunque.

Sospirai e sperai che tornasse con buone notizie. Dopo cinque minuti che attendevo da sola al nostro tavolo, iniziai ad innervosirmi e, per attimo, pensai di uscire.

Stavo giusto per alzarmi e raggiungerlo, quando lo vidi rientrare. La sua espressione era indecifrabile.

Tornò rapidamente al tavolo e si sedette senza dire una parola e senza guardarmi. Infine alzò la testa e posò il suo sguardo su di me. Era ancora indecifrabile.

“Allora?”, gli domandai per spingerlo a parlare.

“Sono dentro”, disse, senza aggiungere altro.

“Sei dentro?!”, gli chiesi di nuovo, per essere certa di aver capito bene il senso delle sue parole.

“Sono dentro”. Ripeté privo d'espressione.

“E' magnifico, Rob!” Esclamai.

Perché non stava esultando con me?

Sembrava ancora sotto shock, chiaramente non si aspettava di avercela fatta. Tendeva sempre a sottovalutarsi, ma stavolta doveva godersi questa vittoria.

Gli sorrisi e gli accarezzai i capelli. Lui mi prese l'altra mano, poi esclamò, stavolta con entusiasmo: “Ce l'ho fatta davvero!”

Mi sporsi sopra il tavolo, gli afferrai il viso e lo baciai. E fu in quel preciso momento che mi resi conto di amarlo.

Credevo di aver amato anche il mio ex, ma mi resi improvvisamente conto che quello non era mai stato vero amore. Era stato solo affetto, soltanto amicizia.

Ma fra me e Rob non era affatto così: mi sarei gettata nelle fiamme affinché non ci finisse lui. Avrei fatto qualunque cosa se me l'avesse chiesto. Se mi avesse proposto di partire, lo avrei seguito in capo al mondo.

Semplicemente, lo amavo.

Mi staccai da lui e, dopo che fummo usciti dal ristorante, passeggiammo per un pò in silenzio tenendoci per mano.

Ma quando arrivammo a Trafalgar Square, lo guardai negli occhi e gli dissi quello che non avevo mai avuto il coraggio di dire prima.

“Ti amo”.

“Ti amo anch'io”, mi sussurrò e poi mi baciò appassionatamente sulle labbra.

 

  
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