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Autore: rospina    06/11/2011    1 recensioni
La seconda guerra mondiale incombe sull'Europa e sull'Italia, tutto appare uguale e diverso da sempre, perchè il vento impone la sua danza e i suoi tempi e non resta altro che muoversi ai suoi ritmi per non essere spazzati via...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Federico e Fabio lasciarono le due donne da sole, entrarono nel piccolo ufficio della quale si serviva quest’ultimo per gli incontri informali, dove comunque parlava sempre e solo di questioni lavorative e politiche. Finalmente soli si mostrarono senza maschera l’uno di fronte all’altro, e fu Federico che svanito il suo sorriso di convenienza disse:

“Alla fine hai ottenuto ciò che volevi! Giulietta è tua!” la sua voce era piena di astio, e Fabio con un ghigno sul volto si limitò ad annuire, non voleva di certo far capire al suo rivale che aveva equivocato, che Giulietta non lo voleva ma era piena di gratitudine, no questo mai, non lo avrebbe mai detto a Federico Sepùlveda, che se ne andasse al diavolo una volta per tutte quell’argentino invadente che non voleva far altro che rubarle la donna. Non rispose ma si limitò a sorridere diabolicamente. E vide negli occhi dell’uomo che le stava di fronte, calare un velo di infinita tristezza, e fu proprio con la morte nel cuore che Federico cambiò discorso:

“Allora, io sono venuto fin qui per parlare di affari, non certo di donne da quattro soldi!”

Ma nessuno seppe comprendere, o immaginare il dolore che provò l’ambasciatore argentino al solo pronunciare quelle parole, che servivano più ad allontanare il suo sogno d’amore che altro.

Fabio Paris, senza perdere il suo ghigno di soddisfazione non rispose alla provocazione, e disse mettendosi le mani sul panciotto grigio che indossava:

“Era ora che parlassi da uomo d’affari, noi vogliamo ancora tanto argento, la nostra causa e quella tedesca ha bisogno di finanziamento, adesso più che mai … siamo molto vicini alla conquista del mondo, e credo proprio che l’Argentina, l’Italia  e la Germania combattano su un fronte comune …”

Altre parole uscirono dalle loro labbra, ignari che fuori dalla porta una Giulietta, scossa e sconvolta aveva udito le loro parole.

Donna da quattro soldi, era stata definita dall’uomo che amava più della sua vita.

E poi Fabio … definiva ancora una giusta causa quella guerra senza fine. Le gambe di Giulietta parvero paralizzarsi. Aver udito quelle parole era stato per lei uno shock. Che fare? Non lo sapeva minimamente, era stata colta impreparata a tutto questo. Credette di piangere. Ma non una sola lacrima cadde dai suoi occhi. Tante il volte il destino si era preso gioco di lei in quegli ultimi anni, ma stavolta era differente, a prendersi gioco di lei, del suo cuore erano Fabio e Federico, i due uomini che avevano condizionato gli avvenimenti della sua vita. La porta si aprì, e di fronte si ritrovò proprio loro, non appena la videro si accostarono a lei. Federico rimase indietro, lasciò Fabio Paris accanto a lei, ormai lui non aveva più diritti su quella meravigliosa creatura, forse non ne aveva mai avuti. Giulietta li guardò schifata, non voleva neppure farsi sfiorare, ma alle insistenti domande dell’uomo che chiedeva se si sentisse male, dato il pallore del volto lei rispose tranquillamente:

“Nulla, solo un capogiro …”

Chiamò Diletta, che era poco distante da lei, la prese per un braccio e insieme si diressero verso la stanza di Giulietta. Donna Adelina, che in quel momento passò di li, lanciò l’ennesima battuta al veleno:

“Ah, povera Giulietta, non credo si renda conto di quello che le succede … ma tra qualche mese tutti vedranno i suoi cambiamenti”

Federico già pallido in volto assorbì il colpo allontanandosi.

Inès  era ancora nel salotto ad attendere l’arrivo che suo fidanzato. Stava sorseggiando una tazza di tè nel silenzio totale. Vide comparire Fabio Paris. Delicatamente posò la tazzina sul tavolino e si alzò in piedi. Il suo cuore iniziò a battere velocemente, ma con calma apparente chiese:

“Che succede?”

Silenzio.

“Posso aiutarla in qualche modo?”

Mentre parlava si preoccupava di guardare la porta, per assicurarsi che nessuno entrasse. Come sospinta da qualcosa che neppure lei conosceva sollevò una mano e carezzò i capelli scompigliati dell’uomo, sentì il suo cuore scapitare nel petto. Non le era mai capitato prima, a dire il vero, le era già successo una volta, qualche sera prima, quando lo vide per la prima volta. I suoi occhi erano stati catturati da lui, che  come sempre guardavano solo Giulietta e null’altro.

Una fitta al cuore.

Una fitta di dolore.

Forte.

Questo provò Inès, che subito intuì che non era un male fisico reale, capì che il suo dolore non veniva dal cuore come organo involontario, ma veniva dal quel nuovo sentimento che stava nascendo in lei. Un sentimento che non aveva mai provato prima. Guardava Fabio Paris, non riusciva a pensare ad altro che a lui, non poteva staccare i suoi occhi da lui. lo scrutava in ogni singolo tratto, era così diverso da Federico. I suoi lineamenti rivelavano durezza e concretezza. Il suo sguardo sicuro e deciso;nelle poche volte che Inès aveva potuto incontrarlo, aveva visto in lui note di dolcezza solo quando guardava Giulietta Paso, o parlava di lei. Sentì la rabbia impossessarsi di lei, ma si placò udendo la voce dell’uomo che aveva accanto:

“Vuole davvero sapere cosa mi sta accadendo?” non attese risposta e proseguì

“Vorrei che Giulietta fosse come lei!”

“Si sbaglia … sono io che vorrei essere al posto di Giulietta” lo disse tutta d’un fiato

“Ma non lo è … credo che mai nessuno potrà prendere il suo posto … la amo da morirne, la guardo e lei non mi vede, l’aiuto e lei … mi è solo riconoscente. Tutto questo mi fa morire dal dolore!”

Sarebbe potuto morire per amore di Giulietta Paso!

Questa volta un colpo forte arrivò al cuore di Inès che divenendo prontamente pallida, cadde fra le braccia dell’uomo.

 Svenuta.

Paris vedendola così, provò paura e pena. La poggiò sul divano, e corse a chiamare aiuto. Comparve Adelina che prontamente le procurò dei Sali per farla rinvenire. Una volta che riaprì gli occhi, mandò a cercare Sepùlveda.

Era un Federico disperato quello che batteva incessantemente alla porta. Dietro vi era Giulietta. Seduta sulla sedia di fronte alla sua specchiera pareva assente. Con lo sguardo perso nel vuoto, sperava che le cadessero lacrime, i suoi occhi rimasero asciutti. Dopo qualche istante andò ad aprire.

“Oh Giulietta!” l’uomo si avventò su di lei, le prese le mani e le baciò ardentemente. Gli occhi fissi su di lei, da quanto tempo aveva desiderato rivederla e stringerla? Adesso era li di fronte a lui; alta e fiera, i capelli più corti la rendevano altera, ma il suo sguardo la tradiva. Era sempre la stessa. Poco distante sul pavimento vi era la sua camelia rosa. Federico la notò subito, e capì che era stata buttata proprio da lei, si accostò a lei disperato e chiese:

“Dimmi che non è vero …”

Lei non rispose e lui proseguì :

“Dimmi che non è vero quello che dice Donna Adelina, dimmi che non aspetti un figlio da quell’uomo orribile”

Lei rise. Un riso amaro e beffardo:

“Cosa ti interessa?”

“ti amo! Te l’ho gia detto ricordi? Non appena ti ho rivista ti  ho detto che il mio cuore non ha mai smesso di amarti, e mai potrà farlo, oggi lo confermo. Ti amo! Ti amo … so di aver sbagliato andandomene, non voglio sbagliare ancora … se solo potessi tornare indietro ti giuro che non rifarei tutto quello che ho fatto,  sono mille e mille le cose che cambierei, ho sbagliato tutto in questi ultimi anni, tranne una cosa : amare te! –vide lo sguardo diffidente di Giulietta ma proseguì –sono tornato in patria senza dirti nulla, perché non sapevo cosa sarebbe successo, non sapevo se dovevo partire per combattere questa stupida guerra, e poi sarei voluto tornare molto tempo prima, ma mio padre me lo ha impedito, ti avrei scritto, ma cosa? Non avevo nulla da raccontare se non che stavo soffrendo … e non trovavo via d’uscita!”

“Complimenti! Devo dire che come giustificazione non è niente male, diciamo che io credo che le cose siano andate un po’ diversamente, vediamo un po’ se riesco a spiegartele, dovevi tornare a casa tua, perché c’era una donna ad aspettarti, infatti torni con Inès. Poi non mi scrivi per non farmi soffrire? Per cosa avrei dovuto soffrire? Per te? Ho sofferto lo stesso! Grazie! Devo dire che te la sei passata davvero male, cene, feste, sbaglio o sei un ambasciatore? Non siete voi che giocate  a fare la guerra solo sulla carta? Tanto non siete voi che andate a morire! Aveva ragione Sabrina a dirmi di dimenticarti, di lasciarti perdere e dare un’occasione a quel poveraccio che mi ha tolto dalla strada quando ormai non avevo più nulla da perdere …”

La porta si aprì di scatto e il silenzio calò fra loro. Apparve Diletta con il piccolo Alessandro fra le braccia, che non appena vide la zia scese di corsa e le andò incontro:

“Zia! Voglio uscire, ma Diletta non ha voglia, ti prego vieni con me! Chiedi anche a zio Fabio se viene”

Giulietta lo guardò con dolcezza, e passandole una mano fra i capelli biondi si accasciò per poterlo guardare negli occhi:

“Amore, adesso non è possibile, però ti prometto che più tardi giocherò con te tutta la sera!”

“Davvero? Me lo giuri?”

La donna annuì, e fu allora che Alessandro scappò via correndo per andare a cercare un gioco da fare con la zia.

“Devo dire che è davvero cresciuto …” affermò Federico

“Si è un vero ometto, è tutta la mia vita”

E tu sei la mia … pensò Federico ma tacque e chiese:

“Perché gli permetti di chiamare Fabio zio? E Sabrina? Gabriele? Dove sono?” quante domande tutte assieme, domande alla quale Giulietta doveva e voleva dare una risposta, e con voce più calma e dolce spiegò:

“Non pensare che lo chiami zio perché io e lui stiamo insieme, no! Lo chiama zio perché in questi ultimi tre anni si è preso cura di lui, senza remore o scontenti, lo tratta come se fosse suo figlio, Sabrina e Gabriele sono stati fatti prigionieri dai tedeschi –la sua voce tremò –è solo un miracolo se non hanno preso anche Alessandro, e così me lo sono portato con me, è stata proprio Sabrina a chiedermi di crescerlo, poi per fortuna ho trovato Fabio, che non era scomparso, ma anzi è riapparso ad aiutarmi, mi chiedo anche cosa veda in me per amarmi così tanto da non volere nulla in cambio, vorrebbe solo il mio cuore … e io voglio darglielo, mi sto impegnando per farlo! Voglio poter restituire a lui un poco di ciò che ha fatto per me”

Federico la guardò incredulo; davvero la sua Giulietta era pronta a vendersi per gratitudine? Per la prima volta non la riconobbe. Poi un lampo invase la sua mente: e se lei avesse già iniziato ad amarlo? Non poteva permetterlo, sapeva che non poteva avanzare diritti, ma il cuore ha ragioni che la mente non conosce, e per questo non voleva che proprio lei si legasse a Fabio Paris , fu per questo che chiese:

“E cosa avrebbe fatto lui per te?”

“Davvero non si vede? Guardami … non sono più la stessa! Mi ha vestito, mi ha dato una casa … alleva Alessandro come se fosse suo e cosa più importante : sta cercando Sabrina, cosa per niente facile! Lui è a contatto con i tedeschi perché è obbligato, lo capisci questo?”

“Questa è davvero bella! Lui non ha fatto nulla di straordinario, è talmente pieno di soldi … io avrei fatto lo stesso per te, se solo ci fossi stato”

“Ma non c’eri!” gli urlò in faccia

Lui fece un passo verso di lei e prendendola per i polsi:

“io non c’ero, hai ragione, ho commesso un piccolo errore, ma ti assicuro che sto facendo di tutto per rimediare …”

“E come vorresti rimediare? Tornando in doppio petto , essere fedeli ad una causa che avevi sempre definito abominevole e infine definirmi una donna da quattro soldi?”

“Tu non puoi capire a cosa mi serve questo dannato vestito!  Vuoi davvero sapere cosa faccio vestendomi da gran signore? Serve ad ingannare che vuole portare avanti questo inutile massacro di vite umane, sono tornato per far si che il mio paese smetta di sporcarsi aiutando e finanziando questo scempio, e se voglio farlo devo ingannare chi mi sta di fronte, perché non posso sapere chi mi è nemico o viceversa … sono persino riuscito ad ingannare mio padre, facendogli credere di essere divenuto ciò che lui ha sempre voluto e sperato … perché non voglio essere ricordato come il boia! E se ti ho definito donna da quattro soldi … è stato solo per gelosia! Pura gelosia, perché questo sentimento fa dire cose che non pensi … perdonami”

Giulietta tacque. In quell’istante riconobbe Federico.

L’uomo giusto.

Idealista.

La persona che aveva conosciuto  qualche anno prima, poté rivedere la persona che l’aveva fatta innamorare perdutamente, fino ad abbattere le barriere della distanza e del tempo. Iniziarono a scenderle piccole lacrime, proprio quelle che aveva perduto ormai da tempo, quando lo sentì dire:

“appena ho rimesso piede in questa meravigliosa terra ho pensato a te, non ho mai smesso di farlo, anche quando ero all’altro capo del mondo, ma finalmente avevo la possibilità di cercarti, proprio li, nella tua vecchia casa, dove non è rimasto quasi nulla, ma ho trovato questa …”

da una tasca interna della sua giacca sfilò una foto ingiallita: un sorriso e i capelli scompigliati dal vento.  Erano passati diversi anni da allora, ma Giulietta ricordava perfettamente quando l’avevano scattata, per la prima volta si accorse che Federico in quella foto, non guardava dritto di fronte a se, ma  lei. La stringeva e le sorrideva: ammirandola. Non credette  ai suoi occhi, tremante la prese in mano.

Ora gli credeva!

Credeva che lui, non appena tornato dall’argentina era andato a cercarla, adesso aveva visto che lui l’amava già prima di partire; lo abbracciò … quanto desiderava farlo da tempo … il suo profumo la inebriava, il suo cuore palpitava come allora e anche di più, in quel momento si rese conto di quanto fosse grande l loro amore.

Federico le scostò i capelli dalla fronte, le passò una mano sulle guance arrossate, i grandi occhi neri erano pieni di lacrime non cadute, con il dito le ripercorse le linee perfette delle labbra e la baciò. In quel momento quelle piccole perle salate le percorsero il volto, copiose. Era da troppo tempo che tratteneva il suo  pianto. Federico pensò che in quel momento gli sarebbe scoppiato il cuore per la gioia, lei lo amava ancora.

   
 
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