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Autore: xenascully    06/11/2011    3 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Freneticamente, Tony si guardò attorno da dove se ne stava in ginocchio, tenendo stretto il corpo di Gibbs in preda alle convulsioni al meglio delle sue possibilità. Fu in quel momento che vide il cellulare di Gibbs appoggiato sopra un cuscino del divano. Si allungò per afferrarlo, avvicinandoselo con la punta delle dita.

Digitò rapidamente il 911 e tenne il cellulare all’orecchio aiutandosi con la spalla così da poter continuare a tenere fermo il suo capo. “Qui è l’Agente Speciale Anthony DiNozzo dell’NCIS.” Disse quando ottenne una risposta. “Mi serve un’ambulanza, ora! Ho un Agente a terra!” Gli si incrinò la voce mentre parlava, dando loro l’indirizzo.

“Signore, le sto mandando qualcuno, in questo momento. Può dirmi cos’è successo?”

“È collassato.” Le disse. “Ha subito un colpo alla testa; una commozione cerebrale. Ma è semplicemente collassato e ha cominciato ad avere le convulsioni…”

“Sa come gestire una vittima di convulsioni, Agente DiNozzo?”

“Sì.” Scattò lui.

“Bene. Può dirmi da quanto vanno avanti?”

“Um…sarà già passato un minuto, ormai. Forse di più…senta, è tutto quello che so. Devo andare; devo chiamare il suo medico.” Terminò la chiamata, anche se gli era sembrato di sentire delle proteste. Poi digitò il numero di Ducky…

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“Anthony, qual è il problema?” Chiese Ducky una volta sentita l’urgenza nella voce dell’uomo più giovane.

“È Gibbs, Ducky.” Gli disse. “Ho chiamato un’ambulanza…”

“Cos’è successo?” Chiese Ducky alzandosi dal suo tavolo, dirigendosi verso l’attaccapanni.

“Non so che gli sta succedendo.” Tony era chiaramente agitato, ma era ancora in controllo di sé stesso. “Stavamo parlando. Poi si è alzato e si è preso la testa fra le mani come se avesse sentito del dolore. E poi, è caduto a terra, in preda alle convulsioni…Sono già passati due minuti, Ducky…Aspetta…” Ci fu una pausa e dei rumori di sottofondo mentre Ducky afferrava il suo cappotto e le chiavi.

Si voltò verso il suo assistente e sussurrò. “Devo andare, Jimmy; è un’emergenza. Ti chiamerò.”

“Va bene, Dr. Mallard.” Jimmy sembrava preoccupato, anche se non sapeva cosa stava succedendo.

“Si è fermato.” Risuonò la voce di Tony, finalmente, dall’altra parte della linea. “Ducky, sembra che le convulsioni siano finite.”

“Va bene, ragazzo mio. Sto partendo adesso. Ci vediamo all’ospedale. Andrai con lui, vero?”

“Sì. Grazie, Ducky.” La chiamata terminò lì.

Ducky non poteva fare a meno di sentirsi preoccupato per il suo amico. Probabilmente, Gibbs non aveva permesso all’ospedale di esaminarlo come si deve il giorno prima. Senza dubbio a quel tempo era stato ansioso di assicurarsi che i suoi Agenti fossero fuori pericolo, ma ora sembrava proprio che avesse commesso un errore madornale nel non lasciarsi controllare…

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Gibbs gemette esausto, cercando di aprire gli occhi e capire perché, esattamente, era mezzo per terra.

“Capo?” La voce preoccupata di Tony risuonò da qualche parte sopra di lui, e Gibbs riuscì ad aprire gli occhi, momentaneamente.

“Che successo?” Chiese, in un mezzo sussurro.

“Hai avuto le convulsioni.” Gli disse Tony; la voce incrinata.

Fu in quel momento che Gibbs realizzò di essere mezzo in grembo a Tony, stretto fra le sue braccia tremanti. Gibbs sollevò un braccio e cercò quello di Tony, dandogli una leggera pacca. “Sto bene.”

“No, non lo credo affatto.” Rispose Tony. “Non gli hai permesso di darti un’occhiata, ieri, vero?” Era più un’affermazione che una domanda. Gibbs sospirò, desiderando di avere la forza per alzarsi, proprio in quel momento. “Beh, glielo permetterai oggi. L’ambulanza sta arrivando, e io vengo con te.”

“Tony…”

“Non provarci, Gibbs. Non provarci neanche…Potresti avere qualcosa di grave.” Sentì le sirene dell’ambulanza che si avvicinavano. Prese gentilmente il viso di Gibbs fra le mani quando lui cercò di scostarsi, testardamente. “Hey…rimarrò con te, fino alla fine.” Gli sorrise lievemente dicendogli esattamente la stessa cosa che lui gli aveva detto, la notte prima.

Gibbs ci pensò a lungo. Poi, rassegnato, rilasciò un lungo respiro.

Sentirono i medici alla porta…

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Tony camminava avanti e indietro per la sala d’attesa del Pronto Soccorso. Lo faceva piuttosto lentamente, non voleva rischiare un altro attacco di panico. Ma non poteva starsene seduto.

Lungo il viaggio in ambulanza, Gibbs si era fatto sempre più stanco. Fra tutto quello che era successo qual mattino, per qualche motivo, fu quello a spaventare di più Tony. Stavano parlando, fra le domande dei medici, e lui all’improvviso si era…fermato. I suoi occhi si erano fatti distanti.

Ducky era lì in attesa, quando l’ambulanza era arrivata a Bethesda con i due Agenti. Ora era con loro, dopo aver insistito perché al suo amico venissero fatti gli esami appropriati. Ora Tony stava aspettando…Aspettare era assolutamente la cosa peggiore. Decisamente non era uno dei suoi punti forti.

Venne distratto dai suoi pensieri quando il cellulare che aveva in tasca cominciò a suonare. Tirandolo fuori, si accorse che era quello di Gibbs, e che quindi avrebbe dovuto fare a meno di rispondere. Ma quando vide il nome di Abby sullo schermo, capì di dover rispondere.

“Hey, Abs.” Disse, con tutta la calma che riuscì a trovare.

“Tony? Credevo di aver digitato il numero di Gibbs…”

“Sì, ho il suo cellulare.”

“Beh, puoi passarmelo? Volevo solo sapere se potevo passare a trovarlo.”

“Non…posso passartelo, Abby.” Le disse; la voce che tremava leggermente.

“Perché no? Cosa c’è? Dalla tua voce sembra che sia successo qualcosa…Dimmi che Gibbs sta bene, Tony…”

“Non posso…”

“Oh mio Dio…Tony dimmi qualcosa!” La paura nella sua voce era uguale a quella che sentiva Tony.

“H-ha avuto un attacco di convulsioni.” Le disse. “Siamo a Bethesda. Gli stanno facendo degli esami o qualcosa…”

“Sto arrivando, Tony.” Gli disse, notando lo shock nella voce dell’amico. “Con me c’è McGee. Arriveremo fra dieci minuti, va bene?”

“Sì. Va bene. Devo andare, Abs.” Le disse prima di terminare la chiamata, vedendo Ducky che usciva dalle porte del Pronto Soccorso. “Come sta?” Chiese, ansiosamente.

“Hanno trovato un’emorragia cerebrale.” Cominciò Ducky. “Lo stanno portando in sala operatoria in questo momento.”

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