Un secondo.
Un secondo per notare il ragazzino osservarlo
paralizzato..
Un secondo per realizzare che stava baciando una donna
davanti a lui..
Un secondo per cominciare a corrergli dietro..
Un secondo per assistere al suo incidente..
Un secondo..
..Per rendersi conto che l’idea di perderlo gli fermava
il cuore..
Senza sprecare tempo prezioso a chiamare un’ambulanza e
stare ad aspettare tanto, prese cautamente Kurapika tra le braccia stando bene
attento a non toccare parti pericolose, come da manuale, per poi gettarsi in
una corsa disperata verso l’ospedale. Quando arrivò non perse tempo a cercare
un medico per operarlo, l’avrebbe fatto lui con le sue mani, chiamò degli
infermieri che gli portarono velocemente una barella dove Leorio poggiò
delicatamente il corpo fragile del ragazzino. Dopo essersi accuratamente
abbigliato in modo adeguato per poter eseguire l’operazione si avviarono in
fretta nella sala dove l’aspettavano altri due medici.
Kurapika non doveva morire..
Lui doveva salvarlo..
Doveva salvarlo
a tutti i costi..!
L’operazione durò decisamente troppo a lungo, più volte
aveva rischiato il suo arresto cardiaco, ma si diceva che doveva farsi forza,
che doveva pensare che era un altro qualsiasi dei loro pazienti, perché se
pensava che era Kurapika avrebbe cominciato a tremare e non sarebbe stato in
grado di salvarlo.
Quando tutto finì, sentì un sollievo enorme e dopo
essersi ripulito per bene andò nella sua stanza e vide che ora il ragazzino
dormiva beato come un bambino. Prese una sedia sedendosi accanto a lui e
prendendogli una mano, una lacrima solcò il suo volto.
Aveva avuto paura…
Paura che da un momento all’altro l’avrebbe perso…
Ed ora era lì davanti a lui…
Sano…
E salvo…
Ringraziò tutti i santi che conosceva per avergli dato la
forza di continuare l’operazione e di permettergli così di salvare la vita al Kuruta. Ora era lì
che lo osservava, aveva solo una benda bianca intorno alla fronte coperta dai
suoi capelli, il suo viso ora gli sembrava così dolce.
Passò molte ore a vegliare su di lui e poté notare che
nessuno era venuto a trovarlo, era rimasto sempre lui vicino a Kurapika, in
quel momento Leorio capì che il ragazzino aveva solo lui. Gli rimase vicino
fino a sera, fino a quando il suo telefono vibrò nella sua tasca, lo prese e
vide che era Cristy, decise di non rispondere, le avrebbe mandato un messaggio
più tardi.
Leorio poggiò le braccia sul letto e la testa sopra
addormentandosi. Dopo qualche ora, Kurapika aprì lentamente gli occhi,
all’inizio vedeva tutto sfocato, quando riuscì a mettere a fuoco la stanza si
rese conto di essere all’ospedale. Si mise istintivamente una mano sulla fronte
sentendo delle bende, l’ultima cosa che ricordava era di essere stato buttato a
terra dalla frenata di una macchina. Gira la testa e vede Leorio che dormiva
appoggiato al suo lettino, probabilmente gli era rimasto vicino per tutto il
tempo ed arrossì un po’.
“Leorio..” Sussurra per poi mettere una mano sulla sua
testa. Era da tanto che non lo vedeva ma non era cambiato affatto, era felice
di vederlo lì vicino a lui e sorrise debolmente. Quando poi ripensò alla scena
a cui aveva assistito il suo cuore si fermò di nuovo ed assunse un’aria triste.
Gli accarezzò lentamente i capelli e gli scese una lacrima, sperava che almeno
fosse felice con lei.
Passarono
diversi minuti prima che l’uomo si svegliasse, ed il biondo era rimasto tutto
il tempo a carezzargli la testa, il più grande socchiuse gli occhi, beandosi
silenziosamente di quella dolce sensazione della sua mano carezzarlo, quando
poi, per correttezza, alzò la testa guardandolo ed attirando così la sua
attenzione.
“Oh
Leorio ti sei svegliato..’’
Incredibile..
risentire quella voce così confortevole per le sue orecchie così da vicino, e
poter ammirare il solito sorriso tranquillo e sereno su quel viso fin troppo
dolce, fu un qualcosa che non riuscì a spiegarsi, una strana ma calda
sensazione avvolgerlo.
‘’Non ti
hanno mai insegnato che prima di attraversare si guarda la strada?’’
Il ragazzino lo guardò, dispiaciuto,
per poi fissare il soffitto, sospirando sonoramente. Sapeva di avere sbagliato,
e alla grande anche.
‘’Mi dispiace… Sono stato un incosciente,
lo ammetto.’’
Disse allora
, sapendo comunque di non avere delle scuse per quel comportamento che non gli
si addiceva affatto, non era proprio da lui non controllare le sue emozioni e
lasciarsi prendere così alla sprovvista.
‘’Ad ogni
modo… è andato tutto bene per fortuna,
non ci sono stati danni gravi, per questa notte resteremo qui in ospedale e
domani ti porterò a casa con me, preferisco tenerti sotto controllo
personalmente’’
L’altro
rimase alquanto stupito nel trovare l’uomo così ‘serio’, maturo quasi, rispetto
all’ultima volta che lo aveva visto, e sorriso, come divertito, chiudendo gli
occhi.
‘’Sei
diventato proprio un bravo dottore eh..’’
Leorio si
portò una mano dietro la testa, massaggiandosela con il suo solito modo di
fare, che ricordava fin troppo bene.
‘’..Ad ogni
modo non devi preoccuparti per me, torna a casa e riposa, ci vedremo domattina’’
Ma lui
scosse la testa, non era d’accordo con le sue parole. Si alzò da lì, uscendo
per diversi minuti dalla stanza del biondo, andando a parlare col suo collega
Capo reparto, così da poter portare Kurapika a casa propria quanto prima. Anche
se in diverso tempo, riuscì a convincerlo e lo andò a comunicare al ragazzino
che, rassegnato dall’euforia di Leorio, accettò le sue condizioni senza opporre
più resistenza.
La notte,
il dottore, la passò accanto all’amico, come aveva detto, per poi, mentre stava
dormendo, portare a casa il ragazzo ancora privo di sensi, appena entrato lo
stese sul letto, coprendolo con lenzuolo mentre controllava che in casa avesse
tutto l’occorrente per prendersi cura di lui. Appurato ciò, tornò nella stanza,
sedendosi accanto a lui, osservandolo silente, così, senza motivo. Aveva un
viso decisamente dolce in quel momento, con i capelli biondi che ricadevano sul
viso e sul cuscino, girato da un lato, e gli sposta delicatamente delle ciocche
di capelli.
Eppure qualcosa era strano..
Quell’espressione l’aveva già vista..
La ricordava bene, come se la vedesse
spesso..
‘’Leorio…’’
mormorò il biondo nel sonno, come se sentisse la presenza dell’uomo accanto a sé,
mentre ancora il moro lo fissava quasi spaventato, non riuscendo a capire cosa
gli stesse prendendo. Avvicinò maggiormente il viso a quello del ragazzo,
arrivandogli vicinissimo, per osservarlo meglio. Splancò gli occhi, tirandosi
subito indietro e guardandolo sconcertato.
Quel viso..
Quei sottili e morbidi capelli biondi..
Quegli occhi ora nascosti dalla palpebre,
profondamente azzurri…
Quella visione, quella che vedeva con ogni
donna, ora era fatta di carne ed era davanti a sé..
Non servivano molte parole per spiegare..
Solo una..
….Kurapika….