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Autore: Nannynnina    08/11/2011    0 recensioni
Voleva solo tornare a volare stretta nel suo abbraccio.
- Ti prometto che ritorneremo a volare insieme, lassù nel cielo, vive o morte che siamo.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una delle notti più buie che Ariah avesse mai visto. Buia in tutti i sensi.
Lassù, nel cielo, la luna e le stelle giocavano a nascondino con le nuvole. Laggiù, invece, lei giocava a nascondino con il nemico, un gioco ben più pericoloso. Nel bel mezzo della notte era stata svegliata di soprassalto dalla porta della sua camera che veniva sbattuta con forza contro il muro. Erano entrati, le avevano dato dei leggeri buffetti sulle guance per farla svegliare e l’avevano quasi trascinata per tutto il palazzo, fino alla stanza delle riunioni. Li aveva trovato i suoi genitori sconvolti.
Cosa diavolo stava succedendo? Solo ora si rendeva conto del frastuono che proveniva da fuori. Rumore di scoppi, sibili strani, mura fracassate e grida, tante grida. Era tutto orribile, e assurdo anche. Chi poteva volere la distruzione del palazzo reale?
La sua famiglia, la Famiglia Reale, aveva un ottimo rapporto sia con il popolo che governava, sia con gli altri Paesi. Da molti anni ormai, da prima ancora che i suoi nonni nascessero, non c’erano state rivolte interne né guerre esterne. Ora, tutt’un tratto, sembrava essere scoppiata una guerra in piena regola.
Ma se era scoppiata davvero una guerra, pur assurda che fosse quest’idea, perché tutte le persone più importanti si erano rintanate li dentro, sconvolte, impaurite e con tutta l’aria di non avere la minima idea di quello che stesse accadendo e di quello che avrebbero dovuto fare?
Corse verso i suoi genitori, loro sicuramente sapevano cosa stesse accadendo.
Appena vide le loro facce però, Ariah si rese conto che forse, dopotutto, non era così curiosa di saperlo.
Non li aveva mai visti così: non erano impauriti, erano terrificati, sconvolti e tremendamente tristi.
La madre piangeva ed era scossa da singhiozzi interminabili; il padre piangeva e, anche se stringeva la moglie tra le braccia per consolarla, sembrava lui stesso cercare forza e coraggio da quel contatto.
Quando incontrarono il suo sguardo le sembrò che il mondo stesse crollando e portando via con se tutte le sue sicurezze.
Era si una guerra, ma una guerra che nessuno di loro avrebbe mai osato pensare.
La strinse forte, la consolarono, le dissero cose che lei non capì. Doveva scappare, dicevano, andare lontano, in un Paese che nemmeno aveva mai sentito, non doveva tornare per nessun motivo, non prima di quella data. Quella data … la data del suo compleanno certo. Ma il suo compleanno era già passato da un mese ormai.
“Oh no! Non vorranno dire l’anno prossimo vero? Perché? Cosa sta succedendo e perché solo io devo scappare? “
In verità, non intendevano l’anno prossimo, ma cinque anni dopo. Non poteva tornare prima di aver compiuto diciotto anni. Il perché non riuscì a capirlo, ma le dissero che ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni, non sarebbe stata sola, c’erano delle persone ad aspettarla e l’avrebbero protetta ed aiutata.
L’abbracciarono ancora e le dissero addio.
Le dissero anche che, se dopo avesse preferito dimenticare e lasciar perdere, lo avrebbero capito e l’avrebbero perdonata.
Ma dopo, lei, non riuscì mai a dimenticare e a lasciar perdere.
 
  
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