Capitolo
1: The return
Sapete
quali sono le domande che mi pongo più frequentemente?
Cosa
sono? Perché sono qui? Dove sto andando?
Ormai
avevo una concezione del mio essere così distorta, che ogni giorno mi sembrava
di vivere la vita di qualcun altro, che ogni giorno non mi sembrava di vivere
affatto.
Non
ero mai stata la classica persona affetta da vittimismo, ma potevo affermare
con assoluta certezza che la mia vita faceva schifo.
Il
problema, forse, in quest'affermazione era il termine "persona". Sì,
forse il problema stava proprio lì. Io non ero più una persona, io ero un
qualcosa di abominevole, un mostro dalla breve vita.
Sì,
decisamente sarei campata poco, questo era assodato.
Mi
ritrovavo a 23 anni, oddio, teoricamente avrei 23 anni, con una vita incasinata
e con una personalità distorta.
Non
male, vero?
Ma
la causa primaria di tutto ciò, di tutto il mio malessere, del mio essere un abominio,
era da ricercarsi nella fottutissima, dannata, bastarda, maledetta,
egocentrica, autodistruttiva, malsana e vampiresca persona che corrispondeva al
nome di Damon Salvatore, che mi aveva lasciato bellamente dopo una notte di
sesso fantastico (ma avevo fatto veramente così schifo per farlo scappare in
quel modo?) per aiutare in teoria la donna di suo fratello ad
essere una brava personcina, in pratica per inseguire il suo
grande amore. Beh, ero arrivata a questa teoria: nulla di quello che mi aveva
detto quella famosa sera era vero.
Ebbene
sì, gente, Damon Salvatore era scomparso da ben cinque anni. Non una lettera, nè un messaggio, nè
un'apparizione e neanche un piccione viaggiatore. Nulla.
Le
tre persone più importanti della mia vita, i miei due grandi amici e il mio grande amore, mi avevano abbandonato di
punto in bianco, senza mai sentire l'esigenza di sapere se fossi ancora viva o
morta.
E
qui casca l'asino. Il mio fottutissimo grande amore.
Ma
grande amore un'emerita mazza! Scusate la volgarità!
Avevo
smesso di fare la crocerossina e dopo ben cinque anni della mia disastrosa vita
ero arrivata alla conclusione che io odiavo con tutto il mio essere Damon
Salvatore. Aveva fatto la cosa migliore ad andarsene, lui era solo un
fottutissimo autolesionista ed esimia testa di cazzo.
Vi
state sconvolgendo? Questa Angel non è quella che ricordavate?
Bene,
io sono un'altra persona e lo sono perché ho passato i cinque anni più
pericolosi e brutti della mia vita.
Ho
cominciato a fumare, bevo anche se non sono un'alcolizzata, ho imparato a
difendermi da sola, alias faccio quasi ogni venerdì sera dei combattimenti
clandestini, frequento delle compagnie poco raccomandabili, ma ha un suo
perché, fidatevi e seguo delle discutibili scelte di vita.
Sono
cambiata anche fisicamente. Avete presente il bello e tenero aspetto di un
angioletto? Beh, scordatevelo! I miei capelli sono cresciuti, arrivano alla
fine della schiena e con il tempo si sono scuriti fino a diventare neri, sono
dimagrita di molto, ma in compenso ho i muscoli e porto le lenti a contatto,
per nascondere un piccolo particolare che non sto qui a spiegarvi.
Vi
ho già accennato che ho avuto una mini storia con un demone millenario?
No?
Beh, è così.
Si
chiamava Nikolai, aveva i capelli lunghi fino al collo lisci e due magnifici
occhi rossi. Tutto contornato da un fisico da dio greco. Adesso eravamo amici e
occasionalmente amici di letto, occasionalmente eh! Tralasciando, però, il
piccolo particolare che era ancora innamorato di me.
Io
tenevo a lui, ma il primo posto nella mia vita era occupato da un'altra persona
e dopo Damon Salvatore le mie capacità di relazionarmi all'altro sesso erano
pari a zero.
Che
bello tutto questo vero?
Avanzai
con passo deciso verso l'entrata del bar, fasciata nei miei inseparabili jeans
neri strettissimi, canotta nera e vertiginosi stivali rossi.
-Buongiorno,
bella gente.- feci sorridendo, sorpassando tutti i dipendenti del locale.
Negli
ultimi tempi Mystic Falls era cambiata radicalmente: sempre meno esseri umani e
sempre più essere soprannaturali.
Ormai
la cittadina era diventata il covo delle speci
viventi più bizzarre.
Arrivai
davanti a una pesante porta di mogano scuro e, leggendo il nome sulla
targhetta, ghignai per l'eccentricità di quell'uomo.
-Buongiorno!-
entrai allegra nella stanza, senza nemmeno bussare.
-Buongiorno
a te, raggio di sole.- disse ironico Nikolai, mollemente appoggiato alla sua
enorme poltrona rossa.
-Dormito
bene?- feci angelica, prendendo posto di fronte a lui.
-Io
non dormo, dovresti saperlo bene.- mi rispose allusivo, inchiodandomi con i
suoi occhi rossi, nascosti molte volte da delle lentine
nere.
-Su,
non essere pignolo. Stavo solo cercando di fare conversazione.-
-Vai
al punto. Cosa ti serve?-
Feci
la finta indignata, appoggiandomi con le spalle allo schienale della poltrona.
-Dovrei offendermi. E io che volevo fare una visitina al mio amico preferito.
Beh, se non sono gradita, vado via.- mi alzai e raggiunsi la porta, ma, come
sapevo già sarebbe successo, Nikolai si parò di fronte a me, appoggiandomi le
mani sulle spalle.
-Hai
frainteso. Io ho sempre voglia di vederti, ma quando fai la gentile c'è sempre
qualcosa sotto.-
-Beh.-
dissi, togliendogli le mani dalle mie spalle e avanzando verso la scrivania.
-Questa volta ti sbagli. Mi sentivo sola.- sussurrai.
-Angel...-
Nikolai
venne verso di me e mi fece voltare, costringendomi a guardarlo. -Ancora
incubi?-
Io
abbassai lo sguardo, per poi riportarlo su di lui. -Già. Me ne serve
dell'altro, Nik.- dissi, guardandolo serio.
Nikolai
ghignò, per poi lasciarmi andare. -Ed ecco dove volevi arrivare!- sbottò
ironico, passandosi una mano nei capelli.
-Non
fare così! Sai che ne ho bisogno!-
-Quella
merda finirà per farti impazzire, vuoi ficcartelo in quel cervello bacato che
ti ritrovi?!- sbraitò, agitando le mani.
-Stai
esagerando! Non è droga, Nikolai! Mi fa restare semplicemente in me.-
-E'
peggio. Non è un prodotto del tuo mondo, è demoniaco. Tengo troppo a te per
permetterti di distruggerti.-
-Non
fare il melodrammatico!- sbottai infuriata. -Cosa succede se la prossima volta
me la prendo con lei, eh?-
Nikolai
si incupì, per quanto pericoloso sapeva che avevo ragione.
-Ty cosa ne pensa?-
-Lascia
furi Tyler da questa storia!- dissi con voce stridula.
-Ne
deduco che non ne sa nulla. Lui fa parte della tua vita adesso, si è preso cura
di te, di voi, in tutti questi anni, credo abbia il diritto di saperlo.-
Questa
volta fu il mio turno di incupirmi.
Era vero:
senza Tyler non sarei andata avanti. Era stato il mio unico punto sicuro in
questi anni terribili. Si era preso cura di me, come solo un fratello avrebbe
potuto fare.
-Lo
devo fare anche per lui.-
-No,
invece. Devi smetterla con questo spirito di autodistruzione. La vita va
avanti, non si può guardare per sempre indietro.- mi disse Nikolai serio.
-Io
non mi guardo affatto indietro.-
-Ah
no?- fece ironico, venendomi vicino. -E allora perché porti ancora questa?-
portò le mani al mio collo e prese tra le dita la collana con la piuma di
corvo.
Mi
ritrassi subito, come scottata dal suo tocco. Tenevo il ciondolo tra le mani,
come se volessi nasconderlo alla sua vista, come se mi sentissi sporca.
-Lo
tengo solo per ricordare a me stessa che amare significa distruggere e essere
distrutti.-
Nikolai
scosse la testa. -Ci sono diverse forme di amore, non è tutto marcio.-
-L'amore
per lei è diverso.- dissi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Ritornando
al problema centrale. Quella roba ti fa male e tu sei già in pessime
condizioni. Tutto questo ti ucciderà.-
-Ma
andiamo!- mi stufai io. -Siete tutti troppo melodrammatici.-
-Stai
già mettendo a dura prova la tua natura angelica. Sembra che tu non sia
contenta senza una bella maledizione.-
Scoppiai
a ridere. -Io non sono più un angelo da tempo, Nik e
se tu non vuoi aiutarmi, farò da sola.- detto questo uscii dal suo studio,
senza prestare la minima attenzione a Nikolai che mi chiamava.
-Ty! Sbrigati, sono le 22.30!- urlai dall'ingresso, rivolta
a un ritardatario Tyler.
Quel
ragazzo era più vanitoso di una donna e quando si chiudeva in bagno aveva la
capacità di starsene chiuso lì dentro tre ore.
Cosa
ci farà mai, poi?
Sbuffai
spazientita, picchiettando nervosamente il piede a terra. Decisi di ingannare il
tempo concedendomi una rapida occhiata allo specchio dell'entrata.
Avevo
un pantalone di pelle nero, una fascia fucsia che mi copriva solo il seno e
sopra una maglia di velo nera, semi trasparente e gli stivali fucsia col tacco
altro. Avevo lasciato i capelli sciolti e leggermente mossi, mentre sugli occhi
avevo un filo di matita e il rossetto rosso sulle labbra.
Sì,
poteva andare.
-Tyler!-
urlai spazientita, ma del licantropo neanche l'ombra.
Da
quando Caroline l'aveva mollato appena un anno fa, quel ragazzo era diventato
ancora più irascibile e vanitoso. E dire che prima lo era già a livelli
spaventosi.
Lo
stavo aspettando da più di mezz'ora e ormai la mia pazienza stava raggiungendo
il limite. Ma da che mondo era mondo, non erano i ragazzi a dover aspettare le
ragazze che finivano di prepararsi?
Dovevamo
andare al Fantasy, il locale di Nikolai ed eravamo già in ritardo. Diciamo che
noi due eravamo le "guest star". Andavamo lì ogni sabato sera e
mentre Tyler intratteneva le dolci donzelle, io mi divertivo a dimenarmi sul
palco.
Ovviamente
nessuno dei ragazzi presenti osava avvicinarsi troppo a me: tutti sapevano che
io ero la pupilla di Nikolai.
-Eccomi,
eccomi.- fece Tyler dalla cima delle scale.
-Complimenti,
amico mio.- gli dissi, una volta che mi raggiunse. -Sei davvero un gran
figone.- finii, tendendogli la mano.
-Anche
tu, sorella. Se non fossi chi sei, credo proprio che ci proverei con te.-
-Beh,
tesoro, è già successo!- gli dissi facendogli l'occhiolino e poco dopo uscimmo
di casa.
Arrivare
al Fantasy fu una questione di pochi minuti. C'era già una fila enorme, ma,
senza badarci troppo, raggiungemmo Mick, il buttafuori, ed entrammo subito.
L'atmosfera
era già calda: il locale era pienissimo e le luce a volte colore e a volte
scure conferivano una sorta di aura magica. Le cubiste erano ai loro posti e
Chris, il dj, aveva già cominciato a mettere della musica incredibile.
Io e
Tyler avanzavamo senza particolari difficoltà. Ci stavamo per dirigere al
tavolo di Nikolai, quando Tyler intercettò lo sguardo di una formosa e
"appetitosa" bionda e così lo persi tra la folla.
-Oi,
Nik.- feci, arrivando al tavolo e schioccandogli un
bacio sulla guancia. -Pienone anche stasera.-
-Già,
ma stasera la metà di loro non sono esseri umani.- fece gongolando.
-Temo
per l'altra metà, allora.- risposi sorridendo e ordinando un superalcolico.
-Di
già?-
-Beh,
meglio cominciare col meglio, no?- dissi, prendendo il bicchiere che il
cameriere mi offriva.
-Sono
d'accordo, socia.- fece, alzando il suo bicchiere di bourbon verso di me.
-Grande,
socio.- portai anche il mio bicchiere verso il suo, facendoli venire a
contatto.
-Stasera
sei di una bellezza incredibile.- disse, avvicinandosi a me.
-Significa
che le altre volte sono brutta?- commentai ironica, avvicinandomi a lui.
-No,
significa che stasera lo sei ancora di più.-
-Grazie.-
sussurrai e poi gli stampai un leggero bacio a stampo. -Vado a ballare!-
-Te
la stai spassando, vero, adesso che lei non c'è?-
-No,
me la sto spassando adesso che è al sicuro.- gli sorrisi e mi addentrai tra la
folla.
Raggiunsi
velocemente il palco e dopo aver lanciato un segno di saluto a Chris, cominciai
a ballare.
Tutti
cominciarono a seguirmi e quel dimenarmi mi fece per un attimo staccare dalla
realtà.
Cominciai
a muovermi in modo sensuale, seguendo il ritmo della musica, che quella sera
era ancora meglio delle altre.
Chriss era
davvero un grande.
Vidi
Tyler ai piedi del palco, che mi guardava, con due birre tra le mani. Io gli
sorrisi e gli feci cenno di lanciarmene una.
Cominciai
a bere, alternando il ballo e profonde sorsate. Cominciai a girare su me
stessa, completamente ubriaca di serenità.
Alcuni
ragazzi salirono sul palco, ma restavano comunque a debita distanza.
Lanciai
un veloce sguardo alla folla e per poco non caddi dai tacchi, incrociando due
occhi azzurri.
Ritornai
a guardare in quella direzione, ma degli occhi azzurri nessuna traccia.
Sarà
stato uno scherzo della mia immaginazione...
Ritornai
a ballare, agitando i capelli e muovendo il bacino, finché ad un certo punto mi
sentii afferrare per i fianchi e trascinata giù dal palco.
Nikolai,
pensai subito. Ogni volta che gli partiva l'embolo della gelosia faceva così.
Così
fui trascinata giù e senza nemmeno badare troppo a Nikolai che mi tirava tra la
folla, infatti non l'avevo nemmeno guardato, mi ritrovai al bancone del bar.
Sorseggiai
di nuovo la mia birra, ma quando quello che credevo Nikolai si voltò, mi
paralizzai, letteralmente.
Due
freddi occhi azzurri mi squadravano.
Dopo
ben cinque anni mi ritrovavo di fronte Damon Salvatore.
Mi
si gelò il sangue nelle vene, non riuscivo più a pensare e tutti i sentimenti
che avevo ceduto essere riuscita a reprimere, ritornarono a galla con tutta la
loro prepotenza.
Dopo
anni di autoconvincimento, tutte le mie difese crollarono, sotto lo sguardo di
quel maledetto vampiro.
Lui
ancora non parlava. Io avevo addirittura dimenticato come si facesse.
Ci
limitavamo a guardarci, come se il mondo attorno fosse scomparso.
Scossi
la testa, come a volermi risvegliare dal mio stato di trans e corsi fuori dal
locale.
Volevo
immaginare, volevo sperare, che fosse solo una mia allucinazione, una delle
tante, ecco.
Mi
ritrovai fuori dall'entrata secondaria del locale, a boccheggiare come un pesce
senz'aria.
-Calmati,
Angel, era solo un'allucinazione.- mi dissi, chiudendo gli occhi.
-Sono
abbastanza certo di non essere un'allucinazione.- fece una voce ironica alle
mie spalle.
Mi
voltai di scatto.
No,
decisamente non era un'allucinazione.
Restai
a bocca aperta, non riuscendo ancora a credere ai miei occhi.
-Con
quale coraggio ritorni nella mia città?- sibilai furiosa.
-Questa
è anche la mia città.-
-Ma
davvero?! Eppure non ti importava così tanto della tua città quando sei scappato
via dopo avermi scopato!- urlai, lanciandogli contro la bottiglia di birra, che
lui schivò facilmente.
-Cosa
sei diventata...?-
Assottigliai
gli occhi tanta era la rabbia che provavo dentro. -Non.azzardarti.a.giudicarmi.-
scandii ogni parola. - Non hai la minima idea di cosa sono diventata.-
Damon
fece quella sua tipica smorfia. -Mi basta guardare come sei vestita e cosa
fai.-
-Ma
con quale diritto vieni qui e sputi sentenze?! EH?! Vattene, Salvatore, è molto
meglio per te. Qui non c'è più niente di quello che hai lasciato. E' già tanto
che non ti abbia staccato la testa dal collo.-
-Vedo
che le vecchie abitudini non muoiono mai.-
Gli
ringhiai contro e dopo due secondi gli fui di fronte. Lo afferrai per la gola e
lo inchiodai con la schiena al muro.
Damon
non aveva nemmeno avuto il tempo di reagire e adesso mi guardava con gli occhi
sgranati.
Mi
avvicinai a pochi centimetri dal suo viso.
-C'è
anche qualcosa di nuovo, vampiro.- gli ringhiai contro, puntandogli i miei
canini alla gola.
Lessi
lo sconcerto negli occhi di Damon.
Ah,
non vi avevo accennato che ero diventata una vampira?
Ebbene
sì, ho pubblicato il seguito di mi appartieni >.<
Non
so se questo sia un bene o un male e a quante persone farà piacere.
La
storia è ancora tutta in elaborazione, trama e finale compresi XD posso dirvi
che ci saranno molte novità, alcune delle quale le avete sapute già in questo
capitolo.
Ringrazio
in anticipo tutti quelli che recensiranno o semplicemente leggeranno!
Ho
creato un piccolo gruppo su facebook, dove si può
parlare di tutto e ci saranno storie. Inoltre vi assicuro che conoscerete delle
persone fantastiche!
Vi
lascio il link!
http://www.facebook.com/groups/313437538673601/
grazie
ancora!
Baciii